AMICI GAY E AMANTI GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
Rispondi
Avatar utente
progettogayforum
Amministratore
Messaggi: 5950
Iscritto il: sabato 9 maggio 2009, 22:05

AMICI GAY E AMANTI GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 16 settembre 2012, 15:29

Ciao Project,
sono un 31enne (volevo scrivere un ragazzo di 31 anni ma avrei dovuto scrivere un uomo di 31 anni e allora non ho scritto né ragazzo né uomo). Ti scrivo per dirti che leggere i siti di progetto gay mi ha aiutato molto a trovare il mio equilibrio. Vengo ai fatti. Ormai sei anni fa, quando avevo 25 anni, in modo del tutto casuale, mi capitò di conoscere un ragazzo 21enne. Premetto che mi sono sentito gay da sempre ma che per me l’essere gay si limitava alla fantasia, a qualche video e a un po’ di sesso self made. Per me i ragazzi erano solo un oggetto di fantasia, non avevo mai conosciuto un ragazzo gay di persona. In pratica pensavo che sarebbe stato sempre così e in qualche modo mi ero adattato alla situazione, poi, improvvisamente, è arrivato lui. L’ho conosciuto il 14 luglio 2007 al concerto di Vasco Rossi allo stadio del Conero (siamo entrambi delle Marche). C’era una folla immensa, luci psichedeliche che si accendevano e si spegnevano seguendo il ritmo della musica. Io lo noto subito, è un bel ragazzo proprio scatenato, cerco di capire chi sono quelli del suo gruppo, ne individuo un paio, un ragazzo e una ragazza ma stanno per i fatti loro. Proprio all’inizio del concerto stavano tutti a battere le mani seguendo la musica, anche lui, io invece no, mi guarda e mi dice: “Dai batti le mani pure tu! Che fai? Scatenati!” Io lo guardo perplesso ma sorridente, lui mi risponde con un sorriso che non dimenticherò mai. Il concerto va avanti, ogni tanto scambiamo qualche sguardo e qualche battuta. È proprio un ragazzo bellissimo, o meglio se dovessi sognare il mio ragazzo ideale lo sognerei così. Era andato lì con quel ragazzo e con quella ragazza ma stava per conto suo. Il gioco di sguardi, anche se molto prudente, si è fatto più evidente. Il concerto finisce lui va dai suoi amici e scambiano poche parole, si abbracciano e quelli se ne vanno. Mi chiede se posso dargli un passaggio, gli dico: “Certo!” Mi dice che è lontano, verso Falconara, gli dico che non c’è problema. Usciamo e ci mettiamo in viaggio. Stare in macchina con lui mi sconvolge, ride, scherza, dice battute demenziali, provoca ma lo vedo perfettamente a suo agio. Il viaggio non è brevissimo, all’inizio parliamo solo di Vasco e del concerto, poi mi dice di essere uno studente di ingegneria, io gli dico che dovrei laurearmi in medicina ma che penso ci vorranno quasi due anni ancora. La conversazione non va mai sul personale. Lo accompagno sotto casa sua, mi fa notare che la mia facoltà è vicina a casa sua, ci scambiamo i numeri di cellulare e una stretta di mano assolutamente non formale. Poi me ne torno a casa e penso a come sarebbe bello potere avere vicino un ragazzo così. L’indomani (era domenica) mi richiama la mattina presto e mi chiede se mi va di andare al mare con lui, gli dico di sì e ci diamo appuntamento davanti a uno stabilimento balneare a Falconara. Quando arrivo, lui (lo chiamerò Luca) è già lì, si è portato appresso la chitarra, gli chiedo se suona, mi risponde che strimpella, ma poi a sentirlo suonare devo dire che suona piuttosto bene. Ha con sé anche un borsa da campeggio con panini e bibite anche per me. Ci prendiamo un ombrellone e si mettiamo stesi sulla sabbia. In costume è proprio bellissimo ma so che non devo guardarlo troppo. Poi abbiamo cominciato a raccontarci delle nostre vite, c’era tutto meno che le ragazze, niente ragazze né per lui né per me, amici sì, ma piuttosto superficialmente, sia per lui che per me. Che un ragazzo