Sono gay: una storia, un consiglio

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
Rispondi
geogio
Messaggi: 74
Iscritto il: sabato 18 febbraio 2012, 21:53

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da geogio » sabato 21 luglio 2012, 15:03

Mi fa stare bene, anzi non vedo l’ora che arrivi la prossima volta, per questo faccio mille proposte per stare con lui, sono contento quando accetta e stra-contento se la cosa la propone lui (anche se è più raro) e vivo la cosa per quello che è.
E’ vero che spero sempre che succeda “qualcosa di più”, ma non mi sembra di vivere quei bei momenti con lui in agitazione o senza serenità, almeno così mi sembra. Forse un pochino dopo, quando ci penso (e scrivo qui)…
Guardare le cose con gli occhi dell’altro? Sapessi quanto ci ho provato boy-com, ma non so come fare!
Nel conto c’è fin dall’inizio l’ipotesi che lui non sia gay o che non gli interesso in senso affettivo; se sapessi guardare con i suoi occhi lo capirei, ma non so come.
Anche per questo non mi sento ancora “innamorato” di lui e non ho ancora perso il controllo. Che poi non so se sia meglio o peggio…
continuo a temere che nel frattempo un pò ti stia "distraendo" dalle tue cose
Questa non l’ho capita, ma proprio in senso letterale, cosa vuoi dire boy-com?

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2476
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da Alyosha » sabato 21 luglio 2012, 15:52

Nel conto c’è fin dall’inizio l’ipotesi che lui non sia gay o che non gli interesso in senso affettivo; se sapessi guardare con i suoi occhi lo capirei, ma non so come.
Anche per questo non mi sento ancora “innamorato” di lui e non ho ancora perso il controllo. Che poi non so se sia meglio o peggio…
Credo che questo sia esattamente un tentativo di mettersi nei suoi panni, purtroppo e per fortuna l'altro non è a nostra disposizione, non ci appartiene.
Sull'ultimo punto, provo a dirtelo da un pò in realtà, non è facile da accettare come cosa, quando siamo presi da una persona tendiamo a vedere solo quello ed è giusto così. Però è proprio quello il punto tendiamo a vedere solo quello e in questo senso ci "distrae". Di rivoluzioni grosse la tua vita ne ha subite e ne sta subendo è letteralmente impossibile che tutto ciò non lasci traccia, non metta ansie, sollevi contraddizioni e monti paradossi. Impossibile che come per magia il vecchio si riconcili col nuovo (e che nuovo) come d'incanto. Appunto come per magia, come fosse il pifferaio magico lui t'incata e ti invita a seguirlo e sullo sfondo restano dietro di te queste mille cose che sono tue. Non è improbabile che tu stia proiettando su di lui il tuo percorso di accettazione, insomma sarà gay o no? Pare di si, ma non sino infondo. E' un pò come se arrivare a lui significasse arrivare alla tua omosessualità, alla tua accettazione. So che pare brutto a dirsi, ma il tuo percorso di accettazione mi ha sempre stupito per la velocità e l'estremo equilibrio, davvero perfetto... forse troppo...
Ecco vedi... mentre l'altro non è certamente a nostra disposizione per cui in realtà non ha molto senso chiedersi cosa vuole da noi, noi stessi siamo l'unico vero centro su cui poter lavorare. Forse è un caso che a proposito di omosessualità l'unico argomento di cui ci continui a parlare è lui, forse no... E' come se occupasse tutto lo spazio e per il resto non ci fosse posto. Mi chiedo solo se improvvisamente lui sparisse dai tuoi pensieri, cosa resterebbe, magari cose non facilissime da digerire... non so.
Più o meno questo intendevo, non so se sono riuscito ad essere più chiaro.

geogio
Messaggi: 74
Iscritto il: sabato 18 febbraio 2012, 21:53

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da geogio » sabato 21 luglio 2012, 20:57

Che lui occupi i miei pensieri – e che in tal senso mi distragga – è verissimo, ma penso che fin qui sia cosa comune, non tanto strana credo.

