La mia esperienza

L'accettazione dell'identità gay, capire di essere gay
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candido
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Re: La mia esperienza

Messaggio da candido » sabato 20 luglio 2013, 18:48

Tozeur ha scritto:Hai scritto un bellissimo discorso che dimostra una nuova consapevolezza in te e un notevole passo avanti. Spero di aver capito bene il discorso, volevo aggiungere che non basta la sessualità per trovare un benessere interiore, quest'ultimo è una questione molto complessa e instabile
Sì,ho parlato di affettività e sessualità,ma giustamente come dici tu l'equilibrio interiore di una persona coinvolge sicuramente anche altri aspetti. :)
Non so se l'hai già letto,c'è un bel post di Project che si ricollega un po' a questo nostro discorso viewtopic.php?f=16&t=3650
P.S. Non c'entra nulla,ma volevo dirtelo e non sapevo come farlo. E' mai possibile che ogni volta che ascolto " Morirò d'amore" di Giuni Russo mi venga la pelle d'oca e un sussulto di sensazioni ed emozioni che non so neppure spiegare,in questo momento!
Mi ha davvero impressionato,è un brano stupendo!

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progettogayforum
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Re: La mia esperienza

Messaggio da progettogayforum » sabato 20 luglio 2013, 18:51

Candido, hai riassunto in modo splendido un concetto molto alto di sessualità che sottoscrivo in pieno. Vorrei aggiungere solo una cosa che non contrasta con l’idea del dare e ricevere piacere ma la integra sotto un diverso punto di vista. La condivisione di sé fino alla condivisione della sessualità non è solo un modo di condividere il piacere ma anche un modo di condividere le proprie debolezze, le proprie frustrazioni e la propria contraddittorietà. Arrivare a una sessualità realmente condivisa è molto difficile proprio perché bisogna condividere anche ciò che non appare e che spesso condiziona profondamente. La sessualità non è solo il luogo del piacere ma anche il luogo dei condizionamenti e dei complessi più profondi, spesso è il luogo delle frustrazioni più riposte e capire e accettare che la sessualità possa avere anche un valore compensatorio condiviso significa accettare il rischio di dimostrarsi nella propria debolezza e questo richiede una profondissima fiducia nell’altro al quale ci si affida totalmente nella propria realtà più intima. La sessualità non è sempre trionfante ma ha le sue contraddizioni che in genere non sono evidenti proprio perché si resta alla superficie. Spesso la sessualità ha un valore consolatorio che ha una importanza enorme perché dà alla tenerezza e all’affettività il senso di controvalore rispetto alla consapevolezza e alla disillusione. Spesso il senso di fondo della sessualità sta proprio nell’essere accettati ed amati per quello che si è, nonostante le proprie debolezze, nonostante i propri complessi e nonostante la miriade di cose non dette che in una sessualità profondamente condivisa necessariamente emergono. In sostanza per avere il coraggio di vivere una sessualità autenticamente condivisa bisogna avere il coraggio di condividere anche le parti meno ovvie e più oscure della propria intimità e della propria coscienza perché solo così si può provare, ed è una possibilità e non una certezza, la profonda consolazione di essere accettati e amati per quello che siamo realmente, direi quasi nonostante noi stessi.

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Barbino Dago
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Re: La mia esperienza

Messaggio da Barbino Dago » domenica 21 luglio 2013, 1:48

Quante riflessioni interessanti! In parte ho trovato cose nuove, interessantissime, in parte ho avuto la sensazione che molte cose che supponevo o che mi fluttuavano in mente abbiano preso una forma concreta.
Project, riguardo al discorso sulla parità di due persone in un rapporto affettivo volevo condividere qualcosa che ho letto in un libro di Aldo Busi qualche mese fa, che mi colpì moltissimo e che penso di ritrovare in questo tuo discorso:

"Amare con amicizia , e con il senso delle proporzioni in un principio di realtà, questo è il segreto che disvelo per oggi al mondo perché impari a stare meglio nella sua pelle senza sbranare quella dei mondi limitrofi cui si accosta e attracca. La conquista si fa restando al proprio posto: ogni volta che ti viene l’impulso di invadere per annettere, datti una martellata sulla tempia. Non funziona mai la prima volta, ma alla lunga si. Amare con amicizia comporta tenere conto proprio di ciò che si tende ad escludere dalle relazioni cosiddette intime e che mina l’intensità vera e la durata: comporta la coscienza che il tuo partner, come te, è un soggetto politico paritario, spesso umiliato e abbassato dalle circostanze. Tutto il resto sono stucchevoli tiritere per addossare a altri le proprie nevrosi. La passione d’amore più passionale non è niente senza questa mutua consapevolezza politica di sé e di ogni altro, non fa differenza se sta con te da anni o se con te ci sta un’ora."

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progettogayforum
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Re: La mia esperienza

Messaggio da progettogayforum » domenica 21 luglio 2013, 21:48

Grazie Barbino Dago!! Credo che sia molto difficile non concordare con i contenuti del brano che hai riportato. L'amore non è possesso e nemmeno possesso reciproco, non è un contratto e non si può condizionare, in qualche modo nel brano si ribadisce che i legami deboli sono in realtà molto più stabili e spesso anche più profondi di quelli di natura passionale. Quello che dice Busi rappresenta molto bene l'idea di una affettività gay adulta.

