IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
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IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Qualche giorno fa il mio ragazzo è venuto da me piangendo e con difficoltà mi ha detto di avere il dubbio di essere omosessuale. per quanto la cosa mi abbia un po’ scombussolata, non mi è stato difficile comprendere che per lui questa situazione deve essere piuttosto destabilizzante e complicata sopratutto perché stiamo insieme da quasi un anno e mi ha confessato di sentirsi in colpa nei miei confronti per non essersene accorto prima; il mio problema però è che lui dice che in ogni caso non mi vuole perdere e che non vuole che restiamo solo amici, però non è certo neanche di essere eterosessuale….io non capisco cosa si aspetta da me, perché io voglio restargli vicino, però se capisce di essere gay io non posso restare la sua ragazza….e anche se mi farebbe davvero male perderlo, ho paura di influenzarlo restando con lui in questo periodo di confusione, ma lui non vuole che ci lasciamo. io sono tanto confusa e anche se cerco di fargli coraggio non so cosa fare perché non c’è nessuno con cui possa parlare di questa cosa a parte lui, ma non credo sia il caso di appesantirlo con i miei dubbi quando questa situazione è già abbastanza difficile e destabilizzante per lui….io sono confusa e un po’ spaventata, temo che questa situazione sia più grande di me, che cosa mi consigliate di fare?
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Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Se vi amate veramente e se lui è gay veramennte, dimenticatevi l'uno dell'altra e proseguite ognuno per la sua strada.
A sentimenti placati, potreste eventualmente rincrociare le vostre strade, ma finché tu amerai lui, è meglio che non lo vedo per non soffrire - e che lui non veda te per non soffrire a sua volta sapendo di farti soffrire!
Un grandissimo in bocca al lupo
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Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Come ti avevo anticipato ieri, cerco oggi di risponderti in modo articolato. Mancando nel tuo post un riferimento preciso alla vostra età cercherò di formulare varie ipotesi.
Intanto che un ragazzo fidanzato da un anno non abbia le idee chiare sulla propria sessualità non è una cosa comune. In genere la consapevolezza del proprio orientamento sessuale si raggiunge molto prima di creare un rapporto di coppia e non c’è nessun bisogno di mettersi alla prova attraverso la sessualità di coppia per capire se sei è etero, gay o bisex. Tra l’altro vedere la sessualità di coppia come un test di orientamento sessuale è del tutto incongruo, perché la sessualità non è un test e si vive con disposizioni affettive totalmente diverse. La consapevolezza dell’orientamento sessuale arriva attraverso le fantasie masturbatorie che sono in genere piuttosto ben definite e stabili fin dalla prima adolescenza 13/14 anni. A quell’età, anche se un ragazzo non usa i termini gay, etero o bisessuale, di fatto la sua sessualità è già chiaramente orientata. C’è però una cosa fondamentale da dire e cioè che circa un 30% dei ragazzi che finiscono per considerarsi definitivamente gay, ha avuto in precedenza anche una vita etero e spesso anche una sessualità etero. Per questi ragazzi in genere la sessualità etero è possibile (tanto è vero che ci sono gay che si sposano) e talvolta anche gratificante ma in modo relativo, perché nonostante la vita di coppia etero nella quasi totalità dei casi questi ragazzi hanno una masturbazione totalmente orientata in senso gay, cercano di convincersi di essere etero perché hanno una ragazza e fanno sesso con la ragazza, ma il loro orientamento spontaneo e versi i ragazzi. Ovviamente i condizionamenti familiari, sociali e religiosi possono essere pesantissimi e possono portare a travisare completamente la realtà. Il fatto stesso che un ragazzo consideri l’essere gay una mezza tragedia non una cosa comune, specialmente dopo i 21-22 anni. Un ragazzo gay si rende conto dei problemi sociali e familiari cui va incontro ma è comunque consapevole di essere gay e non vive