soffrire per gli altri e altro

Solitudine, emarginazione, discriminazione, omofobia...
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guy21
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soffrire per gli altri e altro

Messaggio da guy21 » venerdì 11 marzo 2011, 20:39

dato che non sapevo cosa fare e dato che per chi non lo sapesse ancora sono ritornato nel fantastico mondo di solitudine e company! :lol: :lol:
si questa era a tema, fantastico, volevo condividere con voi il mio malessere dentro anche se a molti fregherà poco non fa niente, mi sento in dovere di scrivere! di far sapere!
come ho già detto molte volte ho vissuto con la solitudine fin troppo tempo, anni anni spesi a soffrire fin troppo per amicizie false, prese in giro ecc....
tutto questo cosa mi ha portato?
niente solo una rinascita nelle superiori e aver incontrato qualcuno di cui veramente fidarsi anche se ormai continuo a chiudermi come un riccio con tutti!
devo dire che sono esausto di tutta questa sofferenza che provo e sento negli altri, io cerco di reagire di aiutare nel mio limite ma mi sento insoddisfatto, infelice, e il mio cuore soffre soffre un casino sento il suo dolore il suo aggraviolarsi come se fosse trafitto da 1000 lance! ed è davvero insopportabile. quando riusciremmo a curare quel malessere interiore che ci attanaglia da 1000 generazioni?
io sento che vorrei fare di più ma non riesco a tirare fuori quella energia che so di avere che servirebbe un pò a tutti, ogni volta c'è qualcosa che mi scarica! ma le mie batterie non sono più come una volta faticano a ricaricarsi e ho paura che un giorno si scaricheranno per sempre!
bisogna fare qualcosa, bisogna cambiare stò mondo, forse siamo alla fine di una civiltà e l'inizio di una nuova era e sarei contento se fosse così, se tutti rinascessimo! avrei voglia di urlare di gridare al mondo! "basta ora basta è ora di cambiare di rinnovarci!" vorrei ribellarmi come quelli in libia ecc.. vorrei aiutare gli altri ma mi sento impotente, impotente di risolvere i problemi più comuni quelli più stupidi e quelli più complessi! soffro per gli altri, penso agli altri, non penso mai a me stesso perchè so che non so aiutarmi, ho una psiche spaventosa peggio dei labirinti o dell'inferno stesso, un miscuglio di cose che farebbero schizzare chiunque! ho mille complessi mille paure mille aspettative, mille cose da fare, ho il cervello che viaggia veloce come la luce, continua a pensare a pensare a ragionare a pensare a scervellarsi, a soffrire passivamente a chiedersi il perchè a tante cose, solo quando dormo trovo un pò di pace ma anche nel sonno i miei incubi e i miei fantasmi mi perseguitano!
il male mi sussurra, mi provoca, mi vuole vuole che facci parte di lui, sento una voragine dentro di me, un selva oscura molto ma molto buia che vuole prendere possesso di me il mio lasto oscuro dice che è ora che io mi faccia da parte e che lui prenda il mio posto perhcè sa che il tempo di esser buoni è finito,è giunto il tempo di esser cattivi!
diventiamo sempre più soli, più asociali, più aggressivi, più menefreghisti, più stronzi, più insensibili, più maligni, più falsi, più soli.........
un vuoto c'è, sento l'avvicinarsi della fine della nostra civiltà, la fine della nostra umanità, il male si sta diffondendo sta prendendo posssesso di cose e persone! il mio cuore sta cedendo, arranca, e divento più propenso al male, al fregarmene di tutto e tutti e diventare insensibile e menefreghista, lo desidero da molto tempo, poi incomincio a provare odio, negli altri, nelle persone nella nostra razza, penso cose orrende e maligne, mi piacerebbe fare del male a qualcuno a chi mi ha fatto soffrire, lo torturerei lo picchierei, lo stritolerei, e tutto quello che la mia mente malata può immaginare. pensate che noi siamo mortali , pensate se avessimo dei poteri e immortali che orrori potremmo fare inimaginabili!
futuro incerto, passato tenebroso, presente in metamorfosi!
la mia testa esplode, il corpo cede alle tentazioni e la mente si adegua e si lascia anadare! ciò che è reale non è reale cio che è non reale è reale!

