Gay radar, un concetto di empatia

Che cosa significa essere gay
Totoro
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Totoro » martedì 8 gennaio 2013, 0:53

Scusa totoro, ma come fai a farti bastare solo te stesso, a non sentire il bisogno nemmeno d'intimità, di contatto con un altro essere umano?
Abitudine, suppongo. Non è che non ne sento il bisogno, lo sento, ma mi da talmente fastidio l'idea di certe cose che non agisco di conseguenza al bisogno che sento.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

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Blackout
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Blackout » martedì 8 gennaio 2013, 22:40

k-01 scusa se ti rispondo solo ora
Ricorderò sempre lo shock ricevuto anni fa quando andai per la prima volta a casa di un ragazzo che avevo da poco conosciuto, quando entrando nella sua camera tra le pareti spoglie vidi giganteggiare una fotografia formato poster di sè stesso.
Ecco questa è una cosa orripilante, da evitare come la peste. Sarà che non sono un fotomodello ma non mi sognerei mai di disseminare la casa di foto e poster di me stesso...però conosco due etero che sono così, uno è proprio fissato ha più foto sue in casa che del figlio :shock:
Ho conosciuto troppi egocentrici, vanitosi e narcisi tra gli omosessuali - alcuni a livelli veramente patologici - per credere che sia stata una sfigata coincidenza.
Io invece mi auguro (sia per me che per te :) ) che sia solo sfiga altrimenti siamo nella cacca!! Ci vorrebbe una vera ricerca scientifica a sto punto!!
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

Micky93
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Micky93 » mercoledì 9 gennaio 2013, 16:16

mmmh. Tutto quel che posso pensare riguardo il narcisismo dilagante fra gli omosessuali, è che possa essere dovuto all'esigenza di appagamento libidico che soffriamo a causa della difficoltà a trovare partner. Quel ''vuoto'' che la mancanza di un'altra persona lascia a questi ragazzi viene compensato con il culto di se stessi, nella prospettiva che adorare se stessi sia come adorare qualcuno di esterno, altro da loro.

Il narcisismo però, è diffusissimo anche negli eterosessuali. Il fatto è che loro tendenzialmente non lo dimostrano a prima vista e con la stessa enfasi degli omosessuali, che invece sembrano essere molto prorompenti, facendosi foto molto particolari (in questo anche io mi metto dentro) e sceniche. Il narcisismo negli eterosessuali viene a galla quando si va a fondo nel rapporto, ecco perchè è più difficile identificarlo. Normalmente è identificabile con una dose di egoismo e noncuranza verso il partner, e al contempo con la fobia di perderlo (perderebbero un ''discepolo'', loro adoratore).
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

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k-01

Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da k-01 » mercoledì 9 gennaio 2013, 22:12

Blackout ha scritto: Ecco questa è una cosa orripilante, da evitare come la peste. Sarà che non sono un fotomodello ma non mi sognerei mai di disseminare la casa di foto e poster di me stesso...però conosco due etero che sono così, uno è proprio fissato ha più foto sue in casa che del figlio
Dipende dal contesto. Una piccola foto incorniciata decorativa ci può stare, ma arrivare a farsi una gigantografia da appendere in camera ci vuole, oltre un amore smisurato per la propria persona, anche coraggio.
Comunque la conoscenza fu molto breve, anzi brevissima, come puoi ben immaginare :D

Michy, parti dal presupposto che tutti cerchino un patner, ma è davvero così? Secondo me c'è al contrario disinteresse e una grande paura d'impegnarsi.
Poi è noto che i grandi amatori di sè stessi preferiscano relazioni che non creino un legame duraturo.
facendosi foto molto particolari (in questo anche io mi metto dentro) e sceniche.
Un classico. Dalle foto si possono capire molte cose. Quindi anche tu sei un narciso egocentrico? :D

Micky93
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Micky93 » mercoledì 9 gennaio 2013, 23:05

Beh, è un dato di fatto che c'è un senso di incompletezza di fondo data dalla solitudine di ognuno... Chiaro, non siamo un branco di animali che si rincorrono per fare sesso, però l'idea di poter instaurare solo rapporti non genuini fino in fondo col prossimo finchè non si fa CO non è tra le prospettive più esaltanti.

