Gay radar, un concetto di empatia

Che cosa significa essere gay
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sam
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da sam » venerdì 4 gennaio 2013, 21:37

Micky93 ha scritto:ci sono palestrati eterissimi che si fissano i muscoli l'un l'altro per fare a gara a chi li ha più, ma usano i muscoli perchè dovendo fare la stessa gara col cervello credo non ci sarebbe materia prima da comparare.
Mi piace questa generalizzazione! :)
E' una cosa che la gente non vuole capire ! O meglio, è una cosa risaputa solo riguardo al genere femminile che se una è bella è oca , mentre se è sovrappeso è simpatica e intelligente. Ma è giusto informare che vale lo stesso per i maschi :)

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Blackout
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Blackout » venerdì 4 gennaio 2013, 22:36

ci sono palestrati eterissimi che si fissano i muscoli l'un l'altro per fare a gara a chi li ha più, ma usano i muscoli perchè dovendo fare la stessa gara col cervello credo non ci sarebbe materia prima da comparare.
Ok sono a posto allora vista la quasi assenza di muscoletti :D

Visto che abbiamo spazzato il campo da eventuali incomprensioni, continuiamo a cercare i particolari che ci fanno riconoscere un altro gay.
Io solitamente paragono rispetto a ciò che faccio io, tipo: se tiene le gambe accavallate, se ha un viso curato, se porta un indumento dallo stile o dal colore quasi inconfondibile, se quando balla sembra Prince, cose del genere.

Ha ragione miky93 quando dice che nessuno di questi segnali è sicuro al 100%, però se due o tre inizio a trovarglieli addosso, una spunta di fianco al nome la faccio :P
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

Micky93
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Micky93 » venerdì 4 gennaio 2013, 23:14

sam ha scritto:Mi piace questa generalizzazione! :)
E' una cosa che la gente non vuole capire ! O meglio, è una cosa risaputa solo riguardo al genere femminile che se una è bella è oca , mentre se è sovrappeso è simpatica e intelligente. Ma è giusto informare che vale lo stesso per i maschi :)
Si, purtroppo devo dire che spesso ho incontrato ragazzi (etero) che nonostante un magnifico fisico sembrano non avere un cervello che innervi i muscoli che muovono. Ho sempre sperato che la cosa non valesse così strettamente anche per i gay! :)

Io per riconoscere possibili ragazzi gay senza comunicare con loro, devo fare affidamento, analogamente a blackout, su fattori prettamente estetici: abbigliamento, cura di sè ecc...
I grossi problemi della cosa sono due: uno è oggettivo, l'altro personale.

1) la diffusa metrosessualità ha fatto si che anche ragazzi eterosessuali iniziassero ad avere una cura smodata di sè, che lo stereotipo attribuisce ai gay. Ripeto: non io, lo stereotipo idiota. La cosa manda in corto circuito i nostri ''sistemi di allarme'', quindi questa uguaglianza comporta un margine maggiore di errore.

2)anche quando riconoscessi un ragazzo gay da questi canoni, è possibile che ne perda l'interesse nel momento in cui sono smodatamente rispettati. Ma questo è un problema mio... Io gente che a dicembre sembra una banana annerita dalle lampade davvero la trovo inguardabile.

A parte ciò, posso elencare una serie di artisti che ho notato sembrano essere un buon indizio per capire la sessualità altrui. Naturalmente, il criterio si applica meglio se c'è la possibilità di sapere qualcosa sull'interessato, o magari vedere il suo profilo facebook.
Alcuni artisti fanno parte dello stereotipo, altri sono abbastanza nuovi sul mercato, ma presto andranno a far parte dello stereotipo. :) Notate che al 99% sono donne...

Lady gaga, Madonna, Britney Spears, Bjork, Bat for lashes, Lana del Rey, Florence and the machine (IO LI AMO) Skunk anansie, Muse, Katy Perry, Alanis Morissette, The Cranberries, Kylie Minogue, Adele, Alicia Keys.

Ce ne saranno molti altri che ognuno ascolta perchè gli aggradano, ma quelli più ricorrenti che ho trovato sono quelli sopradescritti.

