Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditaria?

Che cosa significa essere gay
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da Telemaco » martedì 30 agosto 2011, 13:47

Assolutamente sì Nicomaco, è esattamente la stessa ricerca: ho citato come mia fonte l'articolo di riferimento, il video usa parole più semplici ma è proprio lo stesso: si tratta degli studi compiuti alcuni anni fa da un'equipe di biologi, antropologi, genetisti e matematici coordinati dal Prof Camperio Ciani presso l'Università di Padova.
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da marc090 » martedì 30 agosto 2011, 14:17

Premetto che rimarcare su posizioni opinioni ecc, lo chiedo per capire :)

Comunque.. c'è qualcosa che mi sfugge completamente, ossia, perchè il motivo di tale ricerca? Una cosa è studiare l'uomo nel suo essere, cercare di capirlo di analizzarne i comportamenti... ma davvero non c'è nient'altro dietro una ricerca di questo tipo?

E' quello che mi chiedo... stiamo indagando le cause di una diversità presunta perchè siamo stati abituati a considerarla come tale, oppure è davvero una ricerca sulle origini dell'uomo? E a che fine visto che spiega poco e niente di come siamo fatti?

Mi sfugge quest'ultimo punto in particolare, non riesco a conciliare i due tipi di ricerca, quella sulla diversità presunta e quella sul modo d'esser dell'uomo stesso... (uomo nel senso umano :) )
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da Ritornoalfuturo » martedì 30 agosto 2011, 21:24

La maggior parte degli studiosi concorda nell'idea che l'orientamento sessuale si formi tramite complesse interazioni di fattori biologici, psicologici e sociali. Questa miscela di fattori cambia da individuo a individuo e va a costituire la sessualità specifica di ogni persona: la "mappa d'amore" (lovemap) dell'individuo, unica e tipica di ognuno.
Dalle indagini retrospettive condotte sulle persone omosessuali, l'orientamento sessuale sembra stabilirsi prima dell'adolescenza e prima dell'inizio dell'attività sessuale, in genere preceduta da una consapevolezza della propria attrazione per le persone dello stesso sesso. L'orientamento sessuale si svilupperebbe relativamente presto durante l'infanzia e non andrebbe incontro a grandi cambiamenti nel corso della vita.
Gli uomini e le donne omosessuali hanno modi diversi di concepire le origini del loro orientamento sessuale: gli uomini gay tendono a percepire l’orientamento sessuale come qualcosa di “scoperto” e non modificabile mentre le donne lesbiche tendono a percepire l’orientamento sessuale come un aspetto flessibile e mutevole.
(da http://www.educarealrispetto.org/app ... rigini.asp)


L'omoaffettività ad oggi è stata dibattuta ampiamente come questione morale, anche se si tratta in realtà di un carattere al pari dell'altezza e dell'intelligenza, infatti pretendere di scindere l'eteroaffettività da tutte le altre tipologie di affettività è impreciso e non corretto.
In generale si possono suddividere le teorie esistenti in cinque categorie, a seconda del tipo di fattore che si ritiene determini (o predisponga) l'orientamento sessuale.
Teorie facenti riferimento al determinismo biologico, secondo il quale sarebbero fattori biologici (in particolare ormonali e/o genetici) a determinare o predisporre l'orientamento sessuale.
Teorie facenti riferimento al dominio della psicologia che analizzano il comportamento e l'orientamento sessuale in termini di mente o di esperienze e che ricollegano l'orientamento sessuale allo sviluppo psichico infantile.
Teorie facenti riferimento alla omosessualità come malattia e due teorie che rifiutano il concetto di "tendenza omosessuale", e quindi la ricerca delle sue "cause".
Da un punto di vista filosofico/antropologico, alcuni studiosi analizzano la genealogia dell'orientamento sessuale, formulando ipotesi sull'origine di tutte categorie che descrivono la sessualità e criticandone l'espressività. Da queste considerazioni e da analoghe considerazioni sulla natura del corpo e della sua rappresentazione si sviluppa la cosiddetta "teoria queer".
Da un punto di vista di alcune religioni, esistono teorie che spiegano il comportamento omosessuale in termini di "vizio".
al momento attuale, nessuna teoria eziologica è riuscita a raggiungere il livello minimo di verificabilità richiesto dalla scienza per definire "vera" una teoria.