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Re: La mia esperienza

Messaggio da barbara » lunedì 22 luglio 2013, 20:26

Questo tuo commento, Candido, mi ha fatto riflettere . A volte diamo un po’ per scontate certe cose che invece sono molto importanti e dunque mi è stato utile ripensare ai concetti che hai espresso a partire dalla mia esperienza.
Rispetto all’argomento mi trovo d’accordo sia con le tue riflessioni che con quelle che sono state scritte finora.
Quanto al concetto di “piacere” credo forse di ripetermi, ma penso che sia importante ricordare che la nostra cultura religiosa lega il piacere al peccato. Ciò danneggia parecchio l’idea che abbiamo del piacere, specie sessuale, e obbliga molti nell’arco della loro vita a dover faticare per recuperare la naturalezza e la spontaneità di questa esperienza, che purtroppo è vissuta con sensi di colpa e vergogna.
Altre volte il giudizio non è tanto legato al peccato e quindi alla negazione del piacere, ma si colloca all’estremo opposto, cioè all’imperativo del piacere, che mi fa dire : “devo” provare e provocare piacere.
Ma anche qui: come faccio a lasciarmi andare se ho paura di fallire, di non essere “bravo” abbastanza?
La sessualità insomma ci interroga, ci mostra aspetti di noi che spesso non conosciamo . Il nostro corpo a volte ci stupisce : possiamo temere di essere più freddi di quanto in realtà poi capiterà o al contrario possiamo credere di essere più disinibiti di quanto scopriremo .Lo sapremo solo quando ci metteremo alla prova!
“Il corpo non mente” si diceva una volta ; ed è proprio così. E quando ci troviamo di fronte a un blocco ,a una difficoltà nella sessualità, questa cosa in qualche modo ci aiuta a decidere di cambiare anche il nostro modo di pensare e di vivere .
L’altro aspetto importante è quello della fiducia. Sarà banale dirlo, ma per fare sesso ci si spoglia.
Ora, a meno che non siamo vissuti in una famiglia di nudisti, esporre allo sguardo altrui qualcosa che si è stati educati a nascondere non è cosa semplice. Questa è una prima prova di fiducia, un gesto che decido di riservare a quella persona e non ad altre.
Per farlo metto in gioco la mia autostima, e so di rischiare la disapprovazione altrui , per cui mi espongo su qualcosa che mi rende in quel momento molto vulnerabile, come se rivelassi un segreto che mi può danneggiare.
Ma in gioco non c’è solo la paura di deludere l’altro ; c’è anche la paura di provare male, e che l’altro (anche senza volere) mi faccia fisicamente del male, e c’è la paura che l’altro mi faccia psicologicamente del male, rifiutandomi per esempio.
Dunque all’intimità è necessaria una fiducia altissima, che nelle relazioni umane abituali è raro sperimentare.
Questo è l’aspetto che più mi rende difficile comprendere come certe persone riescano a fare sesso con dei perfetti sconosciuti. Mi chiedo se per riuscire a farlo sia forse necessaria una certe dose di incoscienza , una scelta deliberata di esporsi al rischio ,e quindi di non tutelarsi veramente.
L’altro elemento secondo me importante è la reciprocità: il fatto cioè di dare e ricevere. Questo non è un concetto semplice né da capire né tantomeno da vivere. Diciamo che è qualcosa che si impara nella coppia. Si impara a chiedere e a pretendere per esempio il piacere dall’altra persona, e si impara anche a prestare attenzione all’altra persona per assicurarsi che sia andato tutto come desiderava. Niente di più complicato…, perché qui entra in gioco un’altra cosa , che è la sincerità.
Ma se spesso non siamo sinceri con noi stessi, figuriamoci con gli altri. E’ noto che molte donne “fingano” piuttosto che lamentarsi, ma anche un uomo può dirsi soddisfatto anche se non lo è affatto.
L’ultimo concetto che mi viene in mente (ultimo ,ma non di importanza! ) è il ritrovarsi.
Quando si è una coppia e ci si conosce un po’ meglio; quando si è andati oltre la prova della fiducia e della sincerità, allora si costruisce un legame che renderà il corpo dell’altro, in ogni suo particolare, di forma, di odore, di consistenza, come qualcosa di riconoscibile, di familiare, di rassicurante .E allora non c’è nulla che offra rifugio come quel luogo.. Che sia per un bacio o un abbraccio o qualcosa di più, ogni volta sarà come tornare a casa .

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e^ip+1=0
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Re: La mia esperienza

Messaggio da e^ip+1=0 » venerdì 26 luglio 2013, 12:27

Bellissime riflessioni! Io potrei solo aggiungere due cose, entrambe accennate da Project: credo che la sessualità sia così difficile da gestire proprio perché non è affrontabile come un problema di lavoro, di tipo economico e quant'altro; la sessualità è legata all'inconscio, se vogliamo usare questo termine, ad un lato dell'anima che non è neppure ben conosciuto a noi stessi. L'impotenza dei ragionamenti, della speranza di cambiamento da fattori esterni, determinano (in parte ed in certe situazioni) la sensazione di imbarazzo e paura che si ha di fronte alla sessualità.
progettogayforum ha scritto:Spesso il senso di fondo della sessualità sta proprio nell’essere accettati ed amati per quello che si è, nonostante le proprie debolezze, nonostante i propri complessi e nonostante la miriade di cose non dette che in una sessualità profondamente condivisa necessariamente emergono.
Questa frase andrebbe scolpita nella pietra: Fellini l'ha già scolpita nella pellicola di 8 1/2. Spesso penso che, in una società come questa, il modello non sia quello di accettare le proprie debolezze, specie nei confronti della sessualità, quanto di nasconderle.

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candido
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Re: La mia esperienza

Messaggio da candido » sabato 27 luglio 2013, 19:44

Grazie per i commenti che avete aggiunto,li trovo davvero stimolanti e interessanti :)
In questi giorni ho riletto spesso questa discussione perchè gli spunti di riflessione sono davvero tanti ;)

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