Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Che cosa sanno e che cosa pensano gli etero dei gay
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Toki79
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Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da Toki79 » venerdì 16 settembre 2011, 17:37

Ciao a tutti. Sono nuovo del forum e mi sono iscritto perché leggendo i vari interventi l'ho trovato molto interessante e volevo farvi conoscere il mio punto di vista.

Premetto che il mio intervento non deve essere letto in tono provocatorio ma solo come spunto per una riflessione e un confronto.

Nella mia cerchia di conoscenze, e per certi versi anche da me, gli omosessuali (quelli maschi) sono visti come dei pervertiti. Perdonate il termine un po' forte ma è proprio la realtà. Perchè pervertiti? Non perché omosessuali ma perché promiscui, dediti al sesso occasionale e con una quantità smisurata di partner. A conferma di ciò conosco molte storie che mettono i brividi...

Ma stanno proprio così le cose? Prima di leggere questo forum pensavo di sì, ma adesso sono contento di scoprire che i gay che vivono una vita sentimentale "normale" non sono poi così rari. Eppure, secondo me, la percentuale di gay votati esclusivamente al sesso sono tanti, forse troppi rispetto alla percentuale di gay in circolazione. Ne sono testimonianza i tanti interventi anche su questo forum di ragazzi che hanno avuto brutte esperienze con procacciatori di sesso e frequentatori di locali squallidi. (Piccola digressione: A tal proposito, non sono tanti, infatti, i posti per gay come discoteche, saune ecc. se confrontati con la versione etero dei suddetti come locali per scambisti ecc.?).

Allora sorge spontanea la domanda, perché questa differenza? Secondo me è da ricercare nel diverso modo di vedere la sessualità da parte degli uomini e delle donne.

Se ci fate caso, quanti uomini, potendo permetterselo, andrebbero con tantissime donne? Molti, la maggior parte di coloro che non agiscono in questo modo, sono frenati più che dall'etica dal fatto di non trovare delle donne disponibili. Quante donne, al contrario, cercano rapporti occasionali con molti uomini? Una minoranza. Basta guardare un qualunque sito di annunci erotici per rendersi conto di questa disparità. Ebbene, io ritengo che l'alta frequenza di satiri nei gay maschi sia dovuta alla loro componente maschile di sessualità, che non viene alterata solo perché è cambiato l'oggetto del desiderio. Costoro, purtroppo, infangano la reputazione di tutti, e finiscono per apparire come la regola agli occhi della maggior parte della popolazione.

Voi cosa ne pensate?
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Telemaco
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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da Telemaco » venerdì 16 settembre 2011, 18:10

premessa: Benvenuto! Forte l'avatar di Leone il Cane Fifone! :D

Dunque passiamo al resto. Ho letto anche su altri forum delle feroci e infinite discussioni nate proprio su questo tema.
Bisogna però cercare di essere obiettivi, di usare dati concreti, di usare TUTTI i dati del fenomeno che si vuole studiare prima di partire con le generalizzazioni.

Allora: da un lato è anche possibile che esistano molti ragazzi omosessuali piuttosto "libertini". Sì, ciò è indubbio, e fino a poco tempo fa la trovavo una cosa aberrante e poco spiegabile. Poi però mi sono guardato attorno: io ho di fatto solo amici etero perchè non sono dichiarato, e non mi pare proprio che essi abbiano modelli relazionali molto differenti.
Il maschio che "se ne fa quante più possibile" è un modello positivo e venerato, almeno entro certi limiti. E' definibile come "puttaniere", e la valutazione sociale di cui gode va dall'ammirazione-invidia da parte degli altri maschietti etero, all'odio-amore da parte delle ragazze. Ecco, invece già la ragazza che "se ne fa quanti più possibile" gode di una considerazione decisamente... diversa. Essa sarà classificata come "puttanella" e la considerazione di cui godrà andrà dallo spregio-interesse morboso da parte dei maschi, all'disprezzo-timore reverenziale da parte delle altre ragazze.
Se poi il ragazzo è gay e fa il dongiovanni, allora è pervertito. Uhm.

Sinceramente confesso che non so esattamente da dove partano queste schematizzazioni: ciò che ho esposto sopra parte da una semplice osservazione del sentire comune: sentire comune che ovviamente nel momento in cui viene "trascritto" appare decisamente ridicolo, ma in fondo mi pare siano proprio questi i meccanismi di base di questo genere di discorsi. Essi tuttavia, dopo un'analisi più accurata, sono tentativi di generalizzare dei parametri di comportamento universali che si scontrano tanto nel mondo gay, quanto nel mondo etero.

Da un lato le persone con una più rigorosa visione affettiva del sesso, (in cui direi di potermi meglio riconoscere), e dall'altro persone con una più disinibita visione ludica del sesso.

