Che fare?

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
giorgio82
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Re: Che fare?

Messaggio da giorgio82 » venerdì 4 maggio 2012, 0:32

beh..grazie delle risposte. Quella di riverdog mi piace di più.
Alla fine di tutto l'unica certezza è che passare del tempo con lui mi fa star bene. non so altro e non posso pretendere di valutare o giudicare una persona da qualche uscita e basta. Non ho nessuna intenzione di troncare il discorso, voglio provare a giocare le mie carte. Avrò modo di mettere in chiaro com'è per me la situazione parlando a quattr'occhi e senza mezzi termini.
Credo che, a meno che non mi sia imbattuto in un coglione totale (cosa che non credo proprio) potremo valutare con coerenza quello che stiamo facendo e perchè ,cercando ognuno di non ferire l'altro.
La possibilità che questa cosa mi faccia un gran male è in effetti elevata.Non per questo trovo giusto vietarmi di vivere questo momento, sognare un pò, soffrire se c'è da soffrire. in fondo non è nient'altro che la vita...
Grazie ancora del confronto che mi rende più consapevole...

giorgio82
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Re: Che fare?

Messaggio da giorgio82 » giovedì 28 giugno 2012, 2:35

Torno a scrivere dopo un paio di mesi.Scrivo così, per aiutarmi a mettere nero su bianco la mia esperienza e per cercare qualche consiglio,anche se son consapevole che da quattro righe si può capire ben poco.
Ci siamo visti, ci siamo frequentati. Tanto. Siamo usciti mille volte insieme, talvolta anche con alcuni miei amici. Abbiamo fatto un percorso importante, sicuramente entrambi abbiamo ricavato parecchio da questa frequentazione. M'è capitato di arrivare al punto di chiedergli di uscire dalla mia vita. M'è bastato intravedere il suo sguardo triste quella sera per capire che non gli avrei detto neanche mezza delle cose che avevo in mente.
L'ho tirato in mezzo a situazioni personali (una partita vista coi miei, un paio di serate parecchio goliardiche coi miei amici) con l'intento esplicitato di fargli vedere che poteva vivere situazioni "normali" con persone qualunque consce del suo orientamento sessuale. Dopo queste situazioni ed una bella gita sui monti di como con cena sul lago, ha fatto coming out coi suoi, seguito da dubbi riguardo le varie teorie di riparazione e un giro da una psicologa proposto da suo padre. Il tutto è finito con una giornata al mare insieme prima che lui partisse di nuovo. In tutto ciò non è successo niente tra noi a parte qualche mio bacio sulla guancia e qualche mio vago contatto fisico. Ora è partito e sono punto a capo poichè non lo sentirò per un mese o due. Nel frattempo lui ha deciso di smettere con le stagioni in montagna e di prendere una stanza dove poter vivere da solo (staccandosi dalla famiglia) proprio nella mia città.
questa frequentazione m'ha dato veramente tanto. Ho capito cosa significa voler bene ad una persona, ho toccato finalmente con mano quel sentimento puro che mi ha portato a fare un grosso salto dall'accettazione all'essere contento di quello che sono. Nel frattempo ho avuto modo di riprendere a parlare con amici e parenti di me, e di fare alcuni coming out che mi ero lasciato indietro. Inoltre ora posso parlarne tranquillamente al lavoro,anche perchè i miei colleghi ora lo conoscono.
Forse a questo punto però tutto ciò che poteva darmi questa frequentazione si è esaurito. Forse, se da lui non potrò avere di più, dovrò davvero far si che lui esca dalla mia vita. Ho paura di farmi male, ho paura di fargli male. Questa sua idea di venire a vivere nella mia città mi spaventa. Se lui vive questa conoscenza come rapporto puramente amicale io dovrò prima o poi allontanarlo e questo sarà difficile,anche perchè avrò paura di lasciarlo da solo in un momento delicato in cui sta affronttando dei passaggi difficili.
Ora ho tempo per capire meglio i miei sentimenti. Per un pò non lo sentirò e per assurdo questa situazione mi ha tolto un a bella dose di ansia data dall'aspettativa di sentirlo, ricevere un suo messaggio, vederlo.
Cercherò di conoscere qualcuno. Parlando molto di più coi miei amici son venute fuori alcuna conoscenze di personaggi gay. Proverò ad incontrare qualcuno,anche perchè credo sia un periodo propizio visto che, avendo lui in mente, non avrò bisogno di proiettare aspettative sulle persone che incontrerò. Voglio arrivare al prossimo incontro con lui con una maggiore solidità per meglio poter affrontare le difficiltà a cui andrò in contro in un modo o nell'altro.

