Una direzione?

Che cosa significa essere gay
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marc090
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Una direzione?

Messaggio da marc090 » sabato 23 aprile 2011, 11:07

Un saluto a tutti... diciamo è da una 10^ di minuti buon che apro il topic per scrivere e lo chiudo dopo un paio di frasi :? ... ad ogni modo, vorrei chidervi una cosa:

Non sono sicuro di voler accettare il fatto di essere gay, ne tantomeno di esplorare questo lato di me... Certo, una parte di me vorrebbe che lo facessi, praticamente supplica di conoscere qualcuno, di capire, di fare nuove esperienze... Ma l'altra parte, quella che mi ha sempre accompagnato nella vita e che esercita un controllo importante su me stesso (chimiamola il mio "autocontrollo") mi invita a fare un passo indietro; a lasciar perdere la questione..

Il punto è che ho paura che una volta accettato tutto quanto, tutto quello che mi propone la vita, crolli il mondo che mi sono costruito.. Basterebbe qualcuno che mi sta molto vicino e che mi "rinneghi" per crearmi grossi, grossissimi problemi a gestire la faccenda..

Non so se esplorare questa situazione e già accettare questo fatto mi condurrebbe a cambiare la mia vita...

Vorrei avere un vostro parere in merito, mi dareste un grosso aiuto
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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guy21
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Re: Una direzione?

Messaggio da guy21 » sabato 23 aprile 2011, 13:59

bè marc090 io son credo in una situazione molto simile, anche io non mi accetto e dubito che mi accetterò presto. ho tanti di quei complessi che mi sento triste e impotente, troppe sofferenze, troppi errori mi hanno chiuso alla vita,agli altri. e ogni volta che mi apro o che cerco in qualche modo di farmi scoprire dagli altri e succede un passo indietro di loro ritorno al punto di partenza. capisco bene questo tuo "autocontrollo" ma credo ce l'abbiano tutti perchè siamo influenzati moltissimo dai pregiudizi da tutto il mondo e la visione che ci hanno dato da piccoli ma anche da grandi! non so cosa dirti, di consigli non posso darteli perchè anche io vivo questo problema e ora ancora più di prima! si soffre un casino, si vorrebbe far quacolsa urlare sbattere la testa contro il muro non so se può aiutare!
cerca di fare passi piccoli di relazionarti con gli altri di non sentirti solo, perchè aumenterebbe il problema!
ciao, spero di averti aiutato un pochettino! a presto!

Alyosha
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Re: Una direzione?

Messaggio da Alyosha » sabato 23 aprile 2011, 14:42

M090... Una volta dovevo tuffarmi da un roccia che vedevo altissima (non lo era) ed ero praticamente paralizzato, guardavo giù e non riuscivo a muovere un muscolo. Mi ricordo perfettamente che con la testa dicevo di volermi muovere, ma le gambe non mi ubbidivano. Ad un tratto sentii gli urli di protesta dei miei amici avevo ancora le mani davanti la faccia e d'improvviso mi ritrovai di sotto, mentre rispondevo alle urla "non ce la faccio". Chiarendo la circostanza per la quale non sono stato spinto :). Mi pare che grosso modo sia successo qualcosa di simile anche a te. Scegliere di voler conoscere altre persone che possono avere esperienze simili alle tue non è un passo null'affatto scontato secondo me ed è già il segno più evidente della tua volontà di stare nelle cose e mentre cerchi di spiegare a noi cosa ti succede, puoi accorgerti tu stesso rileggendo, che hai perfettamente inquadrato il problema, perché le paure sono un po per tutti noi esattamente quelle che descrivi tu e le difficoltà anche. L'acqua è sempre fredda quando si entra, ma vedrai che ti ci abituerai prima di quanto immagini. Ti ridò il mio benvenuto e complimenti per il coraggio.

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marc090
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Re: Una direzione?

Messaggio da marc090 » sabato 23 aprile 2011, 18:59

boy-com ha scritto:M090... Una volta dovevo tuffarmi da un roccia che vedevo altissima (non lo era) ed ero praticamente paralizzato, guardavo giù e non riuscivo a muovere un muscolo. Mi ricordo perfettamente che con la testa dicevo di volermi muovere, ma le gambe non mi ubbidivano. Ad un tratto sentii gli urli di protesta dei miei amici avevo ancora le mani davanti la faccia e d'improvviso mi ritrovai di sotto, mentre rispondevo alle urla "non ce la faccio". Chiarendo la circostanza per la quale non sono stato spinto :). Mi pare che grosso modo sia successo qualcosa di simile anche a te. Scegliere di voler conoscere altre persone che possono avere esperienze simili alle tue non è un passo null'affatto scontato secondo me ed è già il segno più evidente della tua volontà di stare nelle cose e mentre cerchi di spiegare a noi cosa ti succede, puoi accorgerti tu stesso rileggendo, che hai perfettamente inquadrato il problema, perché le paure sono un po per tutti noi esattamente quelle che descrivi tu e le difficoltà anche. L'acqua è sempre fredda quando si entra, ma vedrai che ti ci abituerai prima di quanto immagini. Ti ridò il mio benvenuto e complimenti per il coraggio.
Grazie mille, mi hai dato molto su cui riflettere (purtroppo manca lo smile per descrivere la mia faccia :) )

e grazie anche te guy18, spero che tu sia riuscito ad arrivare alle mie stesse conclusioni e se vuoi, possiamo anche discuterne (devo solo capire come si fa ancora eheh)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Una direzione?

