Racconti 2

Romanzi, racconti, poesie, canzoni e componimenti di ogni genere scritti dai ragazzi del Progetto
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Blackout
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Racconti 2

Messaggio da Blackout » venerdì 21 giugno 2013, 1:58

Secondo racconto: siate critici! :D

Fortunatamente si era portato il libro che aveva iniziato a leggere qualche giorno fa: Castelli di rabbia di Baricco. Aveva provato a lasciarlo a casa ma sapeva che era un arma troppo potente contro l'imbarazzo; in caso di necessità la lettura diventava anche uno strumento per non sentirsi in mezzo agli altri e aggirare così i propri pensieri. Da dentro la sua valigetta da studio nera, prese il libro e lo posò con lentezza sul tavolino e si guardò intorno: c'erano altri sette o otto tavolini come il suo, in plastica bianca con la tovaglietta di sbieco a quadri bianchi e blu ma solo altri tre erano impegnati da altri gruppi di studenti e in un altro stavano due tizi sui cinquanta, probabilmente del reparto ricerca, immaginò. Alzò lo sguardo sul prato del parchetto in cui stava e poi più su a guardare il cielo: limpido anche se le nuvole, piccole e con contorni soffici e confusi agli occhi, non mancavano e a volte incrociavano la linea del sole portando l'ombra sulla giornata. Si mise, per quanto possibile su quelle sedie, comodo e aprì il libro.
Dopo una serie di pagine lette, si ricordò di dover bere ancora il suo thè caldo; lo guardò di fronte a sè e vide che ancora fumava dal beccuccio della teiera e si compiaque per quell'immagine rassicurante. Mentre con cura versava il thè nella tazzina, lo vide passare. Ci aveva sperato soltanto, nonostante sapesse bene studiasse in quella facoltà ma la sua visione fu comunque una sorpresa. Posò subito la teiera per evitare disastri imbarazzanti e piegò leggermente la testa verso il basso per vedere da sopra gli occhiali da sole che indossava. Pantalone beige e camicia blu s'intonavano benissimo sulla sua carnagione leggermente olivastra, non era tanto alto (un metro e settanta circa) ma strutturalmente proporzionato, portava i capelli un po' disordinati e rialzati sulla fronte, un sorriso serioso con delle labbra rosa chiaro faceva da apripista a due occhi nocciola dal taglio dolce e intenso, in un viso dai lineamenti decisi e reso più virile dalla barbetta di una settimana. Osservava la sua camminata, il pantalone che ad ogni passo evidenziava delle cosce muscolose e a delle natiche che lasciava poca possibilità di critica. Questa visione lo incantò, la sua mente ora era completamente rapita dall'osservazione del suo obiettivo e strinse con la mano destra il bordo del tavolo, in un gesto d'istinto dovuto all'emozione. "Ma quanto son scemo" pensò subito e cerco di rilassarsi "Girati, dai girati" rivolgendo la mente alla sua preda ma egli non si girò. Passò a una ventina di metri sul lato sinistro del locale senza lasciarsi distrarre da nulla, con passo deciso e un pò sovrapensiero. Continuò a seguirlo con lo sguardo fin che non scomparve dietro il muro di cinta del cortile ed ebbe un attimo di sconforto, come quando saluti una persona cara che parte e vedi l'auto allontanrsi sulla strada. Che sensazione era? Si chiese, ma come sempre non volle rispondersi. Si sentì eccitato e romantico allo stesso tempo, immaginando qualche scambio di effusioni tra loro in un letto dentro una stanza bianca inondata dalla luce del sole, poi sorrise e scosse la testa per quello che aveva immaginato "Te sei malato" penso tra sè e sè.
Rimase a leggere ancora una mezz'ora poi, stufo, pagò il conto e si diresse verso casa. Camminava lento guardando distrattamente le vetrine, le persone che incrociava parevano del tutto indifferenti e spesso con gli occhi nascosti dagli occhiali scuri, "per sembrare sicuri agli sguardi altrui" pensò, ragionando al contempo di averli pure lui.
Quel pensiero grigio cosa celava? Era la sua diffidenza verso l'umanità a parlare? O pensava fosse una stupida invidia nell'immaginare gli altri più sicuri di quanto non lo fosse lui? Anche gli altri hanno i loro problemi ma solo chi ha un determinato carattere lo fa notare troppo; questo non significa che chi non lascia trasparire non stia soffrendo, il dolore è un elemento comune della vita così come lo è la gioia, ci capitano l uno e l altro ma i momenti di dolore tengono a rimanere più vividi nella nostra memoria, chissà perchè poi...
Sollevò lo sguardo interromepndo il fiume di pensieri che lo avevano fatto camminare automaticamente per un bel tratto, intravide l insegna del supermarket due traverse prima della sua e vi entrò. La porta automatica si aprì e un vocio continuo pervase le sue orecchie, notando che entrambe le casse erano aperte e con la rispettiva fila da 3 o 4 clienti, si tolse gli occhiali da sole che lo avevano accompagnto tutta la sera, lasciandogli un piccolo segno di pressione sulla pelle. "Mi serve sicuro: cuppettone, carote, pomodori, tofu, e un po' di legumi ad insalata...". Poi qualcosa di inatteso lo assorbì. Si trovo d'improvviso come trasportato in una stanza tipo da detective dove lui oesservava di nascosto chi era oltre il classico vetro della stanza degli interrogatori. Davide era là, ora si era cambiato, non più pantalone e camicia ma un