Un C.O. improvvisato

La difficoltà di uscire allo scoperto
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marc090
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Un C.O. improvvisato

Messaggio da marc090 » mercoledì 21 settembre 2011, 15:07

Premetto che il post ha uno stile un po' confusionario... l'ho scritto esattamente come mi venivano le parole in mente per rendere l'idea dei pensieri attuali, spero solo di non averlo reso incomprensibile comunque! :)

Ciao a tutti quanti... era da un po' che non postavo ma vi posso giurare.. ho i miei buoni motivi! :)

Comunque... la verità è che non avrei mai e poi mai pensato di scrivere in questa sezione... parlando di me... fa un effetto un po' strano esser qui a ritrattare un sacco di idee che credevo ben consolidate...

Beh, che dire... l'altro giorno... 3 giorni fa esattamente, non ho resistito... ero ormai da mesi interrogandomi sulla necessità di un C.O... da mesi chiedendomi se ne sarebbe valsa la pena, se avrei avuto dei vantaggi e se in ogni caso mi sarebbe convenuto... Era anche il periodo in cui mi interrogavo se è bene far le cose per principio o se è bene farle per raggiungere semplicemente quello che si vuole.... o insomma... il periodo di dubbi e risposte che accompagna il cambiamento penso :)

E' terribile a dire il vero parlare così liberamente, perchè mi sento veramente in colpa con me stesso, per non aver tenuto fede ai principi con cui mi sono sempre mosso... facendo ciò che sentivo e non quello che semplicemente andava fatto...
Diciamo, che in un periodo di enormi dubbi e grossi cambiamenti... quando ho pensato al C.O. l'altro giorno... ho voluto provare, non ben spinto da profonde riflessioni, ma più semplicemente spinto da una fortissima esigenza di cambiare, di tornare a controllare la situazione e smettere di esserne succube...

Ne ho parlato unicamente con mia madre, che il primo giorno sembrava averla presa bene, mentre il secondo è giunta a farmi una scena vagamente pietosa... in cui mi paragonava ad una femminuccia e dava sfogo a tutti i suoi pregiudizi più reconditi... era chiaro che non lottava contro di me... lottava contro se stessa, lottava contro quello che le era stato insegnato ed era terribilmente ansiosa di aver un qualche riscontro positivo nelle sue parole... da parte mia...
Avrebbe voluto probabilmente andarci giù ancora più pensantemente, insultarmi a morte per il danno che le avevo fatto... ma più andava avanti, più mi rendevo conto che anche lei faceva grossa fatica a sostenere tutte le assurdità che le uscivano di bocca...

Ora, giunge a ritenermi colpevole di una scelta che non si capisce come, minerà seriamente i suoi equilibri interiori, mi tiene rancore, mi guarda con astio...

Eppure... anche se ho preso la scelta estremamente a cuor leggero, anche se ho fatto la scelta nel modo più impudente possibile.... Mi viene da chiedermi se davvero abbia fatto così male a confidare nella fiducia di mia madre...

Forse è solo questione di tempo ovviamente, ma secondo voi è davvero così assurdo confidare nella comprensione di chi ci ha cresciuto? Credo proprio di aver fatto questo C.O. anche per principio.... per dimostrare a me stesso, forse anche al mondo, che il rapporto che c'è con chi si vuole bene è più forte delle robaccie che fin da piccoli ci inculca questa società decisamente malsana...

Non so... lo scrivo sia per convidivere tutto questo con voi e dare lo spunto a chi vuole, per riflettere e per chiedere consiglio... se ho davvero fatto così male... a condifidare in tutto e per tutto sulla fiducia di mia madre... :)

Ovviamente è tutta questione di pareri, la mia scelta l'ho fatto e se l'ho fatta ovviamente ci sarà un(dei) motivo... anche se non riesco a non interrogarmi, ora, sulla bontà reale di questa scelta... se insomma... non ho caricato di fin troppe illusioni di fin troppe idealizzazioni, il rapporto con mia madre rispetto a quello che da piccola gli è stato insegnato... :|
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da Anemone » mercoledì 21 settembre 2011, 15:43