Ahah no k-01, le mie foto tendono ad essere molto cupe e hanno sempre un certo senso di angoscia dentro. Gioco molto col senso di terrore che anche qualcosa di banale può provocare. Sono per lo stile molto surrealista, se hai presente... Quelle da narcisista sono più osè, più spinte... sentono la necessità di ritrarsi semi-nudi per enfatizzare il fatto che ''non hanno niente da nascondere'' dal proprio corpo fino alla propria sessualità. Mi fanno un po' pena... nell'ostentare la propria ''uguaglianza'' rispetto ad altri finiscono con l'esaltare in realtà una ''differenza''. Mi sembra di vedere uno di quei cani che si rincorre la coda e corre in tondo fino a cadere per terra... :)

C'è stato un periodo (ma ogni tanto lo faccio anche adesso) in cui guardavo i profili di facebook di altri ragazzi gay per sentirmi meno solo, per capire che c'è gente che vive normalmente senza farsene un problema. A parte aver trovato un sacco di figoni che gli etero si sognano (e io con loro, suppongo, ma non smetto mai di sperare! ;) ) ho potuto notare come la bellezza individuale costituisca spesso un punto di forza per esaltare la propria omosessualità: come se proibendo il proprio corpo alle donne ci si divinizzasse. Si diventa per pochi eletti. Le foto di molti di loro sono naturalmente molto spinte e incentrate ad incensare la propria essenza esterna. Ma alla fin fine, comprendo che quando il mondo materiale ti appaga di continuo con complimenti, il mondo spirituale e intellettivo possa anche andare a farsi fottere. Quasi quasi apro anche un altro thread sulla bellezza. mmmmhhhh
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

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Alyosha
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Alyosha » mercoledì 9 gennaio 2013, 23:26

No scusami Micky ma certa gente è proprio inguaribile e narcisista punto, altro che esaltare la propria essenza, si ritrovano tre microgrammi di cervello. Diffida sempre dalla gente che mette quel tipo di foto è troppo innamorata di se stessa per dedicarsi ad altro ;). Non centrava nulla con la discussione ma dovevo dirlo, anzi secondo me non centra neanche nulla l'omosessualità quella è una forma diversa di autoerotismo, compiacimento di sé, però si finché son fighi si fanno guardare.......
Il mi gay radar invece è proprio un radar, lancia segnali acustici, anche a distanza, sarebbe da sperimentarne l'affidabilità, ma non si può andare a chiedere a tutti "sei gay?". Però semplicemente succede che uno mi sa di gay... ecco questo forse centrava di più con l'argomento. Anch'io comunque credo che io gay abbiano una quota di narcisismo e autoreferenzialità in più, ma non ho nulla che possa verificare questa informazione per le mani è più una sensazione.

Totoro
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Totoro » giovedì 10 gennaio 2013, 3:42

Vado off-topic anche io, ma trovo le personalità narcisiste estremamente affascinanti. Il narcisista perfetto vive in una forma d'isolamento altrettanto perfetta e si nutre di luce riflessa come la luna credendosi una stella, ha un che di malinconico ai miei occhi, ma probabilmente averci a che fare è tutt'altro paio di maniche, suppongo non sia bello venire "usati" per compiacere l'ego di qualcun altro.

Un topic sulla bellezza potrebbe essere interessante.
 


"La capacità di stare da soli è la capacità di amare. Può apparirti paradossalle, ma non lo è. E' una verità esistenziale: solo le persone in grado di stare da sole sono capaci di amare, di condividere, di toccare il nucleo più intimo dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendenti dall’altro, senza ridurla a un oggetto e senza diventarne assuefatti."

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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Micky93 » giovedì 10 gennaio 2013, 15:48

Alyosha: oltre a non avere un briciolo di cervello, il narcisista è prima di tutto un malato psicologico. Sai che esistono il disturbo narcisistico di personalità e anche quello borderline? Significa che chi ha un atteggiamento del genere ha bisogno di uno psicoterapeuta... Ovviamente, l'ignoranza incide fortemente sulla comparsa di un disturbo del genere: se hai un minimo di cultura, sai benissimo che la condizione umana è più fragile di quel che sembra e capisci che sei una nullità. Nel tuo essere nessuno però rimani pur sempre qualcosa che non può essere altro da sè, e quindi irripetibile. Però accetti la cosa semplicemente e capisci quanto il culto di sè sia inutile. C'è gente invece che sembra non capire che la bellezza è sottoposta alla morsa temporale più dell'intelletto, e si ritrova a 50 anni calvo, cesso e oltretutto ignorante.
Vedo che la discussione si infervora, quindi penso proprio che aprirò un post sulla cosa, così si può discuterne liberamente senza andare OT.

