Racconti I

Romanzi, racconti, poesie, canzoni e componimenti di ogni genere scritti dai ragazzi del Progetto
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Blackout
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Racconti I

Messaggio da Blackout » martedì 28 maggio 2013, 12:47

Che sensazioni vi da? Come inquadrate la narrativa? Attendo vostri pareri critici :)



Era sveglio sul letto, sentiva il cuore battere forte e in contemporanea, una morsa allo stomaco che stringendo, rendeva il flusso del sangue poderoso e frastuonoso all'altezza della pancia. Spostò la testa lentamente. Lui dormiva con la schiena rivolta verso di lui, leggermente ricurvo e con un braccio tra le cosce, notò che i suoi capelli erano ancora in ottime condizioni, tendevano con gagliarderia a tornare nella posizione ordinata dal phon nonostante i vari incidenti di mano durante la giornata. Si ridistese a faccia in su e decise che questi venti minuti circa di non sonno erano sufficienti per capire che aveva bisogno di alzarsi.
Guardò l'orologio a led che indicava con crudeltà le 3.14. Inizio lentamente ma in modo quasi continuo a muoversi, a suo dire i movimemti continui ingannano meglio i recettori del tatto e per non disturbare seguiva questa tecnica. In poco più di un minuto si tolse il lenzuolo e si alzo dal letto, senza apparente disagio per l altro a parte un piccola vibrazione metallica che scosse la parte inferiore del letto, probabilmente causata dal cambio di peso sul materasso. Rimase in maglia bianca e slip nero dirigendosi sulla poltrona di fianco alla scrivania.
"Quest'ansia non mi piace, che ci fa ora?" si chiese "Sento il cuore battermi...tu lo senti? Certo che lo sento cazzo" penso rivolgendosi alla sua mente. I suoi pensieri si rincorrevano veloci e solitari come saette. Cerco di schermarsi da quella carica di elettroni virtuali, stringendosi le tempie con la mano destra. Aprendo gli occhi scorse la camera dove stavano. La tapparella non chiusa del tutto faceva si che i diversi fori creassero, sulla prima metà del letto, una scena leopardata che investiva il suo corpo dormiente sul letto; l altro braccio, che prima non aveva scorto, stava sotto il cuscino piegato quasi del tutto a gomito. Qualche forellino di luce osava attaccare il suo viso in modo irregolare, non permettendo una visione in penombra dei suoi tratti facciali. Si innervosì leggermente per questo ulteriore segnale negativo della notte. "Qui bisogna sedarsi" pensò e si sporse a sinistra, aprendo il primo cassetto della moderna scrivania stile Ikea e prese il cofanetto dorato con un altorilievo di un sole sorridente in stile Corte francese, una ignobile copia di latta luccicata che però ben si adattava ad un contenuto per le sole occasioni eccezionali, visti i fasti del simbolo rimportante. Lo aprì e prese il necessario per girarsi una canna, erba. Lo fece con calma e appena l'accese, fece due lunghi tiri ad occhi chiusi, rilasciando il fumo accanto alla finestra che aveva appena socchiusa. Attese l'effetto, che arrivò in qualche secondo, allentando la morsa dei suoi pensieri e allora abbassò lo sguardo su di lui, ora riusciva a scorgerlo meglio nella penombra: il viso giovane aveva tratti rilassati e dolci, gli occhi ancor chè socchiusi, mostravano la forza inebriante del loro taglio. Si forzò di levare il suo sguardo da lui, come se fissandolo (cosa che pensava possibile) avrebbe potuto svegliarlo.
"Dovrei dirglielo?" si chiese infine. Trovarsi di fronte a quella domanda lo fece sentire inerme, sapeva che ci aveva girato intorno con la mente, ma il motivo del suo malessere, ora, stava in quella domanda. "Perchè mi giochi questi brutti scherzi?" stavolta si rivolse al suo cervello, portandolo sul banco degli imputati e chiedendone la condanna senza attenuanti. Sentiva la tempesta montargli dentro, il recinto dei suoi contorti ragionamenti era stato nuovamente sfondato ed essi uscendo, tiravano su una nube giallastra di polvere, poteva quasi sentirne il sapore in fondo alla gola, prosciugandola di ogni umidità. Si portò istintivamente la mano alla gola, sfregandola per liberarsi di quel peso. Guardò la stanza buia e si convinse che era più piccola di quanto ricordasse, forse era troppo piccola..."per entrambi" pensò. In quell'istante un brivido percorse la sua schiena, facendolo vibrare e scuotendolo. Si senti subito uno stupido per quello che aveva pensato e immediatamente dopo si odiò. Indurì i tratti del suo viso e immaginò di darsi un pugno dritto sul naso e di accanirsi sul suo corpo che chiedeva pietà, sè stesso in lotta. Posò il mozzicone a metà e spento, fuori della finestra e si alzò, con passo lieve ma continuo arrivò alla porta e con un'attenzione maniacale, aprì la maniglia e fu fuori dalla stanza. Si girò registrando in maniera malinconica l'immagine della porta che si chiudeva su quel letto pieno solo per metà. S'incammino al bagno e appena entrato, accese la luce e si guardò allo specchio: era un fantasma.
I tratti stanchi e pallidi, con una preoccupazione disegnata sul volto, non gli lasciavano scampo. Si sciaquò il viso con l'acqua tiepida, se la insaponò per bene per poi rilavarla. Ancora uno sguardo allo specchio poi decise di spegnere la luce e tornò in camera. Mentre si dirigeva a chiudere la finestra socchiusa, lui parlò "Che hai?". La sua voce un pò impastata ma sicura nel parlare non lo spaventò, anzi forse in cuor suo la aspettava.
"Niente continua a dormire" rispose a voce bassa.
"Uno non si sveglia alle 3 senza un motivo...che hai?" fece l'altro di rigetto.
I loro sguardi si incrociarono e fu come sentire un suono di aggeggi metallici che si uniscono, incastrandosi per bene: in quel momento sai che ci vorrà uno sforzo immane per separarli. Lui fece scivolare con delicatezza la mano fuori dal lenzuolo e la protese verso di lui, aperta, come a chiedere di essere afferrata. Appena la strinse, l'altro appoggiò il palmo contro il suo e intrecciò le dita con le sue, il calore si irradiò dalla punta dei polpastrelli in su e disse "Se non ti fidi di me adesso, di chi puoi fidarti?"
Quelle parole lo distrussero, immaginò tanti mattoncini rossi crollare rovinosamente su se stessi sollevando un polverone per lasciare un nulla dietro sè. I corvi manieri del suo cervello cedevano come castelli di carte in un bufera. Diradò i pensieri che prima lo costringevano alla paura e sorrise in modo del tutto naturale, come fa un bambino quando vede tirare fuori dalla busta della spesa il suo cioccolatino preferito. "Scusami hai ragione, in questi casi ce l'hai sempre. Domani vorrei parlarti di una cosa per me importante"
Lui gli rispose "Allora voglio aspettare domani con te".
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

