“Nozze gay sono paravento di legittimazione sociale”

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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IsabellaCucciola
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“Nozze gay sono paravento di legittimazione sociale”

Messaggio da IsabellaCucciola » sabato 8 marzo 2014, 1:56

Vaticano, cardinale Lajolo: “Nozze gay sono paravento di legittimazione sociale.”
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/03 ... le/905470/
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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marc090
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Re: “Nozze gay sono paravento di legittimazione sociale”

Messaggio da marc090 » sabato 8 marzo 2014, 12:22

Isabella, ricordati che da regolamento (punto 1.7) chiediamo che ogni link pubblicato e contenente riferimenti esterni sia accompagnato da una descrizione, una motivazione o qualsiasi altro elemento che possa guidare l'utente verso la notizia; e possibilmente stimolare un confronto.

Perché non ci fa sapere come mai questa notizia ti ha colpito fra tutte? :)

Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller


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IsabellaCucciola
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Re: “Nozze gay sono paravento di legittimazione sociale”

Messaggio da IsabellaCucciola » sabato 8 marzo 2014, 14:23

:oops: :oops: :oops:
Dio ha fatto l’uomo per la donna e la donna per l’uomo. Così essi sono una sola carne, cioè una sola vita. Non c’è un altro disegno di amore al di fuori di quello di Dio che sa come è fatto l’uomo. I matrimoni gay non possono non deludere chi li fa.
Ma questa persona ha presente cosa sia l'amore?
Lei definisce l’omosessualità e la transessualità come “tendenze disordinate ma non peccaminose”. In che senso?
Se uno si trova con una tendenza nel proprio fisico, nel proprio spirito questa non è che l’ha posta lui. Il peccato c’è quando la volontà aderisce liberamente al male. Talvolta la volontà è fortemente inclinata. La tendenza in sé non è peccato. Nel libro dico anche che questa predisposizione fisica all’omosessualità in pochi casi è congenita, mentre nella maggior parte dei casi è acquisita da comportamenti o influssi che si sono avuti nell’età della preadolescenza o dell’adolescenza. E’ la mia opinione personale. Credo che anche non pochi esperti la pensino così.
Il peccato è quello di aderire deliberatamente al male? Sinceramente mi hanno insegnato che è male rubare, o uccidere il prossimo... poi non capisco il significato del termine “tendenze disordinate”...
L'omosessualità è acquisita? Se pensiamo a quanto sia imperfetta la famiglia vera, e non quella del Mulino Biano... be' allora come mai da queste famiglie nascono tante persone eterosessuali????
Per ultimo:
Lei scrive che la teoria del gender “sta contaminando le grandi istituzioni internazionali come l’Onu e le sue organizzazioni”. Lo stesso Onu che attraverso il Comitato sui diritti dell’infanzia ha duramente accusato la Chiesa cattolica di aver “permesso decine di migliaia di abusi su minori”. Cosa risponde?
Questo Comitato ha mostrato un’ostilità preconcetta alla Santa Sede che da sempre combatte ciò che è peccato. Se poi i singoli pastori in diversi casi non sono stati abbastanza accorti nell’allontanare il pericolo di pedofilia non si può accusare la Santa Sede. Essa non comanda come il sindaco nel suo paese o il prefetto nella sua provincia. La Chiesa è organizzata in modo molto decentralizzato. Volere attribuire la responsabilità del vescovo alla Santa Sede vuol dire misconoscere la realtà costituzionale della Chiesa.
Spostare un prete che fa cose che non deve fare da una chiesa a un'altra, non è che cambia qualcosa... il male non si combatte facendo finta di niente...
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Re: “Nozze gay sono paravento di legittimazione sociale”

Messaggio da progettogayforum » sabato 8 marzo 2014, 15:55

Mi fermo a commentare solo alcune risposte dell’intervista del Cardinale Lajolo:

Nel suo libro definisce i matrimoni gay “come un paravento di legittimazione sociale”. Perché una posizione così forte?
“Dio ha fatto l’uomo per la donna e la donna per l’uomo. Così essi sono una sola carne, cioè una sola vita. Non c’è un altro disegno di amore al di fuori di quello di Dio che sa come è fatto l’uomo. I matrimoni gay non possono non deludere chi li fa.”


