Ciao geogio,
ho letto tutta la tua storia, la quale mi ha appassionato non poco,
non tanto come "leggere un romanzo", ma perché anche io come te ho frequentato per tanti anni la parrocchia, svolgendo più di un'attività e posso ben capire cosa vuol dire relazionarsi in quel contesto.
Posso citarti almeno 2 situazioni di infatuazione dove mi sono trovato e dove in entrambi i casi ho avuto modo di frequentare queste persone anche al di fuori di queste attività.
Ricordo con tenerezza che mi presi una sbandata per una persona di 10 anni più grande di me, molto vicina alla chiesa, di famiglia religiosissima (io non avevo neanche 20 anni e pensavo ancora di essere un marziano sulla terra), che frequentai assieme ad altra gente per un po' di tempo. Una persona che non parlava mai di donne, né di calcio, lontana dal classico maschio e forse per questo mi ci trovavo benissimo. Senza contare la forte attrazione fisica che avevo per lui.
Ricordo che qualche gg prima del mio compleanno gli chiesi scherzosamente (ma sperandolo con tutto il cuore) di telefonarmi per farmi gli auguri.
Per tutto il giorno aspettai quella telefonata, che arrivò all'ora di cena!!
Un'emozione indescrivibile, quasi mi tremava la voce nel ringraziarlo.
Non ci fu un finale in questa vicenda, forse mi bastavano già i viaggi mentali che feci dentro di me.
Tra l'altro non avrei mai fatto passi in più, per paura e timidezza, cose che ahimé, mi accompagnano ancora oggi. Poi non lo vidi più, fu una parentesi, e seppi che quella persona si sposò.
Successivamente mi presi una vera e propria cotta per un ragazzo poco più piccolo di me, e anche in questo caso ci si frequentava sia dentro che fuori dall'ambiente parrocchiale, si era formato un gruppetto di amici col quale ci frequentammo per qualche anno.
Ma questa volta ci furono dei segnali un po' più espliciti da parte mia perché avevo un forte trasporto, e soprattutto questi segnali erano corrisposti, almeno a quanto vedevo. Lui, anche se non la conobbi mai aveva una fidanzatina, ma tra di noi c'erano dei piccoli contatti fisici: ci si teneva la mano anche durante una chiacchierata tranquilla e serena e non ti dico che miscuglio di belle sensazioni. Lì veramente speravo in qualcosa di più, ma poi si concluse tutto quando iniziò una storia tra lui e mia sorella, (
) la quale conobbe tramite me.
Poi finì anche quella, il lavoro e lo studio ci fecero prendere strade diverse e ora so che anche lui è sposato e con una figlia.
Non ho voluto raccontarti questi episodi per scoraggiarti perché ogni storia è a se, ma credo di aver citato due esempi diversi tra loro ma analoghi all stesso tempo. Non mi dichiarai mai con queste persone, e mai me ne pentii.
Leggendo la tua "storia", sia per esperienza che per sensazioni, mi viene da pensare una cosa (ma è una teoria tutta mia): che nei contesti parrocchiali, sia facile incontrare persone che pur essendo etero, non esternano i propri orientamenti, come accade invece ad esempio nel lavoro o nel classico gruppo di amici, ma anzi, sia tra uomini che tra donne sia normale scambiarsi piccoli affetti
anche fisici, senza problemi, quasi ad essere (passami il termine) asessuati. Ripeto è un discorso generale che riguarda il mio modo di vedere, quindi non preclude nulla.
Tralasciando il discorso parrocchia e tornando a voi, leggo sopra che sono già stati esternati molti punti di vista e, ci tengo a dirlo, tutti preziosissimi!! però il mio realismo (forse più pessimismo), mi fa pensare ad un potenziale lieto fine in questa tua vicenda come alla classica fiaba dove "vissero tutti felici e contenti", che ti auguro veramente possa realizzarsi, ma credimi, in tal caso saresti un uomo davvero fortunato e invidiato da molti!
Un abbraccio!