circa tre settimane fa ho scritto un messaggio molto lungo riguardo alla mia situazione sentimentale (lo potete trovare nella stessa sezione di questo) ed ora, come promesso, dopo un periodo breve quanto pieno di novità, posso dare alcuni aggiornamenti. Preamboli intricati a parte, vi descrivo quello che è accaduto, passo per passo.

Dopo una lunga gestazione piena di dolorosi ripensamenti, dopo aver fatto silenzio attorno a me per poter fare chiarezza in me stesso e dopo aver ragionato ed essermi sfogato su questo forum, ho preso la decisione di dire tutto alla mia ragazza. Il perché delle mie indecisioni e gli avvenimenti che stanno dietro a tutto questo li ho già descritti, perciò riparto da dove avevo lasciato in sospeso

Pochi giorni fa, in un momento di solitudine e tranquillità, io e R. ci siamo detti tutto. Le ho spiegato tutto il mio percorso, le mie ansie, le preoccupazioni che ho avuto per lei, tutto quello che ho sentito e pensato nell'ultimo mese; ho voluto essere chiaro e le ho detto che non possiamo più stare insieme, per il bene di entrambi. In realtà lei stessa, di sua spontanea volontà, mi ha portato sull'argomento e mi ha fatto capire che sentiva, e anche fortemente, come ormai io mi fossi chiuso in una prigione con due pareti che si stringevano sempre più, due spaventose scelte: soffrire e non dir nulla o dire tutto con il terrore di farla stare male? R. mi ha sempre letto nel pensiero, e, mentre mi parlava, ho capito che lei sapeva a cosa stavo pensando ed che era triste per il fatto che io non le dicessi nulla per paura. Mi ha messo una mano sul cuore e mi ha detto: "Sentiti libero, libero. Nessuno di noi deve soffrire: se tu senti che vuoi scegliere una nuova strada, fallo, io sarò felice della tua felicità". Come potete immaginare, sono scoppiato a piangere e le ho detto tutto: tutti i miei crucci, le mie ansie, i miei timori di farla star male, e tutto il dolore della finzione con me stesso. è stato un momento tra i più toccanti della mia vita. Abbiamo parlato a lungo: ci vorremo sempre bene, ma io cerco una nuova dimensione e lei una vita tranquilla, con un ragazzo con cui magari pensare in avanti nel futuro. Un periodo di stacco ci farà bene, ma non ci perderemo di vista, mai. L'ho vista forte, serena, anche perché ha sicuramente elaborato un suo percorso parallelo al mio: è una ragazza fantastica. Pensate che mi è stata vicinissima in questi giorni, mentre assistevo un mio parente che purtroppo è malato terminale. Senza il suo aiuto non avrei superato con la forza che in me sento adesso questo ulteriore, terribile dolore. Tre settimane strane: ho visto la morte, vicino ad una persona cara; ho visto la vita: calda, multiforme, assurda e sublime nella sua assurdità condensata nelle parole di R. E ora? Ora, da novello esploratore che si spinge in una terra conosciuta fino ad un certo punto, mi addentro in una nuova vita, in un certo senso. Sono appena all'inizio, me ne rendo conto, e la confusione che avevo spesso ritorna, sotto forma di incertezza ed ingenuità; non sono ancora disinvolto mentre penso: "Sì, sono omosessuale!", però sento di essere nel vero, il che mi dà serenità. Mi sento sul culmine di una montagna scoscesa, vedo indietro ricordi lontani, diffusi come tante macchie di abeti. Se prima la nebbia li circondava, ora è il sole del mezzogiorno che li illumina e li fa splendere vividi nel loro significato finalmente ritrovato. E più in su, sotto di me, i tanti prati dell'adolescenza e della prima giovinezza finalmente morbidi, non più spazzati continuamente da un vento nervoso proveniente da chissà dove. E sotto i miei piedi un pinnacolo di roccia, duro, tagliente, franoso in più punti. Sebbene le mie mani siano scorticate, esso è sotto di me, immobile e solido come una belva domata: ultimo, arido, pezzo di una lunghissima scalata. Il primo masso di quest'ultima erta rocciosa è stato L., e l'Amore che per lui ho provato rimarrà sempre nelle stelle alpine che su di esso crescono: le lacrime e le speranze che a lui ho dedicato. L'ultimo masso su cui ho poggiato il piede, è stato il discorso di pochi giorni fa con R. E infine io, che da tanto lontano all'orizzonte son partito, sorrido nel cielo luminoso e, aperte le braccia, cerco di spiccare il volo verso l'alto sereno, in una nuova avventura.
Scusate, sarà patetico, sarà quello che volete, ma in altro modo non vi so descrivere ciò che adesso provo.
Come procedere ora? A chi parlarne? Che fare? Vi ringrazio di esservi presi la briga di leggere questo messaggio così arzigogolato e lungo.
