Ci vuole tempo e coraggio

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
Rispondi
Avatar utente
Barbino Dago
Messaggi: 107
Iscritto il: domenica 14 aprile 2013, 3:07

Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Barbino Dago » sabato 11 maggio 2013, 2:47

Spero di aver azzeccato la sezione giusta. Mi rendo conto di aver forse toccato un altro argomento (quello del coming out) che andava in un'altra sezione. Perdonatemi! :oops:
Ho accettato la mia omosessualità da oltre un anno ormai, quasi due. Non è certo una cosa che ho scoperto improvvisamente ma piano piano, è stato come fare un puzzle. Ho avuto sin da piccolo molte cotte per i maschi poi, attraverso tutta l'adolescenza, per compagni di scuola o colpi di fulmine per ragazzi che conoscevo di vista. Questi sentimenti non trovavano mai un nome preciso. E quello che sceglievo io non era mai adeguato; se vedevo un bel ragazzo per strada che nome davo all'emozione che mi invadeva? A volte si chiamava invidia, perché il ragazzo era troppo bello e io volevo essere come lui. A volte ammirazione, perché il ragazzo era troppo bello e sicuramente simpatico e avrei voluto essere suo amico. A volte il ragazzo era troppo bello e basta, ma io mica ero gay!
Lo ero eccome, ma semplicemente non ci pensavo, non dovevo scartare o scacciare alcun pensiero, era automatico. Le ragazze non le guardavo, non mi erano indifferenti ma non mi suscitavano le emozioni che invece i maschi mi davano. Con i miei amici, in effetti, non parlavo mai di ragazze, non ho mai espresso nessun apprezzamento per esse. Allo stesso tempo non ho mai confessato loro la mia attrazione per i maschi perché, come dicevo prima, non era chiara neppure a me. Eppure ricordo che in alcuni momenti sentivo l'istinto di farlo, avrei voluto comunicarlo. Non posso dire con certezza di aver definitivamente detto “sono gay”. Come dicevo prima, c'è voluto del tempo. Le fantasie (si, quelle fantasie), che prima erano piuttosto nebulose (con tanto di figura femminile che ora non capisco cosa ci stesse a fare in mezzo :D) nel frattempo, si facevano esclusivamente omosessuali, ma non ricordo assolutamente di aver provato alcun senso di colpa, vergogna, schifo per questo tipo di fantasie. Erano semplicemente naturali. Ero comunque ben attento a non dare un nome o una definizione a tutto ciò, in modo da evitare che la cosa diventasse reale e concreta. Poi però, il gioco si interruppe. Molto lentamente cominciai a capire cosa fosse quella sensazione di disagio che mi accompagnava in molte situazioni. Cominciai a farmi coraggio e a pensare: “sono omosessuale”.
Lo dissi finalmente ad un mio amico, ormai più di un anno fa. I mesi precedenti erano stati terribili, insopportabili. Posso dire, senza esagerare, di aver passato un periodo buio, molto confuso, pieno di angoscia e senza speranza. Mi basta leggere certe pagine del mio diario per capire quanto poco fossi presente sul pianeta terra. Ma andai avanti.
Anche dopo averlo detto al mio amico (e ce n'è voluto di tempo!) non riuscivo ancora a dire chiaramente “sono gay”. Ricordo che fu proprio lui a spingermi a dirlo a voce alta, a dirglielo in faccia. Feci una fatica abnorme ma subito dopo, constatai, non successe nulla: nessuna tragedia, i muri non erano crollati, il mondo non era finito! Con questo mio amico continuai a parlare e gli dissi che, nonostante la paura del giudizio altrui, accettavo la cosa, non mi vergognavo affatto di essere gay, non volevo cambiare. La mia strada doveva essere una sola, quella verso la normalità e la serenità. I pochi amici con i quali mi sono aperto hanno accettato subito la cosa, il passo successivo è stato dirlo a mia madre.
Nei giorni in cui mi decisi a parlarle accadde un'altra cosa: il coming out di mia sorella a mia madre. La cosa, non posso negarlo, mi ha agevolato un po. Diciamo che comunque io “sapevo” di mia sorella, l'ho sempre (passatemi il termine... so che non si parla di un crimine) “sospettato”. Lo dissi a mia madre, lei pianse, fece fatica a comprendere la cosa (addirittura due in famiglia!), ma affrontai la situazione a testa alta, mettendo subito in chiaro alcune cose: le dissi non mi volevo nascondere, che la mia libertà e la mia indipendenza erano assolutamente irrinunciabili e sopratutto che la mia strada era ormai segnata. Certo, sapevo bene di non essere ancora in grado di realizzare quel che sognavo, ovvero vivere alla luce del sole e provare un senso di meravigliosa indipendenza, senza paura del giudizio altrui, senza doversi nascondere e piegare. Ma piano piano ci sto riuscendo, ancora oggi è una lotta che non mi stanco di fare. Io sono omosessuale, e questo fatto è noto a pochi, ma spero ben presto di potermi aprire anche con altre persone. Le cose stanno comunque andando bene, giorno per giorno e molto lentamente. Ci vuole tanta pazienza e una certa disciplina per non perdere contatto con il terreno sotto i piedi. Sento spesso una fiducia incrollabile nella capacità molto umana di non arrendersi. Ci credo davvero. Nulla è immodificabile, anche le situazioni più disperate. Solo ci vuole tempo e coraggio per capirlo.

