Legge "porcata" sull'omofobia

L'impegno dei Gay per una morale autenticamente laica
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AUH
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da AUH » venerdì 27 settembre 2013, 23:15

progettogayforum ha scritto:Non vorrei essere profeta di sventure ma con l'aria che tira ho l'impressione che la legge sull'omofobia resterà tra quelle che non si arriverà a votare. Aspettiamo gli eventi ma speranze concrete ne vedo poche.
Ti riferisci alle minacce di dimissioni del PdL? Se è cosí, ti dirò, sono tecnicamente impossibili. Piú che altro probabilmente non passerà la votazione al Senato.

Comunque secondo me l'Arcigay ha una rete clientelare pazzesca, a volte anche contro gli stessi interessi dei gay.

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Yoseph
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da Yoseph » sabato 28 settembre 2013, 13:29

Per adesso la migliore arma contro gli attacchi omofobici che abbiamo è un bel corso di difesa personale o judo, karate, kung fu...scegliete voi :D Cerco di scherzrci su per non demoralizzarmi!

Tozeur
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da Tozeur » sabato 28 settembre 2013, 17:46

Intanto la situazione non cambia, ho letto dell'ennesima violenza verso un ragazzo, Ercole, romano, picchiato da una banda di bulli a Roma, fermata Cipro, il 22 settembre....

E del casino relativo alla Barilla ne vogliamo parlare? Ovviamente Forza Nuova ha colto la palla al balzo per affermare le solite opinioni, a mio parere assurde.
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Yoseph
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da Yoseph » sabato 28 settembre 2013, 22:30

Premesso che non spero più che nel breve o medio periodo cambi qualcosa, per lo meno con questo Parlamento, posso riportare che sono rimasto sconcertato dalle reazioni sul web dei nostri connazionali. Non appena ho letto l'articolo che riportava la dichiarazione di Barilla nel giornale che leggo tutti i giorni, che devo dire apprezzo molto perché porta avanti con costanza il problema dei diritti delle persone LGBT in Italia, sono voluto andare di proposito a controllare sulla pagina Facebook del giornale i commenti degli utenti. Devo dire che sinceramente mi aspettavo delle critiche alle dichiarazioni del manager della Barilla, anche perché in un paese civile dovrebbero essere viste come posizioni atemporali, non per niente i maggiori quotidiani esteri le hanno classificate subito come omofobe. Premetto anche che generalmente mi trovo d'accordo con le opinioni dell'utenza di quella pagina, c'è gente piuttosto informata sui temi del lavoro, della giustizia, della scuola...Quel giorno invece non potevo credere ai miei occhi, non ho trovato una, dico una critica alla Barilla, tutti si preoccupavano di solidarizzare con il manager e di difendere il suo diritto ad esprimere la sua opinione e di rivolgersi alla fetta di mercato che più gli piace. C'era chi criticava il giornale per essersi occupato di un argomento di così poca rilevanza, chi diceva che non ne poteva più di sentir parlare di diritti degli omosessuali, chi diceva che da quel momento avrebbe comprato più volentieri la pasta Barilla,chi diceva che gli omosessuali vogliono creare un mondo a propria immagine e somiglianza facendo diventare gli etero la minoranza. Non avevo mai letto così tante assurdità tutte in una volta.
È vero che un'azienda è libera di prendere le posizioni che vuole ma da parte dei cittadini sarebbe bello sentire delle opinioni favorevoli alle battaglie di civiltà. Invece qui tutti, compreso il Sig. Barilla pensano a prendere le distanze dall'argomento omosessualità e a scappare quando si crea l'occasione di un confronto su tale tema. Quello che io ho percepito è una vera paura di questo argomento, una totale incapacità di parlarne serenamente oltre ad un evidente cattivo rapporto con la sessualità in generale! Mi sembra che siano tutti paranoici.

Connor012
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da Connor012 » lunedì 30 settembre 2013, 13:49

Sono completamente d’accordo con Landon e questo tipo di opinioni è molto impopolare nell’ambiente gay perché la legge non è perfetta, perché l’aggravante in sé è insufficiente, etc. Tutto verissimo. Intanto però gli skinhead continueranno ad aspettarci fuori dai locali gay e i ragazzini più soli e fragili si buttano dal terrazzo di casa. Allora serve un segnale (per quanto piccolo e imperfetto) perché se non passa il messaggio che l’omofobia è sbagliata e incivile, non cambierà mai niente (altrimenti è come legittimare la violenza per motivi di identità sessuale). E solo lo Stato può lanciare questo messaggio in modo uguale per tutti con le leggi. Tutto poi è perfettibile e ci si può arrivare per gradi (la questione dell’omofobia, le unioni, le adozioni, etc.), ma serve un primo segnale subito perché se aspettiamo che ci cada dal cielo tutto insieme... Quante vittime devono ancora esserci, quanti adolescenti suicidi, quanti gay devono essere aggrediti per strada e rischiare di perdere un occhio finché arriverà la legge ideale per Arcigay e per quei politici LGBT che vanno in giro a dire con orgoglio che hanno votato contro tutti questi disegni di legge contro l’omofobia perché inutili e approssimativi! Come AUH, penso che ci siano giri e interessi intorno alle associazioni che sono sempre più lontani da quelli dei loro iscritti.
Per i “Barillari” cito un tweet di Caterina Guzzanti sull’argomento:
"Il sig #Barilla è libero di dire quello che vuole, noi che la sua pasta non tiene la cottura". :D