Ciao Marc090

nei confronti di mia madre io ho vivo un'esigenza simile alla tua: è la persona a cui tengo maggiormente e ho sempre desiderato il suo appoggio e la sua fiducia, più di quella di qualsiasi altro, soprattutto sulla mia natura omosessuale. Non gliene ho mai parlato tuttavia, proprio perché mi sono fatto molti scrupoli simili ai tuoi (tu li hai chiamati principi): lo faccio per egoismo, non considerando che potrei ferirla? se non lo accettasse, se non fosse pronta?
Il vero problema però è un altro, ed è il solo vero motivo che mi trattiene: non riesco a parlargliene perché non sono pronto io; ma questo l'ho capito col tempo. Io ho una fiducia cieca nell'amore di mia madre, e so che gradatamente lo accetterebbe. Ma non sarebbe un percorso facile: soffrirebbe, dovrei aiutarla ad abbattere i pregiudizi, dovrei anche tollerare un iniziale rifiuto, accettare anche insulti come è capitato a te. Insomma dovrei essere forte per me stesso, e soprattutto per lei: non si può biasimare un genitore se è vissuto in una società omofoba e ne ha assorbito la mentalità. Poiché non possiedo ancora in me equilibrio e forza necessari, continuo a tacere: la ragione ha prevalso sull'impulso.
Ti dico una cosa ad ogni modo. Nei miei vari coming out, la ragione mi ha sempre scoraggiato, e per questo li ho procrastinati per tempi lunghissimi; quando alla fine sono arrivato a dichiararmi, non è mai stato per convinzione razionale, ma sempre perché l'impulso ha preso il sopravvento in particolari situazioni. E non è detto che sia un male: da come ho capito sei un ragazzo riflessivo, quindi se hai "sentito" di fare ciò che hai fatto, non è stata superficialità, ma sicuramente il tuo animo sentiva che era il momento e che gli ostacoli razionali che ti creavi, non erano ragioni abbastanza valide. Può essere stato perché ne hai bisogno per maturare, perché non vuoi allontanarti da tua madre, perché sei forte e puoi affrontare la cosa, o forse sapevi che a furia di rifletterci non avresti mai trovato delle buone ragioni per dichiararti e quindi il modo era questo: il tuo cuore sa quale sia il motivo, tu lo capirai pian piano. Per ora non abbatterti, affronta la situazione con coraggio e a testa alta. Concedi a tua madre tutto il tempo di cui ha bisogno; falle capire che tu non sei diverso rispetto a ieri; litigaci, facci pace, fatti aggredire, aggrediscila tu, passate tempo insieme: il conflitto è indice d'amore, non di distanza, ricordalo.
La ragione è prudente, il cuore è un enigma: gioca d'azzardo e non ti semplifica mai la vita, ma la rende più piena se affronti con coraggio e senza scoraggiarti le conseguenze delle sue scelte. Per cui non passare tempo a pentirti, mettiti all'opera. Vorrei aver avuto io la tua "incoscienza". E chissà...

Un abbraccio

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marc090
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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da marc090 » mercoledì 21 settembre 2011, 15:59

Grazie mille anemone :) me ne ricorderò :)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Alyosha
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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da Alyosha » mercoledì 21 settembre 2011, 16:11

Caro marc ovviamente a cose fatte non ha alcun senso ragionare sull'opportunità di farle o meno. Ne penso che tu in questo momento abbia bisogno di riflessioni astratte sui coming out. Mi colpisce molto il tuo atteggiamento complessivo e questa calma che tutto sommato mostri. Non sò... ma ad occhio mi pare più una provocazione che lanci, che non un tentativo di confidarti. Magari in questo periodo di forti dubbi e ripensamenti ti sei sentito di doverti "rifugiare" dentro il ventre materno o darti un argine in qualche modo rassicurante, dei paletti. Anche qui a noi porgi l'argomento come se volesssi essere biasimanto... Non so ben dirti, ma è un pò l'impressione che mi dai. Al che mi viene da chiderti, cosa c'è che ti preoccupa così tanto...
Comunque sia non sarei troppo scoraggiato dalla reazione di tua madre. Può sembrare delle peggiori, ma secondo me la peggiore in assoluto sarebbe l'indifferenza. Dichiarare in modo aperto i propri dubbi e perplessità senza girarci attorno è già un modo per risolverle. Piano piano le cose si normalizzeranno secondo me.

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marc090
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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da marc090 » mercoledì 21 settembre 2011, 16:41