Il mio percorso di accettazione proiettato su di lui? Potrebbe darsi, naturalmente, ma io non penso.
Io mi sono accettato senza troppi problemi, è vero, però non è stato un percorso veloce come dici, ci ho messo anch’io del tempo a maturare questa consapevolezza, benché in fondo l’avessi sempre saputo.
Non ho avuto crisi o brutti periodi, questo è vero, però non ho ancora avuto il coraggio di dirlo a qualcuno, ad esempio. L’ho solo presa bene.
Forse sembrerà strano rispetto alla generelità dei casi che si leggono anche qui nel forum, ma è così, e la reputo una fortuna, o sbaglio?

Equilibrio, precisione e perfezione tutti me le attribuiscono come mie prerogative in tutto ciò che faccio; cosa volete, sono fatto così, per cui non mi stupisce che tu le abbia notate anche in quanto scrivo qui sul forum. Ma credimi, sull’accettazione di essere gay non vado oltre all’averla presa bene, come ho già detto. E soffro anch’io, in particolare per non poterne parlare con nessuno (a parte voi, che siete splendidi!)… finchè non ne avrò il coraggio.

Mi aiutano a vivere bene sia il mio lavoro che le mie passioni, che amo tanto.
E anche la “storia” con lui mi fa star bene. Mi piace quando ci vediamo e stiamo insieme, anche se solo per ottima amicizia. Per il resto… il tempo ci guiderà. Questo “gioco” mi intriga parecchio e se sapessi che anche lui è gay potrei “approfondire”, diciamo così.

Se lui sparisse dai miei pensieri cosa resterebbe? Questo non lo so, naturalmente; certo l’idea di perderlo, anche solo come ottimo amico, non mi piace per niente e mi fa star male, ma per ora non ci penso, anche perché la nostra amicizia ultimamente è diventata più forte. Questo sicuramente mi sento di poterlo affermare, al di là degli altri discorsi sul gay o non gay.

Se in tema di omosessualità parlo solo di lui, in questo topic mi sembra normale, l’ho aperto apposta, su altri temi o altri messaggi qualcosa ho scritto anch’io, anche se ancora non molto.

Grazie boy-com per gli spunti di riflessione, spero continueranno (anche da tutti gli altri, naturalmente) perché il confronto ci arricchisce. Tutti.

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2476
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da Alyosha » sabato 21 luglio 2012, 22:30

Non è affato un problema averla presa così bene anzi, ti ripeto mi ha sempre stupito in positivo, non certo negativamente.
Facciamo che provo un'altro pò giusto l'ultima spintarella e poi smetto :). In effetti se non parliamo di lui qualcosina emerge. Inutile ripetersi all'infinito il c.o. non è una prescrizione medica, però tu insomma vivi la maggior parte del tuo tempo in un oratorio, luogo nobilissimo (lo dico senza nessun velo di ironia credimi), tuttavia resta il fatto che non sono luoghi proprio gayfriendly e insomma non è che se togliamo lui ti accorgi esattamente di trovarti dentro un oratorio e delle contraddizioni che inevitabilmente un luogo di quel tipo ti propone riguardo al tema dell'omosessualità?
Si può, certo che si può coinciliare questo attuale sistema di relazioni che ti da tanta stabilità con un mondo nuovo di là da scoprire, solo non è così semplice o immediato farlo. Secondo me se togliessimo lui piano piano ti accorgeresti del disagio che provi a stare in quel contesto, che detto in modo più generale (perché alla fine non è affatto uana questione di oratorio in sé) significa accorgersi della fatica che chiunque dopo essersi scperto fa per concilaire vecchio e nuovo. Finché c'è lui invece.... Ci tenevo solo a precisare che "accettazione" non intendo solo il punto in cui uno si dice "ok sono gay", ma tutto il percorsos che porta l'individuo in questione a maturare un nuovo equilibrio. Per quanto tu sia certamente equilibrato, me ne rendo conto, sei molto in una fase di passaggio, transitoria (nel senso proprio di transito, percorso). Ok mi fermo qui, probabilmente sto andando troppo oltre. In realtà erano cose che ti buttavo li giusto per rifletterci un pochetto, oltre l'evidenza della storia che adesso impegna così tanto i tuoi pensieri.
Fermandoci sul concreto, infondo quella di fare qualche passetto in più non è una cattiva idea. Ti ho già scritto che probabilmente si sentirebbe tradito se non dovesse ricambiare la cosa ed in questo momento non è esattamente un'amicizia che almeno dal tuo punto di vista si sta consolidando. Insomma metti in conto che facendo il passetto in più lo perderesti anche come amico, questa è pur sempre una possibilità. Dicendolo non è detto che mantenga la dovuta discrezione e insomma voilà, sparito lui ti ritroveresti in un oratorio e facile da gestire il pettegolezzo che si creerebbe facile non sarebbe.