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progettogayforum
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da progettogayforum » lunedì 30 settembre 2013, 14:48

Ciao Connor012, beh sottoscrivo e condivido quello che hai detto tu e quello che ha detto Landon, ma temo che anche questa volta, date le vicende parlamentali degli ultimi giorni, finirà tutto nel paradiso delle buone intenzioni!

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e^ip+1=0
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da e^ip+1=0 » lunedì 30 settembre 2013, 20:16

Sono d'accordo con quasi tutte le vostre riflessioni. è vero che non si può avere tutto subito e che bisogna arrivare per gradi al risultato: ma com'è che in Italia l'inizio del processo di civilizzazione arriva dopo che in molti altri paesi esso è già giunto a conclusione? Vanno bene le tappe, ma qui non si tratta di passare dai Pacs al matrimonio nel giro di quindici anni. Qui si tratta di avere la base, una legge contro l'omofobia, dopo diversi anni di discussioni estenuanti (ve lo ricordate quante volte sono state affossate leggi simili negli scorsi anni da gente come la Binetti?). La prima volta che sentii parlare di una legge anti-omofobia al vaglio del parlamento era il 2006. Ma forse le discussioni sul tema datano ad anni precedenti. Va bene aver pazienza, ma essere ancora a cincischiare per accontentarsi di una legge a metà, nel 2013, fa rabbia. Molta rabbia. Al di là di questo vorrei aggiungere due riflessioni:

1) Sarebbe bene avere, sui diritti come sull'omofobia, una legislazione a livello europeo. Ne avrebbero bisogno anche paesi come la Grecia o l'Ungheria, oltre all'Italia. Una legislazione unica per tutti i paesi dell'Unione (e non solo sull'omosessualità) sarebbe un toccasana per rafforzare politicamente quest'organismo. Ma l'Unione Europea pare non aver altri obiettivi oltre a quelli economici (con i risultati meravigliosi che vediamo).

2) Lo scoglio su cui si attaccano come cozze coloro che intralciano la legge sull'omofobia in Italia è la cosiddetta "libertà d'espressione". Essere liberi di dire ciò che si pensa sull'omosessualità: essere liberi di dire che si è contrari al matrimonio gay, per esempio. L'errore di fondo del ragionamento è subdolo ma evidente: per smascherarlo è sufficiente fare affidamento al principio, insegnato fin dall'asilo e alla base della convivenza civile, secondo cui "la libertà di un individuo termina laddove inizia quella di un altro". Dire che si è contrari al matrimonio gay, per fare un esempio, non è accettabile come opinione politica in un contesto democratico, perché va a ledere i diritti di altri individui. Posso esprimere qualsiasi opinione, a patto di non ledere i diritti altrui. Se così non fosse potrei ad esempio affermare, in vero stile nazista, che gli ebrei sono affetti da una congenita propensione a tramare contro le istituzioni e proporre di isolarli togliendo loro il diritto al voto; poi potrei difendermi dicendo che ho diritto ad esprimere le mie opinioni. Il mio esempio è tragico, ma la sostanza è quella. A certi ambienti legati alla Chiesa (so bene che non tutti i cattolici sono nemici dell'omosessualità, ecco perché scrivo "certi") andrebbe fatto presente. Spingendo più in là il ragionamento, ecco anche perché, secondo me, non sono accettabili in democrazia partiti come Forza Nuova o Alba Dorata (per fare due esempi): non si può ammettere nel gioco democratico chi, nel suo programma, si propone di violarne le regole. Purtroppo in Italia questa cosa non ci è molto chiara e gruppi neofascisti continuano ad esistere legalmente.

