Quando amare mette di fronte a se stessi (Atto II)

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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Blackout
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Re: Quando amare mette di fronte a se stessi (Atto II)

Messaggio da Blackout » lunedì 27 maggio 2013, 17:54

Ciao e^ip+1=0 :) io l'ansietta e la tendenza alla visione un po' pessimista l'ho sempre avuta quindi non saprei dirti in questo caso, però mi fa piacere sapere che stai iniziando a sentirti più tranquillo dopo quel periodo burrascoso, che stai davvero sentendo un cambiamento positivo nel tuo modo di essere.
Credo sia la sensazione giusta per affrontare i nuovi passi che vorrai compiere, tutto ti verrà più semplice.
Sulla questione amici è pur vero che spetta a me lavorare bene, presentare la "novità" come a una cosa a cui tengo ed è essenziale per me. Questa è una cosa su cui sto pensando da diversi giorni perchè in alcuni momenti di sconforto questa certezza vacilla, pertanto voglio trovarmi in un momento (psicologicamente e ambientalmente parlando) buono per poter parlare di me con chi ho deciso di farlo.
Ti dirò che mi piace la sicurezza che via via hai acquisito in queste fasi, ogni difficoltà incontrata sei riuscito pian piano a superarla e al tempo stesso stai facendo tesoro delle sofferenze e dei momenti di gioia. Continuando così anche il tuo aprirti agli altri verrà con naturalezza e son sicuro affronterai bene queste situazioni :)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

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e^ip+1=0
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Re: Quando amare mette di fronte a se stessi (Atto II)

Messaggio da e^ip+1=0 » martedì 28 maggio 2013, 22:57

Quello che scrivi è molto gentile, Blackout. Per ora ho avuto modo di dirlo ad alcuni amici. Uno di essi è una persona davvero enigmatica: pur volendogli un gran bene, lo conosco davvero poco sotto molti aspetti, e quel poco che so di lui è molto di più di quanto egli in genere riveli di sé. Un paio di sere fa ho voluto dirgli tutto, anche perché so che, nonostante sia un enigma, è una persona davvero fidata. Ciò che ne è risultato è stata una completa apertura da parte sua: mi ha rivelato tutte le sue insicurezze e drammi personali, compresa la ragione per cui parla poco di sé; lo ho conosciuto più in una serata che in diversi anni di amicizia. Alla fine ha parlato più lui di me quasi. Va' un po' a capire: come sempre nella mia vita, mi sembra che tutto sia assurdo, un po' folle ad un primo sguardo. Poi le tessere in qualche modo si ricombinano sempre sotto i miei occhi con risultati inaspettati. In ogni caso sono contento, se parlando di me stesso ai miei amici finisco per conoscerli ancor più di prima non è altro che un bene.
Blackout ha scritto: Sulla questione amici è pur vero che spetta a me lavorare bene, presentare la "novità" come a una cosa a cui tengo ed è essenziale per me. Questa è una cosa su cui sto pensando da diversi giorni perchè in alcuni momenti di sconforto questa certezza vacilla, pertanto voglio trovarmi in un momento (psicologicamente e ambientalmente parlando) buono per poter parlare di me con chi ho deciso di farlo.
Vorrei augurarti di trovare il momento giusto indagando su te stesso, ma sarebbe banale. Quello che ti posso suggerire, per esperienza personale non tanto di questa situazione, ma di tutte le difficoltà che ho incontrato nella vita, è di buttarti un po'. Credo che la fortuna, se usata con ingegno, senza azzardi, aiuti davvero gli audaci. Il momento giusto per buttarsi credo che lo sentirai, prevederlo o pianificarlo non è possibile. Ovviamente è solo un consiglio, spero potrà esserti utile.

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Blackout
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Re: Quando amare mette di fronte a se stessi (Atto II)

Messaggio da Blackout » mercoledì 29 maggio 2013, 22:44

e^ip+1=0 ha scritto:Ciò che ne è risultato è stata una completa apertura da parte sua: mi ha rivelato tutte le sue insicurezze e drammi personali, compresa la ragione per cui parla poco di sé; lo ho conosciuto più in una serata che in diversi anni di amicizia.
Questo mi ha fatto pensare a quanto ci sorprende ancora riuscire a comunicare. Nel momento in cui tu hai parlato della tua sessualità, il tuo amico avrà capito di potersi davvero fidare di te, entrando davvero in comunicazione. Quando riusciamo ad aprirci come hai fatto tu, creiamo quella giusta empatia che permette a chi abbiamo davanti di sentirsi al sicuro.
E credo che tu abbia ragione da vendere, puntando ogni tanto sul buttarsi un po'. Non un buttarsi cieco a se stesso, ma consapevoli che se vogliamo crearci uno spazio di "nostra normalità", dobbiamo cedere un po' di fiducia agli altri.
Facile a dirsi ma step by step ci si arriva :)
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e^ip+1=0
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Re: Quando amare mette di fronte a se stessi (Atto II)

Messaggio da e^ip+1=0 » mercoledì 29 maggio 2013, 23:52

Concordo in pieno. E spero che a anche tu potrai arrivare ad una piena apertura con le persone a cui tieni. ;)

Per i prossimi sviluppi, vi terrò aggiornati.

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