Ecco cosa succede dopo (per me)

La difficoltà di uscire allo scoperto
arrofus
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da arrofus » lunedì 3 dicembre 2012, 20:55

Ah ok, grazie. No non mi sento affatto in colpa. Ho sofferto molto, ma ormai sembra essersi tutto volatilizzato come se non fosse mai esistito. Solo un' esperienza positiva per il futuro.

Comunque scusa nell'altro topic sono stato un po' irruento forse, ma sto solo facendo retorica stupida. Sono sicuro che se parlassimo a voce non ci sarebbe un minimo di incomprensione.

Ciao

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IsabellaCucciola
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da IsabellaCucciola » giovedì 6 dicembre 2012, 11:28

Ciao arrofus, scusa se arrivo in ritardo :oops: ...
Non ho letto tutti i post che sono stai scritti dopo quello che hai scritto tu... spero quindi di non ripetere qualcosa che sia già stato scritto...
Sono molto felice per il periodo che stai passando...
Mi ricordo che quando avevo letto il tuo Topic sul fare coming out con tutti, avevo visto in te tanta voglia di uscire allo scoperto, tanta voglia di vivere la vita perché molte volte portarsi dentro il peso di quello che si è alla lunga diventa molto difficile, e passare la vita fingendo quello che non si è può diventare in molti casi un incubo...

Riguardo a quello che ti sta succedendo dopo il grande passo, posso dirti che mi dispiace per come l'hanno presa i tuoi genitori e anche tuo fratello... Noto sempre come l'omosessualità sia vista da una parte come una "malattia" che si deve curare grazie all'aiuto di uno psicologo, e dall'altra il fatto di doverla nascondere agli altri, come se fosse una cosa di cui vergognarsi...

Adesso però viene la parte più "spinosa"... tu hai scritto...
arrofus ha scritto:PRATICAMENTE, poi, oltre a questo, la vita non cambia per nessuno e tutto va avanti come prima :)
Sostanzialmente, sono però molto più sereno, ora mi godo davvero il tempo, sia con i miei amici stretti sia con quelli che frequento di meno. Apprezzo molto di più una festa, una mangiata insieme o anche una semplice risata. Molto divertente fare con i miei amici ragazzi etero apprezzamenti alternati su ragazze(loro) e ragazzi(io), o discutere dei nostri gusti (in fatto di ragazzi) con amiche eterosessuali o con amici omosessuali (ne ho uno solo però). Ovviamente è anche simpatico poter parlare liberamente, senza dover abbassare la voce, chiunque ci sia vicino. Un'altra cosa positiva è che ho conosciuto un ragazzo all'università, che è gay, e stiamo diventando amici. Non ci piaciamo, però non è certo da poco trovare una persona con cui ci si trovi bene a primo acchito. Ci siamo conosciuti su Facebook e sarebbe stato impossibile vederci tranquillamente all'università se io avessi avuto i problemi che mi creavo a 7-8 mesi fa.

Il problema del coming out è uguale al lanciare una moneta, o viene testa o viene croce... Il coming out che ho fatto io con delle persone che conoscevo e reputavo "amiche" ha fatto sì che venissi presa in giro e isolata... ed è per questo che a leggere quello che scrivi mi verrebbe voglia di dirti che prima di fare coming out bisogna pensarci bene... potresti anche dirmi che se le persone con cui ti sei aperto non ti hanno capito hai fatto bene a perderle perché significa che non riuscivano ad apprezzarti come persona... però non è sempre così semplice... Purtroppo molte volte per non rimanere da soli, si preferisce chiudere un occhio su quello che si è cercare di dare ancora un'immagine falsata di quello che si è...
Dopo quelle persone, però, ho incontrato anche io due ragazze che invece mi hanno accettato subito e con cui si è creato un legame molto forte... però la mia prima esperienza e un'altra che ho avuto, parecchio negativa, mi hanno convinta che prima di fare coming out bisogna rifletterci abbastanza e farsi una lista di pro e contro...

Un abbraccio, Isabella
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

arrofus
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da arrofus » giovedì 6 dicembre 2012, 20:58

Grazie per la risposta.
A parte che ho il libro : "Mamma, papà devo dirvi una cosa", di cui hai parlato.
Ho parlato anche un po' su msn e su Facebook con il ragazzo che ha scritto un capitolo di quel libro, e che è autore di un blog che saprai qual è. Comunque i miei miglioreranno, è un problema loro. Ad esempio ora mio padre sta leggendo le pagine di quel blog che gli ho stampato e rilegato (all'inizio ha detto che voleva bruciarle).

Mi dispiace per la tua esperienza. Ma sei sicura che valesse la pena di continuare a intrattenere rapporti di amicizia con le persone che ti hanno rifiutata? Fra due anni, non credi che vedrai la cosa come: meno male che ho fatto CO, non perdo più tempo dietro ragazze che non mi accettano, e ora ho anche amiche che mi apprezzano per quello che sono.

Come la vedi?