Una ricerca sulle cosiddette "cause" dell'omosessualità potrà quindi ambire ad uno status scientifico soltanto se:
riesce a spiegare lo sviluppo della intera sessualità umana, e non solo della piccola frazione che si esprime in modo omosessuale. Da questo punto di vista, quindi, gli studi dovrebbero essere indirizzati in primo luogo a capire la genesi dell'eterosessualità, che è il comportamento sessuale prevalente nella società. Viceversa, la ricerca su questo tema non suscita alcun entusiasmo. In questa anomalia si riscontra un bias (distorsione) da parte dei ricercatori, che evitano di studiare ciò che la società giudica in-discutibile, concentrando la ricerca su ciò che invece è giudicato "controverso". In tal modo però si pretende di comprendere l'eccezione senza avere una chiara idea di quale sia la regola. Questo non è un metodo scientifico valido, e non a caso dopo un secolo e mezzo di studi non si è ancora avuto alcun risultato indiscutibile che riesce a spiegare la presenza della tendenza omosessuale (sarebbe più corretto dire bisessuale, visto che gli animali, comunque non hanno repulsione sessuale nei confronti di animali di sesso opposto, come invece avviene tra umani) all'interno del mondo animale.
Qualunque spiegazione eziologica che si limiti al solo dato culturale ignora il fatto che l'omosessualità esclusiva è stata osservata in moltissime specie animali. Qualunque spiegazione che si limiti al solo dato biologico, invece, ignora il fatto che la sessualità è, per la razza umana, un dato niente affatto "puramente biologico", ma è fortemente plasmato dalla cultura. Dunque, una spiegazione eziologica deve essere in grado, per essere soddisfacente, di tenere presenti entrambi questi aspetti. Cosa che nessuna delle proposte presentate fino ad oggi è stata in grado di fare.

La posizione ufficiale del mondo scientifico, sia negli USA, sia negli altri Paesi occidentali, è che l'omosessualità di per sé costituisce "una variante naturale del comportamento sessuale umano" e che nessuna terapia può essere effettuata per cambiare un orientamento omosessuale a priori.[24]
Il compito dell'operatore della salute mentale (psicologo, psichiatra, psicoterapeuta) di fronte a un caso di omosessualità ego-distonica è pertanto aiutare il paziente ad armonizzare la sua tendenza con il resto della personalità in modo ego-sintonico, e non quello di modificarne la tendenza.[25]
Posizioni in contrasto con questo enunciato sono contrarie alla posizione ufficiale degli albi professionali degli operatori della salute mentale.[26][24][27]
Esiste tuttavia una posizione minoritaria a sostengono della cosiddetta "libertà di scelta" della persona ad aderire ugualmente a terapie per la modificazione del loro orientamento sessuale; tra questi vi è l'ex Presidente della American Psychological Association, Robert Perloff (già contestato per alcune sue idee a sostegno della relazione tra razza e intelligenza) che si è espresso a favore in una conferenza tenuta il 14 dicembre 2004 a Washington DC.[28]
Tali prese di posizione sono state contestate, sostenendo che allo stato attuale non esiste alcun approccio scientificamente rigoroso nel trattamento dell'omosessualità egodistonica volta a una "conversione" del soggetto, né risultati scientificamente validi: non vi sarebbe infatti alcuno studio che dimostri l'efficacia dei variegati approcci seguiti in passato.[29][30][27]