Alyosha
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Re: Che fare?

Messaggio da Alyosha » giovedì 28 giugno 2012, 6:32

Anche se fosse come dici tu sarebbe un'esperienza. che fa male ma pur sempre un esperienza.
So che i miei conssigli non ti piacciono e mi diverte ancora di più darteli :mrgreen:. Però a parte che mi dispiace un sacco perché si sente a pelle un filo di malinconia e un vlo di tristezza. Ma perché adesso che ha deciso di trasferirsi in città da te, tu cominci a farti le pippe mentali?
L'idea di frequentarlo dopo il suo "rifiuto" iniziale non ha mai avuto ne capo ne coda, ma perché te ne accorgi proprio adesso, che il rapporto comincia a stabilizzarsi e vuoi come vuoi tra voi due s'è creato qualcosa? Certo l'idea che duri qualche "solo instante e poi che ce ne importa noi" aiuta a lasciarsi andare, ma poi? Non so cosa deciderai di fare, però una cosa è certa, queste decisioni non si prendono a tavolino o dall'alba alla mattina. E anche se deciderai di non vederlo più poi lo tornerai a vedere. Dire di non volerlo vedere è solo un modo per metterlo con le spalle al muro e fargli prendere una decisione. Non è un bel modo secondo me, rischia di interrompere molto la spontaneità che pare ssi ssia creata nel vostro rapporto. Però è chiaro che se ti dovessi accorgere che non reggi la situazione, perché provi dei sentimenti che lui non prova non hai molte altre scelte.
Vedi intanto come va con la distanza se lui torna in silenzio stampa o invece si fa sentire. Alla fine si tratta di capire se per te c'è un interesse che vada al di là dell'interesse comune che avete di esplorare assieme le lande sin'ora sconosciute dell'omosessualità. Non ho mai avuto in proposito dubbi, da parte tua almeno è chiaro un interesse per la persona, da parte sua ancora non si é capito bene. Cioè prima sicuro no, magari adesso con la frequentazione assidua che c'è stata qualcosa s'è smosso. Mi pare una buona idea quella di sfruttare la distanza provvisoria che ci sarà per adesso, un buona occasione per riflettere un pochetto e lasciare che lui faccia altrettanto. Vedi cosa si muove da parte tua ora che non lo vedrai più e sopratutto cosa si muove da parte sua,
P.S.: Dai che stavolta non te l'ho trattato poi così male ;)...

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Re: Che fare?

Messaggio da giorgio82 » giovedì 28 giugno 2012, 16:37

Grazie Alessio, ti attendevo al varco! :D

E' ragionevole quello che dici, e comunque sarà così, aspetterò di vedere cosa succede. I miei timori riguardano la sua scelta di trasferirsi. E' indubbio che sia legata a me, non sono però in grado di capire in che modo ed a che livello.
Sarebbe spiacevole arrivare al punto di non essere più in grado di gestire questo rapporto,chiedergli di uscire dalla mia vita,quando magari nel frattempo lui ha fatto delle scelte contando più o meno consciamente su un mio appoggio.
Inoltre fatico ad affrontare l'argomento in maniera esplicita per paura di perderlo e perchè sono conscio che il momento che sta vivendo è delicato e pieno di alti e bassi.

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Re: Che fare?

Messaggio da Alyosha » giovedì 28 giugno 2012, 17:05

Sarebbe spiacevole arrivare al punto di non essere più in grado di gestire questo rapporto,chiedergli di uscire dalla mia vita,quando magari nel frattempo lui ha fatto delle scelte contando più o meno consciamente su un mio appoggio.
Temevo tutta questa risposta e ti capisco perfettamente, mette tanti timori la cosa, ma secondo me è proprio sbagliata l'idea che lo stia facendo per te, comunque stiano le cose lo sta facendo per se stesso. Fa molta paura mettersi in gioco in modo serio e una volta tanto non ho consigli da dare, quando imparerò a farlo io stesso proverò al momento l'unica cosa che posso dirti è che capisco la paura che ti fa la situzione.

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Re: Che fare?

