OGGI E' UN ALTRO GIORNO
OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Ecco qui un mini-racconto dedicato a una persona in particolare e anche a tutti coloro che vi si riconosceranno.
Oggi è un altro giorno
La luce dell'alba filtrava dalle persiane. Non avevo dormito niente e mi sentivo ubriaco di stanchezza. Avrei dovuto alzarmi e invece restavo lì, incantato.
Guardavo il mio amore con incredulità, come avevo fatto per quasi tutta la notte.
E anche ora non potevo arrendermi all'idea che fosse nel mio letto, che avessimo dormito insieme, per la prima volta.
Dal piumino spuntavano i suoi capelli, neri e arruffati. -Ci litigo ogni mattina- mi aveva detto. La sua mano destra era adagiata sul mio cuscino, come se volesse raggiungermi.
Dita lunghe e agili, da pianista. Presi il cellulare dal comodino e disattivai la sveglia.
La valigia appoggiata sul tavolo sembrava ammonirmi. Il mio aereo sarebbe partito fra due ore. Avrei sorvolato mezza Europa acconto a uno sconosciuto e avrei pranzato a Istanbul.
Partire proprio ora. Sembrava un sacrilegio. Un insulto a quella mia vita spesa ad aspettare. Aspettare che accadesse, nella convinzione che non sarebbe mai accaduto.
La logica mi diceva che per me era troppo tardi, ma non mi ero mai rassegnato del tutto.
Appoggiai la mia mano sulla sua, lievemente. Non volevo che si svegliasse.
Pensai che stesse sognando, perché a tratti emetteva un breve gemito. Aveva un modo inquieto di dormire, che mi ricordava quella differenza fra noi.
Sono tanti sedici anni, pensavo e mi sentivo in colpa, come se mi fossi impossessato della sua giovinezza.
Anche il giorno prima osservavo la sua energia mentre correva su per le scale.
-Chi arriva ultimo prepara la cena- mi aveva sfidato.
Avevo cucinato io: seitan, riso e verdure. Un profumo insipido saliva dai fornelli.
Io, carnivoro da sempre, scrutavo il risultato con perplessità.
-Ho vinto un terno al lotto a innamorarmi di te- mi aveva detto, dopo aver divorato tutto, e io mi ero sentito stupido e felice.
La mia schiena manifestò i suoi quarantacinque anni, mentre mi alzavo dal letto.
Lo specchio era più clemente, pensai mentre mi radevo. Qualcuno mi diceva che coi capelli grigi ci guadagnavo.
Le rughe erano poche per la verità. Rughe di espressione, si dice. Ma il riso e il pianto mi avevano abbandonato da troppo tempo. Conducevo un'esistenza senza imprevisti.
L'unico che avevo avuto, molti anni prima, mi era bastato. Ci facevo i conti da una vita.
Ecco. Ero pronto. Avevo lasciato un biglietto di saluto sul comodino e avevo già le chiavi dell'auto nella mano destra. La valigia mi pesava più del solito nell'altra mano.
Il piumino si agitò all'improvviso:-Vai già via?- Mi guardava come si guarda un'apparizione.
-Te l'avevo detto. Sono già in ritardo-
-te ne saresti andato senza salutarmi?-
-Dormivi così bene-dissi sedendomi sul letto.
Poi lo baciai, per togliermi dagli occhi il suo viso di ragazzo ferito, e come un ladro, uscii dalla stanza.
Oggi è un altro giorno
La luce dell'alba filtrava dalle persiane. Non avevo dormito niente e mi sentivo ubriaco di stanchezza. Avrei dovuto alzarmi e invece restavo lì, incantato.
Guardavo il mio amore con incredulità, come avevo fatto per quasi tutta la notte.
E anche ora non potevo arrendermi all'idea che fosse nel mio letto, che avessimo dormito insieme, per la prima volta.
Dal piumino spuntavano i suoi capelli, neri e arruffati. -Ci litigo ogni mattina- mi aveva detto. La sua mano destra era adagiata sul mio cuscino, come se volesse raggiungermi.
Dita lunghe e agili, da pianista. Presi il cellulare dal comodino e disattivai la sveglia.
La valigia appoggiata sul tavolo sembrava ammonirmi. Il mio aereo sarebbe partito fra due ore. Avrei sorvolato mezza Europa acconto a uno sconosciuto e avrei pranzato a Istanbul.
Partire proprio ora. Sembrava un sacrilegio. Un insulto a quella mia vita spesa ad aspettare. Aspettare che accadesse, nella convinzione che non sarebbe mai accaduto.
La logica mi diceva che per me era troppo tardi, ma non mi ero mai rassegnato del tutto.
Appoggiai la mia mano sulla sua, lievemente. Non volevo che si svegliasse.