Il Cardinale Lajolo parte dal solito pregiudizio che è alla base dell’antropologia di matrice cattolica, secondo la quale l’antropologia cattolica non è un’antropologia culturale, come ogni altra antropologia, ma è l’Antropologia (con la maiuscola), che manifesta la volontà di Dio su che cosa è l’uomo e quali sono i sui fini. Secondo la Chiesa, tradizionalmente, affermare che ogni antropologia è solo un’antropologia culturale, relativa a un determinato tempo ed un determinato ambiente, significa peccare di “relativismo”, ma il Relativismo è la principale conquista della filosofia del ‘900.
Le affermazioni del Cardinale Lajolo sono (come è ovvio) soltanto la riproposizione del dogma della Chiesa cattolica che si arroga il diritto di parlare in nome di Dio e arriva ad affermazioni paradossali come: “I matrimoni gay non possono non deludere chi li fa”. Il Cardinale non fa che riprendere i classici discorsi di Benedetto XVI sui matrimoni gay, dimostrando, se mai che ne fosse bisogno, che, al di là dei discorsi ambigui di Papa Francesco, che offre generosamente il perdono di Dio alle pecorelle smarrite, ma, si badi bene, sempre e solo tramite i ministri della Chiesa, nulla cambia negli atteggiamenti della Chiesa cattolica.

L’intervista continua:

Lei definisce l’omosessualità e la transessualità come “tendenze disordinate ma non peccaminose”. In che senso?
“Se uno si trova con una tendenza nel proprio fisico, nel proprio spirito questa non è che l’ha posta lui. Il peccato c’è quando la volontà aderisce liberamente al male. Talvolta la volontà è fortemente inclinata. La tendenza in sé non è peccato. Nel libro dico anche che questa predisposizione fisica all’omosessualità in pochi casi è congenita, mentre nella maggior parte dei casi è acquisita da comportamenti o influssi che si sono avuti nell’età della preadolescenza o dell’adolescenza. E’ la mia opinione personale. Credo che anche non pochi esperti la pensino così.”