Non prendetemi per uno ''stereotipizzatore'': tutti questi artisti sono oggettivamente bravi a modo loro, e quindi è probabile che anche degli etero li ascoltino, ma credetemi, se ne trovate due o tre con degli album interi dentro all'iPod dell'interessato oppure potete vedere che sul profilo facebook i ''mi piace'' sono su di loro, ci sono buone probabilità! :)

Piccolo appunto al criterio linguistico della generalizzazione: esso dipende fortemente dalla coscienza morale di ognuno, in parole povere da quanto ci si sente bugiardi nell'usare il sesso opposto nei discorsi o addirittura in una supposizione. Se trovo un ragazzo che generalizza, non solo potrei avere trovato un possibile compagno, ma avrei trovato anche una persona molto onesta con se stessa.
La sua fallacia inoltre, può dipendere dall'essere dei gay fortemente repressi: la repressione impedisce quindi di sentire come una menzogna quanto si sta dicendo in virtù del volersi sentire eterosessuali.
Diciamo che il suo uso ci dice già molto su chi abbiamo davanti: che se è gay è anche parzialmente accettata e che ha una forte coscienza morale che la fa sentire in colpa quando mente.
Non fateveli scappare questi generalizzatori, insomma. ;)
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

Hannah Arendt.

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massimino
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da massimino » sabato 5 gennaio 2013, 1:15

E che mi dite del modo di parlare?
Alcuni ragazzi gay che conosco hanno un tono di voce... "caratteristico". Non saprei neanche quali parole usare per definire meglio questo concetto, ma forse alcuni di voi mi capiranno al volo, senza bisogno di ulteriori dettagli.

Ad ogni modo non si tratta di una regola fissa; le eccezioni che la smentiscono sono forse anche più numerose dei casi che la confermano.

Anche il modo di vestire, come ha già detto qualcuno, può essere un indizio. Ma pure in questo caso fioccano le smentite: la maggior parte dei ragazzi gay che conosco si veste in modo del tutto "anonimo".

Ci tengo comunque a puntualizzare che il numero di ragazzi gay che conosco non è molto elevato, e dunque i "dati" a mia disposizione non sono statisticamente significativi.

Tendo a credere, come è già stato ribadito, che l' indizio più significativo debba essere considerato l' interesse che un altro ragazzo prova nei nostri confronti.

Stando così le cose, forse la conclusione più ovvia cui si giunge è la seguente:
il gaydar più efficace che possa esistere consiste nel non fare alcun mistero della nostra omosessualità, così che gli altri ragazzi gay mostrino spontaneamente interesse nei nostri confronti e vengano allo scoperto.

Non a caso, in una recente discussione sull' universo dei siti d' incontri e sulla possibilità di conoscere altri gay, Project operava una distinzione tra gay dichiarati e non dichiarati.

Ovviamente non dico di sbandierare la propria sessualità ai 4 venti, ma più semplicemente di non fare un mistero
-che si è partecipato al gaypride
-che si è visto "I segreti di Brokeback Mountain" l' altra sera in TV
-che si sta finendo di vedere la II stagione di "Queer as Folk"
-che si è pienamente a favore del matrimonio gay
-ecc. ecc.

Potrebbero essere tutti spunti per iniziare una conversazione a tema molto interessante... ;)

Lo so a cosa state pensando: "Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare!"... E come darvi torto? Sappiate, a onor del vero, che il sottoscritto predica bene e razzola male. :roll:
Ultima modifica di massimino il sabato 5 gennaio 2013, 20:15, modificato 1 volta in totale.

Totoro
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Totoro » sabato 5 gennaio 2013, 1:44

Questa cosa degli artisti l'avevo bene o male notata pure io, ma usando come campione solo gli utenti della chat qui. È una linea generale che a qualcuno si applica, mentre puó fuorviare in altri casi. Io ad esempio non ascolto nessuno dei musicisti elencati, e non sono l'unico. Le generalizzazioni sono utilissime fintanto che si mantiene l'elasticità di ammettervi eccezioni, altrimenti diventano una complicazione in piú
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

Micky93
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Micky93 » sabato 5 gennaio 2013, 15:45

Un ottimo spunto di riflessione quanto detto da massimino: fino ad ora abbiamo considerato il gaydar come uno strumento puramente ricettivo e passivo di ogni impressione proveniente da altri, un po' come un anemometro, che per misurare il vento deve esserne investito.

Se però si pensa al fatto che una comunicazione è sempre comunicazione con qualcuno, allora bisogna tenere bene a mente che anche noi siamo coinvolti in questo processo, e che il suo progredire e il suo modo di farlo dipende da noi: ad esempio, andando a toccare problemi morali o etici sul matrimonio gay, sull'adozione e perchè no di filosofia sulla condizione sessuale.
Non ci avevo mai pensato bene, ma anch'io in effetti con amiche donne spesso faccio capire quanto io sia mentalmente aperto -non solo all'omosessualità, ma proprio sulla sessualità in generale, considerandomi un freudiano- ma la stessa cosa non posso dire di fare cogli uomini. Con loro mi sento più bloccato, come se ogni indizio che trasparisse sulla mia apertura mentale potesse ''smascherarmi''. E questa ammetto essere una cosa che di me non mi piace. É incoerente, ed essendo uno che detesta le persone incoerenti, la cosa mi frustra.

