HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Il dialogo e la comprensione reciproca tra genitori e figli gay, la famiglia come luogo di vera crescita per i ragazzi gay
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HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da progettogayforum » domenica 2 settembre 2012, 12:21

Ciao Project,
mi ha fatto bene leggere la storia di quel padre separato e in attesa di divorzio che ha ritrovato il figlio, è una bella storia ma purtroppo a me non succederà così. Sono una mamma di 37 anni, mio figlio ha fatto da poco 19 anni e ho l’impressione che lo sto perdendo. È ormai un anno che con me non parla quasi più. Io sono sola. Quando lui è nato ero giovanissima, una povera illusa pronta a dare fiducia al primo venuto, volevo sentirmi emancipata e hai capito quello che è successo. Quando sono rimasta incinta lui è sparito, io volevo abortire e l’ho detto a mia madre e lei mi ha convinto a non farlo e mi ha detto che mi avrebbe aiutato ad andare avanti. Poi è nato Luca (chiamiamolo così ma non si chiama così). Io non avevo voglia di studiare e ho cominciato a fare dei lavoretti dove ne trovavo, tanto avevo mamma alle spalle che mi dava sicurezza. Ovviamente quando hai un figlio a 18 anni con uno che del fatto di avere un figlio se ne frega totalmente, dopo non ti vuole nessuno, perché il figlio di un alto non lo vuole nessuno, non sarebbe una bella famigliola tradizionale. Mia madre mi ha portato a ragionare su tante cose e a capire che non era a mio figlio ma a me stessa che dovevo addossare la colpa di tutto quello che era successo. Confesso di avere fatto la mamma più per dovere che perché la sentivo una cosa veramente mia. Ho cercato di lavorare e di non fare mancare niente a Luca, ma naturalmente le mie possibilità sono piuttosto limitate anche se lavoro il più che posso. Luca si è reso conto molto presto di non avere un papà. Io non gli ho raccontato fandonie ma gli ho detto da subito come stavano le cose, forse lui era troppo piccolo per capire e la cosa l’ha un po’ presa male. So che sono stata impulsiva e anche stupida ma ormai è successo da tanti anni. Mio figlio è un bravo ragazzo, certamente molto meglio della madre e anche molto meno stupido. Studia, si impegna e cerca di fare tutto quello che può. Il mio problema, quello che mi fa stare proprio male è un altro. Luca, fino all’anno scorso aveva una ragazza e sembrava che le cose andassero bene, l’aveva portata a casa un paio di volte, era una ragazza molto taciturna ma sveglia e aveva occhi bellissimi. Io ero contenta e lui ne parlava spesso, poi a un certo punto ho notato che qualcosa nella vita di mio figlio è cambiata, non ha più parlato della ragazza, quando gliel’ho chiesto specificamente mi ha detto che non sono affari miei e fin qui potevo pensare che magari fossero in crisi per qualche ragione, poi una volta lui se ne esce il pomeriggio e io me ne vado a fare la spesa, il mercato è chiuso e vado da un’altra parte e camminando mi vedo davanti, a una certa distanza, mio figlio che cammina vicino a un signore che non conosco, uno vestito piuttosto bene, che a occhio avrà potuto avere 40-45 anni. Mi sono chiesta: ma questo chi è? Ho cominciato a seguirli a distanza. Sono andati alla villa pubblica e io li osservavo da lontano. Sono stati un’oretta, poi sono andati alla fermata dell’autobus e mio figlio ha preso l’autobus. Io ho continuato a seguire quel tipo e poi mi sono avvicinata per vederlo più da vicino e l’immagine me la sono stampata nel cervello. Torno a casa, chiedo a mio figlio che ha fatto tutto il pomeriggio e mi risponde che sono cavoli suoi, io non so che dire, se digli che lo avevo seguito ma alla fine non dico nulla, cerco di cambiare discorso e di parlare di scuola. Mio figlio è sempre andato bene a scuola, mi dice che è tutto a posto, il discorso finisce lì. Poi arriva il periodo di natale e il girono del ricevimento dei professori, chiedo a mio figlio se vuole venire anche lui ma mi dice di no, ci vado da sola. I professori li conosco tutti, salvo il professore di matematica che è nuovo, mi metto in fila, entro, lo guardo in faccia e mi prende un colpo: è lui! Non porta la fede, è stata la prima cosa che ho guardato. Mi parla molto bene di Luca ma in modo nettamente professionale. Non so se si sia ricordato che per un attimo ci eravamo guardati in faccia il girono che io ho seguito mio figlio ma non ha detto