Dicendo persone, voglio sottolineare che non si può andare oltre nelle classificazioni. Intendo dire che la visione che uno ha del sesso, delle relazioni sentimentali, dei rapporti di intimità ecc... è un qualcosa di completamente AVULSO tanto dal proprio sesso, quanto dal proprio orientamento sessuale. Questa visione deriva infatti da ben altri fattori, come il livello culturale, le influenze religiose, la mentalità dei genitori, l'ambiente sociale, le frequentazioni abituali, ecc ecc.

Il problema che tu percepisci ponendoti questa domanda è quello del "discredito" che omosessuali più "libertini" apporterebbero all'idea dei gay nel mondo etero.

E' un tema interessante che però soffre di un difetto di fondo: anche il mondo eterosessuale straborda di perversioni di ogni genere, di comportamenti "libertini" di ogni grado e livello; eppure questi comportamenti non vengono MAI presi come criterio per stereotipizzare l'intero mondo eterosessuale. Perchè?

Per un motivo basilare: gli omosessuali, di regola, sono DEL TUTTO INDISTINGUIBILI dagli eterosessuali. Perchè appunto l'orientamento sessuale NON è correlato alla visione che uno ha del sesso.
Dunque un osservatore che NON conosce ragazzi gay crederà che sia gay solo ciò che risulta visibile: cioè quella fettina di persone che OLTRE ad essere gay, E' ANCHE appariscente.

Ma si tratta di un'estensione indebita di caratteristiche di una minoranza (appariscente) su una maggioranza (invisibile).

D'altra parte se io adesso mi mettessi a giudicare l'intero mondo delle persone eterosessuali basandomi su ciò che si può vedere in un qualunque Night Club... mi manderebbero a quel paese.
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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da Toki79 » venerdì 16 settembre 2011, 18:30

Ciao Telemaco, grazie per il tuo intervento e per il complimento riguardo l'avatar.

In effetti è interessante la riflessione che fai sulla considerazione di cui gode un uomo o una donna a comportarsi in un certo modo, ma io non sono convinto che sia quello il fattore fondamentale che determina la diversità di comportamento (in media ovviamente) tra i due sessi. Ritengo sia più un fattore biologico, ancestrale, legato alle nostra natura, che favorisce un'inclinazione piuttosto che un'altra (nel caso dell'uomo quella libertina, nel caso della donna quella affettiva e mono-partner).

Con questo non voglio giustificare il comportamento libertino per gli uomini perché grazie al cielo non siamo solo istinto e pulsioni sessuali ma abbiamo anche la capacità di ragionare, però secondo me questo è il motivo di fondo di questa diversità.
anche il mondo eterosessuale straborda di perversioni di ogni genere, di comportamenti "libertini" di ogni grado e livello; eppure questi comportamenti non vengono MAI presi come criterio per stereotipizzare l'intero mondo eterosessuale. Perchè?

Per un motivo basilare: gli omosessuali, di regola, sono DEL TUTTO INDISTINGUIBILI dagli eterosessuali. Perchè appunto l'orientamento sessuale NON è correlato alla visione che uno ha del sesso.
Dunque un osservatore che NON conosce ragazzi gay crederà di vedere solo ciò che risulta visibile: cioè quella fettina di persone che OLTRE ad essere gay, E' ANCHE appariscente.

Ma si tratta di un'estensione indebita di caratteristiche di una minoranza (appariscente) su una maggioranza (invisibile).

D'altra parte se io adesso mi mettessi a giudicare l'intero mondo delle persone eterosessuali basandomi su ciò che si può vedere in un qualunque Night Club... mi manderebbero a quel paese.
E' vero, ma io sostengo (o per lo meno ho l'impressione, magari è sbagliata) che nel caso degli omosessuali maschi la maggioranza sia quella libertina (per i motivi di cui sopra) e questo produca lo stereotipo che si ha generalmente dei gay come dei pervertiti.

In fondo se ci pensiamo, qual è la densità dei locali per libertini pesata rispetto alla popolazione target? (Ovvero quella etero e quella gay). Non possiedo dati alla mano, ma ho come la sensazione che sia maggiore nel caso dei gay. Secondo me, la causa è appunto da ricercare nel tipo di sessualità maschile che hanno e che però non viene frenata da una controparte riluttante a quel tipo di comportamento (come accade per gli etero).