barbara
Utenti Storici
Messaggi: 2864
Iscritto il: mercoledì 14 aprile 2010, 9:22

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da barbara » sabato 11 maggio 2013, 8:23

Barbino Dago ha scritto: "Nulla è immodificabile, anche le situazioni più disperate"

Guarda questa frase bisognerebbe stamparla su un foglio e tappezzarci casa. ;) Oppure ripeterla come un mantra invece di OMMMMMM.
Mi piace molto questa tua grinta, perchè penso che conti molto poi nella pratica.
Ovviamente poi ci sono i momenti in cui non riusciamo a crederci . ma anche in quelli è fondamentale cercare di recuperare questa fiducia e comprendere che anche le cose che più ci fanno più soffrire non annullano tutto ciò che invece abbiamo.
Se iniziamo a pensare che la nostra vita coincide con le nostre difficoltà, è da quel momento in poi che non riusciamo a trarre energia da noi stessi per affrontarle.
Tornando alla tua storia , ci vuole un certo coraggio e un certo ottimismo a pensare di fare coming out dopo tua sorella. Anche l'atteggiamento determinato che hai avuto con tua madre penso sia stato fondamentale. Tentennare e mostrarsi insicuri in quel momento certo non avrebbe aiutato.
La tua bellissima terra può essere una realtà assai impegnativa per un ragazzo gay. Eppure ci stai dimostrando che anche in un contesto simile è davvero possibile produrre dei cambiamenti in coloro che ci circondano. La tua testimonianza sarà preziosa per molti ragazzi che la leggeranno.

Avatar utente
Barbino Dago
Messaggi: 107
Iscritto il: domenica 14 aprile 2013, 3:07

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Barbino Dago » sabato 11 maggio 2013, 11:59

Grazie Barbara, sei molto gentile. Sottoscrivo ogni tuo ragionamento. Nei momenti peggiori, quelli in cui le emozioni che sentiamo come negative (rabbia, tristezza, dolore, ansia, paura) ci invadono, quelli che crediamo infiniti, dove ci sentiamo sotto sequestro è estremamente difficile avere memoria della propria forza e ci sentiamo scoraggiati e persi.
Attraverso anche varie letture molto interessanti, ho capito la necessità di farsi, in certi momenti, della (sana) autoviolenza, imporre la ragione e la volontà per contrastare impulsi e istinti guidati da emozioni temporanee. Le prime volte forse non funziona, ma nel tempo si. Non si tratta di domare o schiacciare le emozioni che ci fanno stare male, ma di ascoltarle, saperle osservare e rispettarle (se non sbaglio, in latino, respicere significa proprio osservare). Significa quindi dare loro il giusto valore, il giusto posto. In questo senso non esistono emozioni che siano negative, dipende da noi saperle affrontare.
Quanto ci sentiamo sciocchi una volta liberati da certi dolori! Per cosa ce la prendiamo!
Quanto alla mia bellissima terra (ma mica è solo mia ;) ), diciamo che è difficile, sopratutto nel paese da cui provengo. Ho sempre avuto, sin da adolescente, la volontà di non lasciarmi mangiare vivo, evitando di cadere nella trappola dei pregiudizi e dei luoghi comuni. Una volta fagocitato diventi non più separato e separabile da essi, quindi mi sono detto una cosa: prendi i pregiudizi e per un po masticali tu per bene, dopodiché sputali. Il tuo alito sarà fresco e del tutto nuovo. Rinnovato! :D

Avatar utente
e^ip+1=0
Messaggi: 287
Iscritto il: giovedì 11 aprile 2013, 18:46

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da e^ip+1=0 » sabato 11 maggio 2013, 19:19

Il tuo messaggio è davvero bello, e molti episodi che descrivi sono identici a quelli avvenuti nella mia adolescenza. Ti faccio i complimenti per il coraggio che hai avuto nel parlare con tua madre dopo che tua sorella si era rivelata, è un caso davvero incredibile! Dopo diverso tempo dalla tua presa di coscienza definitiva, cos'è che ti mette subbi sul dire chiaramente quello che sei? Il luogo dove vivi, che magari non ha una mentalità aperta (anche se mi sembri ben corazzato in questo senso)? O il dubbio che certe persone possano non capire? O altro? :)

Avatar utente
Barbino Dago
Messaggi: 107
Iscritto il: domenica 14 aprile 2013, 3:07

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Barbino Dago » sabato 11 maggio 2013, 21:55