nulla, dopo cinque minuti mi ha confermato che andava tutto bene e mi ha congedato dicendo che c’era molta fila. Che ci faceva mio figlio al parco col suo prof di matematica? Da lì è cominciata la mia paranoia, io lo dovevo sapere. Sano andata a vedere il cellulare di mio figlio ma la memoria era disattivata, cosa, penso non casuale. Poi sono andata a vedere nel suo pc, lo so che è una cosa indegna comportarsi come me ma ero e sono tuttora agitatissima. Vado nei preferiti e ci trovo dei siti gay e qui mi è proprio crollato il mondo addosso: mio figlio plagiato dal suo insegnante! Quando è tornano a casa l’ho affrontato a brutto muso, prima gli ho detto dei siti gay e lì già mi ha risposto in modo violento che non me lo sarei mai aspettato, poi quando gli ho detto che lo avevo visto alla villa col suo prof mi detto che ero matta e ce mi inventavo tutto e in pratica ha negato tutto ma io lo avevo visto benissimo. Gli ho detto che sarei andata dalla preside per riferire tutto perché uno così in una scuola non ci deve stare! Lui ha reagito come una vipera e mi ha minacciato che se avessi fatto una cosa simile non lo avrei visto più. Praticamente da allora non ho più parlato con mio figlio. Sono andata dalla preside, non per accusare il prof perché in effetti io non ho nessuna prova ma per chiedere il trasferimento di mio figlio ad un altro Istituto ma la preside mi ha detto che siccome Luca era maggiorenne la richiesta la doveva fare lui e non a lei ma alla scuola dove voleva andare, allora non ci ho visto più e mi sono sfogata con la preside e le ho raccontato tutta la storia ma la risposta mi ha lasciata basita, mi ha detto di nuovo che il ragazzo è maggiorenne e che quanto al prof lei lo conosceva da anni e non aveva mai creato problemi di nessun genere. Io ho alzato la voce con la preside che neanche mi ha risposto, ha suonato il campanello e mi ha fatta accompagnare fuori. Mio figlio era nel corridoio, ha visto la scena e ha capito quello che era successo. Quel giorno non è tornato a casa e io mi sono presa un’angoscia terribile, non è tornato nemmeno la notte, ha staccato il cellulare e io sono stata malissimo, credo di non essere stata mai peggio in vita mia. L’indomani sono andata davanti alla scuola, mio figlio c’era e mi sono tranquillizzata un po’. Il prof invece l’ho aspettato ma non l’ho visto, pensavo che la preside lo avesse richiamato e che magari si fosse preso qualche giorno di permesso. Poi me lo vedo spuntare che viene verso il cancello, lo fermo, lui mi saluta cordialmente, mi dà la mano e mi sorride. Era evidente che di tutta la scena con la preside lui non sapeva nulla, non so che fare, gli dico che da qualche giorno ho dei problemi con mio figlio e che è come se il dialogo tra noi si fosse spezzato, lui mi invita a seguirlo dentro, mentre saliamo incontriamo la preside che si comporta come se non fosse successo nulla e ci saluta cordialmente Il prof aveva un’ora libera e parliamo, piano piano comincio a rendermi conto che il prof stima molto mio figlio e che parla con me in modo molto diretto, si preoccupa del futuro di Luca. Mi rendo conto di avere costruito solo un enorme castello di carte in cui l’unica cosa certa erano le mie paure. Chiedo al prof di darmi una mano a recuperare il rapporto con mio figlio, lui mi assicura che lo farà, poi fa chiamare Luca per parlare in tre. Luca scende con una faccia che mi avrebbe presa a morsi se avesse potuto, poi si rende conto che col prof ho parlato solo di scuola e si tranquillizza. Il prof gli dice che io gli ho chiesto una mano per recuperare il rapporto con lui e Luca gli risponde: “Prof, lo so che lei ha tanta buona volontà, ma queste sono faccende che devo regolare in privato io con mia madre!” Il prof fa un cenno come per dire che Luca ha ragione, rimanda Luca in classe e mi saluta. Io torno a casa tranquillizzata. Il problema scuola era risolto ma restava sempre il problema gay che mi teneva in continua agitazione. Da allora sono passati 10 mesi ma non si è risolto nulla. Luca sta a casa nel senso che ci dorme e nemmeno sempre e qualche volta ci mangia. Con me non parla praticamente mai. Che devo fare project? Lo so che ho fatto tante stupidaggini, ma che posso fare per recuperare un rapporto con mio figlio? Ormai al fatto che sia gay mi sono rassegnata, ma almeno vorrei che non mi considerasse più una nemica, anche se ho veramente tanta paura che possa mettersi nei guai.