geogio
Messaggi: 74
Iscritto il: sabato 18 febbraio 2012, 21:53

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da geogio » lunedì 23 luglio 2012, 22:11

però tu insomma vivi la maggior parte del tuo tempo in un oratorio
Penso ci sia un fraintendimento e vorrei chiarire.
Non vivo affatto la maggior parte del mio tempo in oratorio, anzi. A parte che l’attività in parrocchia è di altro tipo (ma questo centra poco), non è certo quella che occupa di più il mio tempo libero, anzi, è solo quella che coinvolge anche lui.
Non credo che se, astrattamente, “togliessimo” lui, in quel contesto mi troverei a disagio; penso che mi troverei più o meno bene come in tutti gli altri ambienti che frequento, sempre da non dichiarato si intende.
Maggiori contraddizioni in parrocchia le vedo in effetti se si sapesse la cosa, ma se avrò mai il coraggio di fare c.o. con qualcuno non comincio certo da lì, ovviamente!

L’ipotesi che lui non sia gay o che non ricambi – come sai – è nel conto fin dall’inizio, ma per come lo conosco non credo che lo perderei anche come amico se sapesse che sono gay e che lui mi interessa.
E’ troppo intelligente e di mentalità aperta per concludere un’amicizia per questo. Almeno penso, ma credo di non sbagliarmi.
Per lo stesso motivo manterrebbe la riservatezza del caso, ne sono sicuro. Anche perché lui stesso è per carattere sempre molto cauto in tutto.

Rimane il fatto, per me importante, di saper “leggere” correttamente i suoi comportamenti prima di fare – eventualmente e se i fatti mi ci porteranno – un qualsiasi passo più significativo.
Sulle ultime vicende che ho raccontato, ad esempio, non ho ancora letto il tuo commento boy-com... Se ti va...

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2476
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da Alyosha » lunedì 23 luglio 2012, 23:35

La mia idea resta sempre che se fosse gay avrebbe già abbondantemente capito e sempre se fosse gay e gli piacessi le occosione per stare da soli gliele hai date e non se le sarebbe certo fatte scappare. Due gay in situazioni così intime si riconoscono. C'è per come la vedo solo una possibilità per te concreta ed è quella che si trovi nella tua identica situazione, ovvero sa di essere gay ma ha le idee poco chiare su come funzioni e insomma questo magari lo trattenga dal fare, oppure con un'omosessualità repressa e non vuole accettare e che scherma in qualche modo. E' un idea remota. Da quello che racconti la dinamica non è cambiata poi tanto ci sei sempre tu molto propositivo e lui che accetta con una non chiarita convinzione le tue proposte. Non voglio dirti che non capisco quello che stai facendo. La sua presenza ti fa stare bene tu dentro sei convinto che potrebbe funzionare se solo si convincesse che è gay. Goditi i momenti senza farti troppo domande e accetta la regola cartesiana che prende come false tutte le ipotesi su cui vi sono ragionevoli motivi di dubbio.

geogio
Messaggi: 74
Iscritto il: sabato 18 febbraio 2012, 21:53

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da geogio » martedì 24 luglio 2012, 7:39

Bella la "regola cartesiana"! :P
Da tecnico ho particolarmente apprezzato.