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Landon
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da Landon » lunedì 30 settembre 2013, 21:25

Diciamo che gli eventi politici, dal mio ultimo post ad oggi, sono cambiati profondamente. Purtroppo quasi sicuramente nemmeno questa volta verrà approvata la normativa contro l'omofobia. Adesso, grazie alla crisi di governo innescata da voi sapete chi, l'Italia rischia di fare la fine della Grecia ed essere commissariata dall'Europa tramite la troika. Davanti questo scenario disastroso il lecito dibattito sulla legge contro l'omofobia cade immediatamente. Finalmente si stava cominciando a dare una risposta sul tema del femminicidio, omofobia e via dicendo. Ormai sono della convinzione che il tempo per l'estensione dei diritti civili siano ancora lontano in Italia. Abbiamo perso molte occasioni per metterci al passo con gli altri Stati europei. Gran parte dell'Europa ha adottato leggi contro l'omofobia, unioni civili, matrimonio gay ed adozioni ben prima della crisi. Ma di una cosa sono certo: la battaglia di tutti quei deputati contrari ad una estensione dei diritti civili hanno perso e lo sanno bene. Magari non riusciremo ad ottenere nulla in questo preciso momento ma, prima o poi, qualcosa arriverà. E' triste affermare questo ma la realtà è così e conviene a tutti esserne consapevoli. La mia unica consolazione, forse inutile, è che la storia ed i posteri li condanneranno fermamente e di questo ne sono certo.
Sulle associazioni gay sarò breve: in tutti questi anni hanno completamente fallito. Sorvolando sugli interessi di parte, mi sembra alquanto ridicolo sentire dire di volere il matrimonio gay insieme alle adozioni quando non si riesce a far passare nemmeno una normativa contro l'omofobia! Nel mondo gay quasi tutti si sono scagliati contro le unioni civili, definite unioni "ghetto". Ho letto affermazioni del tipo: "meglio niente che questo schifo!". Beh, mi dispiace, ma con questa logica noi non abbiamo ancora nulla. Ok, oggettivamente la legge sui Dico non era il massimo ed era fortemente debole ma io, adesso, sarei contento se fosse stata approvata nel 2007. Un altro esempio: nell'ultima campagna elettorale il tema delle unioni civili era abbastanza sentito e da alcune parti si prometteva una legge al riguardo che avrebbe dato gli stessi diritti agli omosessuali al pari del matrimonio civile eterosessuale. Cambiava solamente la terminologia. Si prevedeva anche l'adozione per le famiglie arcobaleno ovvero adozione del figlio del partner. In questo clima di forte intolleranza raggiungere questo risultato sarebbe stato eccezionale! Come tutti bene sapete tutto è naufragato ma è inutile stare a spiegare nel dettaglio il perché dal momento in cui tutti voi sapete benissimo come sono andate le cose. In Spagna, è vero, si è giunti direttamente al matrimonio omosessuale ma gli altri Paesi europei sono passati attraverso le unioni civili per arrivare al matrimonio come la Francia, ad esempio. Questa è la mia opinione, comunque :)
Dire che si è contrari al matrimonio gay, per fare un esempio, non è accettabile come opinione politica in un contesto democratico, perché va a ledere i diritti di altri individui.
e^ip+1=0 non condivido con quanto tu affermi. Io penso che sia accettabile l'opinione di chi si schieri a difesa della famiglia tradizionale quanto la mia a favore delle famiglie omosessuali. Il punto è un altro: ognuno può avere le proprie opinioni purché non sfocino in violenza contro gli altri individui. Affermare che l'omosessualità sia contronatura è lecito, nonostante la comunità scientifica abbia smesso di considerare l'omosessualità contronatura, una devianza o malattia già da vent'anni circa, purché non si istighi alla violenza. E' inaccettabile affermare: l'omosessualità è contronatura, dunque gli omosessuali devono essere picchiati o via dicendo. Per come la vedo io ognuno è libero di poter affermare qualcosa basta solo che le sue parole non ispirino violenza. Il punto è questo: dovrebbe essere la popolazione italiana ad indignarsi davanti queste affermazioni. Certi partiti continuano ad esistere anche perché ci sono persone che li votano. Finché non avverrà un vero salto di qualità da parte degli italiani penso che la situazione rimarrà simile a quella odierna. Eppure, nonostante non sia da me, devo ammettere che gli italiani, nonostante l'influenza del Vaticano, l'assenza di leggi sui diritti gay ed i sempre più frequenti episodi di omofobia, abbiano fatto un passo in avanti sostanziale rispetto anche a dieci anni fa. A mio avviso, se si facesse una statistica nazionale, l'opinione più diffusa riguardante le unioni civili sarebbe un tendenziale voto favorevole mentre voto contrario per matrimonio ed adozioni. In conclusione penso che in Italia persista ancora un clima "machistico" ed omofobo. Purtroppo durante i periodi di crisi le minoranze sono spesso vittime di attacchi di persone estremiste. Eppure, nonostante tutto questo clima, si sono fatti tanti passi in avanti rispetto ad alcuni decenni fa. Detto questo, più la politica rimanda il tema dei diritti civili, tanto più con il tempo la maggioranza degli italiani si dimostrerà aperta su questi temi.
Scusate se ho spaziato un po' troppo rispetto al tema della legge contro l'omofobia ma ho fatto queste riflessioni generali :)