barbara
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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da barbara » domenica 2 settembre 2012, 16:02

Noi genitori facciamo tanti errori , spesso sotto l'effetto dell'ansia. E' un sentimento che in fondo non ci abbandona mai veramente. E quando è giustificato diventa il nostro migliore alleato , perché ci dà l'intuito per capire in anticipo quello che non va. Ma a volte ne siamo dominati, ci sfugge di mano, ci annebbia la coscienza, ed è allora che distorciamo la realtà.
I figli crescono, escono dal nostro controllo, li vediamo turbati senza sapere perché, iniziamo a pensare che si stiano perdendo, e per colpa nostra! perchè non stiamo facendo abbastanza per proteggerli . Così l'ansia ci comanda di agire , ma è qui che possiamo commettere i peggiori errori.
Accanto a questa madre non c'era nessuno che potesse farla ragionare ,nessuno che potesse condividere quelle preoccupazioni e studiare insieme a lei il da farsi .
Così la paura si è mescolata all'omofobia e le cose sono precipitate: un ragazzo umiliato e un professore accusato ingiustamente. Forse questo ragazzo aveva trovato una figura paterna che gli dava sicurezza , un insegnante così attento da dedicare il proprio tempo per ascoltarlo. Un ragazzo dunque capace di chiedere aiuto alla persona giusta: è una buona notizia.
Siamo così poco abituati a gesti del genere che pensiamo subito male...
Dopo questi errori, recuperare il terreno perduto richiederà tempo e fatica, ma non è certo quello che manca a una madre. Questa donna ama profondamente suo figlio e ha compreso di avere sbagliato , ed è questa la cosa importante. Sta cercando un confronto da persone che fino ad ora temeva o comunque giudicava male, ed è un altro passo importante.
E poi sarà necessario provare a mettersi nei panni del figlio, capire che forse si è sentito giudicato come un perverso ,e può essersi sentito rifiutato per quella parte di sé che sta emergendo, e che proprio per questo sentirsi dire da sua madre che lei si è "rassegnata" non sarebbe di aiuto. Ci si rassegna a una malattia incurabile, a un licenziamento , a una tragedia . Ma qui non c'è nulla di tragico o di negativo : bisogna imparare a guardare all'amore gay come si guarda a tutte le altre forme di amore, con la stessa tenerezza ed emozione con cui questa madre accoglieva la fidanzata di suo figlio.
Questa donna ne sarà mai capace? Certo che si, perché non dovrebbe? Una madre può questo ed altro per l'amore di un figlio.
E solo allora potrà ricevere il suo perdono. Sono certa che un figlio non desidera altro che potersi riconciliare con coloro che ama da sempre.

Alyosha
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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da Alyosha » domenica 2 settembre 2012, 16:38

