Perdonare, quando?

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Nemesis

Perdonare, quando?

Messaggio da Nemesis » lunedì 28 febbraio 2011, 9:47

Lo insegnano da quando siamo bambini, ce lo inculcano come un mantra:
perdono, perdono, perdono.
Bisogna perdonare perchè il perdono libera l'animo, perchè è religiosamente caritatevole, politicamente corretto, segno di forza interiore.
Dicono che non si deve portare mai rancore verso nessuno, che non si deve cercare la vendetta perchè sono sentimenti meschini che rendono le persone non degne di tale nome.

E se così non fosse?
Io sono dell'opinione che il perdono non è qualcosa di gratuito, scontato nè obbligatorio.
Non basta chiedere scusa e dimostrarsi pentiti per ottenere il perdono, perchè perdonare significa dimenticare per sempre il male che ci è stato fatto e accettare nuovamente la persona che ci ha fatto soffrire al nostro fianco e non sempre è giusto compiere questo gesto.
A volte occorre non perdonare e ottenere la propria giustizia (o vendetta), occorre essere duri e non passare sopra quello che ci è stato fatto.

Voi cosa ne pensate?

Cam
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da Cam » lunedì 28 febbraio 2011, 13:02

Personalmente penso che sbagli, il perdono non vuol dire dimenticare ciò che è stato fatto, ma è un gesto umanitario con cui, vincendo rancori e risentimenti, si rinuncia a ogni forma di rivalsa di punizione o di vendetta nei confronti di un offensore. Tra l'altro ha valore d'indulgenza verso le debolezze o le difficoltà altrui, oppure di commiserazione o di benevolenza. Alle volte bisogna si essere duri ma in modo corretto, da quanto ho capito sopra tu giustifichi la "giustizia privata" (o vendetta) e la fai sembrare quasi un'azione normale, prova a pensare se tutti coloro che hanno subito un torto si vendicassero, l'umanità cadrebbe in un circolo vizioso di morte e odio dal quale è pressochè impossibile uscirne. Perdonare è un modo per salvaguardare le persone, è un gesto di "cortesia" che è naturale se si vuole vivere in una società pacifica e tranquilla, perchè (vedendola in kiave religiosa) se si è veramente pentiti il gesto fatto non verrà più ricommesso;
invece cercando la ua vendetta, sopraggiungerà qlcn altro a kiedere vendetta su di te, a sua volta un'altro cerkerà di avere la sua vendetta su quest'ultimo e così via in un circolo infinito. Io non sono nemmeno la persona adatta a predicare il perdono perkè faccio fatica io stesso a concederlo, ma è anke frutto di una riflessione personale.
p.s. bisogna imparare a passare sopra, altrimenti oggi come oggi sarebbe come fermarsi su un'infinità di cose e combattere contro i mulini a vento
mi hanno definito come un diamante, freddo, duro, incolore, ma io penso che se illuminato dalla giusta luce,potrei risplendere dei colori più intensi, di quelli che solo un vivido sogno potrebbe portare...

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konigdernacht
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da konigdernacht » lunedì 28 febbraio 2011, 14:27

Bella domanda Nemesis. Mi è venuto subito in mente una certa divinità unica di una certa religione monoteista che come qualità ha quella di essere infinitamente buono e dispensiere di perdono universale, ed allo stesso tempo "gestisce" tre mondi ultraterreni di cui uno in cui si subiscono delle pene infinite e atroci. Una contraddizione che Nonno Agostino risolse col serafico "Fiat voluntas Dei" :twisted:

Tornando a noi, io personalmente ho un metodo "collaudato" :
se uno mi fa uno sgarbo, lo avviso una volta; se ricapita, lo avviso in modo perentorio per una seconda volta; se lo rifà, taglio i ponti e ciao ciao :mrgreen:
Ovviamente non sono così rigido con tutti, ma una volta accertata la gravità dello sgarbo e/o raggiunto un certo livello di sopportazione, mi stanco e non perdono più niente: vite che corrono su binari paralleli, ossia non si incontreranno mai se non all'infinito :o
Zerchmettert, zernichtet ist unsere Macht
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neb85
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da neb85 » martedì 1 marzo 2011, 11:31