Il Cardinale non fa che ribadire quando affermato nel Catechismo della Chiesa cattolica, considerando l’omosessualità e la transessualità come “tendenze disordinate ma non peccaminose” e sostenendo che non pochi esperti la pensano così, tuttavia l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha più volte ribadito in questa materia i risultati ormai dati pe acquisiti dalla Comunità scientifica http://gayproject.wordpress.com/2013/04 ... one-laica/ che sono lontanissimi dalle posizioni della Chiesa. Sottolineo che il Cardinale non parla di “patologie” ma “tendenze disordinate”, anche se nei suoi documenti la Chiesa definisce l’omosessualità come: “grave depravazione”, “funesta conseguenza di un rifiuto di Dio”, “mancanza di evoluzione sessuale normale”, “costituzione patologica”, “comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”. Non è omofobia questa? A qualcuno sembra solo libertà di parola, anche se si tratta di forme di istigazione all’odio sulla base di puri pregiudizi.
Coloro che sostengono le cosiddette “terapie riparative”, per riportare gli omosessuali alla eterosessualità, si allineano con la posizione della Chiesa cattoica. Nel mio articolo “Omosessualità e ignoranza” http://gayproject.wordpress.com/2013/03/23/1558/ ho riportato, in traduzione Italiana, un documento della Organizzazione Mondiale della Sanità, in cui le terapie riparative sono condannate senza appello. Il documento conclude come segue:
L’omosessualità come variante naturale e non patologica
Gli sforzi volti a modificare gli orientamenti sessuali non eterosessuali non hanno giustificazione medica in quanto l’omosessualità non può essere considerata una condizione patologica.
I professionisti concordano sul fatto che l’omosessualità rappresenta una variante naturale della sessualità umana, senza alcun effetto intrinsecamente nocivo sulla salute delle persone interessate o delle persone vicine a loro. In nessuna delle sue manifestazioni individuali l’omosessualità costituisce un disturbo o una malattia, e quindi non necessita di cura. Per questo motivo l’omosessualità è stata rimossa da diversi decenni dai sistemi di classificazione delle malattie.” …
“Gli operatori sanitari che offrono “terapie riparative” aderiscono a puri pregiudizi sociali e manifestano una forte ignoranza in materia di sessualità e di salute sessuale. Contrariamente a quanto molti credono o presumono, non vi è alcuna ragione – con l’eccezione dello stigma risultante proprio da tali pregiudizi – per la quale le persone omosessuali non possano godere di una vita piena e soddisfacente. Il compito dei professionisti della salute è quello di non causare danni e di offrire un sostegno ai pazienti per alleviare le loro sofferenze e i loro problemi, certamente non di rendere questi problemi più gravi. Un terapeuta che classifica i pazienti non-eterosessuali come “devianti” non solo li offende, ma contribuisce anche all’aggravamento dei loro problemi. Le terapie “riparative” o ” di conversione” non hanno alcuna indicazione medica e rappresentano una grave minaccia per i diritti umani e la salute delle persone. Esse costituiscono pratiche ingiustificabili che devono essere denunciate e assoggettate a sanzioni adeguate.”

L’intervista continua:

Lei scrive che la teoria del gender “sta contaminando le grandi istituzioni internazionali come l’Onu e le sue organizzazioni”. Lo stesso Onu che attraverso il Comitato sui diritti dell’infanzia ha duramente accusato la Chiesa cattolica di aver “permesso decine di migliaia di abusi su minori”. Cosa risponde?
Questo Comitato ha mostrato un’ostilità preconcetta alla Santa Sede che da sempre combatte ciò che è peccato. Se poi i singoli pastori in diversi casi non sono stati abbastanza accorti nell’allontanare il pericolo di pedofilia non si può accusare la Santa Sede. Essa non comanda come il sindaco nel suo paese o il prefetto nella sua provincia. La Chiesa è organizzata in modo molto decentralizzato. Volere attribuire la responsabilità del vescovo alla Santa Sede vuol dire misconoscere la realtà costituzionale della Chiesa.


A questo proposito voglio ricordare che il testo del Comitato ONU sui diritti dell’infanzia non è stato mai riportato direttamente dalla stampa cattolica, ma sempre e solo attraverso le lenti deformanti della gerarchia cattolica e del giornalismo cattolico. Per dare spazio alla verità dei fatti, ho cercato, tradotto e pubblicato integralmente, in Italiano, il documento dell’ONU: http://gayproject.wordpress.com/2014/02 ... i-bambini/ Invito tutte le persone di buona volontà a leggere quel documento senza pregiudizi. Ne riposto qui di seguito alcuni stralci:

Non discriminazione
25. Il Comitato accoglie con favore le informazioni fornite dalla Santa Sede durante il dialogo interattivo, circa il fatto che la medesima ha avviato una revisione della propria legislazione al fine di ritirare l’espressione discriminatoria “figli illegittimi” che si può ancora trovare nel Diritto Canonico, in particolare nel Canone 1139. Mentre, anche rilevando come positiva la dichiarazione rilasciata nel luglio 2013 da Papa Francesco, il Comitato è preoccupato per le pronunce e le dichiarazioni precedenti della Santa Sede sull’omosessualità, che contribuiscono alla stigmatizzazione sociale e alla violenza contro lesbiche, gay, bisessuali e transgender, adolescenti e bambini cresciuti da coppie dello stesso sesso.