Messaggio da giorgio82 » venerdì 29 giugno 2012, 1:11

no,magari lo sta facendo davvero solo per sè. ma inevitabilmente presume di avere una persona con cui uscire ogni tanto, che nel caso sarei io, presume di poter fare talvolta serate divertenti coi miei amici, presume quindi di avere un appiglio nella realtà nuova che andrà ad affrontare...da dove parte tutto da zero. Ho paura che non riesca a rendersi conto che questo presunto appiglio potrebbe anche non esserci e questa partenza sarebbe da zero assoluto.
Poi...oddio, se lo stesse facendo davvero per me, sarebbe tutta un'altra cosa... e non disdegnerei di certo.. ;)

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Re: Che fare?

Messaggio da Alyosha » venerdì 29 giugno 2012, 10:29

Io intendevo dire che anche se dovesse farlo per te, lo farebbe comunque per sé, perché gli rechi un beneficio o una qualche forma di "vantaggio". Cioè ognuno prende scelte per sé e di quelle scelte è o dovrebbe essere responsabile chi le prende e nessun altro. Quando pensi di influire (nel senso di condizionarle dall'esterno) sulle scelte di qualche altro o in realtà non è vero e sei solo paranoico ed egocentrico o purtroppo è vero e stai facendo una cosa sbagliatissima, per lui e sopratutto per te. Quello che mi viene da dirti è che è chiaro che se ti carichi di questo peso psicologico l'idea non ti piaccia. L'idea stessa di aiutarsi a vicenda, mi pare di averti provato a dire più volte, non è una buona idea di partenza. So che pare bello da dire, stando insieme (anche in una semplice relazione di amicizia) ci aiutiamo a vicenda e invece è un modo proprio sbagliato di impostare le relazioni. Provo a farti un esempio: una cosa è aiutare un compagno di classe a fare un esercizio che non ha capito, altra cosa è studiare assieme a lui perché da solo non sa studiare, nel senso che tende a distrarsi. Nel primo caso si tratta di un aiuto ad una difficoltà oggettiva, nel secondo si tratta di avere costruito una relazione fondata su un bisogno che è cosa proprio diversa. Che significa materialmente, che magari il ragazzo in questione ha tutte le carte in regola per fare da solo, ma avrà guadagnato una dipendenza psicologica dall'idea di dover essere aiutato a fare le cose, con tutto ciò che questo ne consegue. Potrebbe per esempio semplicemente non avere alcuna voglia di studiare (di fare quello che tu gli vuoi far fare) e la faccenda dell'aiutarlo nascondere un tentativo di "cambiarlo", "migliorarlo", "piegarlo" alla tua volontà ritenendo la tua volontà la cosa giusta per lui (in pratica annullare la sua di volontà). Aiutarlo nel senso di renderlo migliore di com'è, sostenendo che ha tutte le potenzialità dentro se, per essere quello che non è, in pratica proiettare un immagine di lui dentro lui e sfruttando la sua posizione di svantaggio pretendere che faccia quello che tu vuoi fargli fare. Ovviamente questa è una relazione a due, potrebbe infatti succedere (come spessso succede) che è l'altro ha darti questo ruolo, mostrati un bisogno, una forte ssofferenza e assieme la sua incapacità di risolvere da solo. In pratica l'altro così facendo ti chiama ad assumere il ruolo salvifico sulla sua vita (questo solo per dirti che le cose si fanno ssempre e solo almeno in due). Tipi di relazioni così costruite non sono mai buone relazioni, perché nei fatti l'altro (ne da un lato ne dall'altro) non c'è mai. L'altro così non viene accolto, visto, conosciuto per quello che è, ma subito "catturato" da qualcosa, nel senso proprio di irretito.
Ora una cosa è dire che questo ragazzo venendo nella tua città avrebbe bisogno certamente di persone che lo aiutino ad integrarsi, altra cosa è dire che avrebbe bisogno di te. Ho fatto finta di non leggere, ma avevo notato questa tua tendenza ad impostare il rapporto un pò come nel secondo caso:
L'ho tirato in mezzo a situazioni personali (una partita vista coi miei, un paio di serate parecchio goliardiche coi miei amici) con l'intento esplicitato di fargli vedere che poteva vivere situazioni "normali" con persone qualunque consce del suo orientamento sessuale.
Vedi nel sottofondo del tuo racconto c'è un pò l'idea che questo cambiamento in lui stia avvenendo grazie a te, che detto altrimenti significa che questa scelta di trasferirsi nella tua città la stia prendendo grazie a te. Questo "grazie a te", significa che di questa scelta materialmente tu ti senti responsabile ed è questa responsabilità che prroduce angoscia adesso e vedrai rabbia dopo, quando ti accorgerai che lui non fa quello che gli consigli di fare, perché di fondo lui non sei tu. Non è proprio possibile essere responsabili delle scelte degli altri come ti dicevo all'inizio, cioè se lo sei è perché in realtà hai condizionato tu la scelta dell'altro, l'hai "costretto" per qualche via, in maniera tale che quei movimenti in realtà non siano i suoi, ma i tuoi. Magari questo modo di relazionarsi crea dei legami forti, sicuramente legare una persona ad un bisogno, complementarsi crea legami forti, ma paga il prezzo di tanta frustrazione e rabbia. Dovresti innanzitutto renderti conto che certi passaggi deve saperli fare per sé, che nell'esempio di prima non puoi dargli la motivazione per studiare, la spinta a fare le cose, mentre certamente puoi dargli una mano in caso di una necessità o bisogno concreto che è altra cosa.
Il punto, per come la vedo però, è che questa storia era già partita con l'idea che potevate aiutarvi a vicenda a fare delle cose e secondo me non è così che possono cominciare relazioni sane. Dato tutto quello che ti ho già detto una doppia relazione d'aiuto significa solo moltiplicare per due i problemi di poco fa. Non si sta assieme per aiutarsi a fare qualcosa insomma.
Il piccolo problemuccio infatti è che in realtà non fosse affatto partita così, ma che ci fosse un interesse che almeno da parte sua è scemato pian piano e che solo dopo la versione è diventata aiutiamoci a vicenda. Insomma pare che aiutarlo sia il tuo modo di legarlo a te e magari ci riesci anche, ma a che prezzo?
In ultimo se anche dovesse venire perché è innamorato di te le cose non cambierebbero di una virgole. Quello che chiamiamo amore è l'emozione che circola in un rapporto, non la sostanza del rapporto, che potrebbe comunque non funzionare anche se ci si "ama".

