Sono molti i pensieri che hanno affollato la mia mente in questo periodo, cercherò quindi di restituirveli nella forma più chiara possibile. Scrivere tutto ciò mi è molto utile (mi permette di fare ancora più chiarezza nella mia testa), ma vorrei che diventasse utile per molti altri, per tutti quelli che pensano (come io facevo fino a poco tempo fa) che essere gay è una grande sfortuna.
NO, non è così!
Questa è la email che scrissi a Project:
Ciao project,
ti ringrazio prima di tutto per la tua lodevole disponibilità ad ascoltare (e rispondere), questo blog mi ha molto aiutato. Mi presento: sono Tobias e ho 22 anni, da tempo ormai ho capito di essere gay, ma, in un certo senso, non ho ancora accettato del tutto questa realtà. In prima superiore ho scoperto la masturbazione, che inizialmente avveniva senza particolari fantasie, poi (non ricordo bene quando, più o meno verso i 16 anni) sono cominciate a comparire fantasie sessuali "gay" e poco più tardi ho cominciato ad esplorare internet (prima guardando solo foto di nudi e infine cominciando a guardare anche filmati porno gay). Durante gli anni delle superiori vivevo la masturbazione con un grave senso di colpa (ma nonostante ciò in certi periodi la praticavo spesso), mi pareva una cosa "sporca", da evitare; e questa percezione non dipendeva tanto da indottrinamento religioso quanto piuttosto dall'idea che comunque gli altri ragazzi, dopo aver trovato una ragazza, smettessero di farlo o comunque lo facessero molto poco. Anche il fatto di non riuscire a trovare una ragazza mi pesava, non tanto perché ne sentissi il bisogno, ma perché era segno di maturità e virilità. Non sono mai stato, fortunatamente, vittima di bullismo, ma ho dovuto sempre stare attento con i miei coetanei (soprattutto con quelli maschili) ed non espormi troppo e rischiare di essere preso in giro. Non che fossi un ragazzo dagli atteggiamenti e gusti femminili, ma ero comunque sensibile e non avevo molte delle passioni tipicamente maschili (per esempio il calcio, i motori). Però, come dicevo, non ho avuto un'infanzia infelice, anche perché a scuola sono sempre stato bravissimo, e il fatto di essere uno dei più bravi della classe mi permetteva di poter aiutare gli altri compagni nello studio e nei compiti (e loro di conseguenza mi hanno, tranne rare volte, sempre rispettato). Crescendo ho cominciato inoltre a sentire meno questo senso di inadeguatezza, avevo il mio gruppetto di amici, molti dei quali erano (e sono tutt'oggi) ragazze. Mi rimaneva solo l'angoscia della masturbazione e il fatto di non essermi ancora fidanzato. Finita la scuola inizio l'università e ho l'occasione di frequentare più spesso una ragazza che conoscevo da tempo. Fino ad allora non ho mai provato attrazione per le ragazze, ma con lei era un po' diverso. La trovavo molto piacevole, simpatica, oltre che carina, non è che mi sentissi fortemente attratto sessualmente da lei (cioè, la sua bellezza femminile non mi attraeva sessualmente come quella maschile), ma per lei ho cominciato a provare un forte affetto, più forte di quello che si instaura in una amicizia. Notavo, almeno mi sembrava (la sua timidezza non aiutava), che comunque anche lei provasse qualcosa per me. Temporeggiai un po', per me era un'esperienza nuova e avevo paura di non essere all'altezza, mi presero angosce come "riuscirò ad avere un rapporto con lei?", "capirà che sono gay?", e così persi l'occasione. Lei si fidanzò. Quando ci ripenso rimpiango di non essere stato più sveglio e pronto, di non aver messo da parte queste inutili ansie.
Poi trovo questo blog. Lo leggo con interesse, scopro altre storie, comincio a ragionare in un'ottica diversa. Soprattutto comprendo una cosa: se si è gay si rimane tale, non è un abito che si può indossare o togliere, ma è come una "pelle", si può nascondere o far finta di non vederla, ma lei c'è comunque. Ecco perché dico di non avere accettato del tutto di essere gay. A me piacerebbe molto fidanzarmi, sposarmi ed avere figli, ma per fare ciò dovrei nascondere la mia omosessualità. Non che l'idea di trovare invece un ragazzo mi disgusti, anzi, solo che conosco appena di vista alcuni ragazzi che credo siano gay (ma non sono proprio i miei "tipi"), mentre gli altri che conosco o che sono miei amici sono tutti etero. Ho provato per curiosità a vedere qualche chat o annuncio gay, ma ben presto ho capito che con ciò sarebbe stato difficile trovare una persona con cui provare ad iniziare una relazione sentimentale seria.
