ETICA E LAICITA'

L'impegno dei Gay per una morale autenticamente laica
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progettogayforum
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ETICA E LAICITA'

Messaggio da progettogayforum » domenica 9 marzo 2014, 1:56

Leggevo oggi un articolo di Massimo Cacciari intitolato “Etica e laicità” http://www.filosofia.it/images/download ... aicita.pdf a parte i contenuti che possono essere ovviamente discutibili, sono rimasto colpito dall’incipit dell’articolo e dalla sua conclusione. Alla domanda se esista un’etica laica, Cacciari risponde: “Paradossalmente direi che l’etica è soltanto laica.” Nella conclusione dell’articolo parla di “fame di sicurezza” cioè “fame di una fede che rassicuri” anche nei confronti del mutare dell’etica. L’articolo si sofferma sull’idea della mutevolezza dell’ethos, quantunque secondo tempi lunghi, che lo rendono apparentemente immutabile e sulle discrasie prodotte dalla diversa velocità di cambiamento di altri aspetti del vivere sociale, cui l’ethos fatica ad adattarsi. Cacciari riserva alla religione una dimensione di fede in valori senza tempo che non dovrebbero pretendere di imporsi come etica, anche se la tentazione della secolarizzazione della religione, in altri termini la tentazione di trasformare la religione in strumento di potere, è di fatto la grande tentazione per le chiese e le fedi.

Proverò a partire dai due elementi di fondo citati da Cacciari: “la dimensione unicamente laica della morale”, cioè dell’ethos esistente e non di quello che si tenta di proporre i imporre, e la “fame di una fede che rassicuri”. È un dato di fatto che l’ethos è una realtà che segue l’evoluzione della società e che tende a corrispondere sempre meno ai modelli che la religione propone, facendosi etica assoluta e cercando di fermare in cioè stesso il divenire dell’etica. Mi chiedo se “la fame di una fede che rassicuri” debba essere calmata a qualunque prezzo, anche a costo di accettare una morale statica e storicamente determinata che ci viene proposta come volontà di Dio. Ha un senso cercare di superare la propria finitezza attraverso il condizionamento di quella stessa finitezza a codici etici pretesi assoluti?

Non mi pongo il problema filosofico, che si pone Cacciari, del rapporto tra la laicità e il pensiero religioso così come esso dovrebbe essere, cioè senza contaminazioni secolari, mi pongo invece il problema storico del rapporto dell’ethos, e più ancora della libertà morale individuale, con il pensiero religioso che storicamente (anche se impropriamente, a detta di Cacciari) si presenta nelle forme dell’etica. Non parlo qui della religione come accettazione di una fede, cose che, paradossalmente sembra data per scontata, ma solo della dimensione della religione come codice di comportamento. C’è da chiedersi se la religio civilis, cioè il culto senza fede, alla maniera dei Romani, sia ancora oggi la ragione storica della religione che in tanto ha una dimensione sociale in quanto è rito, o, nel migliore dei casi una dichiarazione di fede puramente rituale. C’è però un’altra dimensione che Cacciari trascura e che riporta la religione, o almeno certe sue manifestazioni, nella dimensione tipicamente laica dell’etica. E qui vorrei sottolineare che l’etica su base religiosa, per un laico ha un valore in quanto etica e per un credente ha valore in quanto religiosa, ammesso e non concesso che le categorie di credente e di laico possano essere radicalmente distinte.

Molti anni or sono, dopo aver letto “La peste” di Camus, progettai di scrivere un racconto con due protagonisti: un vecchio medico socialista, ateo e fumatore incallito e un prete legatissimo a tutte le osservanze religiose, che tuonava contro tutti i vizi e in particolare contro il vizio del fumo. La vicenda è ambientata in Africa, in una piccola città (simile per alcuni versi alla Orano di Camus) nella quale gli occidentali vivono sostanzialmente isolati dai nativi, in una specie di mondo separato (la città alta). Il socialista pontifica parlando di Marx e della rivoluzione, il prete pontifica proclamando il regno di Dio. La folla degli occidentali è divisa e la partita tra cristiani e atei accende le discussioni. Fin qui l’etica si riduce a contrapposizioni ideologiche.

Poi, improvvisamente, il dottore socialista viene chiamato ad assistere uno della città bassa che stava molto male e aveva delle strane postole. Il dottore capisce che si tratta della peste e la notizia si sparge rapidamente in tutta la città. Comincia il fuggi fuggi degli europei, con tutti i mezzi. La corruzione per ottenere un mezzo di trasporto o una tanica di benzina diventa fortissima. Il medico socialista sa che il suo dovere umanitario di socialista è di rimanere con chi ha bisogno di lui. Il prete sa che il suo dovere di cristiano è di alleviare le sofferenze altrui. Gli altri europei sono ormai fuggiti tutti. Il socialista e il prete sono gli unici europei a rimanere in città e a darsi da fare nell’ospedale, un giorno appresso all’altro, senza sentire la fatica.

Un ragazzo sta malissimo e il dottore, aiutato dal prete, per una notte intera, tenta di tutto per salvarlo, è una vera lotta contro la morte, che alla fine, purtroppo, è perdita. Quando i due si rendono conto che il ragazzo è morto si mettono a piangere perché entrambi avevano sperato di poter riuscire, poi escono nel cortile dell’ospedale, sono sudatissimi, il socialista prende dalla tasca un pacchetto di sigarette e ne porge una la prete che la prende e si fermano a fumare insieme.