[24^ a b Linee Guida per il lavoro psicologico con persone omosessuali: questioni etiche e deontologiche. Ordine degli Psicologi della Regione Campania, 21 luglio 2008. URL consultato il 5 novembre 2009.
25^ (1º gennaio 2008) Omosessualità? Oggi si può guarire!. AltraPsicologia. URL consultato il 5 novembre 2009.
26^ Codice deontologico degli psicologi italiani. Ordine Nazionale Psicologi. URL consultato il 5 novembre 2009.
27^ a b (EN) Therapies Focused on Attempts to Change Sexual Orientation (Reparative or Conversion Therapies) - Position Statement. American Psychiatric Association, marzo 2000. URL consultato il 5 novembre 2009.
28^ Tonino Cantelmi. Egodistonia sessuale e problematiche terapeutiche. Psychomedia. URL consultato il 5 novembre 2009. Tonino Cantelmi è Presidente dell'Associazione Italiana Psichiatri e Psicologi Cattolici.
29^ Vittorio Lingiardi. Riparare la sessualità, l'aberrazione della psicologia. Arcigay.it, 15 aprile 2009. URL consultato il 5 novembre 2009.Vittorio Lingiardi è Professore Straordinario presso la Facoltà di Psicologia 1, Università La Sapienza di Roma.
30^ Il parere contrario alle terapie riparative della psicoterapeuta Margherita Graglia. Di'Gay Project DGP. URL consultato il 5 novembre 2009.]


"L'omosessualità non è dovuta da una madre dominante e un padre assente come vorrebbe un certo nonsense psicoanalitico. 
Non esiste alcuna evidenza demografica a sostegno della teoria del padre assente che crea un omosessuale. E neppure la teoria di un complesso edipico non risolto da una spiegazione perchè questo spiega l'eterosessualità ma non l’omosessualità. Se i gay maschi sono così fissati sulle loro madri come vuole la teoria in questione, perchè finiscono a letto con uomini? La teoria psicanalitica in questo caso non da risposte molto diverse dalla magia o dalla religione. La scienza in se studia e da risposte. Come queste vengano utilizzate poi dipende dall’etica. Sapere che gay e lesbiche hanno cervelli differenti spiega perchè le donne lesbiche hanno più problemi mentali legati alla schizofrenia e i gay maschi alle dipendenze da droghe. Può aiutare loro o danneggiarli ma questo dipende dall uso politico che si fa della scoperta scientifica".
(http://www.gay.tv/articolo/1/9030/Le-or ... cientifico)


Gundlach: “ritengo quasi del tutto remota la possibilità che esistano caratteristiche fisiche e della personalità innate in grado di determinare l’omosessualità”; o Master, Johnson e Kolodny: “oggi la teoria genetica dell’omosessualità è quasi totalmente scartata”; o Karle: “la realtà dei fatti dimostra sempre più decisamente che i geni non causano l’omosessualità”.
(Rish, Squires-Wheeler, Keats, Male sexual orientation and genetic evidence, Bj Science, 262, 1993, pp. 2063-5).


Personalmente ritengo che l’omosessualità non sia derivate da fattori ambientali, educative o genetici perchè affermare una sola di queste teorie vorrebbe ammettere che l’omosessualità è una malattia o un comportamento indotto e come tale può essere curato o modificato.
L’omosessualità è una caratteristica intrinseca e individuale della persona e come tale dev’essere vissuta e rispettata.
ESTOY EN CONTRA
DE LA APOLOGIA DEL ODIO



PUOI VIVERE CON UN TALE VENT'ANNI E CONSIDERARLO UN ESTRANEO..
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E PORTARTELO DENTRO TUTTA UNA VITA...
O. Fallaci

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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da Telemaco » martedì 30 agosto 2011, 21:46

marc090 ha scritto:Premetto che rimarcare su posizioni opinioni ecc, lo chiedo per capire :)

Comunque.. c'è qualcosa che mi sfugge completamente, ossia, perchè il motivo di tale ricerca? Una cosa è studiare l'uomo nel suo essere, cercare di capirlo di analizzarne i comportamenti... ma davvero non c'è nient'altro dietro una ricerca di questo tipo?