bermuda di cotone rosso ed elegante che coprivano come una pelle le muscolose gambe da calciatore, il quadricipite femorale premeva ad ogni passo sul pantalone; vide i polpacci scoperti e leggermente coperti di peluria morbida alla vista non scurissima. Sul busto indossava un maglia a collo largo che facevano intravedere la base sel collo e le ossa delle clavicole e la curva iniziale dei sui pettorali che andavano a gombiare la maglia a maniche corte. Notò che le sue spalle erano leggermente abbronzate dal sole preso e una probabile crema idratante rendeva la pelle lucida e invitante. Le sue braccia disegnate ma non gonfie si muovevano tra i banconi o trascinvavano il cesto in plastica colorata tipici di ogni market. Alcuni segni di un tatuaggio fuoriuscivano dal braccio destro sotto la maglia senza far intuire cosa fosse. Lo fissò intensamente e lui si giro, sorrise e disse "Ciao Alessio." La sua voce lo risvegliò dal rapporto diretto con la mente e rispose sorridento "We, Se sei di spesa anche te? E dopo un attimo di pausa "Ti trovo bene" mentre lo squadrava senza sembrare troppo ostinato. Ma lui lo era: sentì di volergli andare vicino, di prendergli la mano e dirgli che era bellissimo e che lui lo abbracciasse a quelle parole. Ma niente di tutto questo accadde. "Eh guarda sono andato in palestra 3 volte in 2 settimane"
"Ah per quello non t ho visto nulla...e il fine settimana che hai fatto?".
L'altro appoggiò il braccio al ripiano di uno scaffale, come per rilassarsi "Sabato ho fatto torneo e poi pizza con la squadra quindi figurati ...l'orario e l'alcool...forse ho esagerato (sorridendo); invece domenica mi son alzato tardi e l ho passato con...la mia ragazza" fini la frase abbassando di qualche centimetro lo sguardo.
Ha detto ragazza - pensò meccanicamente ma con sicurezza atterrita "Scusa non ho capito... disse di getto "La mia ragazza" rispose lui stavolta girato altrove.
"Etero quindi" quelle parole lo riempirono di delusione e si senti immediatamente come se fosse vestito da papero al convegno per le donazioni di organi, inadatto. "Ah bene....senti allora stammi bene e divertiti a cena..." gli disse per spezzare quel momento "grazie...magari ci si vede in palestra, ciao". Le loro strade si separavano ancora ma ora Ale aveva un parametro di valutazione che faceva saltare tutto "Cazzo è etero...non è possibile quelle foto sembrano...e poi è in quella associazione per i pari diritti, è gentile..." continuava a pensare alle carattesristiche che aveva utilizzato lui per sentirlo come simile a se stesso ma ad ogni ricordo ora appariva alla fine la scritta trasversale ETERO. Fece spesa frettolosamente e in modo disordinato ma azzeccò la zuppa di legumi che gli avrebbe salvato la cena. Andando alle casse lo rintrvavide in una corsia "Cazzo quanto è bello" penso di botto. Ma ora la strada si era interrotta, come se un alluvione ne avesse portato via una parte, come un ponte crollato a metà, come due dottori separati da un vetro sigillato per l'osservazione scientifica. Aveva creato un ponte di attrazione tra se e lui e aveva iniziato a saltellarci allegramente passo dopo passo, raccogliendo qua e là petali o bacche scambiandoli per doni lasciati dall altro ma alla fine del ponte fu solo: nessuno con gli occhi commossi e le braccia protese ad attenderlo.
Sentì montare dentro sè una tristezza pesante, che aveva come baricentri la testa che iniziò a dolergli leggermente, e poi lo stomaco che inziò a serrarsi come da tradizione. Pagò e torno a casa, dove stasera c'era solo l'inquilino silenzioso con cui certo non poteva affrontare un discorso così sentimentale da zero...col silenzio di quello poi era pura utopia. Tornò in camera con un pacco di pastine di crema glassata e marmellata e mise su un film. "Sono stato un deficiente! Alla mia età faccio e reagisco da adolescnte...come si fa a rimanere delusi da una persona che non sapevo chi fosse? Ti sei fatto una bella casetta di carte con tanto di giardini....ma svegliati stronzo che non sei più un bambino...comportati da uomo e impara a valutare da grandi le cose che vedi e fai!!" Si odiò per il modo in cui si era illuso di un semisconosciuto con cui aveva condiviso una cena e che poi aveva rivisto in giro 3 volte. Avevano parlato, erano stati affettuosi nei saluti, si erano scambiati sguardi di intesa su certe situazione, ma ora che ci pensava Ale le aveva tutte passale al solo filtro gaio..."Io ho voluto vedere questo, vista con gli occhi di un altro sono solo cose che accadono a vagonate tra la gente e mica perchè c è attrazione".
Passò la notte guardando video sciocchi sul pc e distrattamente la tv, prima di spegnere visitò per ultimo il sito network in cui erano amici, visitò la sua pagina e ne aprì la foto profilo: lui era in secondo piano, all aperto su un prato con delle colline selvaggie in lontananza, l amico un passo a destra e più avanti di poco "Sei proprio un bel ragazzo...." abbassò il pc per spegnerlo e si buttò sul letto. Dei due cuscini che aveva uno lo mise tra le cosce e l'altro lo abbracciò forte al petto.
Ultima modifica di Blackout il sabato 22 giugno 2013, 0:25, modificato 1 volta in totale.
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holden78
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Re: Racconti 2