Alyosha
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Re: soffrire per gli altri e altro

Messaggio da Alyosha » sabato 12 marzo 2011, 3:54

Guy ho letto con attenzione quello che hai scritto, mi ero ripromesso più volte di farti dialogare col ragazzino ci undici anni fa. Non ho qui con le cose che allora scrivevo, ma una poesia la ricordo bene, peché allora impressionò anche me:

Soffocherei ogni uomo nel suo sonno e quando fossi sicuro che ogni vile carcasse puzzasse tra le fiamme dell'inferno, soffocherei anche me stesso e la mia ira avrebbe pace

Temo che allora instintivamente mi facessi carico delle contraddizioni fuori di me, non mie, che le percepissi come mie e che proprio per questo non riuscissi a gestirle. Evidente in qualche modo me ne sentivo il responsabile o intendevo farmene carico. Credevo che arrivare alla tua età essendo consapevoli fosse un vantaggio, pian piano mi rendo conto che infondo non cambia molto. Anzi forse per è ancora più difficile, perché io avevo infondo chiaro cosa mi nascondevo, tu e per me dirselo ha coinciso con la volontà di cmabiare pagina.Per chi lo sà fin dall'inizio, magari è più complictao capire che certe cose infondo no le si è accetttate proprio o riconoscere i continui paradossi cui si è sottoposti. Certi condizionamenti agiscono comunque e fanno tanto danno dentro e temo che sia pià complicato riconoscere in sé la radice del rifiuto e il senso di ciò che cerchiamo ion tutte le storie "improbabili". E' tanto complicato, capisco perfettamente a cosa fai riferimento credimi. E' solo ansia la chiamano così. Tanto tormento lo chiamano chiama così e io stesso nel sentire quella parola mi sono tanto sentitro deluso. La mia parole era angoscia, la paura, nausea, ma in realtà trovavo anche quelle inadeguate. Devo chiederti innanzitutto di non avere paura che "ritorni" qualcosa, perché è esattamente quella paura che la fa tornare. E' solo panna che monta era aria e ritornerà ad essere aria non appena propri a rilassarti. Tuttavia queste sensazioni restano il segno di un urgenza interiore, campanelli che si accendono. E' importante che tu non ti lasci prendere dal panico innanzitutto, perché puoi farcela a gestire qualsiasi cosa. Sei un persona tanto profonda e probabilmente sei abituato a captare "i mali del mondo". Credimi quando ti dico che il problema non è la persona che non trovi. Sarebbe molto peggio trovarla e poi rendersi conto che in realtà non era quello che volevi. Hai bisogno di percepire con chiarezza ciò che ti lega a doppio filo e ti costringe. Il resto viene dopo. Prova intanto solo a rasserenarti non c'è niente che davvero possa nuocerti. Pare complicata da fare come cosa, ma non è impossibile. Fatto ciò cerca poi di capire cosa davvero ti inquieta. Se temi che quella ombra nera possa ritornare, tornerà solo perché la temi, ma la verità è che non è nulla è solo fumo nero messo apposta per non farti vedere. E' il modo che hai trovato per dirti le cose senza dirtele. Un po come quando urli le cose le dici in maniera chiara, ma così tanto forte che l'altro non ti riesce a sentire. Le ombre restano un inganno del sole. Devi imparare a guardare dentro queste cose, insisto sono la parte più bella che hai in verità. Non ti scoraggiare.

guy21
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Re: soffrire per gli altri e altro

Messaggio da guy21 » sabato 12 marzo 2011, 14:25

tu mi chiedi di calmarmi e riflettere e mi chiedi cosa mi inquieta cioè cosa mi tormenta cosa mi turba la mente! bè posso riprendere una frase citata dal film il cavaliere oscuro: o muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo".
sembra una cavolata ma è assolutamente vera questa frase!
sopratutto in questi ultimi anni! come fa uno a rimanere buono, a sopportare tutto soffrire per tutta la sua vita?
è umanemente impossibile! ecco forse questo mi spaventa quello che un giorno forse non troppo lontano) possa diventare cattivo, che un evento o una serie di eventi possano sconvolgermi e farmi perdere il controllo di me, la ragione e che provoca un punto di rottura da cui non vorrò più tornare indietro e mi farà imboccare la strada del male, della trasgressione, della corruzione, della inciviltà del menefrghismo, della dannazione, dello smarrimento.
ho paura che quel bambino ardente di desiderio e docile, pieno di speranze e desideri che ero possa scomparire per sempre. in quelli anni di solitudine ero un ragazzetto molto sofferente ma pieno di rivalsa e voglia di dimostrare che non ero stupido ed non ero incapace. ero molto determinato all'inizio delle superiori, volevo dimostrare di valere qualcosa! ero incazzato nero, volevo dare uno schiaffo al mondo! ma adesso sento di meno quella carica quella energia appunto! vorrei tanto riacquistarla! ora sono meno desideroso, più incosciente e impulsivo insomma non penso prima di agire! non lo so ma ci sono altre cose che mi spaventano e che il mio interiore non vuole dirmi o nascondermi.