E' quello che mi chiedo... stiamo indagando le cause di una diversità presunta perchè siamo stati abituati a considerarla come tale, oppure è davvero una ricerca sulle origini dell'uomo? E a che fine visto che spiega poco e niente di come siamo fatti?

Mi sfugge quest'ultimo punto in particolare, non riesco a conciliare i due tipi di ricerca, quella sulla diversità presunta e quella sul modo d'esser dell'uomo stesso... (uomo nel senso umano :) )
Marc ma si può sapere di che cosa hai paura?
Io credo che tu non riesca ad uscire dal tuo chiusissimo punto di vista di ragazzo gay. Prova a non essere "l'osservato", ma "l'osservatore".

Il punto di vista di uno scienziato è e deve essere COMPLETAMENTE AVULSO da qualsiasi caratteristica personale che lo possa influenzare nello studio di ciò che vuole scoprire.

Se tu sei ossessivamente preoccupato da "occulte finalità" di queste ricerche scientifiche, le tue paure sono dovute al fatto che continui ad avere un punto di vista SOGGETTIVO sull'argomento.

Un bravo scienziato quando studia un fenomeno sa bene che l'osserviazione EMPIRICA della realtà va svolta ESCLUSIVAMENTE DA UN PUNTO DI VISTA OGGETTIVO. Solo così si ha la possibilità di esplorare la realtà fenomenica dei fatti per scoprire le leggi che ne regolano il funzionamento.

Io trovo queste ricerche estremamente intriganti. La biologia è riuscita a spiegare con limpidezza questioni su cui gli esseri umani, ignoranti, stupidi,terrorizzati e confusi, costruiscono superstizioni, taboo, credenze, dicerie.

Insomma perchè io non posso scoprire che alla base della carnagione scura delle popolazioni africane vi è il fatto che l'evoluzione ha fatto sì che con la perdita dei peli gli esseri umani di quelle regioni sviluppassero una percentuale estremamente rilevante di melatonina nell'epidermide per potersi proteggere dai raggi solari... e quando alcuni gruppi umani si sono spostati a latitudini più elevate hanno perso tale caratteristica perchè nei climi freddi era più vantaggioso un colore più chiaro della pelle per massimizzare la sintesi della vitamina D? Mentre invece gli Eschimesi sono rimasti di carnagione scura perchè la loro alimentazione è da millenni enormemente ricca di vitamina D (pesce, grasso di foca)?

Tutto ciò è semplicemente la piana, fredda spiegazione scientifica di come siamo... non è splendido sapere la verità? la verità che mi viene detta DALLA NATURA, e non da qualcuno che se la inventa?

Lo trovo un meraviglioso esempio di metodo galileiano.

E trovo veramente ripugnante e pericoloso che qualcuno si permetta di dire che, tanto l'omosessualità quanto un qualsiasi argomento dello scibile umano non debba essere indagato dal punto di vista scientifico "perchè è meglio che su di esso si taccia".
Questo ragionamento, tanto per fare un esempio, ha permesso alle religioni di dominare per svariati millenni LE COSCIENZE DELLE PERSONE.
No, io "l'ipse dixit" non lo ritengo minimamente degno di credibilità.

Porre un limite alla conoscenza scientifica della realtà è, in una sola parola, la accettazione di un DOGMA. E io i dogmi non li tollero.
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da marc090 » mercoledì 31 agosto 2011, 1:26

Telemaco evito il quote sennò copio parole già dette, comunque è una riposta al tuo messaggio :)

Quando ho scritto quella premessa, e in realtà tutti gli altri messaggi non era per imporre il mio punto di vista.. non era per condannare la ricerca in se, perchè senz'ombra di dubbio sarebbe un terribile delitto; controsenso anche...
E non è nemmeno per paura che si scopra qualcosa che << non si dovrebbe >> scoprire che ponevo quella domanda...