26. Il Comitato raccomanda che la Santa Sede modifichi tutte le sue leggi e i suoi regolamenti, così come le sue politiche e pratiche, in conformità con l’articolo 2 della Convenzione e prontamente abolisca la classificazione discriminatoria dei bambini nati fuori dal matrimonio come figli illegittimi.
Il Comitato invita anche la Santa Sede a fare pieno uso della sua autorità morale per condannare tutte le forme di molestia, discriminazione o violenza contro i bambini sulla base del loro orientamento sessuale o dell’orientamento sessuale dei loro genitori e a sostenere gli sforzi a livello internazionale per la depenalizzazione dell’omosessualità.”

“33. Il Comitato è preoccupato per la situazione dei bambini nati da sacerdoti cattolici, che, in molti casi, non sono a conoscenza dell’identità dei loro padri . Il Comitato è altresì preoccupato dal fatto che le madri possono ottenere un piano di pagamento regolare dalla Chiesa fino alla indipendenza economica del bambino solo se firmano un accordo di riservatezza obbligandosi a non divulgare informazioni di nessun genere.

34. Il Comitato raccomanda che la Santa Sede valuti il numero di bambini nato da sacerdoti cattolici, scopra chi sono e prenda tutte le misure necessarie per garantire i diritti di questi bambini a conoscere i loro padri e ad essere curati da loro, come è giusto. Il Comitato raccomanda inoltre che la Santa Sede assicuri che le chiese non impongano più accordi di riservatezza quando forniscono assistenza finanziaria alle madri per sostenere i loro figli.” …

Tortura e altri trattamenti crudeli o degradanti
37. Il Comitato è preoccupato dal fatto che la Santa Sede non ha adottato le misure necessarie per proteggere e garantire la giustizia per le ragazze arbitrariamente collocate dalle loro famiglie, dalle istituzioni dello Stato e dalle chiese nelle “lavanderie Magdalene” d’Irlanda gestite da quattro congregazioni di suore cattoliche fino al 1996.

Nota del traduttore: [le case Magdalene, o lavanderie Magdalene (Magdalene laundries) erano istituti femminili che accoglievano le ragazze orfane, o ritenute "immorali", per via della loro condotta considerata peccaminosa o in contrasto con i pregiudizi della società benpensante. La maggior parte di questi istituti furono gestiti da suore che appartenevano ai vari ordini, per conto della Chiesa cattolica. È stato calcolato che circa 30.000 donne vi furono ospitate nel corso dei 150 anni di storia di queste istituzioni. L'ultima Casa Magdalene in Irlanda è stata chiusa il 25 settembre del 1996. A tutt'oggi non esiste una statistica esatta di quante vite siano state irrimediabilmente danneggiate.]


Il Comitato è particolarmente preoccupato del fatto che :

(a) Le ragazze collocate in queste istituzioni erano costrette a lavorare in condizioni di schiavitù, ed erano spesso oggetto di trattamenti inumani, crudeli e degradanti nonché di abusi fisici e sessuali;

(b) le ragazze erano private della loro identità, della formazione e spesso degli alimenti e dei farmaci essenziali ed era loro imposto l’obbligo del silenzio e il divieto di avere qualsiasi contatto con il mondo esterno;

(c) le ragazze non sposate che hanno partorito prima di entrare o durante la detenzione nelle lavanderie erano separate dai loro bambini con la forza e

(d) anche se le quattro congregazioni cattoliche interessate erano sotto l’autorità della Santa Sede, non è stata intrapresa alcuna azione per indagare il comportamento delle suore che gestivano le lavanderie e per collaborare con le forze dell’ordine per individuare i responsabili degli abusi, così come tutti coloro che hanno organizzato il lavoro non pagato delle ragazze e consapevolmente ne hanno tratto profitto.” …