come lui non avesse la ragazza era sospetto. Io ho evitato di fargli domande specifiche, ma una ragazzo bello come lui avrebbe potuto avere tutte le ragazze che voleva e se aveva chiesto a me di andare al mare con lui era evidente che non aveva una ragazza. Stare vicino a lui in costume da bagno mi imbarazzava e dovevo sforzarmi per evitare reazioni visibili, per lui invece nessuna reazione. Questo fatto mi faceva pensare che tutti i castelli in aria che mi stavo facendo su di lui non avessero alcun senso. Ma, la faccio breve, praticamente siamo andati insieme al mare ogni giorno per due settimane di seguito, non sapevo che pensare ma avevo l’impressione che lui ci tenesse. Io non lo chiamavo mai, mi chiamava sempre lui, ma in fondo Luca sapeva che qualsiasi sua proposta sarebbe stata comunque accettata. Il primo di Agosto, ricordo benissimo che era un mercoledì, alla fine della giornata, mentre lo riaccompagnavo a casa mi ha detto: “Ti devo dire una cosa, sono gay.” E non mi ha fatto nessuna domanda, io gli ho risposto. “Anche io.” Ha fatto un lungo ed enfatico sospiro di soddisfazione, poi ha aggiunto: “Sto bene con te, proprio bene, ma non sono innamorato di te.” Io gli ho detto solo: “Peccato! Perché mi sarebbe piaciuto!” Lui mi ha chiesto: “Domani ti va di venire al mare?” Io gli ho detto: “Certo!” Poi ha cambiato argomento come se nulla fosse successo. Il discorso del primo Agosto mi ha del tutto scombussolato. Quel “non sono innamorato di te” mi pesava come un macigno però con Luca stavo veramente bene, ormai lo conoscevo meglio e mi affascinava e poi avevo l’impressione che la mia presenza per lui, in qualche modo, fosse importante. Abbiamo continuato ad andare allo stabilimento per tutto Agosto, mi ha raccontato di essere innamorato di suo collega di università che però aveva la ragazza. Luca sembrava quasi dipendente da quel ragazzo che nemmeno si era reso conto di quello che gli passava per la testa, ci stava proprio malissimo, si sentiva sfigato, pensava che nessuno lo avrebbe mai voluto diceva di essere brutto e che la sua vita l’avrebbe passata da solo e ne sembrava proprio convinto, certe volte arrivava a mettersi a piangere. Stava mandando in malora l’università, era talmente dominato dalle reazioni emotive che il resto finiva per non esistere proprio. Siamo andati avanti così fino alla fine di Settembre, poi mi ha detto che aveva provato dei desideri sessuali su di me, che non era innamorato ma che aveva bisogno di coccole e che secondo lui ero la persona giusta perché lui con me si sentiva al sicuro. Io qui ho cominciato ad avere paura, non avevo mai fatto sesso con nessuno (e nemmeno lui), per un verso mi attirava, ma quel “non sono innamorato di te” mi frenava moltissimo, ho provato a dirglielo ma mi ha risposto che era proprio così e che non mi poteva illudere e che non mi potava promettere nulla. Insomma, questi discorsi sono andati avanti fino a gennaio, poi ha messo da parte i discorsi e ha preso lui l’iniziativa. Io notavo che era proprio sessualmente coinvolto e ha finito per coinvolgere anche me. Fare l’amore con Luca è stata un’esperienza non paragonabile assolutamente con nessun’altra, era uno sciogliersi totale. Per un gay non c’è niente di più bello che abbracciare un ragazzo, baciarlo e sentirlo profondamente coinvolto a livello asessuale. Non è una questione solo fisica, senti che c’è un affidamento reciproco totale, senza nessun imbarazzo e senza nessun copione da recitare. Ti rendi conto che in qualche modo puoi fare stare bene quel ragazzo e capisci che è proprio come te, che reagisce nello stesso modo. Insomma certamente con dimenticherò mai più quei momenti, perché erano esaltanti al di là dell’immaginazione. È andata avanti così fino al settembre 2008, poi mi ha