No, a dire il vero, mi ha sorpreso come ognuna di quelle ricerche e teorie citate partisse da una base di concreta diversità... Vale a dire... perchè non si indaga le cause come un altro aspetto dell'uomo, includendo così tutto il discorso in un contesto di conoscenza delle sue origini, piuttosto che come
fattore particolare, elemento a se stante, di carattere non spiegabile con le stesse teorie valide per l'eterossessualità?

Non era per condannare il laborato della scienza, sarò un informatico ma se c'è una cosa che ho imparato pian piano è che la conoscenze può solo far del bene al contrario del suo utilizzo... E' che mi lascia un po perplesso l'approccio di questo tipo di ricerche e mi pone anche qualche interrogativo su un possibile secondo fine nell'iniziare una ricerca con delle idee proprie (in questo caso le idee comuni) piuttosto che appunto, con una certa oggettività che dovrebbe estrapolarle invece dal contesto...

In realtà poi, la risposta di ritorno al futuro ha tolto adesso quella sensazione, perchè è scritto ben chiaro che qui non si indaga la diversità, si indaga un aspetto dell'uomo come un altro, che è appunto l'orientameno sessuale. Tuttavia in quelle teorie citate e anche nel discorso di Aster, mi sembrava che alla ricerca oggettiva, si anteponeva la propria visione, indagando sull'omosessualità partendo proprio da quella visione un po' lontana a cui siamo stati abituati facilmente, piuttosto che dal sapere di tipo più biologico, antropologico e via dicendo...
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da Telemaco » mercoledì 31 agosto 2011, 13:03

marc090 ha scritto: mi ha sorpreso come ognuna di quelle ricerche e teorie citate partisse da una base di concreta diversità... Vale a dire... perchè non si indaga le cause come un altro aspetto dell'uomo, includendo così tutto il discorso in un contesto di conoscenza delle sue origini, piuttosto che come fattore particolare, elemento a se stante, di carattere non spiegabile con le stesse teorie valide per l'eterossessualità?
Ma mi pare piuttosto banale che uno non si interroghi in maniera particolarmente approfondita sull'esistenza dell'eterosessualità, dal momento che la pulsione sessuale fra individui di sesso diverso è palesemente spiegata dall'esigenza EVOLUTIVA di procreare.

Detto questo, un biologo potrà legittimamente porsi la domanda "come mai alcuni indiviui provano pulsioni sessuali nei confronti di individui che NON possono dare loro dei figli?" Siccome le pulsioni sessuali hanno uno specifico SIGNIFICATO e un preciso COMPITO nel mondo di quegli esseri viventi che si moltiplicano mediante riproduzione sessuata, perchè un biologo non può chiedersi come mai esistano forme di attrazione sessuale alternative a quelle finalizzate alla riproduzione?

Capisco che una persona profana di metodo scientifico avrà difficoltà a "studiarsi" "sentendosi studiata" ma fai finta di essere un alieno che vuole girare un documentario sugli esseri umani. Una domanda sul funzionamento dell'orientameno sessuale... pardon, degli orientamenti sessuali, direi che è del tutto legittima.
E' che mi lascia un po perplesso l'approccio di questo tipo di ricerche e mi pone anche qualche interrogativo su un possibile secondo fine nell'iniziare una ricerca con delle idee proprie (in questo caso le idee comuni) piuttosto che appunto, con una certa oggettività che dovrebbe estrapolarle invece dal contesto...
Ma che approccio vuoi che si abbia?
L'uomo, anche l'uomo gay ( :lol: ), è un essere vivente: la biologia studia gli esseri viventi; ergo studierà anche tutte le loro caratteristiche e manifestazioni genotipiche e fenotipiche.