EDIT
Però posso sbagliare, è solo un'idea, non ci metterei la mano sul fuoco. In effetti se la minoranza è invisibile, come scrivi tu, per definizione non potrei vederla, al contrario di quelli appariscenti che vedrei quindi erroneamente come una maggioranza. Il problema è che i gay maschi che ho conosciuto (anche se solo superficialmente, amici di amici per così dire) erano del tipo libertino, mai di quello posato. Ovviamente potrebbe essere stato un caso, mai costruire una statistica su un campione troppo ridotto, ed è anche per questo che ho cercato il vostro parere.
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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da serpentera » venerdì 16 settembre 2011, 19:45

Ciao toki,benvenuto sul forum! :)
Sai,anche io riflettendo tra me e me ho avuto spesso la tua stessa sensazione...
Però una domanda mi sorge spontanea:"dunque,supponiamo che la nostra teoria è vera,anche le ragazze lesbiche sarebbero,come le colleghe etero,più sentimentali quindi meno propense alla promiscuità rispetto ai colleghi maschi?"

In ogni caso credo che anche ciò che dice telemaco riguardo alla realtà gay visibile ai più è valido;diciamo che entrambe le vostre teorie fanno apparire l'uomo omosessuale come un "pervertito" agli occhi degli etero! :?

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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da progettogayforum » venerdì 16 settembre 2011, 20:51

Mi permetto un rinvio ad un post in cui ho cercato di affrontare l'argomento sulla base di dati oggettivi:
viewtopic.php?f=23&t=980

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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da Toki79 » venerdì 16 settembre 2011, 22:28

Però una domanda mi sorge spontanea:"dunque,supponiamo che la nostra teoria è vera,anche le ragazze lesbiche sarebbero,come le colleghe etero,più sentimentali quindi meno propense alla promiscuità rispetto ai colleghi maschi?"
Secondo la mia teoria sì.

Però l'intervento che ha linkato progetto potrebbe aver introdotto qualche altro fattore per spiegare la presunta promiscuità degli omosessuali (oltre ad avere avuto il merito di citare informazioni più scientifiche e obiettive a riguardo). In particolare l'elemento di paura della solitudine potrebbe spingere alcuni ad assumere comportamenti più libertini. In ogni caso i dati da lui citati mi hanno colpito molto, cito
Questo studio che ha analizzato un campione di 3502 donne e uomini di ogni età arriva alla conclusione che il 48% dei gay ha avuto meno di 20 partner in tutta la vita dato praticamente identico a quello della popolazione maschile etero. Devo sottolineare che lo studio di Barbagli e Colombo si riferisce a gay dichiarati. In effetti, quello che rilevo da un osservatorio privilegiato come Progetto Gay, che si occupa soprattutto di gay non dichiarati, non fa che restringere ulteriormente quel numero di 20 partner che lo studio di Barbagli e Colombo attribuisce ai gay dichiarati ad un numero orientativamente compreso tra 5 e 10. Questo significa che per i gay dichiarati la promiscuità sessuale è di fatto identica a quella degli etero e per i gay non dichiarati è significativamente minore.
Circa 1 gay su 2 è promiscuo (con 20 partner come elemento di separazione), dato analogo agli etero (stupidamente avrei pensato che gli etero promiscui fossero molti meno di quella percentuale). Quindi i gay non sono così promiscui come sembrano? (o gli etero lo sono di più di quello che sembrano?). Possibile? Questa notizia mi sconcerta...

Tra l'altro io ho avuto meno di 10 partner, sono quindi significativamente meno promiscuo di un eterosessuale medio?
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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da marc090 » venerdì 16 settembre 2011, 23:41

Secondo me il problema sta alla base... c'è una mancata volontà di immedesimarsi in coloro che vengono criticati nei loro gusti più intimi e personali, in coloro che sono addittati per le loro preferenze sessuali...

Come si può biasimare coloro che vanno in cerca di chissà quali avventure... se per tutta la vita gli si impedisce di vivere normalmente? Dico... ovviamente ci saranno tutte le eccezzioni del caso, ma sinceramente più che una pericolosa promiscuità, in tutto questo, io ci vedo più una ricerca di affetto, una ricerca di attenzione, coinvolgimento e normalità che manca nelle loro vite fin da quando capiscono di essere "diversi" o perlomeno vengono abituati a tale concetto...

Forse è un parere un po' di parte è vero, ma secondo me dietro quella ricerca sfrenata del partner che può caraterizzare chiunque di noi (umani)... si nasconde anche un profondissimo disagio...

E a questo punto non è un discorso tanto di etero quanto di gay... ma più che altro sugli effetti che davvero può avere una pressione così esasperante da parte dae mondo esterno... verso qualcosa di così intimo, di così personale.. che semplicemente non dovrebbe esistere..

E per la cronaca, ho un po' esasperato il concetto, ma tutto questo si può riassumere secondo me, col fatto che rigorosamente bisogna immedesimarsi negli altri prima che condannarli, per capire i loro modi di fare e di essere.

