Barbino Dago ha scritto:Candido, mi hai messo veramente in difficoltà, perché anche io la penso come te, e ho cominciato a chiedermi perché me la prendo tanto. Sono partito mosso dall'esigenza di condividere il senso di assurdità che ho sentito nel leggere le varie interpretazioni delle affermazioni del papa. Io penso comunque che lui sia una figura politica come un'altra e che le sue affermazioni abbiano un peso. Ma a volte mi chiedo veramente anche io se non sia il caso di ignorarle completamente per evitare di dargli forza e importanza.
Del resto penso, personalmente, che non si possano scansare le notizie come proponi tu, perché è difficile costruirsi un identità in positivo senza una coscienza di ciò che è negativo. Cosa ne pensate?
La riflessione che sto per fare prendila con le pinze,perchè mi sta venendo ora di getto e non so quanto sia concreta.
Penso al mangiare del cioccolato. Poniamo il caso ci sia qualcuno che sostenga che farlo sia sbagliato,da depravati. Io non sono d'accordo e arrivo a sconfessare ciò che dice. Mangiare del cioccolato non è sbagliato. Son quindi arrivato a stabilire ciò che "mangiare del cioccolato" non è,a rifiutarne una visione negativa. Ma gli aspetti positivi del mangiare del cioccolato dove son finiti? Il piacere,il gusto,le sensazioni del farlo dove sono?Per me mangiare del cioccolato è solo qualcosa di non sbagliato,o è di più?
Tornando quindi all'omosessualità,basta usare la scienza(e la ragione) per sconfessare visioni politiche e religiose omofobe,e per negare il fatto che l'omosessualità non sia una malattia e una depravazione,o serve anche altro,una costruzione positiva,per riuscire a cogliere la ricchezza e la bellezza del mondo affettivo chè è espressione dell'omosessualità stessa?
Qual è la visione che abbiamo dell'omosessualità: ciò che non è o ciò che è? Una non-malattia,una non-depravazione, o l'amore,l'attesa,il contatto,la fusione con l'altro,un bacio,una carezza,un abbraccio lungo una notte,un momento infinito di felicità che si perde nello sguardo dell'altro?
Penso quindi a chi (fortunato lui) abbia conosciuto l'amore. Di fronte all'ennesimo attacco del Papa o di un politico qualunque, che reazione avrà? Dirà che è una cosa insensata e falsa perchè penserà a ciò che sa sull'omosessualità o ripenserà semplicemente al suo primo bacio,al tenere per mano il suo ragazzo,e tutto ciò che con lui avrà condiviso?
La posizione di scontro diventa quindi una posizione più debole,un continuo star sulla difensiva che col tempo ti fa dimenticare tutto il resto. A forza di voler dimostrare che l'omosessualità non è una malattia,si finirà per vederla solo come una non-malattia,e nient'altro.
Questo non vuol dire che non ci si debba "incazzare" di fronte a queste notizie(o non le si debbano più leggere),ma che forse sia anche utile pensare al fatto che ciò di cui parla il Papa o un Giovanardi non c'entra nulla con ciò che realmente è l'omosessualità. Ecco,ricordarselo ogni tanto forse ci permetterà di prendercela un po' di meno. ( Nel frattempo però io continuo a incazzarmi eccome,segno che la cosa non funziona ancora granchè bene
)
[Ok,più rileggo il mio messaggio e più mi sembra sconclusionato. Non so se si è ben capito quello che volevo esprimere,magari nel corso della discussione verrà fuori meglio
]