affatto la cosa in sé come una tragedia, quando invece questo succede c’è da ritenere che ci siano a monte altre problematiche psicologiche non risolte, per esempio forme di dipendenza psicologica, condizionamenti profondi, anche inconsci ecc.. Diciamo che in genere dopo i 22/23 anni la fase etero transitoria che il 30% circa dei ragazzi che finiscono per riconoscersi definitivamente gay deve attraversare è praticamente superata in quasi tutti i casi. In sostanza un dubbio è ancora ammissibile fino a 22/23 anni ma se permane anche dopo c’è da pensare che la cosiddetta incertezza si legata in pratica alla bisessualità, cioè alla impossibilità di definire la propria sessualità come esclusivamente etero o come esclusivamente gay. Oggettivamente per un ragazzo bisessuale ci sono più problemi che per un ragazzo gay, perché per un etero vivere un rapporto etero esclusivo è una cosa che non crea problemi, per un gay, vivere un rapporto gay esclusivo con un altro ragazzo gay è una cosa meno facile ma certamente possibile, per un bisessuale, vivere un rapporto esclusivo, sia esso di tipo etero o di tipo gay, è decisamente molto più difficile, un bisessuale, di fatto, a medio-lungo termine, non si sente a suo agio né in un rapporto gay né in un rapporto etero. In questi casi la presa di coscienza non è solo accompagnata dalla consapevolezza dei possibili problemi sociali e ambientali ma dalla consapevolezza che, poiché sia in campo etero che in campo gay si cerca una stabilità di coppia, la vita di un ragazzo bisessuale rischia di trovarsi di fronte alla scelta tra la rinuncia a una vita di coppia stabile o l’accettazione di una vita di coppia stabile con la repressione di metà della propria sessualità. La bisessualità non è caratterizzata dall’avere partener sia di uno che dell’altro sesso ma dalla masturbazione sia con fantasie etero che con fantasie gay. Un ragazzo che ha rapporto sia con ragazzi che con ragazze, ma ha una masturbazione esclusivamente in chiave gay (sessualità spontanea gay) non è bisessuale ma è gay. L’orientamento sessuale non è l’orientamento dei comportamenti di coppia ma l’orientamento dei desideri. La bisessualità si può presentare con un interesse sessuale misto (bisessualità intermedia) o può alternare periodi al 100% etero con periodi al 100% gay. Nel primo caso il livello di disagio è costante, nel secondo è concentrato nei periodi di passaggio da una all’altra fase e può trattarsi di un disagio fortissimo (rottura degli equilibri familiari, traumi ambientali, scelte radicali anche non adeguatamente motivate ecc.) Naturalmente la bisessualità può essere più o meno orientata nell’uno o nell’altro senso. Un bisex quasi etero può anche sposarsi e vivere una vita sessuale etero in modo esclusivo riducendo l’omosessualità a una masturbazione episodica in chiave gay, analogamente un bisessuale quasi gay può vivere un rapporto di coppia gay esclusivo. Molto più delicate e destabilizzanti sono le situazioni dei bisessuali 50/50 ossia di quelli che non manifestano una netta preferenza né in senso gay né in senso etero, per loro trovare un equilibro è in genere molto più difficile.
Che cosa puoi fare? Io direi che puoi rimanere vicino al tuo ragazzo ma mantenendo una situazione di basso profilo. Se te la senti, cerca di parlarci molto e soprattutto cerca di fargli capire che i rapporti con te non sono solo sessuali ma hanno una dimensione affettiva che non verrà meno anche se è giusto che ognuno debba seguire la sua strada. Cerca di fare capire al tuo ragazzo che essere gay non è affatto una tragedia e che di ragazzi gay come si deve, che vivono la loro vita con grandi soddisfazioni anche affettive e sessuali ce ne sono moltissimi, deve solo usare il cervello, un po’ di buon senso e un po’ di prudenza per evitare di mettersi in situazioni difficili e peggio ancora di mettere a rischio la salute. Tu puoi aiutarlo a ragionare ma ovviamene, se è realmente gay, la sua felicità potrà trovarla solo con un ragazzo e d’altra parte tu hai diritto di vivere la tua vita con un ragazzo che possa innamorarsi di te con un coinvolgimento pieno, come solo un ragazzo etero può fare.