Se però dovessi trovarmi nella situazione di sondare qualcuno mentre gli parlo, proverò a buttare lì qualche possibile discorso su questioni generali.
Penso che questo meccanismo possa essere chiamato ''proiettivo'', poichè fondamentalmente consiste nel far proiettare le idee di qualcuno su un argomento e consente al nostro gaydar (prendete per buono sto termine, vi prego) di capire chi abbiamo davanti.

Riassumendo ulteriormente per chi non volesse stare a leggere tutto il thread:

Abbiamo fino ad ora concluso che il gaydar non è un ''dispositivo'' automatico, quanto semmai un istinto presente negli esseri umani che in un omosessuale tende ad essere più lanciato verso segnali sessuali provenienti da uomini.

Ci siamo chiesti quindi cosa possiamo fare per aiutare il nostro istinto, e abbiamo tirato fuori qualche strategia, ognuna con pregi e difetti:

1)generalizzazione sessuale linguistica attraverso l'uso di parole ambigue ex. ''se stessi con una persona'' (maschio? Femmina?) pregi: è talmente sottile come cosa da poter essere recepita solo da chi è conscio che esista; difetti: dipende dalla moralità di ognuno, è più probabile che un gay represso non la usi.

2)criteri empirici quali: abbigliamento, musica ascoltata, tono di voce; pregi: immediatezza della loro comunicabilità, che avviene senza nemmeno dovere mettersi a comunicare con l'interessato; difetti: tremendamente superficiale, fa riferimento a stereotipi, la metrosessualità assomiglia in molti aspetti all'omosessualità.

3)persistenza degli sguardi/''occhiatine'' a parti basse di altri uomini; pregi: buon indizio sessuale, che se non è sessualmente connotato è comunque una manifestazione di un'attenzione ulteriore nei nostri confronti; difetti: è nell'essenza umana guardare gli altri, e pertanto la cosa non può essere sempre sessualmente connotata. L'occhiata alle parti basse, può anche essere una semplice voglia di confrontare il proprio aspetto fisico con quello dell'altro, anche se il più delle volte non è così.

4)meccanismo proiettivo: in una comunicazione, tirare in ballo cose generiche che fanno discutere come il matrimonio gay, l'adozione gay, e argomenti sulla sessualità in generale possono fornire uno spunto per chi abbiamo davanti per proiettare le proprie idee e permettere a noi di cogliere quel che ci serve, rimanendo obiettivi il più possibile. Pregi: anche qui sta nella subliminalità della cosa, non sempre ci si accorge di proiettare se stessi su un argomento. Anche un'astensione dall'esprimersi, indica comunque un cercare di nascondersi, e pertanto è una forma di comunicazione: c'è qualcosa nel discorso che disturba il nostro interlocutore. Difetti: non è affatto un difetto (lo è solo per il fatto che ostacola la nostra ricerca ;) ) ma esistono eterosessuali a favore di queste cose, vuoi genuinamente, vuoi per puro buonismo ipocrita. Inoltre anche qui: dipende dalla coscienza morale di ognuno: ci sono repressi che diventano omofobi e quindi mentono a se stessi prima ancora di mentire a noi con le loro idee degne di uno schizoide-paranoide.

In linea generale, dobbiamo ricordare che non esistono certezze al 100%, così come l'omosessualità, l'eterosessualità e la bisessualità di fatto non sono unitarie, ma ''tendenze''.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

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geogio
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da geogio » sabato 5 gennaio 2013, 16:20

Bella la discussione, mi piace.
Da parte mia, che da un po’ di tempo cerco di capire se un mio ottimo amico è gay, posso aggiungere qualche altra considerazione, oltre a quelle già emerse, che mi ha fatto pensare che lui sia gay (anche se a tutt’oggi ancora non lo so).
Ad esempio se lui non parla mai di ragazze o se guarda solo le vetrine di abiti maschili. O ancora se guardandole vi chiede quale vestito vi piaccia di più.
Poi anche sguardi o saluti in qualche modo “diversi” da amici sicuramente etero, come guardarsi negli occhi o abbracciarsi per salutarsi, o quanto dura l’abbraccio.
Altre cose che mi sono trovato a considerare è se accetta vostri inviti per fare qualcosa insieme, ma anche qui si può dire tutto e il contrario di tutto…
Oppure al cinema, se toccandosi gomito a gomito lui lascia fare e non si ritrae…
Parlando di cinema mi viene in mente l’altro giorno, stavamo vedendo insieme “Vita di Pi” e lui mi fa: Sai che il regista è lo stesso de "I segreti di Brokeback Mountain”?...

