Niente paura!

La difficoltà di uscire allo scoperto
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Alyosha
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Re: Niente paura!

Messaggio da Alyosha » sabato 21 luglio 2012, 7:54

Project così mi commuovi! Sul serio non essere così duro con te stesso. Mi sarebbe piaciuto avere un padre presente, prima ancora che disposto ad accettare la mia omosessualità. Si l'indifferenza ferisce più di tutto. Ieri poi è venuto a casa mia, ha voluto riprendere la discussione, è venuto solo e mi ha detto cose infondo terribili da sentire. Mi ha ha ovviamente chiesto se era una cosa reversibile, gli risposto in modo diretto: "Se la domanda è possso avere rapporti sessuali con donne, la risposta è si, ma non sarei felice!", era molto confuso. Il paradosso è che mi aveva visto lui per primo. Mi ha detto delle fasi in cui si è maggiormente preoccupato e del fatto che poi mi ero fidanzato e ho cominciato ad avere atteggiamenti virili. Mi sono venuti in mente i momenti in cui vomitavo e quelli in cui ho provato ad essere quello che non ero. Mi ha anche detto che forse è la sua punizione per le sue colpe e che se era là così turbato dalla cosa ciò dipendeva dal fatto che mi voleva bene. Non avevamo mai parlato di sesso io e lui, mai parlato forse e povero capisco l'impatto. E poi abbiamo parlato di mia madre, di quanto fosse oppressiva. Ha provato a difenderla, ma ha ceduto abbastanza in fretta. Ha provato a dirmi che era un grosso problema che avessi risposte così esagerate (quando mi arrabbio rompo tutto), gli ho spiegato da dove le prendevo certe risposte. Gli ho spiegato che la mia rabbia era leggittima, perché ho mille motivi per essere arrabbiato, solo che non so arrabbiarmi. Imparerò, sento che imparerò tante cose. Per la prima volta ci siamo visti è stato strano, nuovo. Ho visto un vecchietto con le sue fragilità. Mi sarebbe piaciuto avere un padre diverso, chi lo nega, più presente, più capace di darmi regole, affetto e senso di protezione e invece ho dovuto sempre fare tutto da solo. Da solo quando tornavo a casa dopo che avevo preso botte dai bambini più grandi e mi sentivo dire che non ero buono a difendermi, da solo quando a scuola andava male, da solo in mezzo alle loro urla, da solo a dover contenere le mille fobie di mia madre, che in tutto riversa tutta la sua angoscia, che mi ha letteralmente nutrito del suo dolore, da solo nel silenzio di un guscio che fuori sembra perfetto e dentro invece è marcio. Solo con le mille poesie, dove buttavo di nascoste le mie cose. Solo a reggere le mille contraddizioni della mia famiglia, impercontrollato ma solo. Mi sarebbe piaciuto averci un padre chi lo nega. Però è proprio come dici tu, a forza di dovermi arrangiare da solo un carattere me lo sono fatto ho il mio e sento che niente e nessuno potrebbe atterrarmi.
Faceva male tutte le volte che le persone alludessero alla mia omosessualità, m'è sempre successo in ogni contesto, presto o tardi mi arrivava un qualche riferimento al fatto che sembrassi gay, faceva male perché mi rimandava direttamente al giudizio di mio padre, antico solido e rimporverante su di me. Un'intera vita a cerare di costruirmi in modo che potessi piacergli e tanta rabbia perché il realtà non mi guardava neanche, sempre preso dai suoi mille tarli e dai suoi mille problemi, tanta rabbia perché infondo non ci riuscivo e continuavano a dirmi che sembrassi gay. Sono arrivato a forzarmi in maniera così violenta, da stgorpiare i miei movimenti e sembrare "virile" come dice lui, ma quello non ero io, quello era un manichino, rigido e insensibile. Con tutto il rispetto col cazzo che una persona lo fa apposta a muoversi in un certo modo, l'unica cosa veramente stereotipata che c'era in me, era un modello di mascolinità preso quasi dal vocabolario. Quegli atteggiamenti lì si che erano costruiti a tavolino, quasi studiati, non quelli che sto cercando di riprendermi adesso. In effetti non sembravo più gay, non sembravo più nulla... solo le cose che volevano che io fossi! Ora è tutto passato, mi piaccio come mi muovo, come cammino e come gesticolo, sono carino, simpatico tenero, sono io è solo la mia natura, non giusta non sbagliata, ma solo mia!
Mi hanno pesato parecchio i tuoi silenzi, mi hanno fatto arrabbiare, perché sul cercavo risposte a dubbi che emergevano, capisci tu stesso a quali silenzi mi hanno rimandato, però sul serio non c'è bisogno di esagerare adesso. A parte che sono un rompipalle scioccante e quando mi impunto in una cosa diventa molto complicato schiodarmici, resta il fatto che tu sei una persona radicalmente divera, comunque pieno d'attenzioni, disposta ad assumersi tante responsabilità, insomma non hai niente da rimproverarti, non con me quanto meno. Ho solo da ringraziarti per aver costruito questo posto e avermi comunicato questa visione dell'omosessulità, a volte troppo "alta", pretensiosa, ma di cui si può andare comunque fieri. Insomma se non mi vergogno affatto di essere omosessuale un pò è anche merito tuo....
Gegio ho apprezzato molto le tue parole, hai toccato un punto molto importante, in effetti con questo ruolo che mi do fuori e dentro questo posto molto difficile che entri realmente nelle mie cose e che parli realmente di me. Parlo di me in ogni mio post e in ogni consiglio che do, ma è come se mi separassi da tutte le cose che dico, come se non fossero mie. Infondo è un gigantesco meccanismo di protezione, ci sono parti estremamente delicate di me e ci ho costruito attorno giganteschi meccanismi di protezione. La misura del distacco che prendo dalle mie stesse cose è poi la mia incamapacità di entrare in contatto con le mie emozioni. Dare consigli è un pò come porsi sopra, chi è sopra tutte le cose infondo non ne viene toccato, ma non può neanche emozionarsi. Non è semplice per me farlo e non è una caso che di 1500 post quelli cominciati da me siano due al massimo tre. E' difficile farlo e molto più facile ritrarsi dalle cose. Eppure quella parte così delicata di me, quella fragile che dovevo mettere a tacere, piccola e incapace di difendersi è la parte più spontanea e autentica, il cuore pulsante di tutte le mie emozioni.
Un forte abbraccio anche a tutti gli altri.