Alyosha
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Re: soffrire per gli altri e altro

Messaggio da Alyosha » sabato 12 marzo 2011, 16:59

Il punto è che le paure servono. Senza le paure non hai idea di quante volte il genere umano si sarebbe estinto. Ecco perché è giusto che tu abbia paura di diventare quella persona lì, di restituire la rabbia e la "violenza" (in senso lato come tentativo di farti essere altro) subita. Però lo notavo in te più come un meccanismo di divesa, che nasconde la tua vera paura, ovvero di ricadere nel baratro della "depressione" (la voglio chiamare così). Non vorrei squietare il can che dorme ovviamente. Ma quando la violenza subita la si rigetta sugli altri non è necessariamente un male. Direi che non è affatto la soluzione, ma quanto meno evita di starsene dentro di te a far danno. Ecco perché non mi preoccuperei in genere di questa tua "paura". Sei più forte di prima e ad ogni giro lo diventi sempre di più, perché impari qualcosa e alzi di livello il paradosso, lo riempi di contenuto e meno è vuoto e meno è paradossale. Fin quando non arriverai a toccarne con mano l'origine. Non risolverai i problemi così, ma ti libererai della "bestia nera". Vedrai andrete a bracetto a prendervi una birrozza assieme e commentare qualche bel fanciullo :). I problemi sono fatti per avere delle soluzione, perché è nella grammatica del problema contemplare le sue soluzioni. Problemi senza soluzioni a ben vedere non sono neanche problemi, ma paradossi e i paradossi non vanno risolti, ma dissolti.

Torrismondo
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Re: soffrire per gli altri e altro

Messaggio da Torrismondo » sabato 12 marzo 2011, 21:52

boy-com ha scritto:Sei più forte di prima e ad ogni giro lo diventi sempre di più, perché impari qualcosa e alzi di livello il paradosso, lo riempi di contenuto e meno è vuoto e meno è paradossale.
Scrivo anch'io perché noto il medesimo "problema" di guy18, sebbene la mia preoccupazione non sia tanto quella di diventare cattivo, cosa comunque possibile, bensì quella di trasformarmi in una persona insensibile, di non sentire più nulla come se questa potesse essere la reazione difensiva verso le eventuali delusioni ed esperienze negative.
Cos'è'? Positivo o negativo? Certo io sono più contento di essere meno ingenuo, più navigato, meno ingessato di prima, però mi sembra che la maggior parte (non tutti) dei rapporti siano superficiali... vabbè che prima erano inesistenti, però è probabile che le scottature prese ci formino anche in maniera negativa???
Velle parum est: cupias ut re potiaris oportet (Ov. Ex Ponto I 1, 35)

Alyosha
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Re: soffrire per gli altri e altro

Messaggio da Alyosha » sabato 12 marzo 2011, 23:51

Torris non so se ti può consolare ma tirare fuori le emozioni è attualment eil mio più grosso problema. Quello che so con certezza è che è meglio avvicinarsi piano piano alle cose e un poco per volta. Di me posso solo dirti che quella "sensazione" così strana imbottiglia anche le mie emozioni e che più lo repressa e più "insensibile" sono diventato negli anni. So anche dirti che in quel brevissimo rapporto che ho avuto, il primo contatto fisico (problematico anche per altri aspetti), mi ha comunque devastato il giorno dopo. Non è stato brutto anzi. Ci sono emozioni molto forti in positivo, ma è come quando stappi lo spumante dopo averlo agitato. E' stato un modo "violento" di apporcciarsi alla cosa. Ha dato i suoi effetti nonostante tutto. E' stato fondamentale confrontarmi con Project e gli altri utenti che conoscevo e che per motivi di privacy non cito. Mi ricordo perfettamente che il giorno dopo (era capodanno) mi sono risalite chiare certe emozioni e una certa nausea sin troppo chiara nei miei ricordi. Poi tutto per fortuna è sgonfiato abbastanza in fretta ed è diventato gestibile. E' stata comunque un esperienza fondamentale per me, ma credo che proprio non ci sia motivo per correre così tanto. Alla fine non ha portato nulla di buono. Ad ogni modo scappavo da quella "sensazione" praticamente da sempre. Per me era persino difficile parlarne e spiegare cosa fosse. Penso solo di riconoscerla a pelle nelle parole degli altri e qua dentro non è troppo raro che mi capiti di sentirne parlare. E daltronde ai tempi entrare in questo forum fu sorprendente proprio per questa ragione. Sentirsi soli e completamente incompresi era il principale dei problemi. Qua molte cose non sento neanche l'esigenza di spiegarle, perché le riconosco in molti vissuti. Per me poi ha fatto tanto e sta facendo ancora molto il percorso psicoterapeutico. Alla fine è solo un concedersi un pò di tempo da dedicare a se stessi.

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