L'uomo, anche l'uomo gay, è un essere antropomorfo; l'antropologia, come sottobranca della biologia, studia le origini dei comportamenti e le manifestazioni dell'attività di quel particolare essere vivente che definiamo "essere umano"; ergo anche questa scienza fornirà il proprio apporto nell'indagare la strutturazione di tutte le caratteristiche socio-biologiche dell'uomo... fra esse, per esempio, anche l'orientamento sessuale.
In realtà poi, la risposta di ritorno al futuro ha tolto adesso quella sensazione, perchè è scritto ben chiaro che qui non si indaga la diversità, si indaga un aspetto dell'uomo come un altro, che è appunto l'orientameno sessuale.
Ok quindi non hai nemmeno letto quello che ho scritto, visto che ho sottolineato che gli studi cui facevo riferimento sono partiti proprio dal tentativo di individuare la sede cerebrale dell'orientamento sessuale (che è grossomodo l'INAH-3, il terzo nucleo interstiziale dell'ipotalamo anteriore) e ciò che ne influenza la formazione, cioè delle proteine la cui creazione è regolata da alcuni particolari geni. E se consenti, direi che la totalità degli esseri umani è a rigor di logica dotata della sede dell'orientamento sessuale, mica solo gli omosessuali.

Quello che si è cercato di fare è indagare il funzionamento di questa regione; e mi dirai... come si fa a capire come funziona questa bella macchinetta? semplice... FACENDO PARAGONI fra come funziona in un individuo che è attratto da persone dell'altro sesso e un individuo che è attratto da persone dello stesso sesso, per vedere fin dove si riesce a trovare correlazione fra meccanismi biologici e manifestazioni comportamentali.

Non riesco proprio a capire quale terribile sospetto paranoide possa celarsi dietro a tutto questo.

Cioè... a questo punto chiariamoci a scanso di equivoci...stai pure tranquillo che qualunque sia l'esito di questi studi sarai sempre odiato dalle persone omofobe e sempre amato da quelle con un minimo di sale in zucca. Al massimo avrai scoperto qualcosa di più su come "funzioni".
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da Nicomaco » mercoledì 31 agosto 2011, 14:06

Quanto è stato detto fino a questo momento mi induce a due brevi riflessioni.

A ben vedere, la distinzione tra eterosessuali e omosessuali può avere due diversi significati.
Innanzitutto può avere un significato puramente statistico, per indicare due gruppi di individui con orientamento sessuale numericamente differente.
E fin qui non mi pare che ci sia nulla di male nel fatto che la scienza la utilizzi, come non c’è nulla di male nell’utilizzare il termine “diversità” o “devianza” (sessuale) con il medesimo significato statistico.
La stessa distinzione e gli stessi termini possono avere invece una valenza etica o politica ed essere espressione dell’esigenza di distinguere i comportamenti approvati da quelli che non sono (ancora) approvati dalla società.
Ecco.
Mi pare che il problema dell’approvazione o della disapprovazione sia un problema cui la scienza non è strutturalmente idonea a rispondere, perché la scienza non formula prescrizioni di tipo etico o politico: come mi pare abbia anche espresso Telemaco nell'ultimo post, la scienza spiega e descrive, non prescrive.
Rispetto al nostro tema, direi che la scienza è comunque utile all’etica ad esempio quando afferma che, dal punto di vista rigorosamente scientifico (medico), l’orientamento omosessuale NON E’ una malattia e quindi, una volta che questa sia riscontrata in un soggetto, non può essere considerata da curare.
Insomma, entro i limiti che ho tentato di esporre, l’uso, da parte degli scienziati, della distinzione eterosessuali-omosessuali o del termine “diversi” per indicare gli omosessuali e dell’espressione “cause della diversità” per alludere alle origini (genetiche, biologiche, sociali ecc.) dell’omosessualità, non mi pare preoccupante e da evitare, né indice di cattive intenzioni degli scienziati.
Basta intendersi.