boy-com ha scritto:Caro marc ovviamente a cose fatte non ha alcun senso ragionare sull'opportunità di farle o meno. Ne penso che tu in questo momento abbia bisogno di riflessioni astratte sui coming out. Mi colpisce molto il tuo atteggiamento complessivo e questa calma che tutto sommato mostri. Non sò... ma ad occhio mi pare più una provocazione che lanci, che non un tentativo di confidarti. Magari in questo periodo di forti dubbi e ripensamenti ti sei sentito di doverti "rifugiare" dentro il ventre materno o darti un argine in qualche modo rassicurante, dei paletti. Anche qui a noi porgi l'argomento come se volesssi essere biasimanto... Non so ben dirti, ma è un pò l'impressione che mi dai. Al che mi viene da chiderti, cosa c'è che ti preoccupa così tanto...
Comunque sia non sarei troppo scoraggiato dalla reazione di tua madre. Può sembrare delle peggiori, ma secondo me la peggiore in assoluto sarebbe l'indifferenza. Dichiarare in modo aperto i propri dubbi e perplessità senza girarci attorno è già un modo per risolverle. Piano piano le cose si normalizzeranno secondo me.
Biasimato no boy-com, a dire il vero credo che lo riterrei particolarmente lesivo... :) Più che altro, è vero quando dici che c'è qualcosa di un po' strano nel modo in cui espongo la cosa... beh, non è tanto per sapere se davvero ho fatto bene o meno a fare questa scelta.. diciamo che la domanda era più per rifletterci sopra che per dargli un senso oggettivo..... No, più che altro... la domanda vera che mi pongo dopo tutto questo... e altro, oserei dire... è se davvero, tutto quello che costruiamo, tutti i nostri rapporti più cari e importanti, possono venir facilmente schiacciati, sotto il peso di valori che poco ci appartengono, di insegnamenti privi di reale significato e forse più in larga parte, di quella somma di insegnamenti e lezioni di vita che acquisiamo da una società che semplicemente... non ci vuole...che ha perso il contatto mi sembra, con la vita vera...

Il mio dubbio è se davvero possa esserci una via d'uscita, oppure se vale la pena smettere di arrovellarsi, e iniziare a dare al mondo un'altra prospettiva...un altro punto di vista... Poi a tutti gli effetti, quello che è davvero, si vede con la vita di tutti i giorni, ma capire... sarebbe già un bel modo per sentirsi sollevati... :) (che è un sorriso a metà in realtà...)

p.s comunque a dire il vero, qui hai colto in pieno boy-com.... :)
Magari in questo periodo di forti dubbi e ripensamenti ti sei sentito di doverti "rifugiare" dentro il ventre materno o darti un argine in qualche modo rassicurante, dei paletti.
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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barbara
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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da barbara » mercoledì 21 settembre 2011, 17:42

Caro MarcO, sul mio comodino in questi giorni c'è un libro che ci è finito un po' per caso (ma davvero a volte ci sono libri che sembrano perseguitarci..)
Me l'aveva mostrato una settimana fa una mia amica e ne è ritornata fuori un'altra copia , così ho provato a sfogliarlo.
Il titolo è "Debellare il senso di colpa" e l'autore si chiama Lucio Della Seta.
Nelle prime pagine (quelle che ho potuto leggere) c'è una riflessione interessante su quanto sia radicato questo sentimento nella cultura dell'umanità. Questo sentimento che è come un vampiro , pronto a nutrirsi delle nostre energie e della nostra voglia di metterci in gioco, di lasciarci andare. Forse queste poche righe che ho letto mi hanno condizionato, non lo so, ma mi ha molto colpito che questo sentimento in te sia stato così forte da superare addirittura il dolore che si legge nelle tue parole.
Certe frasi fanno molto male , specie se a dirle è la persona che più abbiamo amato nelle nostra vita ( e un figlio è così che in genere ama un genitore, in particolare la madre) e da cui ci aspettiamo un abbraccio. Magari non razionalmente, ma emotivamente quell'abbraccio ce lo aspettiamo.
Mi sento di dirti che, per come la vedo io ,non è sbagliato nemmeno pretenderlo quell'abbraccio. E' la situazione che c'è fuori di te che è sbagliata. E quando si vive per anni oppressi dal silenzio è più che umano non farcela più, a dispetto di ciò che abbiamo programmato di fare.
Tua madre avrà certo bisogno di tempo, avrà le sue ragioni , ma è ovvio che non sei tu a essere responsabile della sua sofferenza, semmai al momento è proprio il contrario.
Ma si sa, il senso di colpa ci invade, anche quando la logica ci dice che non c'è alcuna colpa. E allora è utile cercare di distinguere le due cose.
Può essere molto importante farlo, sia per noi stessi, che per decidere che atteggiamento intendiamo tenere con le persone che ci suscitano questo sentimento.
Poi sul fatto se sia bene o male ciò che è accaduto, sai io sono un po' fatalista oppure troppo realista... Una volta ero molto razionale, ma più passa il tempo, più ho l'impressione che non sono molte le cose che possiamo controllare . Quando crediamo di farlo in realtà siamo noi a essere controllati da quella che è solo una pia illusione. Credo che la vita non sia come un lago, ma piuttosto come un mare , dove possiamo navigar tranquilli oggi e ribaltarci domani. Il capitano più esperto è quello che si aspetta di essere travolto prima o poi da onde impreviste , ma non si dà per vinto.
Abbi coraggio e vedrai che col tempo le cose andanno meglio.
Un abbraccio forte
Barbara

