LA LAICITA' SECONDO EUGENIO SCALFARI

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LA LAICITA' SECONDO EUGENIO SCALFARI

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 11 settembre 2013, 11:26

Riporto qui di seguito dei brani di un editoriale di Eugenio Scalfari comparso su Repubblica nel 2007 “La Chiesa di Pascal che piace a noi laici” http://www.repubblica.it/2007/03/sezion ... ascal.html. Si tratta di un modo estremamente serio si caratterizzare il concetto di laicità.

“ Due concezioni si contrastano, due culture ciascuna delle quali deve moltissimo all’altra, si contrappongono e non soltanto sui modi per raggiungere un obiettivo comune, ma sulle finalità stesse che vengono proposte.
Gli ultimi due papi hanno fatto dell’accusa di liberalismo e di relativismo un tema centrale e l’hanno usato sistematicamente per sconfessare di fatto l’intero valore della modernità, dal Rinascimento alla libera ricerca, dalla scienza sperimentale allo stoicismo di Montaigne, al “Discorso sul metodo” di Cartesio, all’”Etica” di Spinoza, all’Illuminismo, alla “Critica della ragion pura” di Kant e infine ai più recenti svolgimenti del pensiero filosofico derivanti da Schopenhauer e da Nietzsche e agli esiti scientifici di Freud, di Einstein e della fisica quantistica.

Tutto questo immenso deposito di pensiero e di sapere è impregnato di relativismo nelle sue diverse varianti metodiche conoscitive ed etiche e tutto, preso nel suo insieme, si è proposto di spodestare la metafisica dal vertice del pensiero filosofico dove si era insediata a partire da Platone.

Se dunque Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, pur dotati di diversa portanza e di diverso linguaggio, hanno deciso di eleggere come nemico numero uno della cattolicità il relativismo e l’Illuminismo e lo hanno ripetuto in gran parte delle loro pubbliche allocuzioni e delle più solenni encicliche; e se Ratzinger appena insediato sulla cattedra petrina, nella sua prolusione all’università di Ratisbona ebbe nei confronti del fondamentalismo islamico accenti addirittura meno severi di quelli riservati al pensiero moderno dell’Occidente, non è purtroppo lontano dal vero parlare oggi d’uno scontro in atto tra cattolicesimo e modernità anche se la Chiesa lo nega tenacemente.

Il nemico è insomma il relativismo, la rivendicazione dell’autonomia di ciascuno, la ricerca sperimentale della verità che non esclude neppure l’inesistenza di un’unica verità assoluta. E di conseguenza l’abbandono della trascendenza, antico rifugio contro l’insicurezza del vivere e ultima istanza del giudizio finale tra buoni e cattivi, tra bene e male.

Il pensiero laico è stato lungamente silente su questa diabolizzazione cui la Chiesa l’ha sottoposto. Parlo del pensiero laico e non di quello anticlericale che ne rappresenta una caricatura.

Il pensiero laico non ha mai escluso (e come potrebbe?) il mistero, l’Increato, la necessità di dare un senso al nostro vivere. Si è sempre posto con estrema serietà i problemi della vita e della morte. Non ha mai confuso il complesso delle sue idee e delle sue convinzioni con la secolarizzazione consumista che è fenomeno diverso e per molti aspetti deteriore. Per di più il pensiero laico, anzi il mondo laico, non ha una struttura di potere, non ha associazioni proprie che lo rappresentino, non parla “ex cathedra”. Predica libertà, democrazia, tolleranza.

Perciò non ha alcuna responsabilità nello scontro che si è determinato con la Chiesa se non per il fatto di opporsi alle pretese ecclesiastiche di voler imporre ad una comunità dove convivono pacificamente cattolici, laici e fedeli di altre religioni, istituti che vietino l’esercizio e il riconoscimento dei diritti. Diritti di minoranze, certo, e proprio per questo ancor più sacri e degni di riconoscimento e tutela.”

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