PAPI SANTI E OMOSESSUALITA'

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progettogayforum
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PAPI SANTI E OMOSESSUALITA'

Messaggio da progettogayforum » sabato 26 aprile 2014, 18:57

Domani, 27 Aprile 2014, la Chiesa cattolica innalzerà alla gloria degli altari Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II.

Invito chiunque non lo avesse già fatto a leggere la LETTERA AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA SULLA CURA PASTORALE DELLE PERSONE OMOSESSUALI http://www.doctrinafidei.va/documents/r ... ns_it.html che si conclude con le parole “Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Lettera, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 1° ottobre 1986.
La lettera è firmata dall’allora Prefetto Cardinale Joseph Ratzinger.
Riporto qui di seguito un solo brano della Lettera che contiene il pensiero di Giovanni Paolo II sulla omosessualità:

“La posizione della morale cattolica è fondata sulla ragione umana illuminata dalla fede e guidata consapevolmente dall'intento di fare la volontà di Dio, nostro Padre. In tal modo la Chiesa è in grado non solo di poter imparare dalle scoperte scientifiche, ma anche di trascenderne l'orizzonte; essa è certa che la sua visione più completa rispetta la complessa realtà della persona umana che, nelle sue dimensioni spirituale e corporea, è stata creata da Dio e, per sua grazia, chiamata a essere erede della vita eterna.
Solo all'interno di questo contesto, si può dunque comprendere con chiarezza in che senso il fenomeno dell'omosessualità, con le sue molteplici dimensioni e con i suoi effetti sulla società e sulla vita ecclesiale, sia un problema che riguarda propriamente la preoccupazione pastorale della Chiesa. Pertanto dai suoi ministri si richiede studio attento, impegno concreto e riflessione onesta, teologicamente equilibrata.
Già nella « Dichiarazione su alcune questioni di etica sessuale », del 29 dicembre 1975, la Congregazione per la Dottrina della Fede aveva esplicitamente trattato questo problema. In quella Dichiarazione si sottolineava il dovere di cercare di comprendere la condizione omosessuale, e si osservava come la colpevolezza degli atti omosessuali dovesse essere giudicata con prudenza. Nello stesso tempo la Congregazione teneva conto della distinzione comunemente operata fra condizione o tendenza omosessuale e atti omosessuali. Questi ultimi venivano descritti come atti che vengono privati della loro finalità essenziale e indispensabile, come « intrinsecamente disordinati » e tali che non possono essere approvati in nessun caso (cf. n. 8, par. 4).
Tuttavia nella discussione che seguì la pubblicazione della Dichiarazione, furono proposte delle interpretazioni eccessivamente benevole della condizione omosessuale stessa, tanto che qualcuno si spinse fino a definirla indifferente o addirittura buona. Occorre invece precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata.
Pertanto coloro che si trovano in questa condizione dovrebbero essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale perché non siano portati a credere che l'attuazione di tale tendenza nelle relazioni omosessuali sia un'opzione moralmente accettabile.”


La Lettera sulla pastorale delle persone omosessuali approvata di Giovanni Paolo II ripugna alla coscienza civile di chiunque sappia che cosa è veramente l’omosessualità e invita a non desistere dalla lotta per la conquista dei più elementari diritti civili e per la laicità dello Stato. Chi ha ispirato e approvato quei giudizi e quei discorsi sarà elevato domani alla gloria degli altari: chi ha orecchio per intendere intenda!

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