Edit: siccome era fraintendibile, condannarli dal punto di vista teorico...
Ultima modifica di marc090 il sabato 17 settembre 2011, 13:10, modificato 1 volta in totale.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da Telemaco » sabato 17 settembre 2011, 11:34

Altra considerazione interessante che mi è stata fatta presente quando mi sono posto la tua stessa domanda; la chiamerei... la "falsatura del punto di vista":

1) I ragazzi etero delusi da relazioni amorose si lamenteranno del fatto che "le femmine cercano solo sesso!"

2) Le ragazze etero deluse da relazioni amorose si lamenteranno del fatto che "i maschi cercano solo sesso!"

3) I ragazzi gay delusi da relazioni amorose non potranno che lamentarsi necessariamente del fatto che "i maschi cercano solo sesso!"

Non potrebbe essere altrimenti :mrgreen:
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Alyosha
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Messaggio da Alyosha » sabato 17 settembre 2011, 11:43

Toki79 innanzitutto benvenuto. Ho riflettuto molto sul tema che poni e sulle ragioni che portano poi i gay a non impegnarsi in relazioni serie. I motivi in realtà penso siano tanti. Penso come te che innanzitutto centri il fatto di essere maschi. Come dici tu, quanti ragazzi se si trovassero disponibilità di rapporti occasionali con donne lascerebbero perdere? In effetti penso proprio sia così, solo che generalmente un eterosessuale dopo una prima fase di sperimentazione (dopo essersi "divertito", come si suol dire), vuoi per una sorta di pressione sociale, vuoi per un esigenza di stabilità e crescita interiore, si cimenta in relazioni più stabili e in questo ovviamente è supportato dalla famiglia e dalla società. Per un gay invece è diverso, perché è completamente solo in questo percorso e rischia di ritrovarsi impantanato in questo genere di rapporti anche per tutta la vita. La via che lo porterebbe a relazioni serie è oggettivamente tutta in salita. Un gay nella ricerca di incontri occasionali nei fatti si gettizza e la possibilità di guadagnare una visione oggettiva della cosa diventa realmente complicata.
A questo bisogna aggiungere secondo me una certa "fifa" tutta maschile. La donna è più predisposta a lasciarsi andare emotivamente, ad abbondonarsi all'altro: l'uomo no. Anche in questo caso quanto contino le predisposizioni sociali e quanto invece quelle biologiche proprio non so dirti.
Quello compiuto rispetto ai gay è chiaramente una forma di gettizzazione. Questi ritrovi gay mi paiono più un posto dove ammucchiarci, lontano da occhi cui possiamo dare fastidio, che spazi in cui un gay può realmente realizzarsi. Rispetto a tutti gli altri fenomeni di gettizzazione vedo però differenze sostanziali. Un gay non ha una comunità di appartenenza originaria che lo possa aiutare a costruire la sua identità e a rassicurarlo. La famiglia di un nero è nera anche lui e lo sosterrà, quella di un gay no e anche se può accettarlo in essa un gay non può trovare forme di riconoscimento e confronti reali.
Anche successivamente la "comunità" per un gay è difficile da ottenere. Il problema reale è ovvio: un gay che incontra altri gay ha come interesse primario costruire una relazione di coppia, realizzare la propria individualità, non quello di partecipare ad una comunità.
A questa difficoltà di formare una comunità reale, si aggiunge un ulteriore elemento. Un gay può nascondersi facilmente e a quel punto le alternative diventa due:o l'isolamento o la promiscuità. Queste sono le vie "maestre" che ti propone una società "tollerante". La strada che richiede un impegno concreto a realizzare la propria persona al di là di tutto, quella che privilegia come interessse principale le amicizie, quella che comporta serietà e maturità nell'intraprendere relazioni di coppia è davvero tutta in salita per un gay.
Questa ovviamente non è una giustificazione delle singole scelte individuali, ma quando i comportamenti sono così diffusi c'è sempre da interrogarsi sulle ragioni che li inducono.

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Toki79
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Re: Come sono visti i gay dagli etero che conosco io.

Messaggio da Toki79 » lunedì 19 settembre 2011, 11:22

A questa difficoltà di formare una comunità reale, si aggiunge un ulteriore elemento. Un gay può nascondersi facilmente e a quel punto le alternative diventa due:o l'isolamento o la promiscuità. Queste sono le vie "maestre" che ti propone una società "tollerante". La strada che richiede un impegno concreto a realizzare la propria persona al di là di tutto, quella che privilegia come interessse principale le amicizie, quella che comporta serietà e maturità nell'intraprendere relazioni di coppia è davvero tutta in salita per un gay.


Grazie boy, a questo non avevo pensato. In effetti, come scrivi anche tu, le motivazioni sono diverse e ognuna contribuisce un po' a favorire quel tipo di condotta. Siete tutti molto saggi qui.
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