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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da progettogayforum » lunedì 30 settembre 2013, 22:16

Purtroppo i trattati istitutivi dell’Unione Europea non creano di fatto uno stato federale e il Parlamento Europeo non ha funzioni legislative, perché quelle funzioni restano ai parlamenti nazionali. Già arrivare all’unione bancaria cioè ad affidare all’Unione Europea funzioni di controllo sulle banche nazionali sarà difficile perché di fatto si tratta di una limitazione della sovranità nazionale, ma in materie come il matrimonio e le unioni civili c’è l’ostacolo rappresentato dalle Costituzioni dei singoli paesi. L’Unione Europea ha scritto pagine memorabili in tema di libertà e di diritti civili, che tuttavia sono solo degli inviti ai governi nazionali. Magari l’Unione Europea fosse uno stato federale!! Purtroppo non è così!

Vorrei aggiungere una cosa circa la distinzione tra libertà di parola e istigazione all’odio. Riporto qui di seguito una bella antologia di valutazioni sulla omosessualità e sulla possibilità di riconoscere dei diritti ai gay. È realmente la versione moderna della caccia alle streghe, ci si leggono affermazioni che sono in contrasto palese con quanto l’Organizzazione mondiale della sanità ha ormai affermato da decenni.

Perché in Italia le legislazione sui diritti civili è un abissale ritardo? La risposta è una sola: l’Italia non è un paese laico e basta la costituzionalizzazione del concordato a dimostrarlo.

Mi è capitato di recente di entrare in una chiesa per un anniversario di un defunto. In chiesa una coppia di catechisti celebrava i 40 anni di matrimonio con i figli e i nipoti. È stata un’occasione d’oro per il prete per esaltare la famiglia (e va bene) e per parlare della santità della procreazione (e va ancora bene) sottolineando che le altre visioni della sessualità sono solo vizio e depravazione (e non va bene per niente). Ero allibito dai toni degni di Savonarola! Ma d’altra parte non c’è da meravigliarsi se un prete formato sui documenti che riporto qui di seguito e senza nessuna esperienza della realtà procede in quel modo.

Che differenza c’è tra queste “manifestazioni delle libertà di pensiero” e l’istigazione all’odio?
________________________

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
PERSONA HUMANA
ALCUNE QUESTIONI DI ETICA SESSUALE
29 dicembre 1975(1)

Relazioni omosessuali
8. Ai nostri giorni, contro l’insegnamento costante del magistero e il senso morale del popolo cristiano, alcuni, fondandosi su osservazioni di ordine psicologico, hanno cominciato a giudicare con indulgenza, anzi a scusare del tutto, le relazioni omosessuali presso certi soggetti. Essi distinguono - e sembra non senza motivo - tra gli omosessuali la cui tendenza, derivando da falsa educazione, da mancanza di evoluzione sessuale normale, da abitudine contratta, da cattivi esempi o da altre cause analoghe, è transitoria o, almeno, non incurabile, e gli omosessuali che sono definitivamente tali per una specie di istinto innato o di costituzione patologica, giudicata incurabile.
Ora, per ciò che riguarda i soggetti di questa seconda categoria, alcuni concludono che la loro tendenza è a tal punto naturale da dover ritenere che essa giustifichi, in loro, relazioni omosessuali in una sincera comunione di vita e di amore, analoga al matrimonio, in quanto essi si sentono incapaci di sopportare una vita solitaria.
Certo, nell'azione pastorale, questi omosessuali devono essere accolti con comprensione e sostenuti nella speranza di superare le loro difficoltà personali e il loro disadattamento sociale. La loro colpevolezza sarà giudicata con prudenza; ma non può essere usato nessun metodo pastorale che, ritenendo questi atti conformi alla condizione di quelle persone, accordi loro una giustificazione morale. Secondo l'ordine morale oggettivo, le relazioni omosessuali sono atti privi della loro regola essenziale e indispensabile. Esse sono condannate nella sacra Scrittura come gravi depravazioni e presentate, anzi, come la funesta conseguenza di un rifiuto di Dio.(14) Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati e che, in nessun caso, possono ricevere una qualche approvazione.

Il sommo pontefice Paolo VI, nell'udienza accordata al sottoscritto prefetto della congregazione per la dottrina della fede il 7 novembre 1975, ha ratificato e confermato questa dichiarazione circa alcune questioni di etica sessuale, ordinandone la pubblicazione.
Roma, palazzo della Congregazione per la dottrina delle fede, 29 dicembre 1975.
Franjo card. ŠEPER,
prefetto

______________________

CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
LETTERA AI VESCOVI DELLA CHIESA CATTOLICA
SULLA CURA PASTORALE DELLE PERSONE OMOSESSUALI

Occorre precisare che la particolare inclinazione della persona omosessuale, benché non sia in sé peccato, costituisce tuttavia una tendenza, più o meno forte, verso un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale. Per questo motivo l'inclinazione stessa dev'essere considerata come oggettivamente disordinata.

