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da progettogayforum » mercoledì 7 agosto 2013, 9:36
C’è da tener conto di un fatto fondamentale, il nuovo papa, qualsiasi sia il suo pensiero personale, è inserito in una struttura che si caratterizza in quanto immutabile. Modificare gli atteggiamenti delle chiesa è in sostanza impossibile perché dietro la parola chiesa c’è una tale varietà di situazioni, spesso assolutamente inconciliabili, che si reggono, come insieme, su equilibri delicatissimi.
Premesso che la dottrina, al di là delle parole, non cambierà, osservo che papa Bergoglio non ha l’ossessione che aveva Ratzinger nei confronti dei gay e non è portato immediatamente a fare crociate anti-gay come faceva il suo predecessore. Il distacco emotivo dal problema è evidente, non c’è l’aggressività tipica di Ratzinger. Si capisce perfettamente che per Bergoglio le questioni fondamentali sono altre, sono legate alle ingiustizie sociali, alla sproporzione immorale tra la ricchezza di pochi e la miseria di molti. Bergoglio avrà certamente molto da fare per riformare lo IOR, per staccare la chiesa dai grandi interessi economici e politici che la condizionano, ammesso e non concesso che sia possibile riuscire in un’impresa simile, anche il solo tentativo gli creerà molti nemici e non per motivi ideologici ma di interesse. Dal suo discorso sui gay emerge più la preoccupazione per una lobby che usi l’omosessualità, in situazioni in cui è demonizzata, come mezzo di ricatto che non la preoccupazione per l’omosessualità in sé, che in un simile contesto appare un po’ come il male minore ma, va chiaramente sottolineato, come un male comunque. È ovvio che gli integralismi che si annidano nella chiesa fiutano atteggiamenti diversi, non di apertura ma neppure di crociata, e temono che l’azione di Bergoglio si sposti dagli obiettivi tradizionali per concentrarsi su altre questioni molto più sostanziali che toglierebbero potere ai gruppi integralisti e li marginalizzerebbero.
In effetti, vedendo le cose dal punto di vista gay, l’esistenza in Vaticano di lobby che usano l’omosessualità come mezzo di ricatto è rivoltante perché associa l’omosessualità al ricatto, come se i gay fossero gente che usa l’omosessualità come mezzo di ricatto. Il ricatto è di per sé un comportamento odioso, ma ci sarebbe da chiedersi se in un contesto diverso, in cui l’omosessualità fosse una cosa accettata senza scandalo, esisterebbe ancora la possibilità di ricattare qualcuno facendo leva sulla sua omosessualità, e qui la risposta è chiaramente no! Per eliminare non le lobby gay, perché chi usa l’omosessualità come mezzo di ricatto non è un gay ma un delinquente, ma le lobby che senza nessuno scrupolo morale e senza nessun rispetto per il prossimo usano il ricatto per fini di potere, bisognerebbe che cambiasse profondamente la visione comune della omosessualità. Non so se il papa si renda conto di questo ma penso che sia troppo legato da mille obblighi non scritti di fedeltà al sistema chiesa per pensare di ragionare col proprio cervello.
Io penso che i gay dovrebbero imparare a vedere la chiesa come realtà storica che ha tutti i difetti delle istituzioni di questo mondo anche se si accredita ben altre credenziali, e a considerare le categorie di bene e male esclusivamente seguendo la propria coscienza, ma la libertà di coscienza è una conquista difficile.
Quanto vedo dei gay che si aspettano delle aperture dalla chiesa mi viene da pensare a dei rivoluzionari repubblicani che si aspettano la “Repubblica sociale” per decreto reale.