Rispetto, invece, al problema (o preoccupazione), che forse stava tra le righe dei post di marc090, non già di “curare” l’omosessualità che si sia già fissata in un individuo (operazione impossibile), ma di utilizzare la scienza con lo scopo di “prevenirla”, intervenendo sul DNA umano, alzo le mani, non avendo alcuna competenza in proposito.
Mi permetto tuttavia di osservare che, non essendo l’orientamento omosessuale una malattia, ma una variante naturale della sessualità umana, un intervento del genere, ancorché fosse ritenuto scientificamente efficace, finisce per intersecarsi – credo – con il più generale problema dell’ammissibilità delle pratiche eugenetiche sugli embrioni umani (pratiche che in generale sono vietate dalla carta di Nizza: ricavo la notizia da wikipedia).
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da marc090 » mercoledì 31 agosto 2011, 21:41

Ma che approccio vuoi che si abbia?
L'uomo, anche l'uomo gay ( ), è un essere vivente: la biologia studia gli esseri viventi; ergo studierà anche tutte le loro caratteristiche e manifestazioni genotipiche e fenotipiche.

L'uomo, anche l'uomo gay, è un essere antropomorfo; l'antropologia, come sottobranca della biologia, studia le origini dei comportamenti e le manifestazioni dell'attività di quel particolare essere vivente che definiamo "essere umano"; ergo anche questa scienza fornirà il proprio apporto nell'indagare la strutturazione di tutte le caratteristiche socio-biologiche dell'uomo... fra esse, per esempio, anche l'orientamento sessuale.
Beh, è questo il punto, quello su cui volevo in un qualche modo riflettere e/o far riflettere

Leggi queste citazione estrapolate dai vari post:
Se solo la scienza riuscisse a dimostrare che omosessuali si nasce e non si diventa si potrebbero mettere a tacere una volta per tutte molti omofobi
Indagare le cause dell'omosessualità è un quesito estremamente interessante dal punto di vista scientifico perché si tratta di un comportamento apparentemente disadattativo, cioè che, andando a intutito, dovrebbe sfavorire, dal punto di vista riproduttivo e quindi evolutivo, chi lo pratica
per quanto sia un comportamento palesemente antievolutivo, riesca a conciliarsi comunque con le teorie darwiniane e si mantenga costantemente nella popolazione umana in ogni epoca.
Nota cosa hanno in comune tutte queste frasi, e le due premesse sulle ricerche citate in particolare: partono con la considerazione personale degli scienzati che stanno indagando, che si tratti di un comportamento di svantaggio, un comportamento di evidente diversità rispetto alla somma dei comportamente dell'uomo.. ponendo come scopo quello di dimostrare il contrario..

Ora, è palese che da qualche punto si dovrà partire, ma da un approccio puramente oggettivo ci si aspetta anche che se un comportamento è in svantaggio o meno, lo decreti la teoria e l'indagine stessa e non le basi, le idee di partenza con cui viene formulata tale ricerca.

E' su questo che cerco di ribattere, sull'oggettività presunta, che secondo me manca alle basi della ricerca...

Per il resto stai tranquillo che potrebbero dimostrare qualunque cosa, di certo non è il risultato di una particolare ricerca che mi farà cambiare idea su me stesso o su gli altri in particolare... è che ovviamente mi aspetto rigore e di conseguenza rispetto, anche dagli scienziati che vogliono trattare un tema così pericolosamente strumentalizzato (che specifico non è una critica alla scienza ma appunto alle basi da cui partono tali ricerche).

Spero di averti chiarito la mia posizione comunque.
Rispetto, invece, al problema (o preoccupazione), che forse stava tra le righe dei post di marc090, non già di “curare” l’omosessualità che si sia già fissata in un individuo (operazione impossibile), ma di utilizzare la scienza con lo scopo di “prevenirla”, intervenendo sul DNA umano, alzo le mani, non avendo alcuna competenza in proposito.
E si dico anche pericolosamente strumentalizzato perchè una conseguenza possibile del partire con un approccio soggettivo è anche quella di utilizzare le conoscenze apprese, seconde le proprie idee, o quantomeno, impostarle e predisporle per tali possibili alternative... (ovviamente, un esempio)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da Telemaco » lunedì 12 settembre 2011, 16:45

Nota cosa hanno in comune tutte queste frasi, e le due premesse sulle ricerche citate in particolare: partono con la considerazione personale degli scienzati che stanno indagando, che si tratti di un comportamento di svantaggio, un comportamento di evidente diversità rispetto alla somma dei comportamente dell'uomo.. ponendo come scopo quello di dimostrare il contrario..
No non puoi assolutamente dire che si tratta di considerazioni PERSONALI degli scienziati.
Nessuno dice che l'omosessualità è una cosa cattiva o buona. Ma il fatto che sia un comportamento sessuale ANTIRIPRODUTTIVO, se me lo permetti, è INCONFUTABILE.