Pensai che stesse sognando, perché a tratti emetteva un breve gemito. Aveva un modo inquieto di dormire, che mi ricordava quella differenza fra noi.
Sono tanti sedici anni, pensavo e mi sentivo in colpa, come se mi fossi impossessato della sua giovinezza.
Anche il giorno prima osservavo la sua energia mentre correva su per le scale.
-Chi arriva ultimo prepara la cena- mi aveva sfidato.
Avevo cucinato io: seitan, riso e verdure. Un profumo insipido saliva dai fornelli.
Io, carnivoro da sempre, scrutavo il risultato con perplessità.
-Ho vinto un terno al lotto a innamorarmi di te- mi aveva detto, dopo aver divorato tutto, e io mi ero sentito stupido e felice.
La mia schiena manifestò i suoi quarantacinque anni, mentre mi alzavo dal letto.
Lo specchio era più clemente, pensai mentre mi radevo. Qualcuno mi diceva che coi capelli grigi ci guadagnavo.
Le rughe erano poche per la verità. Rughe di espressione, si dice. Ma il riso e il pianto mi avevano abbandonato da troppo tempo. Conducevo un'esistenza senza imprevisti.
L'unico che avevo avuto, molti anni prima, mi era bastato. Ci facevo i conti da una vita.
Ecco. Ero pronto. Avevo lasciato un biglietto di saluto sul comodino e avevo già le chiavi dell'auto nella mano destra. La valigia mi pesava più del solito nell'altra mano.
Il piumino si agitò all'improvviso:-Vai già via?- Mi guardava come si guarda un'apparizione.
-Te l'avevo detto. Sono già in ritardo-
-te ne saresti andato senza salutarmi?-
-Dormivi così bene-dissi sedendomi sul letto.
Poi lo baciai, per togliermi dagli occhi il suo viso di ragazzo ferito, e come un ladro, uscii dalla stanza.
-
- Messaggi: 41
- Iscritto il: mercoledì 24 giugno 2009, 13:53
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Che bello Barbara!! Ma non ho capito, l'hai scritto tu? In ogni caso è bellissimo, mi ha commosso perchè mi ha riportato a quei giorni quando io e il mio fidanzato abitavamo a 450 km di distanza e lui mi veniva a trovare ogni 2 settimane... ogni volta che doveva ripartire era un vero strazio per entrambi!!! Un bacione
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Sì. L'ho scritto io, ispirata da una persona a cui voglio molto bene.
Sono contenta che ti sia piaciuto.
Sono contenta che ti sia piaciuto.
- Charming Princess
- Messaggi: 35
- Iscritto il: giovedì 30 settembre 2010, 19:39
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Semplicemente grandioso. Romantico, ma lungi dalla melensaggine.-Ho vinto un terno al lotto a innamorarmi di te- mi aveva detto, dopo aver divorato tutto, e io mi ero sentito stupido e felice.
Uno dei passi che a mio avviso rende meglio l'anima del racconto, la gioia incredula che ancora non è riuscita a vincere la speranza, ma riempie dolcemente il vuoto lasciato dall'attesa.Partire proprio ora. Sembrava un sacrilegio. Un insulto a quella mia vita spesa ad aspettare. Aspettare che accadesse, nella convinzione che non sarebbe mai accaduto.
Complimenti vivissimi.
- Stravinsky
- Messaggi: 115
- Iscritto il: mercoledì 14 luglio 2010, 11:35
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Oddio che bel racconto!! E rispecchia in pieno la mia situazione
Non siamo "vecchi" (si fa per dire!!) quanto i protagonisti del racconto, ma penso che l'amore e le emozioni in generale non abbiano età.
Il momento della partenza per me è sempre tremendo. Dopo una giornata così incredibile che aspettavo da così tanto tempo (giornata passata così velocemente!!) non sarei mai voluto partire...
Ma non potevamo fare altro che accontentarci di un bacio alla stazione. Con il treno in partenza e la capotreno visibilmente arrabbiata.
E persino ieri l'altro, dopo averlo salutato, avevo una malinconia tremenda.
Poi, all'improvviso, ho capito.
Ho capito che l'amore ci stava mettendo alla prova, ci stava temprando. Ho capito che, per ogni mese passato aspettando il nostro incontro e per ogni traumatica partenza, il nostro amore non faceva altro che rafforzarsi.
Il mio bisnonno poeta diceva una frase (in realtà molto semplice) con cui mi trovo molto d'accordo: "partire è un po' morire", tuttavia ora mi è chiaro che è proprio l'attesa dell'incontro a rendere così speciale l'incontro stesso!
E così capisco sì la tristezza della partenza di uno dei due personaggi del racconto, ma mi piace pensare che il prossimo incontro sarà ancora più passionale proprio grazie alla dura attesa fra quell'incontro e il prossimo.