Ritornando al radar: quello di cui parla Alyosha è una forma istintuale che si attiva appena si vede un ragazzo. Questa istintualità non la abbiamo ancora trattata, ma è interessantissima, perchè sembra non avere bisogno di elementi empirici per comprendere chi si ha davanti. É come un computer che da il risultato 12 senza che nessuno da tastiera abbia inserito 6+6, ma lo abbia solo pensato. E qui si sfocia nel trascendente: come può qualcosa, senza una massa sufficiente di dati empirici, arrivare a un risultato tanto preciso?
Il guaio del caso Eichmann era che uomini come lui ce n'erano tanti e che questi tanti non erano né perversi né sadici, bensì erano, e sono tuttora, terribilmente normali.

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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Alyosha » giovedì 10 gennaio 2013, 16:11

Michy una volta tanto nella mia vita voglio farla semplice "il simile conosce il simile", vale per i gay, le casalinghe, carpentieri e gli idioti che non a caso camminano sempre in branco :P. Penso anche che il modo con cui uno riconosce un proprio simile abbia tanto a che fare con se stessi e con quanto si è in contatto con le proprie cose. Mi capita spesso di sentire di ragazzi cui il gay radar è proprio silenziato, poi scopri che non hanno mai conosciuto un'altro gay in vita loro, che magari nessuno sa di loro e che fanno di tutto per non dare nell'occhio. Comunque il mio ripeto bippa proprio ed è una delle poche cose isntintuali che ho perché di solito sono molto razionale. Il ragionamento che fai a seguire poi non l'ho ben chiaro non si tratta di non avere elementi empirici comunque ma di elaborarli in maniera diversa non ragionata diciamo così. Poi non so dire gli altri, non mi sono mai posto il problema perché è stato uno degli "effetti collaterali" dell'essermi scoperto 13 anni fa il gayradar. Però ricordo anche che il periodo in cui mi negai a me stesso, molto lungo, non li riconoscevo più, ma nel senso che secondo me non mi interessava più farlo, per questo tra l'altro ipotizzo ci sia una relazione tra il rapporto che uno ha con se stesso e il proprio radar.
P.S.: Il narcisismo inteso come patologia vera e proprio non era ovviamente oggetto del mio discorso, sono sevre abbastanza ma non così tanto da ritenere che chi mette foto "divine" di sé su facebook ha disturbi clinici.

Machilosa
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Re: Per un concetto di empatia: il ''gay radar''

Messaggio da Machilosa » sabato 12 gennaio 2013, 1:46

Argomento interessante!
Lo ammetto, non ho voglia di leggermi tutta la discussione, perciò butto lì la "teorizzazione" che ne avevo già fatto, scrivendo su un altro forum; spero che apporti qualche cosa alla discusione, senza essere troppo ripetitivo!

Ragionando sul famoso "gay-radar", mi sembra un concetto riassumibile più o meno così: non è una qualità mistica e innata, ma piuttosto il risultato di una serie di osservazioni/indizi:
1) l'aspetto esteriore, l'apparenza; è l'elemento più ingannevole, basato su stereotipi e soggetto alla moda del tempo e del luogo; occhiali all'Arisa, ciuffo sbilenco e risvolto dei pantaloni arrotolato sopra le caviglia erano indizi quasi certi ieri, mentre oggi sono in voga anche tra molti giovani eterosessuali; per quanto riguarda le donne è ancora più difficile, perchè molte hanno un aspetto mascolino o femminile inipendentemente dal proprio orientamento;
2) il modo di fare e la voce; i gay scheccano! E' un dato di fatto! Ma anche gli etero, talvolta; l'atteggiamento effeminato, specie se poco marcato, può fornire qualche indicazione, ma non la prova definitiva;
3) la compagnia: i ragazzi gay hanno spesso un entourage di donne, ma non sempre; è una constatazione frequente che i ragazzi omosessuali preferiscano la compagnia femminile; tuttavia anche alcuni eterosessuali; inoltre, più ragazzi dall'aria omosessuale che girano in gruppo, molto probabilmente lo sono!
4) lo sguardo: se qualcuno ti fissa o sostiene il tuo sguardo a lungo, può essere perchè interessato (io però, seppur gay, non saprei fissare nè reggere lo sguardo di uno sconosciuto per più di qualche frazione di secondo, anche se carino!); in più direi che molti omosessuali, specie se alle prime armi, tendono a guardarsi intorno in maniera particolare, quasi come se fossero alla ricerca di un loro simile; è un po' lo sguardo delle persone che cercano di utilizzare il "gay-radar!"
Il gay-radar infallibile non esiste, ma sommando più indizi si possono ottenere delle soddisfazioni...

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