Volevo solo fare una piccola analisi sul mio percorso,da condividere con chi di voi avrà voglia di dire la sua.
Negli ultimi mesi mi sono aperto tanto. Il mio mondo è un pò cambiato.La mia situazione attuale è una vita abbastanza serena, una maggiore consapevolezza di me stesso e una condizione favorevole a livello lavorativo, familiare, amicale.
Penso di avere tanto dalla mia vita: la mia città, la mia famiglia vicino(ma a distanza di sicurezza

in più...ora praticamente tutti sanno di me, vivo la cosa in maniera serena e ne parlo apertamente con chiunque senza nessun tipo di ansia e paura (addirittura l'altro giorno mi confrontavo con mia madre su una piccola avventura fisdica avuta di recente con un ragazzo).
Il problema è che ancora fatico ad interagire col mondo gay.
ultimamente vado con una certa frequenza in un locale gay della mia città,accompagnato da amici e colleghi, ma davvero non sono in grado di interagire. Un pò perchè è un locale tipo discopub, tipo di locale in cui io potrei divertirmi una sera all'anno,ma dove non saprei proprio come fare per interagire con la gente. La mia difficoltà è che sono sicuramente in grado di creare relazioni interpersonali profonde e stabili,ma che per far questo mi ci vuole tempo.Eppure io creo rapporti bellissimi in tutti gli ambiti di cui faccio parte, scoprendomi una persona allegra e carismatica ed avendo spesso una sorta di ruolo di trascinatore nei confronti degli altri.Ma nel mondo gay proprio no.
Credo di non essere ancora in grado di valutare le persone davanti a me per quello che sono, ma di avere ancora il bisogno di catalogarle e giudicarle in quanto gay. Probabilmente sono ancora un pò irretito dallo stereotipo gay.
Faccio un esempio: se mi confronto con un mio amico etero che ogni sera finisce a letto con una donna diversa non mi fa nessun effetto, ci chiacchero, mi faccio quattro risate, approfondisco con lui le cose. Un ragazzo gay che vive nella stessa maniera mi blocca parecchio.Rientra nello stereotipo, percui, forse inconsciamente, lo valuto in maniera negativa, togliendomi l'opportunità di un approfondimento ed un confronto della persona in quanto tale.
Ora mi sento così:come se fossi ormai molto vicino al traguardo, ma non riuscissi a fare l'ultimo sforzo. Ho così deciso di andare a fare quattro chiacchiere da una psicologa.
Oggi ne ho parlato con entrambi i miei genitori in separata sede. Da entrambi è saltato fuori abbastanza infretta una forte anaffettività che fa proprio parte della nostra famiglia.
Un bacio, un abbraccio, una carezza è sempre stato qualcosa di fuori dalla nostra portata ed è ovvio che questo mi ha condiziona parecchio.
In rapporto alla sessualità faccio un pò fatica. Le pochissime esperienze che ho avuto sono state poco soddisfacenti, ma forse solo perchè erano totalmente sconnesse dall'affettività ed erano di certo un pò una forzatura di sperimentazione.
Eppure conosco ragazzi che vivono anche una sessualità fine se stessa senza che questa cosa crei in loro nessun tipo di problema, ma io davvero non ci riesco.( e il confronto con questi ragazzi a volte mi mette un pò a disagio...)
In sostanza vorrei riuscire a creare un giro di amicizie gay con cui uscire la sera, giusto per far 4 chiacchiere sentendomi a mio agio, come mi capita negli altri ambiti della mia vita. Vedo questo come obiettivo primario da conseguire.
Però a volte l'ormone ha il sopravvento e questo mi crea una sorta di sofferenza, senso di vuoto, inadeguatezza. Vorrei riuscire a stopparlo per un pò... (come dice Battiato "emanciparmi dall'incubo delle passioni"), lavorare sodo su me stesso e sui miei obiettivi per quesl tempo, e riattivarlo al momento opportuno...
Bom... ho messo un pò di tutto nel calderone... direi che per oggi può bastare...