Tuttavia, anche se trovassi un ragazzo, resterebbe la questione del dichiararmi. Fin'ora nessuno sa della mia omosessualità. Sicuramente se mi dichiarassi non diventerei un emarginato, ho una famiglia che so si dimostrerebbe molto comprensiva e che sicuramente alla fine accetterebbe la cosa, e alcuni dei miei amici sarebbero pure comprensivi. Però non sarebbe comunque facile, rivelerei la mia omosessualità a non molte persone, non potrei comunque girare tranquillo con il mio ragazzo nel mio paesino o nelle cittadine vicine. Se volessi ciò dovrei andare ad abitare altrove, in una grande città o meglio ancora all'estero. E comunque dichiararmi potrebbe un po' "ferire" mio padre: sono il suo unico figlio maschio e qualche volta ha un po' patito la mia poca virilità; tuttavia non mi ha mai denigrato per ciò, anzi, lui è una persona di mentalità molto aperta e certamente mi accetterebbe comunque.
Quindi, a pare tuo Project, sarebbe vano tentare di fidanzarsi con una ragazza? Dovrei avere il coraggio invece di cominciare a conoscere qualche ragazzo e poi dichiararmi a qualche persona, visto che ho la fortuna (che in effetti altri non hanno) di avere almeno una famiglia e alcuni amici che sarebbero comprensivi?
La risposta di project mi è stata molto d'aiuto. Mi ha chiarito prima di tutto una cosa importantissima: che essere gay non significa adeguarsi a nessun tipo di stile di vita, significa semplicemente essere quello che si è. Prima pensavo che invece mi dovessi, in un certo senso, adeguare ad un certo modo di essere, in poche parole, compreso di essere gay, avrei dovuto dichiararmi, andare ai gay pride, andare nei locali gay.
Invece ho capito che essere gay significa semplicemente essere quello che si è, l'immagine che avevo io del pianeta gay era uno stupido stereotipo. Come tra gli etero ci sono diverse personalità, diversi stili di vita e differenti mentalità, così lo stesso accade negli omosessuali.
Anche riguardo al dichiararmi, io prima stupidamente pensavo che fosse una specie di "obbligo" e che fosse sbagliato scegliere di vivere da "nascosto" per tutta la vita.
Ora mi è invece chiaro che il coming out è una questione molto delicata, su cui bisogna ragionare bene prima di prendere decisioni avventate. Probabilmente prima o poi a qualcuno rivelerò la mia omosessualità, ma per ora preferisco concentrarmi su altro. Ho la fortuna di avere una famiglia e di avere alcuni amici che non avrebbero problemi ad avere un figlio, un fratello, un amico gay. Magari avrebbero un po' di incertezza all'inizio, ma sono sicuro che nessuno si permetterebbe mai di escludermi per la mia omosessualità. Con altri miei amici invece so che ci potrebbero essere delle difficoltà...con loro so già che non mi rivelerò mai, non voglio perderli, ci tengo troppo a loro.
Per quanto riguarda le ragazze, ho finalmente capito che se voglio trovare la felicità non devo cercare una ragazza ma un ragazzo. Con una ragazza costruirei un rapporto "falso", sicuramente ci sarebbe affetto e rispetto, ma non ci sarebbe comunque un rapporto non completo, ma sarebbe "viziato", e soprattutto basato su una menzogna: a colei che io dico di amare dovrei mentire sulla mia vera identità, su quello che veramente io sono.
Dopo la email di Project ho avuto un momento di confusione totale, ero confuso, mi nascevo paure e ansie su tutto. Però ora va meglio, non sono più così confuso, ho eliminato le ansie e ho ripreso la mia vita di sempre con serenità. Soprattutto ho eliminato quel maledetto pensiero che prima mi assillava "essere gay è una sfiga!". No, non lo è!
Sicuramente ci saranno delle difficoltà, alcune volte anche grosse, ma (come mi ha detto project) "un ragazzo gay con la testa sulle spalle non ha nulla da temere". Sì, soprattutto non bisogna crearsi delle inutili ansie e paure quando non c'è alcun motivo di averle. Giusto in questo forum ho trovato una massima bellissima, che mi ripeto spesso: "più condiamo la nostra vita con la paura, più essa verrà divorata velocemente!"
Io, tra i mille difetti che ho, ho l'odiosa tendenza a costruirmi stupide ansie...e per un ragazzo omosessuale potete capire quanto questo porti a farsi tantissime (scusate il termine) seghe mentali

Ora vi lascio, stasera sono abbastanza stanco e non vorrei cominciare a scrivere cose senza senso

Tobias