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IsabellaCucciola
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da IsabellaCucciola » giovedì 6 dicembre 2012, 21:20

Ciao arrofus,
arrofus ha scritto: Mi dispiace per la tua esperienza. Ma sei sicura che valesse la pena di continuare a intrattenere rapporti di amicizia con le persone che ti hanno rifiutata?
Quello che hai scritto è giusto e ha un senso... però ti parlo... al tempo avevo 23 anni e il rimanere da sola mi sembrava insopportabile... Diciamo che forse l'aver visto come si sono comportati quei ragazzi mi ha aperto gli occhi... mi ha fatto capire che non erano le persone giuste per me... però fa male quando ti fidi di una persona, quando metti a nudo la parte più intima di te, e vieni disprezzata per quello che sei... Però, vedi, la consapevolezza di non aver perso nulla con quelle persone viene dopo un po' di tempo... soprattutto se tu non hai accettato quello che sei, e speri che se ti accettano gli altri, riesca anche tu ad accettarti... Non so se mi sono spiegata bene :oops: ...
arrofus ha scritto:Comunque i miei miglioreranno, è un problema loro. Ad esempio ora mio padre sta leggendo le pagine di quel blog che gli ho stampato e rilegato (all'inizio ha detto che voleva bruciarle).
Però sono veramente felice che, passo dopo passo, la situazione in famiglia sembra che stia cambiando... Per questo cose ci vuole tempo...

Un abbraccio, Isabella
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

arrofus
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da arrofus » venerdì 7 dicembre 2012, 16:43

Sì ti sei spiegata bene.
Nessuno nega che ci possono essere problemi. Ma nessuno può dire che è meglio non affrontarli, dato che non dipendono da noi e che noi siamo a posto.

Machilosa
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da Machilosa » venerdì 7 dicembre 2012, 22:52

Caro Arrofus,
complimenti!
I complimenti non sono tanto per il fatto di essere uscito allo scoperto, che resta una scelta personale e insindacabile, quanto per il modo in cui ti poni; ci vuole coraggio e grinta, ma soprattutto una preparazione solida, per essere in grado di confrontarsi con gli altri e ribattere alle accuse (che poi, son sempre le stesse)!
Io credo che non sia la prima reazione di un genitore quella che conta, quanto la sua propensione al dialogo; sai quanti ne conosco che all'inizio sbraitavano e piangevano? Molti di loro, adesso, scendono in piazza con tanto di bandiere arcobaleno. Il fatto che tuo padre sia disposto a leggere il fascicolo è una gran cosa; se però vuoi essere più convincente, ti consiglierei di aggiungere alla tua dispensina qualche fonte più autorevole, come l'Organizzazione Mondiale della Sanità, l'ordine degli psicologi (http://www.psy.it/archivio/allegati/2011_07_20.pdf), le esortazioni del Parlamento Europeo (http://www.ansa.it/europa/notizie/rubri ... 24645.html) oppure l'articolo di Ciani (Darwin e il paradosso dei geni omosex).
La vita dell'omosessuale avrà un grado di pendenza maggiore, ma non è una salita impossibile!

Alyosha
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da Alyosha » venerdì 7 dicembre 2012, 23:26

Si arrofus se i problemi avvessero una sola soluzione affrontarli equivarrebbe eo ipso a dichiararsi pubblicamente, però eccetto i problemi della matematica esistono molte soluzioni concorrenti e una migliore rispetto ad esse e non migliore in assoluto. Se d'altronde tutti i problemi avessero un unica soluzione all'uomo spetterebbe solo risolverli o non risolverli, essere coraggioso o vigliacco, ma sopratutto gli verrebbe negato il diritto di scegliere, dacché la scelta presuppone appunto una platea di opportunità, se la soluzione ai problemi della vita volta per volta foss solo una l'uomo dovrebbe solo scegliere se risolvere i problemi non come e a quel punto solo gli idioti sceglierebbero ti tenersi il problema senza provare a risolverlo, una volta che la risoluzione viene individuata ovviamente. So che non è nelel tue intenzioni ma "vigliacco" e "stupido" sono gli attributi che continui a dare a chi non fa c.o., nonostante so per certo che non vuoi definire le persone che non lo fanno né nell'uno, né nell'altro modo. Vedi i concetti e a volte le sole parole hanno delle implicazioni che prescindono da quello che noi intendiamo dire, tant'è che le discussioni avvengono proprio perché l'interlocutore solleva come obiezione una potenziale implicazione dei ragionamenti del parlante cui quest'ultimo non aveva penato. E' per questo che ripeto, nonostante di fondo sia d'accordo, andrei molto cauto sulle radicalizzazioni o meglio sulle universalizzazioni della propria personale esperienza anche eprché come vedi universalizzando la tua si ottiene l'apologia del c.o., con quella di Isabella un fermo scetticismo su questa pratica. Nessuno nega che il problema non dipenda da noi, ma per esempio un c.o. selettivo può avere e come un senso, dietro l'esigenza di un c.o. pubblico potrebbe per esempio esserci un pò l'idea che gli "altri" (definiti proprio così "altri") sia giudicanti nei nostri confronti, per cui più che entrare in rapporto con loro viviamo in questo eterno palcoscenico in cui altri sono spettatori. E' un'ipotesi al mia ovviamente, ma non è così peregrina come sembra. Un c.o. fatto con le persosne cui ci si fida può essere un valido compromesso e rappresenta ad ogni modo (quasi per tutti) il primo approccio al c.o.