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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da Alyosha » mercoledì 21 settembre 2011, 20:22

marc090 la prima parte delle cose che ti scrivevo era molto legata alla seconda. A volte sentiamo l'esigenza di essere "rimproverati" un pò per essere visti l'altro pò per l'esigenza che qualcuno si prenda cura di noi. Sinceramente penso che non abbia senso porsi dubbi sulle cose già fatte, conviene semplicemente rifletterci su per capire come si vuole proseguire. Magari vorresti un livello di confidenza con i tuoi che ti permetta di essere te stesso. Ragionando su quello che scrivi in effetti è molto frustrante pensare che i nostri sentimenti sono in balia del peso di regole, convenzioni. Però sono sempre stato convindo che le persone possano essere "educate" a qualunque età e che è sempre importante mettersi in gioco. Ecco perché tutto sommato non vedo come una cosa terribile il fatto che tua madre ti abbia esposto le sue paure e pregiudizi così per come li vive per adesso. Vuol dire che innanzitutto è sincera, spaventata probabilmente, ma in buona fede. Sono abbastanza convinto che col tempo le cose si sistemeranno, se avrai la pazienza di non mollare la presa. Quando dici a tua madre di essere gay con buona probabilità non le dici nulla che abbia senso per lei. Probabilmente parlarle dei tuoi sentimenti, delle tue paure, incertezze e problemi la rilasserebbe di più e la aiuterebbe a riprendersi il suo ruolo di mamma. Non è facile immagino neanche per te venire allo scoperto fino infondo, ma come dire... a che sei in ballo balla e un tentativo puoi provare a farlo. C'è serietà, profondità, sensibilità, sofferenza, amicizia, soliderietà e amore dietro la tua omosessualità, magari puoi sollevare la patina che crea questa parola e farle vedere il resto.
Magari non razionalmente, ma emotivamente quell'abbraccio ce lo aspettiamo.
Condivido molto questa cosa che ha scritto Barbara che comunque fornisce ssempre il punto di vista di una mamma. Guardando un pò alla mia esperienza penso proprio sia questo il bisogno originario.

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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da marc090 » mercoledì 21 settembre 2011, 21:17

Ripensandoci... si in realtà c'è anche un po' di polemico nel mio atteggiamento... non mi aspettavo che le cose sarebbero andate bene in realtà, ma più come diceva barbara, quell' abbraccio me lo aspettavo davvero, in ogni caso...

E' un discorso più ampio quello che faccio col mondo e in realtà con me stesso... se davvero valga la pena costruire e confidare nei legami eterni, sia essi di profonda amicizia o legami ancor più instaurati.... oppure se semplicemente giungere alla comprensione di un mondo, che non può/vuol darmi quello che chiedo...(e la polemica con questo mondo inizia non appena mi chiedo il perchè)

Ovviamente, se avessi voluto tornare indietro, ora non sarei qui a parlare di questo post :) però... mi sento naturale, pormi davvero interrogativi importanti come il legame tra madre e figlio messo a confronto con gli insegnamenti della società in cui viviamo.... Non ho dubbi che il primo possa essere più forte ma spesso mi viene semplicemente la paura di idealizzare troppo tutto quanto... e più semplicemente, mi viene da chiedermi se davvero mi devo aspettare una soluzione serena, o imparare dalla situazione di ora, per scegliere con cura i miei prossimi passi...

Per il resto... in realtà con il post di anenome mi sento decisamente più libero da colpe e necessità del caso... anche se la situazione, in realtà, si sta evolvendo così rapidamente, che non sono sicuro sia il caso di abbandonarsi a previsioni e considerazioni effettive :)
Per prima cosa portarono via i comunisti, e io rimasi in silenzio perché non ero un comunista. Poi se la presero coi sindacalisti, e io che non ero un sindacalista non dissi nulla. Poi fu il turno degli ebrei, ma non ero ebreo.. E dei cattolici, ma non ero cattolico... Poi vennero da me, e a quel punto non c'era rimasto nessuno che potesse prendere le difese di qualcun altro.
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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da Alyosha » mercoledì 21 settembre 2011, 22:12

Sei un ragazzo sveglio e non ho dubbi sul fatto che saprai gestire al meglio la situazione, mostri di avere la testa sulle spalle e per tutte le volte che avrai interrogativi da porre siamo qua a ragionarle assieme. Sempre in gamba!

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Re: Un C.O. improvvisato

Messaggio da marc090 » giovedì 22 settembre 2011, 0:39

boy-com ha scritto:Sei un ragazzo sveglio e non ho dubbi sul fatto che saprai gestire al meglio la situazione, mostri di avere la testa sulle spalle e per tutte le volte che avrai interrogativi da porre siamo qua a ragionarle assieme. Sempre in gamba!
Grazie boy-com :) e grazie a tutti comunque :) è sempre un piacere scrivere nel forum
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