Sapevo che l'argomento avrebbe interessato. Voglio però cercare di trattarlo nella maniera più scientifico-empirica possibile, e fino ad ora vedo che ci stiamo riuscendo.
La grande difficoltà nel capire chi abbiamo davanti sta proprio nel fatto che ci è impossibile entrare nel suo cervello. Possiamo però fare affidamento sulla nostra empatia, come avete ribadito voi.
I segnali che ci arrivano, possono essere quindi linguistici (la generalizzazione di termini che potrebbero indicare una presenza femminile nella nostra vita affettiva: ''se io sto con
una persona'' e non ''se io sto con
una ragazza'') che segnali del linguaggio del corpo: molti di voi citano in proposito lo sguardo.
@Massimino: quello che noi chiamiamo (ma solo per dare un nome alle cose) gaydar, è semplicemente l'istinto di adattamento che in noi ha prodotto quelle che credo siano delle reti di neuroni specializzate nel riconoscimento di un possibile partner. In pratica, è qualcosa che ognuno può avere indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, ma che in noi si è specializzato, per dir così, come le zampe della rana dovettero specializzarsi per nuotare negli stagni.
Il grosso problema, è che tendiamo a cadere in malintesi, poichè è nella natura delle persone guardarne altre. Un solo sguardo, può anche comunicare in chi lo riceve qualcosa di sbagliato. Io stesso spessissimo fisso le persone: non solo bei ragazzi, ma anche donne anziane, uomini anziani ecc. Ma ciò non significa che ogni sguardo comunichi ''sesso''.
Diverso credo sia se lo sguardo è ricambiato... Se ci si fissa negli occhi, appunto, e non ci si limita alla reciproca osservazione da lontano.
Anche qui: mi è capitato di fissarmi per circa 1 secondo e mezzo con un ragazzo, e la cosa mi ha fatto mettere in ''allarme''. Tuttavia, mi rimane sempre il dubbio che potesse anche non essere uno sguardo d'interesse.
Si può capire se una persona è interessata dalla dilatazione pupillare: se la pupilla nel guardarsi negli occhi si dilata, allora c'è qualcosa. Solo che certi sguardi li fai da lontano, e io sono oltretutto miope, per cui figuratevi voi cosa posso vedere.
Dobbiamo infine fare una giusta distinzione tra due
funzioni: il ''gayadar'' vorrebbe servire tanto a trovare qualcuno che è
interessato a noi (e che quindi è gay) quanto a capire se chi abbiamo davanti a noi
è o non è gay.
Quindi, due funzioni significa anche due tipi di segnali diversi. La domanda allora diventa: come capire se un ragazzo è gay? E, una volta capito ciò, come capire se è interessato a noi?
Credo che però la più importante al momento sia la prima, poichè da questa dipende la seconda, vi pare?
Ricapitolando fino ad ora:
Per riconoscere un possibile gay:
1)segnali linguistici: generalizzazioni di sesso: ''se io stessi con una persona'', non ''se io stessi con una ragazza'' che però non sempre sono un indizio compromettente.
2)sguardi ''particolari'' a voi la definizione di questo ''particolari'': cosa li rende tali? il tempo? il modo in cui vengono espressi?
Avanti signori, ne abbiamo di cose da capire!

Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.
Hannah Arendt.