Intanto che un ragazzo fidanzato da un anno non abbia le idee chiare sulla propria sessualità non è una cosa comune. In genere la consapevolezza del proprio orientamento sessuale si raggiunge molto prima di creare un rapporto di coppia e non c’è nessun bisogno di mettersi alla prova attraverso la sessualità di coppia per capire se sei è etero, gay o bisex. Tra l’altro vedere la sessualità di coppia come un test di orientamento sessuale è del tutto incongruo, perché la sessualità non è un test e si vive con disposizioni affettive totalmente diverse. La consapevolezza dell’orientamento sessuale arriva attraverso le fantasie masturbatorie che sono in genere piuttosto ben definite e stabili fin dalla prima adolescenza 13/14 anni. A quell’età, anche se un ragazzo non usa i termini gay, etero o bisessuale, di fatto la sua sessualità è già chiaramente orientata. C’è però una cosa fondamentale da dire e cioè che circa un 30% dei ragazzi che finiscono per considerarsi definitivamente gay, ha avuto in precedenza anche una vita etero e spesso anche una sessualità etero. Per questi ragazzi in genere la sessualità etero è possibile (tanto è vero che ci sono gay che si sposano) e talvolta anche gratificante ma in modo relativo, perché nonostante la vita di coppia etero nella quasi totalità dei casi questi ragazzi hanno una masturbazione totalmente orientata in senso gay, cercano di convincersi di essere etero perché hanno una ragazza e fanno sesso con la ragazza, ma il loro orientamento spontaneo e versi i ragazzi. Ovviamente i condizionamenti familiari, sociali e religiosi possono essere pesantissimi e possono portare a travisare completamente la realtà. Il fatto stesso che un ragazzo consideri l’essere gay una mezza tragedia non una cosa comune, specialmente dopo i 21-22 anni. Un ragazzo gay si rende conto dei problemi sociali e familiari cui va incontro ma è comunque consapevole di essere gay e non vive affatto la cosa in sé come una tragedia, quando invece questo succede c’è da ritenere che ci siano a monte altre problematiche psicologiche non risolte, per esempio forme di dipendenza psicologica, condizionamenti profondi, anche inconsci ecc.. Diciamo che in genere dopo i 22/23 anni la fase etero transitoria che il 30% circa dei ragazzi che finiscono per riconoscersi definitivamente gay deve attraversare è praticamente superata in quasi tutti i casi. In sostanza un dubbio è ancora ammissibile fino a 22/23 anni ma se permane anche dopo c’è da pensare che la cosiddetta incertezza si legata in pratica alla bisessualità, cioè alla impossibilità di definire la propria sessualità come esclusivamente etero o come esclusivamente gay. Oggettivamente per un ragazzo bisessuale ci sono più problemi che per un ragazzo gay, perché per un etero vivere un rapporto etero esclusivo è una cosa che non crea problemi, per un gay, vivere un rapporto gay esclusivo con un altro ragazzo gay è una cosa meno facile ma certamente possibile, per un bisessuale, vivere un rapporto esclusivo, sia esso di tipo etero o di tipo gay, è decisamente molto più difficile, un bisessuale, di fatto, a medio-lungo termine, non si sente a suo agio né in un rapporto gay né in un rapporto etero. In questi casi la presa di coscienza non è solo accompagnata dalla consapevolezza dei possibili problemi sociali e ambientali ma dalla consapevolezza che, poiché sia in campo etero che in campo gay si cerca una stabilità di coppia, la vita di un ragazzo bisessuale rischia di trovarsi di fronte alla scelta tra la rinuncia a una vita di coppia stabile o l’accettazione di una vita di coppia stabile con la repressione di metà della propria sessualità. La bisessualità non è caratterizzata dall’avere partener sia di uno che dell’altro sesso ma dalla masturbazione sia con fantasie etero che con fantasie gay. Un ragazzo che ha rapporto sia con ragazzi che con ragazze, ma ha una masturbazione esclusivamente in chiave gay (sessualità spontanea gay) non è bisessuale ma è gay. L’orientamento sessuale non è l’orientamento dei comportamenti di coppia ma l’orientamento dei desideri. La bisessualità si può presentare con un interesse sessuale misto (bisessualità intermedia) o può alternare periodi al 100% etero con periodi al 100% gay. Nel primo caso il livello di disagio è costante, nel secondo è concentrato nei periodi di passaggio da una all’altra fase e può trattarsi di un disagio fortissimo (rottura degli equilibri familiari, traumi ambientali, scelte radicali anche non adeguatamente motivate ecc.) Naturalmente la bisessualità può essere più o meno orientata nell’uno o nell’altro senso. Un bisex quasi etero può anche sposarsi e vivere una vita sessuale etero in modo esclusivo riducendo l’omosessualità a una masturbazione episodica in chiave gay, analogamente un bisessuale quasi gay può vivere un rapporto di coppia gay esclusivo. Molto più delicate e destabilizzanti sono le situazioni dei bisessuali 50/50 ossia di quelli che non manifestano una netta preferenza né in senso gay né in senso etero, per loro trovare un equilibro è in genere molto più difficile.