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Re: Che fare?

Messaggio da giorgio82 » mercoledì 3 ottobre 2012, 17:17

Dopo quasi un anno ho chiuso questa storia. Ce n'è voluto di tempo. La sofferenza è atroce. Chiunque me l'aveva detto e ripetuto in tutte le salse,ma io non volevo accettarlo.
Per lui sono un amico, un amico importate, l'unica persona con cui poter esprimersi per quello che è, ma niente di più,niente sentimento, niente amore.
Ho staccato.E' stato un momento triste,ma al contempo ho provato come un senso di liberazione. Questa frequentazione m'ha fatto crescere, e tanto.Ora dovrò metabolizzarla, e sarà dura...
Ho paura di ritornare nel baratro, di non avere più momenti di serenità (che erano legati alla sua presenza), di ritornare impazzito a cercare gente sui siti con la consapevolezza di scontrarmi contro la solita stupida realtà!!!
Grazie a lui e grazie al forum ho appreso l'affettività gay. Non la comprendevo, inconsciamente non credevo esistesse.
In questi mesi mi sono ritrovato a parlare di omosessualità con chiunque, come se fosse un qualsiasi argomento e senza sentirmi minimamente in imbarazzo.

Grazie di tutto,Nicola, e in bocca al lupo...

Grazie a voi ragazzi per essermi stati di stimolo e conforto.

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Re: Che fare?

Messaggio da Alyosha » mercoledì 3 ottobre 2012, 20:52

Caro Giorgio ormai ci conosciamo da un pò... Ok sono tra quelli che ti ha fortemente sconsigliato questa cosa, però vedi quando vengono chiesti consigli uno li dà, ma mentre li do io stesso mi rendo conto che certi percorsi sono inevitabili, saranno dolorosi e tuttavia mi pare di capire che per te è stato qualcosa di serissimo e credo proprio che perciò stesso ne sia valsa la pena. Mi spiace un sacco non sia andata come credevi, ma in tutta sincerità mi sarebbe dispiaciuto assai più se non ci avessi almeno provato. E' chiaro che quando uno si mette in gioco le cose non vanno sempre come si derideravano, specialmente quando c'è in gioco un'altra persona, però non c' altro modo credo che tentare. Spero al più presto ti riprenderai dallo stupore e riprenderai al contempo il tuo cammino.

Machilosa
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Re: Che fare?

Messaggio da Machilosa » giovedì 4 ottobre 2012, 1:23

Mi spiace molto! Ci speravamo un po' tutti che la tua fosse una storia a lieto fine! In ogni caso, da questa esperienza sei uscito molto più consapevole! A ben vedere, per quanto dolorosa, è stata comunque utile!
Tanti auguri per il futuro!

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