Cara signora con tutto il rispetto diciamo che se c'erano delle cose da non fare lei le ha fatte tutte e tutt'assieme, questo dovrebbe portarla tuttavia a rilassarsi perché di peggio a questo punto non si può fare. Diciamo che è sulla strada giusta, chiedere consigli su un forum gay è già un bel passo e segno che lei sta decisamente cambiando atteggiamento. Che dirle le relazioni si costruiscono giorno dopo giorno e con pazienza, la prima volta che diciamo così si accorge di suo figlio è stata praticamente un carro armato che più invadente e violenta non si poteva. Però guardi il lato positivo della cosa, è la prima volta che guarda suo figlio per quello che è. Il primo approccio è stato decisamente un disastro, ma è un accenno di relazione e su questo disastro al contrario di quello che si crede c'è lo spazio per costruire un rapporto nuovo, visto che il vecchio (che ben venga) è andato completamente distrutto. Questo genere di strappi sono difficili da recuperare ma non impossibili. La prima regola però è il rispetto della privacy e dei tempi di tuo figlio. La seconda per come la vedo è dimenticarsi della questione omosessualità. Dico, suo figlio lo conosce? Ci ha mai parlato? Perché mai lui a due anni avrebbe dovuto capire i casini cui si è cacciata la madre, madre che ha sempre visto il figlio come un peso, e lei non dovrebbe poter capire il suo punto di vista? Il punto è che ho si instaura un rapporto alla pari in cui si discute a tu per tu e riconosce chiaramente i suoi errori o questo strappo non si ricucirà mai. In tutto ciò ha mai ragionato sul fatto che ha sputtanato suo figlio al preside e al professore? E' sicura volesse si parlasse di lui a quel modo?
Vede Il post cui fa riferimento (quello del padre e del figlio) è la chiara prova che un figlio non indietreggia di fronte alle debolezze e le difficoltà del genitore, che è disposto ad accettarne le manchevolezze e i difetti a patto che li riconosca e che si senta voluto bene e accettato a sua volta. Probabilmente presentarsi con le proprie perplessità sarebbe la cosa migliore, dirgli sinceramente che ha innanzitutto sbagliato ad essere così invadente, dirgli chiaramente che non è facile capire per te cosa sia l'omosessualità ed essere disposto ad ascoltarlo. In tutto ciò resta il fatto che lui dovrà continuare a farsi la sua vita e lei dovrà avere rispetto dei suoi spazi. Non ci sono strappi che non si possono ricucire, ma per farlo è necessario rimettere tutto in discussione, riconoscersi limitati e saper guardare gli aspetti teneri di questi limiti, di queste fragilità. Lei è una donna ferita come lo è suo figlio per altri motivi, forse in questo dolore se ve lo riconoscete vi potreste trovare più simili di quel che credete. Nel frattempo legga un pò le testimonianze dei ragazzi qua dentro, si accorgerà presto di quanta sofferenza e stress accumula un gay per colpa di una società ipocrita che bacchetta in continuazione quelli come noi.
Un abbraccio

editore
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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da editore » martedì 4 settembre 2012, 19:00

"Mia madre mi ha portato a ragionare su tante cose e a capire che non era a mio figlio ma a me stessa che dovevo addossare la colpa di tutto quello che era successo. Confesso di avere fatto la mamma più per dovere che perché la sentivo una cosa veramente mia." queste son cose che, se anche si cerca di non farle trasparire, un figlio le sente: non c'è, quindi, nulla di strano che un rapporto genitore-figlio viene su incrinato, con queste premesse. In più si è aggiunta tutta una serie di comportamenti, da parte della madre, che di peggio era difficile fare, soprattutto con un ragazzo così esemplare.
Insomma, il comportamento del figlio, attuale e passato, non è certo da biasimare.

Se la signora vuole un consiglio... la frittata è già stata fatta - o meglio è stata fatta molto tempo fa - adesso cerchi solo di rispettare veramente suo figlio, e lo lasci vivere la sua vita.

Aquilotto
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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da Aquilotto » martedì 4 settembre 2012, 22:33

Conosco (ahimè) le reazioni pessime da parte dei genitori. Con mio padre non parlo più da una vita. Con mia madre ho riallacciato i rapporti. Però a suo tempo sono stato umiliato da entrambi, un po' come è successo al ragazzo di questa mail.

La differenza, credo, sta nel fatto che mia madre ha cercato di riabilitarsi ai miei occhi: ha cercato il dialogo, ha spiegato i suoi errori e ha dimostrato di averli capiti; ha chiesto perdono, dopotutto. Ha oggettivamente dimostrato di averci messo molto di se stessa, molte energie nello sforzo di riavvicinarsi. Ora non è che sia diventata mia intima confidente (né lo è mai stata) però abbiamo ripreso a parlarci dopo molti mesi.
Mio padre invece non ha mai intrapreso una strada di questo tipo e anzi crede ancora che io sia un pervertito. In questo modo non solo un riavvicinamento non avverrà mai ma anzi un allontanamento definitivo sarà un fatto assai gradito. Zuccone com'è non lo capisce affatto.