Così il deterioramento dovuto al peccato continua a svilupparsi nella storia degli uomini di Sodoma (cf. Gen 19, 1-11). Non vi può essere dubbio sul giudizio morale ivi espresso contro le relazioni omosessuali. In Levitico 18, 22 e 20, 13, quando vengono indicate le condizioni necessarie per appartenere al popolo eletto, l'Autore esclude dal popolo di Dio coloro che hanno un comportamento omosessuale.
Sullo sfondo di questa legislazione teocratica, San Paolo sviluppa una prospettiva escatologica, all'interno della quale egli ripropone la stessa dottrina, elencando tra coloro che non entreranno nel regno di Dio anche chi agisce da omosessuale (cf. 1 Cor 6, 9). In un altro passaggio del suo epistolario egli, fondandosi sulle tradizioni morali dei suoi antenati, ma collocandosi nel nuovo contesto del confronto tra il Cristianesimo e la società pagana dei suoi tempi, presenta il comportamento omosessuale come un esempio della cecità nella quale è caduta l'umanità. Sostituendosi all'armonia originaria fra il Creatore e le creature, la grave deviazione dell'idolatria ha condotto a ogni sorta di eccessi nel campo morale. San Paolo trova l'esempio più chiaro di questa disarmonia proprio nelle relazioni omosessuali (cf. Rom 1, 18-32). Infine, in perfetta continuità con l'insegnamento biblico, nell'elenco di coloro che agiscono contrariamente alla sana dottrina, vengono esplicitamente menzionati come peccatori coloro che compiono atti omosessuali (cf. 1 Tim 1, 10).

Scegliere un'attività sessuale con una persona dello stesso sesso equivale ad annullare il ricco simbolismo e il significato, per non parlare dei fini, del disegno del Creatore a riguardo della realtà sessuale. L'attività omosessuale non esprime un'unione complementare, capace di trasmettere la vita, e pertanto contraddice la vocazione a un'esistenza vissuta in quella forma di auto-donazione che, secondo il Vangelo, è l'essenza stessa della vita cristiana. Ciò non significa che le persone omosessuali non siano spesso generose e non facciano dono di se stesse, ma quando si impegnano in un'attività omosessuale esse rafforzano al loro interno una inclinazione sessuale disordinata, per se stessa caratterizzata dall'autocompiacimento.
Come accade per ogni altro disordine morale, l'attività omosessuale impedisce la propria realizzazione e felicità perché è contraria alla sapienza creatrice di Dio.

Anche all'interno della Chiesa si è formata una tendenza, costituita da gruppi di pressione con diversi nomi e diversa ampiezza, che tenta di accreditarsi quale rappresentante di tutte le persone omosessuali che sono cattoliche. Di fatto i suoi seguaci sono per lo più persone che o ignorano l'insegnamento della Chiesa o cercano in qualche modo di sovvertirlo. Si tenta di raccogliere sotto l'egida del Cattolicesimo persone omosessuali che non hanno alcuna intenzione di abbandonare il loro comportamento omosessuale. Una delle tattiche usate è quella di affermare, con toni di protesta, che qualsiasi critica o riserva nei confronti delle persone omosessuali, delle loro attività e del loro stile di vita, è semplicemente una forma di ingiusta discriminazione.

Benché la pratica dell'omosessualità stia minacciando seriamente la vita e il benessere di un gran numero di persone, i fautori di questa tendenza non desistono dalla loro azione e rifiutano di prendere in considerazione le proporzioni del rischio, che vi è implicato.

Va deplorato con fermezza che le persone omosessuali siano state e siano ancora oggetto di espressioni malevole e di azioni violente. Simili comportamenti meritano la condanna dei pastori della Chiesa, ovunque si verifichino. Essi rivelano una mancanza di rispetto per gli altri, lesiva dei principi elementari su cui si basa una sana convivenza civile. La dignità propria di ogni persona dev'essere sempre rispettata nelle parole, nelle azioni e nelle legislazioni.
Tuttavia, la doverosa reazione alle ingiustizie commesse contro le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'affermazione che la condizione omosessuale non sia disordinata. Quando tale affermazione viene accolta e di conseguenza l'attività omosessuale è accettata come buona, oppure quando viene introdotta una legislazione civile per proteggere un comportamento al quale nessuno può rivendicare un qualsiasi diritto, né la Chiesa né la società nel suo complesso dovrebbero poi sorprendersi se anche altre opinioni e pratiche distorte guadagnano terreno e se i comportamenti irrazionali e violenti aumentano.