detto che si stava innamorando di un altro ragazzo (che chiamerò Lorenzo), che sapeva che ci sarei rimasto male e che avrebbe voluto mantenere comunque un rapporto con me perché mi voleva bene. Io sapevo che non era un modo di dire per liquidarmi e ho cercato di agevolarlo in tutti i modo perché non ci fosse il disagio di una rottura, e difatti il disagio non c’è stato. Ci sentivamo meno la continuavamo a sentirci. Qualche volta mi ha detto che gli tornava in mente quando facevamo l’amore e che gli sarebbe piaciuto farlo ancora, ma che adesso aveva il ragazzo e che il ragazzo l’avrebbe presa male. Io lo vedevo tutto sommato abbastanza sereno, aveva ricominciato a studiare. Il ragazzo gli voleva bene ma forse, per lui, era un po’ troppo possessivo. La cosa è andata avanti per tre anni, poi è finita, per come finiscono le storie di Luca, che in fondo non finiscono mai. Poi ha trovato un altro ragazzo ma è durata pochissimo, poi un altro ma anche lì in pratica non è neppure cominciata. Luca, parlando con me, mi diceva sempre che per lui stare in coppia se non aveva avuto senso con Lorenzo non l’avrebbe avuto con nessun altro, voleva bene a Lorenzo, ma non provava per Lorenzo il trasporto che aveva provato per il ragazzo etero che non lo aveva mai guardato. Da un anno e mezzo circa a questa parte Luca non ha un ragazzo, ci sentiamo abbastanza spesso, parliamo dell’università ma anche di noi, di come ci sentiamo dentro e sono cose vere, sentite, lo vedo determinato, si è rimesso a studiare seriamente e ormai il fatto di essere vicino alla laurea lo sprona ancora di più. Io penso che dire che siamo solo amici è riduttivo, sono cose che vanno al di là dell’amicizia, chi lo sa, forse potrebbero qualche volta portarci di nuovo a fare l’amore ma non come una coppia ma come due persone che si vogliono bene e hanno bisogno di un momento speciale di intimità. Non è una questione di sesso ma è proprio un bisogno affettivo profondo, perché io penso che ci si voglia bene veramente. Vorrei dire che se una cosa del genere, cioè fare l’amore, succedesse anche tra Luca e Lorenzo non ne sarei per niente sconvolto. Io penso che tante volte noi abbiamo delle strutture mentali dalle quali non riusciamo ad uscire. I gay non hanno figli e una coppia quasi matrimoniale non va bene per noi, se viene da sé bene, altrimenti la vita affettiva trova le sue strade. Io non mi sento frustrato ma mi sentirei malissimo se non sentissi più Luca, se non passassi con lui ore e ore a parlare dei suoi e dei miei problemi. Queste cose non sono affatto stupide. Il sesso è una cosa bellissima e grazie a Luca me ne sono reso conto, ma costruire la vita affettiva sull’idea della coppia qualche volta può creare più problemi che altro. Ci sono tanti modi verissimi e profondissimi di volersi bene anche senza stare in coppia. Certo c’è il problema della prevenzione ed è vero che con la coppia chiusa, se è veramente chiusa il rischio si azzera, ma anche i contatti sessuali, per avere un valore affettivo profondo non è affatto detto che debbano coinvolgere comportamenti a rischio, la dolcezza nel vivere il sesso esiste eccome anche in cose che sono a rischio zero. So bene che la mia storia non è la classica storia del ragazzo gay che trova il principe azzurro, però io così mi sento realizzato, cioè io so che Luca mi vuole bene e che questo sentimento apparentemente di basso profilo durerà per sempre!

Avatar utente
Yoseph
Membro dello Staff
Messaggi: 369
Iscritto il: giovedì 23 agosto 2012, 22:49

Re: AMICI GAY E AMANTI GAY

Messaggio da Yoseph » venerdì 21 settembre 2012, 10:58

Mi piace molto la tua storia e credo che sia impossibile riuscire a sublimare la propria voglia di affetto e di fare l'amore con chi si vuole bene!Questa è la realtà!

Rispondi