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da Geografo » mercoledì 10 dicembre 2014, 19:16
Ho voluto rispolverare questo vecchissimo post perché mi è sembrato di capire che avesse generato molta attenzione e mi dispiace che sia stato improvvisamente abbandonato. Personalmente, parto dall'idea che i luoghi che mirino al ritrovo di gay (bar gay, discoteche gay, gay village e così via) non siano altro che i cosiddetti "ghetti", e si tratta di posti che richiamano non pochi gay: ovviamente non la maggioranza, che vivono la loro omosessualità con discrezione, ma comunque penso che non siano così pochi i gay frequentatori di questi ghetti, altrimenti non si spiegherebbero come mai funzionino così a gonfie vele. Diverso è il discorso se parliamo di luoghi che nascono come occasioni di dibattito, di confronto e di espressione delle proprie opinioni: un esempio ne è questo forum. Ovviamente in questo caso non si tratta di ghetti, poiché luoghi come questo sono dediti ad una sana chiacchierata e non all'abbordaggio e alla formazione di una ridicola subcultura basata sull'orientamento sessuale (come invece avviene nei ghetti). Dunque, l'Arcigay dovrebbe, come questo forum, essere un luogo di dibattito e di dialogo, tra l'altro non si può parlare di "ghetto", perché in teoria è aperto anche a persone eterosessuali. Al di là del dibattito e del dialogo, penso che a un giovane ragazzo gay faccia anche piacere conoscere e confrontarsi con altri coetanei che vivono una situazione simile alla sua. Il problema è che l'Arcigay, seppur in linea teorica sembra che segui questa linea di pensiero assolutamente condivisibile, nasconde a parer mio una realtà ben diversa. Prima di tutto, non dimentichiamoci che, seppur si presenti come un'associazione che lotta l'omofobia e promuova i diritti degli omosessuali, è a causa di questa se si diffondono saune gay, discoteche gay e dark room. Infatti, in molte di queste è richiesta la "tessera dell'Arcigay", da ciò deduco che dietro ci sia un giro d'affari non da poco. La cosa buffa è che magari cercano anche fare di campagne di sensibilizzazione per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili o campagne per far capire che i gay non sono (almeno la maggior parte) dediti a una vita promiscua ma sono persone che amano allo stesso livello di un etero, e poi aprono questi posti dove si consumano vere e proprie orge e non c'è alcuna prevenzione nell'avere rapporti sessuali. Altra cosa è che, anche se un ragazzo frequentasse il solo circolo (che, almeno in teoria, dovrebbe essere un luogo sicuro e, come abbiamo detto prima, aperto al dialogo), in realtà spesso il passo da "luogo di dibattito" a "ghetto" è davvero brevissimo. Spesso fanno feste che praticamente altro non sono che discoteche gay a cui partecipano anche gruppi di ragazzi e ragazze etero per divertirsi e allora, scusate se risulto poco educato, il concetto di "luogo di confronto e dialogo" va a quel paese. Senza dimenticare che, come nel caso di Gio, ho potuto constatare che spesso quelli che gestiscono i vari Arcigay sono quelli che più sono immersi nel concetto di questa subcultura gay e non tendono quindi a rappresentare quella gigantesca fetta di gay che invece vivono la loro omosessualità con discrezione. Voglio dire che buona parte di quelli che gestiscono le varie associazioni, sono quelli che dell'essere gay ci fanno tutto un modo di vivere con tutto un suo gergo, cosa che non solo allontana da cosa significhi veramente essere gay, ma soprattutto spaventa molti ragazzi gay che in questo concetto non ci si rispecchiano (la stragrande maggioranza, direi). Per far capire meglio il concetto, durante le feste che organizzano (paragonabili a discoteche), mettono dei dj che si travestono da donne, ovvero le drag queen. A parte il fatto che ci siano delle drag queen è totalmente fuori contesto con quello che è lo spirito dell'associazione (ovvero di avvicinare i ragazzi gay, perché mettendoci dei maschi che si travestono da donne, non solo aumenti i pregiudizi, ma i ragazzi gay NON li avvicini), ma è ancor più fuori contesto... il contesto stesso della discoteca! Una volta ho provato a parlarne con un ragazzo che lavora presso un Arcigay e non c'è stato verso di fargli capire che comunque personaggi come le drag queen creano un disagio enorme ai ragazzi gay. Rimaneva fermissimo della sua posizione e poco aperto al dialogo, perché il mio alla fine era un attacco al suo mondo, alla sua "subcultura", ma 'sta gente non riesce a capire che la subcultura da ghetto che si sono creati non è applicabile per la quasi totalità dei gay, che non se ne sentono minimamente rappresentati. Il fatto è che 'sti posti altro non sono che un giro d'affari e dei luoghi che spesso hanno più una valenza erotica e festaiola che altro. Cominciassero a fare cose SERIE, COSTRUTTIVE e soprattutto si rivolgessero davvero a quei ragazzi che hanno voglia di confrontarsi e di discutere di diversi argomenti, solo così avrebbero la mia più totale adesione e a questo punto ci farei anche un pensierino io. La verità è che altro non sono che ghetti, per carità, molto "mascherati", ma ghetti.
PS: io non ho mai frequentato l'Arcigay, ma ne sono molto informato e ho avuto modo di parlare con delle persone che lo frequentano e ci lavorano.