Messaggio da n17 » sabato 23 aprile 2011, 19:32

Non avere paura che quello che hai costruito si possa distruggere.
Succede nella vita anche contro la nostra volontà. In quel momento si vide la maturità di una persona. E se il tuo autocontrollo in verità fosse solo paura di questo? Non averne, se sei in grado di poter resistere alla distruzione di ciò che hai costruito puoi resistere a tutto. O almeno questa è la via ;)
Io sono sicuro che tu ce la possa fare, il solo fatto che tu abbia scritto qui e che tu sia riuscito ad auto esaminarti in questo modo me lo conferma.
Anche perchè potrebbe rivelarsi autodistruttivo rinnegarsi, poichè vorrebbe dire costruire attorno a se ulteriormente, e dopo sarà ancora più dura vederselo distruggere... finchè alla fine dei tuoi giorni potresti chiederti se ne è valsa la pena vivere una bugia... Scusami sto andando sul drastico e non vorrei spaventarti :lol:
Inizia ad accettare te stesso, le altre persone verranno di conseguenza, confido nella tua forza!
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Re: Una direzione?

Messaggio da progettogayforum » sabato 23 aprile 2011, 21:01

Quello che dice guy18 mi sembra assolutamente vero: siamo immersi in un mare di pregiudizi a tutti i livelli. Progetto Gay ha proprio la finalità di fare conoscere la vita vera dei ragazzi gay che non ha proprio niente di strano se non quello che il pregiudizio ci vuole vedere. Quando vedi che cosa vuol dire veramente essere gay, quando conosci dei ragazzi come quelli del forum i timori li metti da parte, certo potresti trovare intorno a te persone che non sono minimamente in grado di capire, questo succede spessissimo ma rinunciare alla propria vita e alla ricerca della propria felicità per questo motivo mi sembra una cosa da evitare nel modo più assolto. Ci vuole buon senso anche per non creare problemi grossi a persone (i familiari) che sono del tutto impreparate ad affrontarli. La grande maggioranza dei ragazzi gay non si dichiara in famiglia e questo non è un caso, ma quei ragazzi non per questo mettono da parte il loro essere gay. E poi vivere una vita senza amore o con soluzioni di ripiego è veramente terribile. L’Amore gay (con la A maiuscola) esiste eccome, anche se per tante persone è una cosa inconcepibile.

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Sciamano
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Re: Una direzione?

Messaggio da Sciamano » sabato 23 aprile 2011, 22:42

marc090 il modo migliore per capire cosa desideriamo è conoscere le possibilità che ci sono e poi comprendiamo, mettendoci in relazione con esse, i nostri desideri (alcune possibilità si possono anche sperimentare, altre no perché sono pericolose, però tutte si possono -- anzi è bene -- conoscerle). Non avere timori, perché "amputare il proprio spirito" a causa di condizionamenti sociali o paure o pregiudizi è seriamente peggio, di questo è bene aver timore. Anche perché con ciò che siamo ci facciamo i conti tutti i giorni, non si può davvero ignorare. Stai sereno, conosci più possibilità, confrontati, e poi sei come sei. Conosci quella canzone che dice "sarà quel che sarà" ? Io la trovo molto bella, percepisco un senso di umiltà nei confronti del futuro, non lo possiamo prevedere e nemmeno pienamente controllare, uno si spinge nella direzione che desidera, ma non può direzionare gli altri e il proprio futuro a piacere, bisogna accettare certe direzioni spontanee che emergono (sia in noi che nei confronti degli altri). Chiaramente finché la propria libertà non inizi a ledere quella degli altri...
Cercare la felicità rispettando gli altri, sarebbe una grande conquista per l'umanità!

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Re: Una direzione?

Messaggio da tatos76 » lunedì 25 aprile 2011, 2:13

Ciao marc090!

Riassumo il mio pensiero così...se io avessi inziato prima a frequentare il forum o fosse stato già disponibile tanto tempo fa (ahimè iniziano a diventare troppo gli anni del passato :D ), ora avrei un coraggio ... che ancora non ho.

Puoi scegliere di accontentare gli altri, di 'non sconvolgerli', ma alla fine ti troverai vicino 'gli altri' che sono andati avanti ed hanno avuto il coraggio di rischiare (certo mi dirai, per gli etero è più semplice) e ti troverai in alcuni momenti a dirti 'la mia vita mi sembra non piena...cosa mi manca?'