Cara Nemesis il tuo nick è già tutto dire ....
Devo ammettere che mi ha colpito il tuo post molto molto diretto (sai conosco diverse ragazze/donne lesbiche e sono tutte molto molto dirette ahahahha sarà un caso ?).
Mi sembra di capire che tu sia stata ferita in una vicenda sentimentale e stai riflettendo sui tuoi sentimenti. Bè partendo dal presupposto che una risposta univoca alla tua domanda non c'è credo.....perchè dipende da ciò che è accaduto e dal carattere/esperienze di ciascuno, io mi sento solo di suggerirti che è utile cercare di riflettere sul perchè la persona che per cui proviamo del risentimento si è comportata in quel modo. Non è semplice e bisogna cercare di farlo nel modo più distaccato possibile. Di solito quando lo si fa ci si accorge che ci troviamo di fronte ad un altro individuo che come noi mosso dalle sue paure (la più gettonata), desideri, sensi di risentimento a sua volta e così via ha compiuto delle scelte.
Diciamo concentrarsi non solo su cosa ha fatto, ma anche sul perchè lo ha fatto e forse così facendo vedrai che anche il tuo risentimento viene analizzato e non è più così compatto e indiscutile.
Alla fine uno tira le sue conclusioni e il perdono come dici tu non è scontato. Però il risentimento e la vendetta, che non sono una diretta conseguenza del non perdonare, per me non sono che deliteri, ti rovinano e basta, ti consumano e non ti apportano nulla. Dimentica (con o senza perdono), questo è quello che a mio parere devi fare se vuoi bene a te stessa (mica per il bene incondizionato del prossimo intendo ;) ) e vai avanti :D

Nemesis

Re: Perdonare, quando?

Messaggio da Nemesis » martedì 1 marzo 2011, 13:52

Tornando a noi, io personalmente ho un metodo "collaudato" :
se uno mi fa uno sgarbo, lo avviso una volta; se ricapita, lo avviso in modo perentorio per una seconda volta; se lo rifà, taglio i ponti e ciao ciao
Konig, ancora una volta abbiamo la stessa visione delle cose :P
da quanto ho capito sopra tu giustifichi la "giustizia privata" (o vendetta) e la fai sembrare quasi un'azione normale, prova a pensare se tutti coloro che hanno subito un torto si vendicassero, l'umanità cadrebbe in un circolo vizioso di morte e odio dal quale è pressochè impossibile uscirne. Perdonare è un modo per salvaguardare le persone, è un gesto di "cortesia" che è naturale se si vuole vivere in una società pacifica e tranquilla, perchè (vedendola in kiave religiosa) se si è veramente pentiti il gesto fatto non verrà più ricommesso [...] Io non sono nemmeno la persona adatta a predicare il perdono perkè faccio fatica io stesso a concederlo
Provo a pensare a tutti coloro che hanno subito un torto e non sono mai stati ripagati del dolore e/o della perdita che hanno subito, ecco perchè dico che non c'è perdono per certe persone perchè nessuno (se non uno su un miliardo) si pente veramente di ciò che ha fatto e appena volgi lo sguardo è pronto a rifarlo di nuovo.
Immagina se ti ammazzassero un figlio, un amico, un fratello, un genitore: perdoneresti davvero e dimenticheresti il torto che ti hanno fatto? Ne dubito.
E se poi sei il primo che fatichi a concedere il perdono, perchè lo predichi?
Mi sembra di capire che tu sia stata ferita in una vicenda sentimentale e stai riflettendo sui tuoi sentimenti
Ciao neb85, non è una questione di amore finito male: è la vita che mi ha calpestata e ferita, il mondo che mi rifiuta e le persone che mi fanno del male. Un pò come succede, chi più chi meno, a tutti.
è utile cercare di riflettere sul perchè la persona che per cui proviamo del risentimento si è comportata in quel modo. Non è semplice e bisogna cercare di farlo nel modo più distaccato possibile. Di solito quando lo si fa ci si accorge che ci troviamo di fronte ad un altro individuo che come noi mosso dalle sue paure (la più gettonata), desideri, sensi di risentimento a sua volta e così via ha compiuto delle scelte
Se parlo per me non trovo giustificazione alcuna in quelle persone, che peraltro continuano a vivere benissimo continuando a fare ciò che hanno sempre fatto; se poi rifletto ancora meglio mi viene in mente le recente vicenda di Cagliostro: secondo te chi l'ha colpito con quel sasso aveva paura? O forse voleva ferire Cagliostro per umiliarlo e fargli del male?
E chi ha ammazzato Yara aveva paura di lei?