Le persone omosessuali sono chiamate come gli altri cristiani a vivere la castità. Se si dedicano con assiduità a comprendere la natura della chiamata personale di Dio nei loro confronti, esse saranno in grado di celebrare più fedelmente il sacramento della Penitenza, e di ricevere la grazia del Signore, in esso così generosamente offerta, per potersi convertire più pienamente alla sua sequela.

Considerando quanto sopra, questa Congregazione desidera chiedere ai Vescovi di essere particolarmente vigilanti nei confronti di quei programmi che di fatto tentano di esercitare una pressione sulla Chiesa perché essa cambi la sua dottrina, anche se a parole talvolta si nega che sia così.

Nessun programma pastorale autentico potrà includere organizzazioni, nelle quali persone omosessuali si associno tra loro, senza che sia chiaramente stabilito che l'attività omosessuale è immorale. Un atteggiamento veramente pastorale comprenderà la necessità di evitare alle persone omosessuali le occasioni prossime di peccato.

Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso dell'Udienza accordata al sottoscritto Prefetto, ha approvato la presente Lettera, decisa nella riunione ordinaria di questa Congregazione e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla Sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, 1° ottobre 1986.
Joseph Card. Ratzinger
Prefetto
____________________
CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE
CONSIDERAZIONI CIRCA I PROGETTI DI RICONOSCIMENTO LEGALE
DELLE UNIONI TRA PERSONE OMOSESSUALI

Le presenti Considerazioni non contengono nuovi elementi dottrinali, ma intendono richiamare i punti essenziali circa il suddetto problema e fornire alcune argomentazioni di carattere razionale, utili per la redazione di interventi più specifici da parte dei Vescovi secondo le situazioni particolari nelle diverse regioni del mondo: interventi destinati a proteggere ed a promuovere la dignità del matrimonio, fondamento della famiglia, e la solidità della società, della quale questa istituzione è parte costitutiva. Esse hanno anche come fine di illuminare l'attività degli uomini politici cattolici, per i quali si indicano le linee di condotta coerenti con la coscienza cristiana quando essi sono posti di fronte a progetti di legge concernenti questo problema. Poiché si tratta di una materia che riguarda la legge morale naturale, le seguenti argomentazioni sono proposte non soltanto ai credenti, ma a tutti coloro che sono impegnati nella promozione e nella difesa del bene comune della società.

Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. Il matrimonio è santo, mentre le relazioni omosessuali contrastano con la legge morale naturale. Gli atti omosessuali, infatti, « precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun modo possono essere approvati ».
Nella Sacra Scrittura le relazioni omosessuali « sono condannate come gravi depravazioni... (cf. Rm1, 24-27; 1 Cor 6, 10; 1 Tm 1, 10). Questo giudizio della Scrittura non permette di concludere che tutti coloro, i quali soffrono di questa anomalia, ne siano personalmente responsabili, ma esso attesta che gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Lo stesso giudizio morale si ritrova in molti scrittori ecclesiastici dei primi secoli ed è stato unanimemente accettato dalla Tradizione cattolica.

l'inclinazione omosessuale è « oggettivamente disordinata » e le pratiche omosessuali « sono peccati gravemente contrari alla castità ».

La coscienza morale esige di essere, in ogni occasione, testimoni della verità morale integrale, alla quale si oppongono sia l'approvazione delle relazioni omosessuali sia l'ingiusta discriminazione nei confronti delle persone omosessuali. Sono perciò utili interventi discreti e prudenti, il contenuto dei quali potrebbe essere, per esempio, il seguente: smascherare l'uso strumentale o ideologico che si può fare di questa tolleranza; affermare chiaramente il carattere immorale di questo tipo di unione; richiamare lo Stato alla necessità di contenere il fenomeno entro limiti che non mettano in pericolo il tessuto della moralità pubblica e, soprattutto, che non espongano le giovani generazioni ad una concezione erronea della sessualità e del matrimonio, che le priverebbe delle necessarie difese e contribuirebbe, inoltre, al dilagare del fenomeno stesso. A coloro che a partire da questa tolleranza vogliono procedere alla legittimazione di specifici diritti per le persone omosessuali conviventi, bisogna ricordare che la tolleranza del male è qualcosa di molto diverso dall'approvazione o dalla legalizzazione del male.
In presenza del riconoscimento legale delle unioni omosessuali, oppure dell'equiparazione legale delle medesime al matrimonio con accesso ai diritti che sono propri di quest'ultimo, è doveroso opporsi in forma chiara e incisiva. Ci si deve astenere da qualsiasi tipo di cooperazione formale alla promulgazione o all'applicazione di leggi così gravemente ingiuste nonché, per quanto è possibile, dalla cooperazione materiale sul piano applicativo. In questa materia ognuno può rivendicare il diritto all'obiezione di coscienza.