Che cosa trovate di diverso tra questi due uomini? La motivazione di fede è apparentemente diversa ma alla fine il loro comportamento è identico. La qualità morale di queste due persone le unisce al di là delle fedi che sembravano dividerle. La scelta di fare il bene non viene né dal Cristianesimo né dal Socialismo ma da qualcosa di più profondo che si chiama umanità.

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konigdernacht
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Re: ETICA E LAICITA'

Messaggio da konigdernacht » domenica 9 marzo 2014, 2:30

Sono completamente d'accordo, project. Penso anche io che l'umanità sia il nostro comune denominatore per le "buone" azioni nei confronti degli altri, che dipende dal fatto che, parafrasando la nota citazione terenziana, siamo tutti uomini e le cose degli uomini non ci sono certamente sconosciute.
Mi imbatto di frequente in Cacciari e mi piace quanto dice solitamente perché molto pragmatico e realista. Dopo la breccia di Porta Pia, la religione cattolica ha subito un durissimo colpo, perdendo una grandissima quota del suo potere temporale. Questo potere è rimasto in Italia fino a qualche decennio fa, oggi ormai parzialmente sostituito dalla televisione, a mio vedere. Tutti noi - chi più chi meno - siamo cresciuti con una morale cattolica persistente e spesso pervadente, ma come dice Cacciari, io personalmente ho sviluppato la mia etica sulla base di altro (a partire dagli studi umanistici, filosofici e tecnici liceali) e non sulla base di una fede cieca che in sé non è peraltro esempio di una morale irreprensibile; peraltro, leggere o sentire certi passi del Vecchio Testamento che oggi fanno semplicemente accaponare la pelle, per vantarne certi punti (esempio il celebre passo del Levitico contro gli omosessuali) e screditarne altri (esempio del Levitico, non mangiare crostacei, oppure dare la propria figlia ai nemici invece di consegnare il proprio ospite).
D'altronde, l'Olanda, la Svezia e la Svizzera non hanno religioni di stato formali o informali, e mi sembra che le cose vadano più che bene :lol:

Molto carina la trama di cui parli: sarebbe molto interessante farne un racconto breve da inserire in una raccolta di racconti!!!Ti lancio peraltro uno spunto: nel tuo racconto queste due visioni diverse sono rappresentate da due persone diverse. Agli inizi del Novecento, Miguel de Unamuno scrisse il racconto "San Manuel Bueno, martire" incentrato sulla figura di un prete che credeva di non credere. E' un romanzo molto singolare e pieno di spunti :mrgreen:
Zerchmettert, zernichtet ist unsere Macht
wir alle gestürzt in ewige Nacht

barbara
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Re: ETICA E LAICITA'

Messaggio da barbara » domenica 9 marzo 2014, 10:35

Si tratta di uno spunto interessante, anche se , devo dire, il filosofo , quando lo ascolto, mi irrita molto per come si pone, che trovo supponente, per cui la mia opinione forse ne risentirà.
Per la mia visione dell'etica trovo illuminante il racconto del prete e del medico . L'etica ha un senso, secondo me, nel modo in cui si traduce e non nel modo in cui viene teorizzata, perciò sarebbe interessante avere l'opinione di qualche veneziano in proposito o dell'autore di un libro inquietante su Cacciari che è stato da poco pubblicato , giusto per avere un contraddittorio.
Credo che mai come ora ci sia bisogno di un concetto di etica che si traduca in fatti. Un'etica realizzabile , non "fuffosa" . L'etica da salotto è già di per sé una non-etica, per quanto mi riguarda, perché trae origine da una differenza di potere , in cui c'è qualcuno che si arroga il diritto di avere visibilità su altri che non ce l'hanno.
Per me importa poco che il giusto derivi da una scelta laica o religiosa , purché esista nel concreto una testimonianza della possibilità di questa scelta.
Nella mia vita ho visto sepolcri imbiancati di entrambe le provenienze.
Se si ragiona in termini teorici, penso anch'io che la storicità di ciò che è giusto e di ciò che è sbagliato abbia una sua importanza , per cui una religione ha certamente difficoltà ad adattarsi ai tempi.
Tuttavia ci sono tempi nei quali vi è una deriva tale del concetto di etica , pensiamo al nazismo, che ci si augurerebbe di avere un riferimento tale da preservare l'umanità dalle conseguenze del pensiero prevalente.

Jupiter
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Re: ETICA E LAICITA'

Messaggio da Jupiter » lunedì 10 marzo 2014, 14:14

progettogayforum ha scritto:
Che cosa trovate di diverso tra questi due uomini? La motivazione di fede è apparentemente diversa ma alla fine il loro comportamento è identico. La qualità morale di queste due persone le unisce al di là delle fedi che sembravano dividerle. La scelta di fare il bene non viene né dal Cristianesimo né dal Socialismo ma da qualcosa di più profondo che si chiama umanità.
Assolutamente si,

Nella mia vita ho visto in momenti pericolosi, persone noncuranti per la propria inculumità, prendersi cura di gente che soffriva e aveva bisogno d'aiuto. Persone che non avevano un' idea di un Dio convenzionale, o che seguivano qualsiasi cammino religioso o spirituale. Non erano spinte a compiere del bene da leggi o doveri. Semplicemtente seguivano la propria natura, ed agivano in modo umano ed empatico.
Quella che chiamano empatia e amore per le diverse creature è in noi e non c'è alcuna differenza fra un laico e un Cristiano o altro... è così chiaro. Abbiamo talmente tanti esempi!!
E la vita ne è la prova.

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