Sfruttamento e abuso sessuale
43. Il Comitato prende atto dell’impegno espresso dalla delegazione della Santa Sede a considerare inviolabile la dignità e tutta la persona di ogni bambino.
il Comitato tuttavia esprime profonda preoccupazione per gli abusi sessuali su minori commessi da membri delle chiese cattoliche che operano sotto l’autorità della Santa Sede, e per i religiosi coinvolti in abusi sessuali su decine di migliaia di bambini in tutto il mondo.
Il Comitato è seriamente preoccupato del fatto che la Santa Sede non ha riconosciuto la portata dei reati commessi, non ha preso le misure necessarie per affrontare i casi di abuso sessuale sui bambini e per proteggere i bambini, e ha adottato politiche e pratiche che hanno portato alla prosecuzione degli abusi da parte dei colpevoli e alla loro impunità.
Il Comitato è in particolare preoccupato del fatto che:

(a) Ben noti colpevoli di abusi sessuali su bambini sono stati trasferiti da parrocchia a parrocchia o in altri paesi nel tentativo di coprire tali crimini, una pratica documentata da numerose commissioni nazionali d’inchiesta. La pratica della “mobilità dei trasgressori”, che ha permesso a molti sacerdoti di restare in contatto con i bambini e di continuare ad abusare di loro, lascia tuttora i bambini, in molti paesi, esposti ad un alto rischio di abuso sessuale, perché è documentato che dozzine di responsabili di abusi sessuali su bambini sono ancora in contatto con i bambini;

(b) Anche se la Santa Sede ha stabilito la sua piena giurisdizione sui minori nei casi di abuso sessuale su minori nel 1962 e li ha posti nel 2001 sotto la competenza esclusiva della Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) , si è rifiutata di fornire al Comitato i dati su tutti i casi di abusi sessuali su minori portati alla sua attenzione nel periodo indicato e sull’esito della procedura interna in questi casi;

(c) Gli abusi sessuali su bambini, quando sono stati affrontati, sono stati trattati come gravi delitti contro la morale attraverso una procedura riservata che prevede provvedimenti disciplinari che hanno permesso alla stragrande maggioranza dei colpevoli di abuso e a quasi tutti coloro che hanno nascosto abusi sessuali su bambini di evitare procedimenti giudiziari negli Stati in cui sono stati commessi gli abusi;

(d) A causa di un codice di silenzio imposto a tutti i membri del clero sotto pena di scomunica, i casi di abusi sessuali sui minori non sono quasi mai stati segnalati alle legali autorità di controllo dei paesi in cui si sono verificati tali crimini. Al contrario, i casi delle suore e dei preti ostracizzati, retrocessi e licenziati per non aver rispettato l’obbligo di silenzio sono stati segnalati al Comitato, come i casi di sacerdoti che sono stati lodati per essersi rifiutati di denunciare i pedofili, come indicato nella lettera indirizzata dal cardinale Castrillon Hojos a Mons. Pierre Pican nel 2001;

(e) Non sono mai state fatte obbligatoriamente segnalazioni alle autorità nazionali incaricate dell’applicazione della legge ed è stata esplicitamente respinta una lettera ufficiale indirizzata ai membri della Conferenza Episcopale Irlandese di Mons. Moreno e Nunzio Storero nel 1997. In molti casi le Autorità ecclesiastiche, anche ai livelli più alti della Santa Sede hanno mostrato riluttanza e in alcuni casi, hanno rifiutato di cooperare con le autorità giudiziarie e con le commissioni di inchiesta nazionali.

(f) Sono stati fatti sforzi limitati per mettere i bambini iscritti alle scuole e ad altre istituzioni cattoliche in grado di proteggersi dagli abusi sessuali.