Inoltre ci sono altri dettagli che mi hanno fatto pensare a noi:
io ho la testa riccia (con i capelli arruffati con cui veramente litigo ogni mattina!) e scura. Inoltre sono un pianista ed ho le dita affusolate.
Lui invece è un gran cuoco e ha quelle accortezze del tipo: toccare delicatamente per non svegliare, fare piano, sentirsi in colpa per cose in realtà bellissime
Lo amo (lui ed il tuo racconto )!
Non siamo "vecchi" (si fa per dire!!) quanto i protagonisti del racconto, ma penso che l'amore e le emozioni in generale non abbiano età.
Il momento della partenza per me è sempre tremendo. Dopo una giornata così incredibile che aspettavo da così tanto tempo (giornata passata così velocemente!!) non sarei mai voluto partire...
Ma non potevamo fare altro che accontentarci di un bacio alla stazione. Con il treno in partenza e la capotreno visibilmente arrabbiata.
E persino ieri l'altro, dopo averlo salutato, avevo una malinconia tremenda.
Poi, all'improvviso, ho capito.
Ho capito che l'amore ci stava mettendo alla prova, ci stava temprando. Ho capito che, per ogni mese passato aspettando il nostro incontro e per ogni traumatica partenza, il nostro amore non faceva altro che rafforzarsi.
Il mio bisnonno poeta diceva una frase (in realtà molto semplice) con cui mi trovo molto d'accordo: "partire è un po' morire", tuttavia ora mi è chiaro che è proprio l'attesa dell'incontro a rendere così speciale l'incontro stesso!
E così capisco sì la tristezza della partenza di uno dei due personaggi del racconto, ma mi piace pensare che il prossimo incontro sarà ancora più passionale proprio grazie alla dura attesa fra quell'incontro e il prossimo.
Inoltre ci sono altri dettagli che mi hanno fatto pensare a noi:
io ho la testa riccia (con i capelli arruffati con cui veramente litigo ogni mattina!) e scura. Inoltre sono un pianista ed ho le dita affusolate.
Lui invece è un gran cuoco e ha quelle accortezze del tipo: toccare delicatamente per non svegliare, fare piano, sentirsi in colpa per cose in realtà bellissime
Lo amo (lui ed il tuo racconto )!
Criticare i difetti altrui è rendersi incapaci di accettare le proprie debolezze. Ascoltare l'altro è sentirlo respirare e permettergli di vivere i suoi silenzi. Non giudicate, contemplate. Non rifiutate, guardate. Non disprezzate, ascoltate!
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Grazie Strav, non avrei immaginato che un racconto così potesse rispecchiare una situazione come la tua. E' proprio vero che le storie vanno e arrivano dove vogliono, indipendentemente dall'immaginazione di chi le scrive.
Sia il tuo commento che quello di Princess mi hanno fatto molto piacere.
Sia il tuo commento che quello di Princess mi hanno fatto molto piacere.
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Bel racconto, mi piacciono gli accostamenti insoliti (ad esempio odore insipido) e la riflessione perpetrata dal protagonista che sembra sull'orlo dell'indecisione, sbilanciato tra la felicità e una sicura monotonia, che si trova spiazzato a 45 anni da un ragazzo che è entrato come un piccolo uragano nella sua vita portando un vento nuovo.
Ottima la descrizione del compagno che dorme nel letto, a tratti mi
ricorda una canzone di Guccini, Certo non sai, mai sentita?
Per come sono fatta io ti chiederei a gran voce "il seguito", ma se ti sei fermata qui ahimè dovrò rassegnarmi...
Comunque bravissima!
Ottima la descrizione del compagno che dorme nel letto, a tratti mi
ricorda una canzone di Guccini, Certo non sai, mai sentita?
Per come sono fatta io ti chiederei a gran voce "il seguito", ma se ti sei fermata qui ahimè dovrò rassegnarmi...
Comunque bravissima!
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Credo la parte più bella di questo racconto sia la giocosità che trapela, che per me è tutto. Dalla mia esperienza personale è molto più importante una partita a scacchi che dei fiori a San Valentino.
Non so se potevo "riesumare" questo post, ma il racconto meritava. Bel racconto barbara
Non so se potevo "riesumare" questo post, ma il racconto meritava. Bel racconto barbara
Re: OGGI E' UN ALTRO GIORNO
Gravedigger!Help ha scritto:Credo la parte più bella di questo racconto sia la giocosità che trapela, che per me è tutto. Dalla mia esperienza personale è molto più importante una partita a scacchi che dei fiori a San Valentino.
Non so se potevo "riesumare" questo post, ma il racconto meritava. Bel racconto barbara
Vabbè va un ce badà è l'età Help.
Ricollegandoci però all'altro post due considerazioni.
1. 45 è ancora un'età decente e qualche volta il mal di schiena comincia pure prima
2. Di che tipo di relazione stiamo parlando?