Alyosha
Utenti Storici
Messaggi: 2476
Iscritto il: mercoledì 20 ottobre 2010, 0:41

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da Alyosha » martedì 24 luglio 2012, 12:59

Come mai da tecnico? :)

geogio
Messaggi: 74
Iscritto il: sabato 18 febbraio 2012, 21:53

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da geogio » martedì 24 luglio 2012, 20:33

Professionalmente parlando...
Faccio il geometra, per cui assi cartesiani e coordinate sono il mio pane quotidiano. :D

novecentosette
Messaggi: 24
Iscritto il: lunedì 1 marzo 2010, 17:46

Re: UNA STORIA, UN CONSIGLIO

Messaggio da novecentosette » mercoledì 25 luglio 2012, 16:27

Ciao geogio,
ho letto tutta la tua storia, la quale mi ha appassionato non poco,
non tanto come "leggere un romanzo", ma perché anche io come te ho frequentato per tanti anni la parrocchia, svolgendo più di un'attività e posso ben capire cosa vuol dire relazionarsi in quel contesto.
Posso citarti almeno 2 situazioni di infatuazione dove mi sono trovato e dove in entrambi i casi ho avuto modo di frequentare queste persone anche al di fuori di queste attività.
Ricordo con tenerezza che mi presi una sbandata per una persona di 10 anni più grande di me, molto vicina alla chiesa, di famiglia religiosissima (io non avevo neanche 20 anni e pensavo ancora di essere un marziano sulla terra), che frequentai assieme ad altra gente per un po' di tempo. Una persona che non parlava mai di donne, né di calcio, lontana dal classico maschio e forse per questo mi ci trovavo benissimo. Senza contare la forte attrazione fisica che avevo per lui.
Ricordo che qualche gg prima del mio compleanno gli chiesi scherzosamente (ma sperandolo con tutto il cuore) di telefonarmi per farmi gli auguri.
Per tutto il giorno aspettai quella telefonata, che arrivò all'ora di cena!!
Un'emozione indescrivibile, quasi mi tremava la voce nel ringraziarlo.
Non ci fu un finale in questa vicenda, forse mi bastavano già i viaggi mentali che feci dentro di me.
Tra l'altro non avrei mai fatto passi in più, per paura e timidezza, cose che ahimé, mi accompagnano ancora oggi. Poi non lo vidi più, fu una parentesi, e seppi che quella persona si sposò.
Successivamente mi presi una vera e propria cotta per un ragazzo poco più piccolo di me, e anche in questo caso ci si frequentava sia dentro che fuori dall'ambiente parrocchiale, si era formato un gruppetto di amici col quale ci frequentammo per qualche anno.
Ma questa volta ci furono dei segnali un po' più espliciti da parte mia perché avevo un forte trasporto, e soprattutto questi segnali erano corrisposti, almeno a quanto vedevo. Lui, anche se non la conobbi mai aveva una fidanzatina, ma tra di noi c'erano dei piccoli contatti fisici: ci si teneva la mano anche durante una chiacchierata tranquilla e serena e non ti dico che miscuglio di belle sensazioni. Lì veramente speravo in qualcosa di più, ma poi si concluse tutto quando iniziò una storia tra lui e mia sorella, ( :? ) la quale conobbe tramite me.
Poi finì anche quella, il lavoro e lo studio ci fecero prendere strade diverse e ora so che anche lui è sposato e con una figlia.
Non ho voluto raccontarti questi episodi per scoraggiarti perché ogni storia è a se, ma credo di aver citato due esempi diversi tra loro ma analoghi all stesso tempo. Non mi dichiarai mai con queste persone, e mai me ne pentii.
Leggendo la tua "storia", sia per esperienza che per sensazioni, mi viene da pensare una cosa (ma è una teoria tutta mia): che nei contesti parrocchiali, sia facile incontrare persone che pur essendo etero, non esternano i propri orientamenti, come accade invece ad esempio nel lavoro o nel classico gruppo di amici, ma anzi, sia tra uomini che tra donne sia normale scambiarsi piccoli affetti
anche fisici, senza problemi, quasi ad essere (passami il termine) asessuati. Ripeto è un discorso generale che riguarda il mio modo di vedere, quindi non preclude nulla.
Tralasciando il discorso parrocchia e tornando a voi, leggo sopra che sono già stati esternati molti punti di vista e, ci tengo a dirlo, tutti preziosissimi!! però il mio realismo (forse più pessimismo), mi fa pensare ad un potenziale lieto fine in questa tua vicenda come alla classica fiaba dove "vissero tutti felici e contenti", che ti auguro veramente possa realizzarsi, ma credimi, in tal caso saresti un uomo davvero fortunato e invidiato da molti! :)
Un abbraccio!

Rispondi