44 . Il Comitato riconosce la dichiarazione della Santa Sede circa l’importanza di stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, al fine di prendere le misure necessarie per impedire che fatti analoghi si ripetano, per garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, per guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi eclatanti crimini.
In questa prospettiva, il Comitato esorta vivamente la Santa Sede a:

(a) verificare che la Commissione creata nel dicembre 2013 indaghi autonomamente tutti i casi di abusi sessuali su minori, nonché il comportamento della gerarchia cattolica nel trattare quelle situazioni.
La Santa Sede dovrebbe considerare di invitare la società civile e le organizzazioni delle vittime di unirsi a questa Commissione e agli organismi internazionali che si occupano di diritti umani, per sostenere il loro lavoro. L’esito di questa indagine dovrebbe essere pubblico e dovrebbe servire a prevenire il ripetersi di abusi sessuali su minori all’interno della Chiesa Cattolica;

(b) rimuovere immediatamente dai loro incarichi tutti coloro che si si sono resi colpevoli di abusi sessuali su bambini e anche coloro che sono di questo sospettati e sottoporre i casi alle autorità preposte all’applicazione della legge ai fini delle indagini e dell’azione penale;

(c) garantire una condivisione trasparente di tutti gli archivi che possono essere utilizzati per individuare i responsabili nonché tutti coloro che hanno nascosto i loro crimini e hanno consapevolmente posto i trasgressori in contatto con i bambini;

(d) modificare il Diritto Canonico, al fine di considerare gli abusi sessuali su minori come crimini e non come “delitti contro la morale” e abrogare tutte le disposizioni che possono imporre un obbligo di silenzio sulle vittime e su tutti quelli che diventano consapevoli di tali crimini;

(e) stabilire regole chiare, meccanismi e procedure per l’obbligatoria segnalazione di tutti i casi sospetti di abuso e sfruttamento sessuale all’autorità legale di controllo;

(f) assicurarsi che tutti i sacerdoti, il personale religioso e le persone che lavorano sotto l’autorità della Santa Sede siano resi consapevoli dei loro obblighi di comunicazione e del fatto che in caso di conflitto, tali obblighi prevalgono sulle disposizioni dei Canoni ;

(g) sviluppare programmi e politiche per la prevenzione di tali reati e per il recupero e il reinserimento sociale delle vittime, secondo i documenti finali adottati dai Congressi Mondiali del 1996, 2001 e 2008 contro lo sfruttamento sessuale dei bambini, tenutisi a Stoccolma , Yokohama e Rio de Janeiro;

(h) sviluppare programmi di prevenzione ed educativi per aumentare la consapevolezza dei bambini in rapporto agli abusi sessuali e per insegnare loro le competenze necessarie con cui proteggere se stessi e

(i) prendere in considerazione la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla protezione dei bambini contro lo sfruttamento e gli abusi sessuali.”

54 . Il Comitato esprime la sua più profonda preoccupazione per il caso di una bambina di nove anni, in Brasile, che ha subito un aborto salva-vita di emergenza nel 2009, dopo essere stata violentata dal patrigno. L’Arcivescovo di Pernambuco ha condannato la madre della ragazza , così come il medico che ha eseguito l’aborto, e la condanna è stata successivamente approvata dal capo della Congregazione dei Vescovi della Chiesa cattolica romana.”

Chi vuole può leggere l’intero testo e può chiedersi in tutta coscienza da che parte sia la moralità.

Rispetto alle funzioni dello IOR, al caso Vatileax e alla vicenda di Mons. Viganò e del Governatorato del Vaticano, presieduto dal cardinale Lajolo, tutte vicende alle quali il Cardinale Lajolo accenna minimizzando nell’intervista, vi invito a leggere il libro: “Sua Santità. Le carte segrete di Benedetto XVI” di Gianluigi Nuzzi, che riporta molti dei documenti privati del Papa su fatti di notevole rilievo (cito a mo’ di esempio la destituzione di Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello IOR). Tutta la vicenda si è conclusa con la condanna del cameriere del Papa per furto aggravato, pochi giorni dopo il cameriere ha ottenuto la grazia dal Papa. La lettura dei documenti fa capire quale sia stato il vero ruolo dello IOR.

Chi ha orecchio per intendere intenda.

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