Nelle unioni omosessuali sono del tutto assenti quegli elementi biologici e antropologici del matrimonio e della famiglia che potrebbero fondare ragionevolmente il riconoscimento legale di tali unioni.

A sostegno della legalizzazione delle unioni omosessuali non può essere invocato il principio del rispetto e della non discriminazione di ogni persona. Una distinzione tra persone oppure la negazione di un riconoscimento o di una prestazione sociale non sono infatti accettabili solo se sono contrarie alla giustizia. Non attribuire lo statuto sociale e giuridico di matrimonio a forme di vita che non sono né possono essere matrimoniali non si oppone alla giustizia, ma, al contrario, è da essa richiesto.

Se tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, i politici cattolici lo sono in particolare, nella linea della responsabilità che è loro propria. In presenza di progetti di legge favorevoli alle unioni omosessuali, sono da tener presenti le seguenti indicazioni etiche.
Nel caso in cui si proponga per la prima volta all'Assemblea legislativa un progetto di legge favorevole al riconoscimento legale delle unioni omosessuali, il parlamentare cattolico ha il dovere morale di esprimere chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto di legge. Concedere il suffragio del proprio voto ad un testo legislativo così nocivo per il bene comune della società è un atto gravemente immorale.
Nel caso in cui il parlamentare cattolico si trovi in presenza di una legge favorevole alle unioni omosessuali già in vigore, egli deve opporsi nei modi a lui possibili e rendere nota la sua opposizione: si tratta di un doveroso atto di testimonianza della verità. Se non fosse possibile abrogare completamente una legge di questo genere, egli, richiamandosi alle indicazioni espresse nell'Enciclica Evangelium vitae, « potrebbe lecitamente offrire il proprio sostegno a proposte mirate a limitare i danni di una tale legge e a diminuirne gli effetti negativi sul piano della cultura e della moralità pubblica », a condizione che sia « chiara e a tutti nota » la sua « personale assoluta opposizione » a leggi siffatte e che sia evitato il pericolo di scandalo. Ciò non significa che in questa materia una legge più restrittiva possa essere considerata come una legge giusta o almeno accettabile; bensì si tratta piuttosto del tentativo legittimo e doveroso di procedere all'abrogazione almeno parziale di una legge ingiusta quando l'abrogazione totale non è possibile per il momento.
La Chiesa insegna che il rispetto verso le persone omosessuali non può portare in nessun modo all'approvazione del comportamento omosessuale oppure al riconoscimento legale delle unioni omosessuali. Il bene comune esige che le leggi riconoscano, favoriscano e proteggano l'unione matrimoniale come base della famiglia, cellula primaria della società. Riconoscere legalmente le unioni omosessuali oppure equipararle al matrimonio, significherebbe non soltanto approvare un comportamento deviante, con la conseguenza di renderlo un modello nella società attuale, ma anche offuscare valori fondamentali che appartengono al patrimonio comune dell'umanità. La Chiesa non può non difendere tali valori, per il bene degli uomini e di tutta la società.
Il Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nell'Udienza concessa il 28 marzo 2003 al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato le presenti Considerazioni, decise nella Sessione Ordinaria di questa Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione.
Roma, dalla sede della Congregazione per la Dottrina della Fede, il 3 giugno 2003, Memoria dei Santi Carlo Lwanga e Compagni, Martiri.
Joseph Card. Ratzinger
Prefetto
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Lettera dell’Arcivescovo Bergoglio alle monache carmelitane di Buenos Aires pochi giorni prima della discussione della legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso

Scrivo queste righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino si troverà ad affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può ferire gravemente la famiglia. Questo è il disegno di legge sul matrimonio tra persone dello stesso sesso.
La posta in gioco qui è l'identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. La posta in gioco è la vita di tanti bambini che saranno discriminati in anticipo privandoli della crescita umana che Dio ha voluto che fosse data da un padre e da una madre. La posta in gioco è un rifiuto diretto della legge di Dio, che è anche inciso nei nostri cuori.