Che cosa puoi fare? Io direi che puoi rimanere vicino al tuo ragazzo ma mantenendo una situazione di basso profilo. Se te la senti, cerca di parlarci molto e soprattutto cerca di fargli capire che i rapporti con te non sono solo sessuali ma hanno una dimensione affettiva che non verrà meno anche se è giusto che ognuno debba seguire la sua strada. Cerca di fare capire al tuo ragazzo che essere gay non è affatto una tragedia e che di ragazzi gay come si deve, che vivono la loro vita con grandi soddisfazioni anche affettive e sessuali ce ne sono moltissimi, deve solo usare il cervello, un po’ di buon senso e un po’ di prudenza per evitare di mettersi in situazioni difficili e peggio ancora di mettere a rischio la salute. Tu puoi aiutarlo a ragionare ma ovviamene, se è realmente gay, la sua felicità potrà trovarla solo con un ragazzo e d’altra parte tu hai diritto di vivere la tua vita con un ragazzo che possa innamorarsi di te con un coinvolgimento pieno, come solo un ragazzo etero può fare.
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Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Carissima a giudicare da come scrivi non do più di vent'anni ne a te ne a lui. Putroppo per te il tipo di comunicazione che hai ricevuto è parossistica io tutte le volte che mi capita lo dico ai ragazzi che arrivano qua confusi che non è il caso di parlarne con la propria ragazza. Spiegami una cosa per esempio, se non ti vuole lasciare, perché te l'ha comunicato? La risposta è che parlandotene ha ridotto la quota d'ansia, ma ha scaricato su di te il problema... Per esempio per esempio, perché non è venuto qua lui a scrivere di sé, ma ci vieni tu, se non fosse che un problema suo adesso è diventato anche tuo? Purtroppo non funziona così nella vita, ognuno deve fare da sé e se ce la fa per tre. I problemi suoi restano suoi e non v'è nessun modo per il quale tu possa essergli d'aiuto, perché più l'aiuti e più lui e tu stessa vi complicate la vita. Vedi anche da come poni la questionepare che lui si stia interrogando sulla sua omosessualità più che bisessualità, perciò alla domanda "cosa posso fare?" la risposta è la più semplice "nulla". Puoi consigliargli di iscriversi in questo posto, però vedi se sei riuscita a trovarlo tu, lo troverà anche lui quando ne avrà voglia. Non può scaricare su di te un problema del genere e può tranquillamente togliersi da dosso il puzzo di colpa. Non è colpa di nessuno si nasce gay e l'unica vera colpa e provare ad essere diversi da come si è.
Quanto a te, invece, complimenti hai fatto la cosa più saggia di tutte, ti sei informata su cosa è l'omosessualità e con spirito di concretezza stai cercando di capire cosa è più giusto fare per te e per lui. La tua risposta alla situazione non è per niente scontata. Cerca solo di non farti prendere dal panico, non è così grave come sembra e se correttamente supportata puoi minimizzare i danni. Certo che ci starai male, ma le storie finiscono a prescindere, meglio per questo motivo che per altri infondo.
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Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Replica dell'autrice del post:
ho appena letto i commenti del forum in cui mi hai indirizzato: grazie mille, tutti i consigli e le informazioni che ho letto mi sono stati molto d’aiuto, mi hanno un po’ tranquillizzata.
si è vero ho dimenticato di dirti la nostra età: io ho 18 anni e lui venti. lui viene da un contesto familiare e di amicizie abbastanza religiosi quindi da quello che ho capito è normale per lui essere ancora confuso riguardo alla sua identità sessuale, ho deciso di parlargli stasera e fargli presente che finché non avrà fatto chiarezza con se stesso forse dovremmo sospendere o almeno allentare per un po’ i nostri contatti e comunque iniziare a considerarci come semplici amici (in modo che la mia presenza o la mia tristezza non possano influenzarlo) e quando si sarà chiarito con se stesso nel caso capisca di essere gay troverà in me comunque una amica sincera che gli vorrà sempre bene e che gli resterà vicino mentre affronterà i cambiamenti che ci saranno nella sua vita. credi che vada bene? devo consigliargli di parlarne con uno psicologo o pensi debba chiarirsi da solo?
comunque grazie ancora di cuore, avevo davvero bisogno di qualcuno che mi guidasse un po’ per vedere con più di lucidità la situazione
ho appena letto i commenti del forum in cui mi hai indirizzato: grazie mille, tutti i consigli e le informazioni che ho letto mi sono stati molto d’aiuto, mi hanno un po’ tranquillizzata.
si è vero ho dimenticato di dirti la nostra età: io ho 18 anni e lui venti. lui viene da un contesto familiare e di amicizie abbastanza religiosi quindi da quello che ho capito è normale per lui essere ancora confuso riguardo alla sua identità sessuale, ho deciso di parlargli stasera e fargli presente che finché non avrà fatto chiarezza con se stesso forse dovremmo sospendere o almeno allentare per un po’ i nostri contatti e comunque iniziare a considerarci come semplici amici (in modo che la mia presenza o la mia tristezza non possano influenzarlo) e quando si sarà chiarito con se stesso nel caso capisca di essere gay troverà in me comunque una amica sincera che gli vorrà sempre bene e che gli resterà vicino mentre affronterà i cambiamenti che ci saranno nella sua vita. credi che vada bene? devo consigliargli di parlarne con uno psicologo o pensi debba chiarirsi da solo?