Dal punto di vista gelido del distaccato osservatore biologo l'attrazione sessuale fra esseri viventi che si riproducono con riproduzione sessuata ha solo una preminente finalità riproduttiva. E' per questo che un qualunque biologo quando si trova di fronte al fenomeno dell'omosessualità si chiede: " come mai si verifica un comportamento così antitetico con le basilari motivazioni GENETICO-ISTINTUALI che giustificano gli istinti sessuali DEGLI ESSERI A RIPRODUZIONE SESSUATA?"

Converrai con me che le MOTIVAZIONI genetico-istintuali dell'attrazione sessuale fanno ONTOLOGICAMENTE riferimento alla procreazione.

Quello che dici tu in pratica corrisponde al fatto di dire che è "prevenuto", "cattivo" o "di parte" lo scienziato che si chiede perchè il genitore voglia bene al figlio.

Per un individuo che non ha un approccio scientifico questa domanda è al limite dell'inspiegabile, perchè egli percepisce l'affetto genitoriale come un dato talmente scontato ed intrinseco a ciò che sente come "giusto" che non riuscirà ad assumere un punto di vista estrinseco.

Per l'antropologo o il biologo invece è lo spunto di partenza per indagare sullo sviluppo dell'istinto materno nei mammiferi come caratteristica evolutiva vincente che consente una tutela rafforzata della prole non autosufficiente.


PS: il termine "svantaggio" nel linguaggio della biologia evolutiva è un termine tecnico che indica tutte le caratteristiche che appaiono sfavorevoli alla prosecuzione della specie.
E di fatto LA PRIMORDIALE CARATTERISTICA BIOLOGICA VINCENTE per la prosecuzione della specie è FARE DEI FIGLI.
Vorrei anche sottolinearti il fatto che la terminologia utilizzata (svantaggio, sfavorevole, antiadattativo, antiriproduttivo) è una terminologia tecnica sempre usata in genetica evolutiva, non ha la benchè minima traccia di disvalore o di giudizio o di opinione: è una terminologia DESCRITTIVA.
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marc090
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Re: Domande: percentuale omosessuali? omosessualità ereditar

Messaggio da marc090 » lunedì 12 settembre 2011, 21:20

Per un individuo che non ha un approccio scientifico questa domanda è al limite dell'inspiegabile, perchè egli percepisce l'affetto genitoriale come un dato talmente scontato ed intrinseco a ciò che sente come "giusto" che non riuscirà ad assumere un punto di vista estrinseco.

Per l'antropologo o il biologo invece è lo spunto di partenza per indagare sullo sviluppo dell'istinto materno nei mammiferi come caratteristica evolutiva vincente che consente una tutela rafforzata della prole non autosufficiente.
E allora è questo il mio limite, io faccio riferimento unicamente alla mia realtà personale quando esprimo dei giudizi, delle opinioni.. prendi quello che ti ho detto come il punto di vista di chi è distante dalla ricerca biologica. Ti ho citato delle frasi, ma mi sembrava di cogliere in tutto il contenuto di quello che ho letto, quello che ti ho riferito... ovviamente, mi fido se mi dici il contrario, ma non ho chiesto per screditare bensì unicamente per sapere e capire.

Nessun terribile sospetto dunque, se non la domanda, che mi sembrava anche lecita, sull'affidabilità di tali ricerche, domanda che anche se rigirata rimane unicamente per capire...
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
Martin Niemoller


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