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progettogayforum
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Re: Niente paura!

Messaggio da progettogayforum » sabato 21 luglio 2012, 9:24

Ti ringrazio di cuore, mi fai sentire veramente in una famiglia. Riesci eccome a trasmettere emozioni e a metterti in gioco! Sei una grande persona!

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riverdog
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Re: Niente paura!

Messaggio da riverdog » domenica 22 luglio 2012, 11:31

Grazie per la condivisione di spunti tanto personali. Com'è che si dice? ....quello che non ti uccide ti fortifica! In bocca al lupo, e se -come è giusto che ci sia- ci sarà 'paura', no problem, l'importante è che si mantenga sotto la soglia dell'audacia. ;)

barbara
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Re: Niente paura!

Messaggio da barbara » lunedì 23 luglio 2012, 7:39

Che dire, Alessio? ci sono racconti di fronte ai quali le parole vengono meno.
Nella vita reale, se un amico ti parlasse così, verrebbe da ascoltarlo in silenzio, perchè la sua storia già dice tutto.
Mi piacerebbe che molti genitori leggessero ciò che hai scritto e si facessero qualche domanda sul senso di un certo modo di amare i figli.
E' vero: ciò che li muove è sempre l'amore, il desiderio di protezione, che assume forme tuttavia così dolorose da costringere un figlio a negare se stesso.
Un bambino farebbe qualunque cosa per assicurarsi l'affetto dei genitori, perfino attribuirsi colpe che non ha, poichè questo gesto li rende nuovamente infallibili e disposti a "perdonarlo".
Solo quando si diventa grandi è possibile accettare pienamente che i genitori possano aver sbagliato e cogliere la portata di quello sbaglio.
E se un figlio è abbastanza coraggioso,allora può anche affrontare i propri fantasmi , per scoprire , dietro alla paura, il volto di un uomo confuso.
Ora ti auguro di andare oltre a tutto ciò e di vivere la tua vita, come desideri e come ti meriti.