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Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Si credo proprio sia la risposta giusta, sentivo troppo odore di "colpa" in effetti e le basi religiose, visto che mal'interpretate gli saranno di ostacolo. Il tuo problema più prevedibile è che non ti voglia lasciare, che si aggrapperà a te chiedendoti di non essere lasciato solo, pero di vivo cuore per te che non prevalga l'istinto della crocerossina, perché purtroppo non puoi fare molto di più al momento di quello che ti sei proposta di fare. Anche la questione dell'amicizia, non è scontato che avvenga, ricostruire il rapporto partendo dal presupposto nel quale siete richiede molta, ma molta maturità da parte di entrambi e il rischio concreto è che siate di osstacolo a vicenda per la realizzazione di entrambi. Pur tuttavia è meglio non anticipare troppo le cose, fermati al punto in cui sei e guadagna in risoluzione. Ti vedo bella sveglia e sono convinto saprai gestire la situazione.... Una cosa soltanto, perché non ti iscrivi direttamente al forum. Non sono tantissime ma ci sono ragazze nella tua situazione e una sessione apposita, qua dentro ogni tanto il punto di vista femminile scarseggia (a parte la nota e preziosa eccezione).
Quanto al percorso psicologico e tutto il resto, sono situazioni che deve vedere lui, troverà le sue soluzioni con i suoi tempi e i suoi modi.
Quanto al percorso psicologico e tutto il resto, sono situazioni che deve vedere lui, troverà le sue soluzioni con i suoi tempi e i suoi modi.
Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Ciao:-P
Io quoto in pieno Konigdernacht, a volte le soluzioni drastiche sono poco piacevoli ma molto efficaci.
Da quella che è la mia esperienza ti dico che secondo me molto probabilmente il continuare a vedervi porterebbe il vostro rapporto a morire comunque, ma agonizzando. L'interesse che provate l'uno per l'altra d'ora in avanti non sarà mai più completamente bilanciato, specie se/quando lui troverà un suo lui. E lo troverà puoi starne certa, fosse anche solo per sesso. Perché per fare sesso alle donne serve un motivo, un sentimento, ai maschi molte volte basta un posto. Valuta anche che lui potrebbe anche avertelo detto di proposito per spingerti a lasciarlo, non avendo magari il coraggio di assumersi lui la responsabilità di una rottura con te. Non voglio passare per uno acido ma in questo tipo di cose, a pensar male non ci si sbaglia poi tanto.
Un saluto e in bocca al lupo
Mbs500
Io quoto in pieno Konigdernacht, a volte le soluzioni drastiche sono poco piacevoli ma molto efficaci.
Da quella che è la mia esperienza ti dico che secondo me molto probabilmente il continuare a vedervi porterebbe il vostro rapporto a morire comunque, ma agonizzando. L'interesse che provate l'uno per l'altra d'ora in avanti non sarà mai più completamente bilanciato, specie se/quando lui troverà un suo lui. E lo troverà puoi starne certa, fosse anche solo per sesso. Perché per fare sesso alle donne serve un motivo, un sentimento, ai maschi molte volte basta un posto. Valuta anche che lui potrebbe anche avertelo detto di proposito per spingerti a lasciarlo, non avendo magari il coraggio di assumersi lui la responsabilità di una rottura con te. Non voglio passare per uno acido ma in questo tipo di cose, a pensar male non ci si sbaglia poi tanto.
Un saluto e in bocca al lupo
Mbs500
Memento Audere Semper...
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- Iscritto il: mercoledì 8 febbraio 2012, 23:45
Re: IL MIO RAGAZZO E' GAY E NON SO CHE COSA FARE
Credo che dovreste lasciarvi, perchè è l'unica cosa giusta da fare. Se lui comunque ha bisogno del tuo appoggio e tu vuoi darglielo, parlargli e digli che non stare più insieme per te non implica necessariamente allontanarsi. Mi raccomando, è importante che entrambi camminiate verso la felicità e la felicità per lui è stare con un ragazzo, per te stare con un ragazzo che ti ama e ti desidera anche in quanto donna buona fortuna!