Cam
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da Cam » martedì 1 marzo 2011, 16:07

Ho detto ke faccio fatica a concederlo, non che non lo do affatto, sono due cose ben diverse, lo predico perkè il perdono aiuta ad andare avanti, cmq se vuoi vivere la tua vita fatta di odio e vendetta fai pure non sarà altro ke una vita vuota e piena di rimpianti.
mi hanno definito come un diamante, freddo, duro, incolore, ma io penso che se illuminato dalla giusta luce,potrei risplendere dei colori più intensi, di quelli che solo un vivido sogno potrebbe portare...

Nemesis

Re: Perdonare, quando?

Messaggio da Nemesis » mercoledì 2 marzo 2011, 15:37

Cam ha scritto:Ho detto ke faccio fatica a concederlo, non che non lo do affatto, sono due cose ben diverse, lo predico perkè il perdono aiuta ad andare avanti, cmq se vuoi vivere la tua vita fatta di odio e vendetta fai pure non sarà altro ke una vita vuota e piena di rimpianti.
Quanto fuoco, ad ogni modo la mia vita non è vuota e piena di rimpianti, non giudicare chi non conosci.

Torrismondo
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da Torrismondo » mercoledì 2 marzo 2011, 22:12

Perdono... non ci riesco. Veramente non ci riesco, probabilmente con il tempo riesco a dimenticare, a non portare più rancore; ma non sono capace di non chiedere: "Perché mi hai fatto questo?" e quindi non mi è possibile mantenere il rapporto come prima. Ho subìto tre grandi sgarbi finora: uno otto anni fa, e ho iniziato a dimenticare due anni fa... figurarsi.
Sono d'accordo che il perdono va meritato... ma io finora non son riuscito a concederlo perché mi chiedo sempre il motivo per cui sono stato trattato male non meritandomelo. E' anche un sentimento di delusione verso la persona quello che mi prende.
Velle parum est: cupias ut re potiaris oportet (Ov. Ex Ponto I 1, 35)

MarchesediPosa67
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da MarchesediPosa67 » giovedì 3 marzo 2011, 8:52

Cara Nemesis,

Io vengo da una storia allucinante in cui un ragazzo mi ha umiliato nelle maniere più impensabili e soprattutto sulle cose che fanno di me il Marchese di Posa. Dopo undici mesi di relazione sono riuscito a staccarmi da lui, che neppure ascoltava le mie lamentele e il mio essere triste accanto a lui. Mi aveva reso un morto vivente. Quando ho capito cosa stava facendo mi si poneva la questione se perdonarlo o meno. La mia soluzione è stata perdonarlo, ma allontanarmi. Molte volte la soluzione che sembra più paradossale è la più giusta: perché ci sono momenti (ma lo dico senza odio) in cui il perdono è la forza di andare avanti e allo stesso tempo l'offesa più grande che il nostro nemico possa ricevere. Chi ci ha fatto del male vuole che noi ci si presenti deboli di fronte al mondo. Perdonando è come se dicessimo: io non ho paura di te, capisco quello che hai fatto, e ti lascio continuare la tua vita. E così, andando avanti e perdonando, lo lasciamo esterefatto e senza possibilità di nuocerci ancora. Allontanarsi poi non è solo atto di autodifesa, ma anche non dare al nemico la possibilità di godere nel ferire.
Ci sono situazioni in cui non si può scappare da un nemico invisibile. In quei casi si sta in ansia perché non si sa da dove potrebbe giungere l'offesa. Ma si può prevenire con un'arma altrettanto efficace che è il sorriso. Sorridere, ma sorridere veramente, porta chi ci è di fronte a domandarsi della capacità delle proprie armi a ferirti. A questo approccio, purtroppo, ci si può arrivare solo con tanta fatica. L'ho vissuto sulle mie spalle, per questo posso consigliarti di perdonare e difenderti (arma non di vendetta ma di giustizia).

Spero di non essere stato troppo contorto :) sono concetti difficili da esprimere.
Come un Dio redentor, l'orbe inter rinnovate,
V'ergete a vol sublime, sovra d'ogn'altro re!
Per voi si allieti il mondo! Date la libertà!

(G. Verdi, Don Carlos)

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kikko
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Re: Perdonare, quando?

Messaggio da kikko » venerdì 4 marzo 2011, 1:51

possibilmente mai! :mrgreen:
ma qui lo dico e qui lo nego, considerato che l'ho fatto ed ho chiesto che lo facessero a me.
quando perdonare?
quando hai amato o ami veramente, o quando capisci che chi lo merita ne ha bisogno! bai

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