Cerchiamo di non essere ingenui: non è solo una lotta politica, è una pretesa di distruggere il piano di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento), ma una "mossa" padre della menzogna che cerca di confondere e ingannare i figli di Dio.
Gesù ci dice che per difenderci contro questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità. Oggi la patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che ponga la luce della verità fra le tenebre dell'errore, ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dal sortilegio di molti sofismi con cui si tenta di giustificare questo progetto di legge e che confondono e ingannano anche le persone di buona volontà.
Per questo mi rivolgo a voi per chiedere la preghiera e il sacrificio, le due armi invincibili che Santa Teresa diceva di possedere. Invocate il Signore affinché mandi il Suo Spirito ai senatori che devono dare il loro voto perché non siano mossi dall’errore o da particolari congiunture ma da ciò che la legge di natura e la legge di Dio indicano loro. Pregate per loro, per le loro famiglie che il Signore li assista, li rafforzi e li conforti. Pregate affinché facciano un gran bene alla patria.
Il disegno di legge sarà discusso al Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo San Giuseppe, Maria e il Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia in Argentina in questo momento. Ricordiamoci di ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande sconforto, "la battaglia non è vostra, ma di Dio". Possano essi soccorrere, difendere e unirsi a questa guerra di Dio.
Grazie per quello che farete in questa lotta per la Patria. E, per favore, vi chiedo anche di pregare per me. Gesù vi benedica la Santa Vergine abbia cura di voi.
Cordiali saluti,
Card. Jorge Mario Bergoglio SJ, Arcivescovo di Buenos Aires
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Intervista di papa Francesco in aereo al ritorno dal viaggio in Brasile in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù

"Se uno è gay e cerca il Signore, chi sono io per giudicarlo? Non si devono discriminare o emarginare queste persone, lo dice anche il Catechismo. Il problema per la Chiesa non è la tendenza. Sono fratelli. Quando uno si trova perso così va aiutato, e si deve distinguere se è una persona per bene".

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e^ip+1=0
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Re: Legge "porcata" sull'omofobia

Messaggio da e^ip+1=0 » martedì 1 ottobre 2013, 2:10

Desolanti questi documenti. Non c'è altro aggettivo, sono senza parole.

La cosa che più mi preoccupa è che, quando si chiede a qualcuno perché sia contrario a dare certi diritti agli omosessuali, non si riceve mai una risposta sensata. Ed è naturale, perché una giustificazione sensata a opinioni come queste non esiste. Al più si potrebbero tirar fuori questioni religiose, ma lì si torna allora al discorso sulla laicità dello Stato: lo Stato non può agire in modo da accontentare il desiderio di questa o quella comunità religiosa contro altri cittadini. Né può far leggi contro certi cittadini per accontentarne altri. Contro significa "ledendo, o più spesso non dando, i diritti fondamentali". Il diritto ad assistere il coniuge malato, a gestire questioni patrimoniali col coniuge e quant'altro, il diritto ad esistere: ricordiamo che gli omosessuali praticamente non esistono per la legge italiana. è qui il nodo. Non si tratta di opinioni ma di diritti fondamentali. Una legge che viene promulgata è spesso rappresentativa solo di una parte dei cittadini di un paese e può andare contro gli interessi di un'altra parte. Se così non fosse non esisterebbero i partiti. Ma questo "andar contro gli interessi" non può spingersi oltre un certo limite: i diritti fondamentali. Ecco qual è la differenza secondo me (è labile, mi rendo conto) tra opinione accettabile e non: dire, per esempio, che voglio che le proprietà immobiliari vengano tassate di più è un conto: chi ha una casa sarà giustamente arrabbiato e avrà grossi problemi, ma potrà comunque esistere come cittadino, potrà sposarsi e avere tutti i diritti garantiti; dire che certe persone non devono (è proprio così) avere certi diritti è un altro. Lì non è solo questione di libertà d'espressione: si cade nella limitazione della libertà altrui, si dà il diritto a volere una società fatta di cittadini di serie A e di serie B. Per giunta senza alcuna giustificazione razionale. Non è un diritto quello, è semmai la violazione del diritto di qualcun'altro. Se così non fosse, allora domani potrei fondare un partito che nel programma prevedesse l'abolizione del diritto di voto alle donne e potrei giustificarmi dicendo che è un mio diritto esprimere tale opinione. Eh no, la libertà è sacra: ma termina laddove inizia quella altrui. Non intendo certo istigare all'odio verso chi è contrario ai diritti degli omosessuali: voglio solo dire che opinioni palesemente insensate e soprattutto lesive dei diritti fondamentali dell'individuo non andrebbero, secondo me, considerate sotto la dicitura "libertà d'espressione".
Se poi vogliamo sapere quali sono i diritti fondamentali dell'individuo basta andare ad aprire la carta dei diritti dell'uomo delle nazioni unite: all'articolo 16 c'è scritto

1. Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.
2. Il matrimonio potrà essere concluso soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi.
3. La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società e ha diritto ad essere protetta dalla società e dallo Stato.

Come dire: servirebbe un minimo di aggiornamento anche qui, ma la cosa che volevo far notare è che il matrimonio, un esempio tra tanti, è un diritto. Ed essere contrari ad esso per certe categorie di cittadini è essere contrari ad un diritto fondamentale. Io almeno la vedo così, mi sembra abbastanza evidente.

Beh, mi rendo conto che forse non sono stato molto chiaro, anche perché crollo dal sonno. Tra l'altro scusate se ho deviato dall'argomento principale. Comunque mi fa piacere scambiare opinioni diverse. :)

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