Alyosha
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Re: Niente paura!

Messaggio da Alyosha » lunedì 23 luglio 2012, 10:41

Grazie Barbara apprezzo molto quello che hai scritto, non ha caso. Le tue parole e la tua sensibilità restano quelle di un genitore e si vede da come ne parli. Il paradosso che mio padre è semrpe stato distante, "distaratto", forse non quanto io credevo... Mi sento addosso proprio adesso mentre ti parlo tutta quella vergogna antica, quell'indecisione sul mio orientamento e quella voglia di essere altro in altro, quel disagio che non so neanche spiegare. Sono il primo io che devo separarmi da quei modelli e rifondarmi, imparare a non vedermi con i suoi occhi. E' stato un passo importante, che mi aiuterà a prendere le distanze dal loro modo di fare e pensare.
P.S.: Di sicuro c'è che mio padre non entrerà mai più in casa senza bussare, almeo questa l'ho risolta :lol:.

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Maxizio
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Re: Niente paura!

Messaggio da Maxizio » martedì 24 luglio 2012, 17:36

Ciao Alessio,
che dire il tuo post mi è davvero piaciuto perché hai dimostrato a tutti e sicuramente a tuo padre, che tu hai fatto sempre delle scelte tue, anche se andavi contro gli altri e questa tua forza e grinta la vorrei avere io davvero! A volte penso che non me ne frega di quello che pensa la gente ma poi mi accorgo che quello che pensa la gente è anche quello che mi ha detto mia madre quando ho detto di essere gay e mi intristisco... Spero un giorno, come te, di trovare la forza per dire: "Io ho fatto sempre delle scelte per essere e piacere a me stesso, non per compiacere gli altri" e camminare a testa alta e spero che le persone che in futuro mi giudicheranno (professori, datori di lavoro) lo capiranno e mi apprezzeranno per questo, Sei Forte Aleee...
Ti Abbraccio forte e spero che sistemerete prima o poi il rapporto con tuo padre, te lo dice uno che un padre meraviglioso l'aveva e sicuramente mi avrebbe accettato tranquillamente, ma il destino crudele me l'ha portato via troppo presto, se potete recuperare adesso dopo anni e anni, non è mai troppo tardi :)

Alyosha
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Re: Niente paura!

Messaggio da Alyosha » giovedì 2 agosto 2012, 13:30

Maxizio grazie per il post. Un pò di trambusto in effetti lo ha dato questo evento. Vedi per me non è mai stata una questione di dirlo o non dirlo. Ragionando non calma credo che sia la prima volta che io e mio padre parliamo di sesso, forse la prima volta che parliamo sul serio. Parliamo fuori dai ruoli, fuori dalle recite, dalle parti che in famiglia ognuno di noi assegna e riceve. Come se ci fossimo staccati un pò dai tiranti, dai fili che un pò muovono gli altri un pò ci muovono. Lo sforzo maggiore che ho fatto in questo anno non è stato dirglielo, ma tentare di costruire uno spazio tra me e lui dentro il quale fossero possibili questo tipo di comuncazioni. Non è stato semplice ridare spazio dentro me a questo maschile, tronco, deficitario, debole, violento e maltratto, ma in qualche modo dare uno spazio a lui è stato dare uno spazio a me. Quel luogo dentro il quale la comunciazione è potuta avvenire è stata la casa, dove adesso vivo da solo. Per il resto sono contento, il giorno in cui avrò timore della verità, quello stesso giorno non ci sarò più. Non saprei vivere una vita nell'ipocrisia e nell'ombra, perché così la vivrei io. Ho bisogno del mio tempo, ma le persone che per me hanno un significato devono saperlo tutti, quelle che non conosco me ne frego sonoramente.

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