holden78
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Re: Racconti I

Messaggio da holden78 » martedì 28 maggio 2013, 22:45

Eccezionale! Per quel che vale il mio giudizio hai un vero talento,
un'atmosfera coinvolgente e un ritmo che ti prende per mano
e ti porta sino alla fine, mi è piaciuto molto

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candido
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Re: Racconti I

Messaggio da candido » martedì 28 maggio 2013, 23:09

Davvero complimenti :)
Concordo con Holden, l'atmosfera è davvero coinvolgente e riesce a trasmettere perfettamente la tensione emotiva e psicologica del protagonista: alla fine si arriva a sentirsi nei suoi panni, l'immagine diventa vivida e concreta, e ci si sente quasi come se fossimo noi stessi a dover prendere quella sofferta decisione.
Non sono un grande esperto, ma mi sembra di percepire dei chiari toni da narrativa contemporanea, a volte piacevolmente contaminati da parentesi descrittive e di linguaggio ricercato che mi ricordano la narrattiva dell'Ottocento.
Non vedo l'ora di poter leggere un nuovo racconto ;)

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Blackout
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Re: Racconti I

Messaggio da Blackout » mercoledì 29 maggio 2013, 18:08

Grazie ragazzi, troppo gentili davvero :D
Si, mi piacerebbe riuscire a invogliare il lettore a calarsi nei panni del protagonista, spingendolo a provare quello che sente...credo che sia una cosa che chiunque scriva, desideri :lol:
Si candido, diciamo che pur avendo fatto studi tecnici, le mie letture private hanno spaziato molto tra gli autori degli ultimi 150 anni, quindi immagino ci sia una grande infarinatura di tutto :lol:
Appena possibile mi sottoporrò di nuovo al vostro giudizio ragazzi ;)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

barbara
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Re: Racconti I

Messaggio da barbara » giovedì 30 maggio 2013, 7:38

Mi è piaciuto molto il tuo racconto Blackout! Trovo molto efficace il tuo modo di descrivere gli ambienti e le sensazioni. Ritrovare nelle tue parole alcuni frammenti della nostra quotidianità ci fa avvicina al protagonista ancora prima di conoscerlo, come ad esempio la vibrazione del letto quando lui si alza .
Adoro quando hai detto : "l'orologio a led che indicava con crudeltà le 3.14"
Per una persona che soffre l'insonnia come me questa espressione è particolarmente azzeccata! Bella anche l'immagine la tapparella che leoparda il corpo del dormiente. Quante volte l'avrò vista e mai mi è venuto in mente di scriverla!
Se dovessi darti un suggerimento per migliorare il tuo stile, ti direi di togliere le frasi o le parole che ritieni in eccesso e renderlo più essenziale.
L'essenzialità rende più veloce la lettura e cattura meglio il lettore.
Almeno questo è ciò che mi hanno insegnato. Poi ognuno ha i suoi gusti. C'è chi ama proprio centellinare un racconto , chi vuole divorarlo. Io appartengo alla seconda categoria. ;)

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Blackout
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Re: Racconti I

Messaggio da Blackout » giovedì 30 maggio 2013, 13:01

Grazie barbara, anche perchè so che sei più che esperta di scrittura :) si gli elementi descrittivi sono una cosa a cui mi affido molto per creare l'effetto "immedesimarsi", specie il riportare (come hai notato anche tu) la quotidianità, fatta di semplicità, tanti pensieri e rovesciamenti d'umore.
Io invece sono di quelli che quando sta per finire il libro, lo legge con calma per farlo durare di più! Proverò a lavorare sull'essenzialità, perchè in effetti poi ci si perde, anche se avrò sempre una preferenza per i ritmi lenti ;)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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