Quindi, se dovessi mettermi nei panni di mia madre, e di riflesso in quelli della madre che scrive, direi che serve molta umiltà ma non è un'impresa impossibile. Bisogna sforzarsi di capire cosa vuol dire. Capire come può sentirsi un ragazzo in quelle situazioni e capire che non può esserci il minimo interesse a mantenere rapporti con una persona per semplici questioni anagrafiche. La (scarsa) differenza di età in questo caso aiuta sicuramente (io con i miei rasento i 40 anni di stacco). Però bisogna anche accettare che giunti a una certa età i figli vadano per la propria strada, e per una marea di cose senza neanche l'impulso a far riferimento ai propri genitori.
Se io sapessi cosa mi fa bene
se io sapessi cosa mi fa male
nella marea di cose e di persone che c'ho intorno
se non tradissi le mie pulsioni vere
potrei sul serio diventare
un uomo pluricentenario
forse eterno


G.Gaber, Se io sapessi, «E pensare che c'era il pensiero»

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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da Telemaco » martedì 4 settembre 2012, 23:42

Finchè la signora della mail, parlando del proprio figlio, non sarà capace di trovare parole diverse da "problema", "angoscia terribile", "dovere", "rassegnazione", non solo sarà "trattata" come nemica dal figlio, MA GLI RESTERA' NEMICA A TUTTI GLI EFFETTI e sarà giusto e anzi auspicabile che lui si regoli di conseguenza per difendersi da lei (e dai ricatti psicologici che lei potrebbe facilmente adoperare in una situazione del genere).
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(Gǔlǎo de zhōngguó yànyǔ)

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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da Geografo » domenica 7 dicembre 2014, 22:53

Ma siamo sicuri che st'e-mail sia attendibile? A me sembra tanto scritta da un'adolescente di 17 anni piuttosto che da una donna di 37 anni, sia perché la storia mi sembra inverosimile, sia perché non sembra scritta da una donna adulta. Ergo, non credo per niente a quello che è stato scritto.

Comunque, nel caso in cui, per assurdo, la storia fosse vera, la donna si è comportata nel peggiore dei modi. Se avessi visto mio figlio in giro in compagnia del suo professore di matematica, gli avrei chiesto senza tanti giri di parole perché fosse in sua compagnia, ma non ci avrei visto nulla di particolarmente "oscuro". Dal vedere il proprio figlio in giro col professore al pensare che abbiano una relazione ce ne vuole eh... Detto questo, non si dovrebbe mai controllare il cellulare o il computer di qualcuno, sono cose altamente personali e soprattutto il raccontargli di aver scoperto che va in siti gay sicuramente lo avrà messo in un immenso imbarazzo.
Boh, che dire... La madre dovrà lavorare parecchio per recuperare il rapporto.
Ma ripeto, io a questa storia non ci credo nemmeno un po'.

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Re: HO UN FIGLIO GAY CHE NON MI PARLA NEMMENO

Messaggio da progettogayforum » martedì 9 dicembre 2014, 11:11

Vorrei dire a Geografo di non mitizzare troppo gli adulti, trentenni e oltre. Non è affatto detto che un uomo o una donna di 37 anni siano oggettivamente più maturi di un ragazzo di 16. Ci sono eccome ragazzi giovanissimi che sorprendono per la loro intelligenza e per la loro capacità di affrontare i problemi razionalmente e con estremo buon senso e ci sono quarantenni e più che quarantenni che, per varie ragioni, non riescono a mantenere atteggiamenti razionali e si fanno portare dall'emotività e dall'ansia. Dietro la storia di una madre non sai che cosa ci può essere e di adulti che hanno fatto esperienze traumatiche (abbandono affettivo, rifiuto da parte della famiglia, depressione, stati ansiosi di lunghissima durata, educazione catstrante e repressiva, ecc.) ce ne sono molti.

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