Ciao e^ip+1=0 grazie mille. Mi poni una bella domanda. Diversi fattori mi rendono ancora vulnerabile in questo senso. Per prima cosa: mio padre ancora non sa che sono gay e dirlo a lui mi sembra ancora un ostacolo molto faticoso da superare. Lui è diverso da mia madre indubbiamente e non so come potrebbe prenderla. Ho sempre pensato che prima di dirlo al mondo l'avrei detto a mio padre. Appunto. Bel problema...
Mentirei se dicessi che del giudizio delle persone non mi interessa. Ho paura di perdere alcuni amici o conoscenti che ancora non sanno della mia omosessualità ma non posso farci nulla. Chi andrà via sara libero di andare, chi rimarrà so che rimarrà per sempre. :D Una cosa è chiara, e qui mi ripeto: la propria libertà e la propria indipendenza sono irrinunciabili, non si possono barattare per piacere a altri o per essere per forza accettati. Anche il dolore più atroce, in futuro, quando sarò più "esposto", sarà affiancato dalla consapevolezza dell'impossibilità di rinunciare a se stessi.

Avatar utente
e^ip+1=0
Messaggi: 287
Iscritto il: giovedì 11 aprile 2013, 18:46

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da e^ip+1=0 » domenica 12 maggio 2013, 2:17

Da quello che scrivi mi pare che tuo padre sia la difficoltà più grande, dunque. Hai provato a chiedere a tua madre, che già conosce tutto, come pensa che lui la prenderebbe? Immagino, inoltre, che tuo babbo nulla sappia di tua sorella. Neanche io so come spiegare a mio padre quello che sono, purtroppo.
In ogni caso, spero che tu riesca a dirglielo, prima o poi. Spero anche che tu possa essere sereno. "Perché poi, cosa diavolo è questa felicità con la quale ci riempiamo la bocca, questa chimera irraggiungibile? Forse è questo il segreto: la felicità è poter dire la verità senza far soffrire nessuno." (da Otto e Mezzo) ;)

k-01

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da k-01 » domenica 12 maggio 2013, 9:49

Bello il tuo racconto. Ricorda molto l'inizio del mio percorso.
Giusto non rinunciare ad esprimere quello si sente ed essere quello che si è.
:)

Avatar utente
Barbino Dago
Messaggi: 107
Iscritto il: domenica 14 aprile 2013, 3:07

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Barbino Dago » domenica 12 maggio 2013, 10:11

Quando parlai con mia madre le chiesi cosa pensasse mio padre: mi disse che non avrebbe nulla contro ma che non riuscirebbe a capire e che ci starebbe male, mi ha pregato, per ora, di non dirlo. Io sono convinto che lei abbia ragione per certi versi ma credo anche che esageri un po, credo che proietti le sue paure attribuendole anche a lui quando magari mio padre potrebbe reagire meglio.
Mio padre (ufficialmente) non sa nulla di mia sorella ma sospetta.
Vedremo in futuro. Per ora sarebbe prematuro dirglielo, aspetto.

Avatar utente
Barbino Dago
Messaggi: 107
Iscritto il: domenica 14 aprile 2013, 3:07

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Barbino Dago » domenica 12 maggio 2013, 10:13

k-01 ha scritto:Bello il tuo racconto. Ricorda molto l'inizio del mio percorso.
Giusto non rinunciare ad esprimere quello si sente ed essere quello che si è.
:)
Grazie mille! Leggendo altri racconti mi sono reso conto anche io di certe dinamiche simili che ci accomunano

Avatar utente
Blackout
Messaggi: 268
Iscritto il: mercoledì 26 dicembre 2012, 13:38

Re: Ci vuole tempo e coraggio

Messaggio da Blackout » venerdì 17 maggio 2013, 0:19

Ciao Barbino
che bello sentire queste parole! Non so perchè ma mi rende contento sapere che ci sono ragazzi che hanno il tuo coraggio e determinazione nel voler vivere la propria vita vera, per di più nella mia terra :)
So cosa significano la paura di perdere amicizie, quella di dirlo in casa e del giudizio della gente e ci ho messo molto più di te, passando troppo tempo nel buio.
Anche per me fu un passo più duro dirlo a mio padre, quando lo feci non la prese bene. Gli feci passare dei brutti giorni :) ma ora la cosa è molto migliorata. L'importante è che tu sia sicuro e chiaro quando esprimi il tuo pensiero in modo da non creare dubbi con chi hai davanti, l'accettazione di ciò che dici può richiedere tempo, anche tanto (come accade su noi stessi, in tanti casi) quindi non essere troppo rigido con chi ha delle difficoltà (purchè non siano eccessive, chiaro!). Almeno questo è solo un consiglio sulla base del mio carattere, quindi comportati come tu credi giusto (e mi pare lo stia facendo benissimo).
Ancora complimenti e i miei auguri di sempre più felicità :)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

Rispondi