arrofus
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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da arrofus » venerdì 7 dicembre 2012, 23:58

Machilosa ha scritto:Caro Arrofus,
complimenti!
....
Io credo che non sia la prima reazione di un genitore quella che conta, quanto la sua propensione al dialogo; sai quanti ne conosco che all'inizio sbraitavano e piangevano? Molti di loro, adesso, scendono in piazza con tanto di bandiere arcobaleno. Il fatto che tuo padre sia disposto a leggere il fascicolo è una gran cosa; se però vuoi essere più convincente, ti consiglierei di aggiungere alla tua dispensina qualche fonte più autorevole
Grazie per i complimenti :-)
Molto incoraggiante ciò che hai detto sui genitori. Infatti mi chiedevo se quelli che poi scendono in piazza hanno iniziato come i miei.
Comunque per ribattere agli omofobi, o anche a coloro che si chiedono se l'omosessualità sia "naturale" (senza alcuna malafede), è stata utile la lettura di testi di psicologia, psichiatria, biologia, un po' di evoluzione. Anche sapere cos'è l'epigenetica aiuta (vedi omosessualità nei gemelli omozigoti). Ci sono varie cose online. Una risorsa è sempre il famoso blog di trotty93.
Grazie per i link. Comunque mio padre è stato da uno psichiatra, poi sull'opuscolo ci sono dichiarazioni di psichiatri e dell'OMS. Ma può sempre servire :-)

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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da Machilosa » sabato 8 dicembre 2012, 0:14

arrofus ha scritto:è stata utile la lettura di testi di psicologia, psichiatria, biologia, un po' di evoluzione. Anche sapere cos'è l'epigenetica aiuta (vedi omosessualità nei gemelli omozigoti). Ci sono varie cose online. Una risorsa è sempre il famoso blog di trotty93.
Perdonami, credo di aver fatto innavertitamente il saputello, come al solito. In effetti ho letto il blog di Trotty così tanto tempo fa, che non pensavo, al momento, di come fosse già a suo modo impostato in maniera quasi saggistica, con fonti e citazioni. Beh, spero che i link citati servano a qualcun altro, se non a te!
Alyosha ha scritto:Vedi i concetti e a volte le sole parole hanno delle implicazioni che prescindono da quello che noi intendiamo dire, tant'è che le discussioni avvengono proprio perché l'interlocutore solleva come obiezione una potenziale implicazione dei ragionamenti del parlante cui quest'ultimo non aveva penato.
Caro Alyosha, sei proprio un sofistone! >_< Te lo dico con affetto, perchè ormai c'è un po' di confidenza, tra noi.
Il bello dei Forum, a differenza di molti blog, è che contengono i punti di vista di più persone, perciò il lettore attento formerà una sua opinione miscelando quelle di favorevoli e contrari.
Arrofus è caldo dei successi conquistati con fatica e non può fare a meno di gongolare, per quanto cerchi di trattenersi; a chi non capita? A me spesso, tanto da risultare, di tanto in tanto, un saputello insopportabile! -.- Ma spero che chi mi conosce un poco sorrida e chiuda un occhio!

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Re: Ecco cosa succede dopo (per me)

Messaggio da Alyosha » sabato 8 dicembre 2012, 0:38

Sofista lo prendo proprio come un complimento quindi non ti preoccupare. Arrouf non pare affatto saputello, lo sembro molto più io per esempio, lui invece pare proprio un caro ragazzo , una sorta di Prometeo che di fronte alle meravigliose scoperte del fuoco non vede l'ora di comunicarle, facendosi carico dei rischi che questo comporta, e dimenticandosi che il fuoco è utile e dannoso a seconda delle circostanze. E' ovvio che ciascuno di noi parla in ragione delle proprie esperienze. Personalmente sono profondamente persuaso che sia sbagliato terrorizzare la gente sui possibili effetti negativi del c.o., perché i tempi sono mutati e oggi dichiararsi è una possibilità concreta e producente da tanti punti di vista, ho molti scetticismi su un c.o. pubblico però, ma molto di più sugli effetti che hanno queste comunicazioni sui lettori. Vedi mi metto nei panni di una persona che ritiene di non avere coraggio a sufficienza per dichiararsi e che per questa ragione rosica di invidia rispetto a questi racconti, ma sopratutto si rovina l'anima perché rietiene che la sua infelicità sia tutta dovuta al fatto che non trovare il coraggio per fare c.o.. Ecco mi pare che le radicalizzazioni possano produrre in misura eguale distorsioni della realtà, che è molto più concreta e ritagliata sui vissuti dei singoli, così come sono convinto che non dichiararsi possa essere una scelta intenzionale che ha una sua ragion d'essere, per quanto quelle ragioni non mi appartengano (del tutto quanto meno).

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