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massimino
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da massimino » sabato 5 gennaio 2013, 20:11

Lieto che il mio contributo sia servito a qualcosa, Micky.
Mi piace la sintesi che hai fatto.
geogio ha scritto:Parlando di cinema mi viene in mente l’altro giorno, stavamo vedendo insieme “Vita di Pi” e lui mi fa: Sai che il regista è lo stesso de "I segreti di Brokeback Mountain”?...
Questo è proprio il genere di messaggi subliminali a cui mi riferivo.
Una conversazione che parta da uno spunto del genere può aiutare a svelare molto del nostro interlocutore. Tra l' altro nel tuo caso, Geogio, l' iniziativa è partita proprio dal tuo amico. Quindi, chissà? Magari è lui che sta adottando questa tattica per capire di più di te!

Ovviamente potrei tranquillamente sbagliarmi... purtroppo pare che questa non sia una scienza esatta come la fisica.

Micky93
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Micky93 » domenica 6 gennaio 2013, 15:48

Un buon contributo anche quello di geogio: in molti eterosessuali, c'è una tendenza a non essere particolarmente espansivi nei modi di relazionarsi ed entrare in contatto con altre persone dello stesso sesso. Il contatto di un certo tipo è considerato tabù da molti.

La questione del ''lasciarsi toccare ed essere toccati'', è una cosa che ho notato anche io, nel senso che sono il primo a non scostare la gamba se un uomo appoggia il suo ginocchio contro il mio, idem per il gomito. Sembrano un po' le sublimazioni di un ''voler essere toccati'' di ricerca di un contatto, intimo o meno che sia.
L'abbraccio poi è sicuramente un modo molto espansivo di ''entrare in contatto'' con qualcuno, di sentirne la presenza fisica e anche affettiva.

Anche se qui la fallacia c'è: un mio compagno delle superiori, eterissimissimo, vi garantisco, dopo molto tempo che non mi vedeva mi ha accolto facendo una cosa che non mi sarei mai e poi mai aspettato da lui: mi ha baciato sulle guance e mi ha dato un mezzo abbraccio. Ho pensato che la cosa potesse dipendere dal fatto che ha origini meridionali, e tendenzialmente loro sul bacio sulla guancia non sono molto schizzinosi come qui al nord.

La questione del film di Brokeback mountain, come dice massimino, potrebbe effettivamente essere collegata a quello che abbiamo detto finora: un eterosessuale difficilmente si farebbe sovvenire che quel regista è lo stesso di un film a tematica gay, inoltre una simile considerazione porta con sè una riflessione ulteriore, una ricerca su questa cosa, come se lo interessasse personalmente. Io per indagare un po' più a fondo, ributterei l'argomento in qualche modo - non forzato ovviamente - in modo tale da capire le reazioni dell'interessato. Prova! :D

In sintesi, abbiamo trovato un altro punto al nostro elenco:

5) contatto corporeo: individuabile per il modo diverso con cui un interessato si relaziona con noi: abbracci che durano un po' di più, contatto con estremità corporee quali gomiti o ginocchia che si prolunga. pregi: è un segnale piuttosto subliminale, compiuto per lo più inconsciamente da chi abbiamo dinanzi, e che quindi può essere compreso senza ''parlarci su''. difetti: anche tra gli eterosessuali esistono rituali quali il bacio sulle guance, o la pacca sul sedere (vista spesso nello sport) anche se va detto che sono segnali compiuti in perfetta coscienza di ciò che si sta facendo, e quindi in qualche modo controllati dalla coscienza. La questione del contatto prolungato invece è tendenzialmente inconscia, perchè io per esempio ho dovuto farci caso per accorgermi che non mi ritraggo dal contatto con uomini.
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

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Blackout
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Blackout » domenica 6 gennaio 2013, 17:10

Bè complimenti al prof. Micky che ha steso un ottima e utile relazione :D

Riguardo al contatto posso dirti che con molti miei amici etero ci si saluta con bacio guancia e abbraccio anche se ci siamo visti la notte prima e non so fino a che punto sta cosa sia perchè si è meridionali o meno...sicuramente io abbondo rispetto a loro (e spesso mi impongo l'autocontrollo) quindi occorre essere assai bravi nel riconoscere un contatto che oggi si usa molto di più tra etero ma che per noi ha un senso più complesso. Senza contare che per arrivare al contatto significa che sei già un passo avanti rispetto al semplice indagare ;)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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