Qui penso troverai coetanei e più vecchietti disposti al confronto, quindi approfittane :lol:
Ho fatto un patto sai. Con le mie emozioni. Le lascio vivere. E loro non mi fanno fuori. (Vasco)

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Re: Una direzione?

Messaggio da marc090 » martedì 26 aprile 2011, 9:47

L'unica cosa che ora dovrò comprendere / trovare sarà una sorta di equilibrio tra quello che è normale essere e quello che gli altri trovano normale..

Riflettendo, pensadoci su con la mente aperta e lontano dalle solite barriere che impongo al mio modo di pensare, sono riuscito a capire che il mio problema prima di tutto partiva da me stesso, partiva dalla difficoltà di accettare di essere "diverso"; ..è stato poi riflettendoci, ritornando ad affrontare il problema, che ho capito che "diverso", era un'imposizione che non può ne doveva essere tollerata, un 'imposizione ingiusta che ci veniva affibiata da chissà chi, ben lontano dal conoscere, anche in parte, questa realtà...

E' stato un bel peso quello di cui mi sono liberato; grazie mille davvero per tutte le vostre risposte, mi hanno dato veramente un grossio aiuto (e felicità) :)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Una direzione?

Messaggio da marc090 » martedì 26 aprile 2011, 20:04

N1c0L4s ha scritto:La gente giudica per trovare sicurezza nelle proprie azioni.
Se ci pensi non esiste un "normale", non può esistere. Come dicono "la famiglia normale" sono tutte cavolate da medioevo.
Chi giudica per ste cose ha una bassa coscienza di sé..
Perché ad esempio sei al mondo?secondo me perché hai bisogno di essere una determinata persona per altre persone che hanno bisogno della presenza di quella persona. Ovvero 'amore': sei il corredo di tutta una realtà...

Ma nella bassa coscienza per giustificarti chi sei hai bisogno di puntare il dito contro a qualcuno...ma lo fai trovando motivazioni razionali. Anche motivazioni razionali assurde...non si può provare il 'sì' o il 'no' assoluto con le motivazioni razionali, non si può provare il giusto o il sbagliato assoluto ma quando la gente conversa lo fa sempre...quindi il giudizio, secondo me, è solo l'incoscienza delle persone nel capire quale e cosa è la luce.

La luce è ciò che far star bene tutto...tutti ce l'hanno sempre davanti a sé: sanno qual'é, ma non scelgono di seguirla nell'incertezza! Una volta che avranno capito che c'é solo luce, e che se ti allontani vai nell'ombra(ad esempio, pensi di essere totalmente sbagliato o totalmente inopportuno o incapace per fare una cosa che vuoi), troverai tutta la motivazione per andare avanti in quella strada. Con la motivazione di fare la cosa più giusta in assoluto ti si sbloccheranno tutte le porte...smuoveresti una montagna se fossi consapevole di fare la cosa più giusta in assoluto e per il bene di tutti compreso il tuo?la risposta è sì.

L'amore è una realtà. La luce è ciò che si mette sempre in discussione, è sempre davanti a noi...pensando che si sta sbagliando a fare qualcosa che vorremmo fare ci fa stare male, ci allontana dalla nostra luce...ma bisogna capire qual'é e bisogna capire che seguirla è solo un beneficio per tutti.

Ad esempio: ci sono situazioni che ricalcano pienamente l'esistenza di questa luce che da veramente tanta forza di volontà e cambiare le cose.
Basta immaginare ad esempio qualcosa che fa veramente incazzare...ad esempio un'ingiustizia enorme e che la parte che colpisce è totalmente inconsapevole e menefreghista dell'ingiustizia che ha creato...ecco quello è ad esempio qualcosa che fa trovare tutte le motivazioni per abbatterlo, ovvero stai combattendo per qualcosa. Combatti perché quella persona ha fatto in modo di far credere alla persona che ha colpito che la luce che stava seguendo in realtà non esiste ed ha sbagliato tutto...allora ti fa incazzare e ti fa muovere seriamente per confermare l'esistenza di questa luce. Ma non è che non esiste, solo che non sei stato abbastanza motivato! ti sei fermato nell'insicurezza
Più ti confermi che quella luce è essenziale e che bisogna seguire solo quella, più vivrai meglio e sarai sempre più motivato nel fare ciò che stai facendo....
Spero di essermi spiegato :D ciao
E' assolutamente particolare come concetto, molto interessante, veramente, però.. non so, sembra quasi mettere il mondo in bianco e nero, dove rispetto all'errore, c'è sempre la controparte corretta... dove c' è sempre una scelta a due vie..

Mi sembra quasi che non tenga conto delle emozioni, le stesse componenti che dovrebbero farci allontanare dalla cossidetta luce.. Anche perchè non sempre siamo in grado di definire una scelta corretta, di sapere se quello che vogliamo è realmente ciò di cui abbiamo bisogno..

Non è facile darti una risposta ma... mi sembra quasi che ci sia qualcosa che non torna, una via troppo facile dove possiamo dominare ogni singolo elemento della nostra vita (cosa che credo anche io ma entro certi limiti molto soggettivi)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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