Messaggio da holden78 » venerdì 21 giugno 2013, 23:21

Bellissimo :-) mi piace il ritmo con cui scrivi

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Blackout
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Re: Racconti 2

Messaggio da Blackout » sabato 22 giugno 2013, 0:28

grazie mille holden :D e nonostante i 784 errori di ortografia che ho visto solo ora :shock: !!
sappi che se un giorno io dovessi scrivere un romanzo, ti invierò la prima copia firmata in anteprima :lol: :lol:
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e^ip+1=0
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Re: Racconti 2

Messaggio da e^ip+1=0 » mercoledì 26 giugno 2013, 12:48

Molto bello nella prima parte, Blackout. La seconda non è male ma mi sembra meno solida (a volte un po'confusa). Questo tuo racconto mi ricorda quasi un corto cinematografico, il che è davvero interessante. Posso fare il criticone? Ti suggerirei di non inserire parolacce, tirano giù tutta la musicalità e l'attesa. Beh, in ogni caso, complimenti! :)

Tozeur
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Re: Racconti 2

Messaggio da Tozeur » mercoledì 26 giugno 2013, 13:40

Mi piace, è un racconto tratto da un'esperienza vissuta? :mrgreen:
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Blackout
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Re: Racconti 2

Messaggio da Blackout » giovedì 27 giugno 2013, 0:07

@ e^ip+1=0: grazie mille, in effetti il racconto è stato scritto in due momenti distinti, il secondo di getto e di notte tardi, sicuramente avrei fatto meglio a strutturarlo diversamente ma ho voluto lasciare intatte le sensazioni di quel momento. Sulle parolacce...bè ogni tanto le uso e le usiamo un po' tutti, nel quotidiano esistono, anche se nello scritto risultano sempre un po' stonate...proverò a controllarmi :)

@ tozeur: grazie tante e si, un po' di esperienza vissuta c'è e sopratutto fresca di stagione...sapere che il tuo obiettivo è etero, quando l'attrazione è ormai scattata e c'è una conoscenza leggera, mi fa sempre un certo effetto. Sinceramente non sono riuscito a riportarla sullo scritto come volevo, magari riproverò più avanti ;)
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