Stereotipi

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IsabellaCucciola
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Stereotipi

Messaggio da IsabellaCucciola » venerdì 26 luglio 2013, 18:08

È già da un po' che sto riflettendo su questo tema: gli stereotipi.
Mi rendo conto che non è un tema semplice e spero di riuscire ad esprimermi nella migliore maniera possibile, sperando di non offendere nessuno.
Prima di esprimere le mie riflessioni, vorrei lasciarvi una cosa che ho trovato in rete:
“Vivere di luoghi comuni è piuttosto semplice. Non devi pensare, non devi prendere una posizione personale rispetto alle situazioni e alle persone, hai un giudizio preconfezionato su qualsiasi fatto di cronaca, sei sollevato dall'esercizio del giudizio critico, puoi leggere senza conati di vomito i settimanali di Signorini, non consumi l'ATP dei tuoi quattro neuroni, ti si formano meno rughe sulla fronte e vivi contento.”

Come nasce questa mia riflessione sugli stereotipi? È semplice, anni fa mi è capitato di conoscere un ragazzo gay, e mentre parlavamo, lui mi aveva detto che gli piacevano le macchine, mi rendo conto che normalmente una cosa così non è impressionante, però (e lo ammetto con molta vergogna :oops: ), ho pensato: “Ma il parlare di macchine non è una cosa da eterosessuali?”, in quel momento mi sono resa conto di quando siano radicati in me certi stereotipi. Quello che mi chiedo è: “Sono io che non ho abbastanza “elasticità mentale” per andare oltre gli stereotipi, oppure i condizionamenti della nostra società sono più forti di quanto non si possa pensare?”. Forse mi sto rendendo conto che nonostante sia una transgender sono molto più maschilista di un eterosessuale...
Mi verrebbe voglia di avvalorare la seconda ipotesi, perché il pensiero di avere una mente poco aperta non mi piace, e purtroppo mi rendo conto che molte volte “incasello” le cose in un certo modo, e quando c'è una situazione che non rientra in nessuna “casella” vado in panico... In questi momenti mi chiedo a cosa mi serva la mia “diversità” se non riesce a farmi avere una mente aperta... Magari qualcuno penserà che non sono l'unica persona che ragiona in maniera piuttosto rigida, ma il problema è che a me di ragionare in questa maniera non piace... Ci sono persone che sono contente di avere una mentalità stretta come una scatola di fiammiferi, ma io non voglio essere così!!!!!
Mi viene anche in mente che molte volte è anche l'ambiente gay stesso a perpetrare un certo stereotipo. Vi porto un piccolo esempio, quando avevo 21 anni, avevo conosciuto dei ragazzi gay, in questo gruppo c'era la fissa della domenica in discoteca (una volta ci sono andata anche io e mi sono fatta due palle...), in pratica la domenica si doveva andare in discoteca perché: “Ai gay piace la discoteca!!!”. Poi ci sono altri stereotipi, come il fatto che bisogna curare all'estremo il proprio aspetto fisico, che bisogna vestirsi sempre alla moda, che bisogna sempre avere questa voglia di andare a letto con chiunque, che bisogna vivere sempre con addosso questa costante voglia di divertirsi, come se la vita fosse fatta solo di cose frivole, che certe cose “non sono da gay”, come per esempio i videogiochi, come ad esempio parlare di motori... In pratica la vita del gay sembra essere questa: mattino: palestra, pomeriggio: shopping, sera: discoteca, notte: da passare con l'ennesimo sconosciuto...
In pratica, la società mi dà un'idea stereotipata del mondo gay, il mondo gay stesso (per il poco che l'ho potuto vivere, a parte questo Forum), mi dimostra come quello che mi dice la società corrisponde al vero, penso che sia naturale che io alla fine mi faccia una certa idea del mondo gay... è ovvio poi che quando sento un ragazzo gay parlare di auto o di videogiochi (come è successo in questo Forum) riguardo ad argomenti che gli stessi gay mi hanno detto essere anni luce lontani dal mondo gay, rimanga letteralmente allibita, e una parte di me si chieda: “Ma il parlare di certi argomenti, non è una cosa da eterosessuali???”.
In questi momenti mi dico: “Isabella cerca di ragionare con la tua testa e non con quella degli altri...”, però... c'è sempre quel però...
Non è che forse il ragionare per stereotipi, alla fine diventa anche una forma di “difesa”? Mi spiego meglio, se vivo in una società in cui tutti dicono che il fatto che due gay si amino è sbagliato, e io salto fuori dicendo che forse bisognerebbe riflettere meglio sulla questione, chiedersi seriamente il perché due gay non possano amarsi (e quindi in qualche modo cerco di “scardinare” il pensiero comune), verrei piani piano emarginata, e quindi il fatto di ragionare per stereotipi mi aiuta a “sopravvivere” in mezzo agli altri... Mi rendo conto che ragionare in questa maniera è ancora peggio dell'essere convinta del mio modo di vedere le cose in maniera stereotipata, però mi rendo conto che molte volte non si può avere il coraggio esprimere il proprio pensiero... e infatti mi viene in mente una cosa che ho letto nel libro, Dalla parte delle bambine: “I pregiudizi sono profondamente radicati nel costume: sfidano il tempo, le rettifiche, le smentite perché presentano un'utilità sociale. L'insicurezza umana ha bisogno di certezze, ed essi ne forniscono. […] Per confutarli e distruggerli occorre non solo una notevolissima presa di coscienza ma anche il coraggio della ribellione che non tutti hanno. La ribellione suscita ostilità e la condanna di colui che tenta di sovvertire le leggi del costume, più profonde e più tenaci delle leggi scritte, può essere l'ostracismo, l'emarginazione sociale.”
(Sempre riguardo agli stereotipi, vi voglio lasciare questo articolo: http://ricerca.repubblica.it/repubblica ... abbro.html).

Mi rendo conto di aver messo parecchia carne al fuoco, e spero di non essere andata fuori tema, e soprattutto, spero di non aver offeso nessuno...

Isabella

P.S.
Mi è venuto in mente un uomo di 55-60 anni, un uomo eterosessuale che ha una sua visione dell'omosessualità, e mi sono resa conto che molte volte è difficile riuscire a ragionare con la propria testa per i seguenti motivi:
- la proprio livello di istruzione;
- l'età, è difficile credere che una persona di questa età non abbia una sua idea dell'omosessualità, ed è più facile “educare” un bambino, cercare di fargli capire che deve ragionare con la sua testa, piuttosto che cercare di far capire le cose a chi è già più grande, poiché ha già radicati in sé certi tipi di ragionamento;
- il come siamo stati educati sia dai genitori che dalla televisione, ricordiamoci che in televisione, soprattutto nei film degli anni '70 e '80, ma anche in quelli più recenti, i gay sono sempre stati rappresentati in un certo modo, e questo ha “educato” tantissime persone su come si presume che siano i gay... e da come sono stati rappresentati non dobbiamo stupirci se i gay vengono presi in giro, anche perché in questi film i gay sembrano tutte persone degne di essere derise, sono sempre visti come “donne mancate” (e quindi devirilizzano il proprio essere uomo), isterici all'inverosimile, e sempre pronti a provarci con qualunque uomo...;
- molte volte il continuare a ragionare per stereotipi (es. il fatto che l'essere gay sia una malattia) succede perché per un eterosessuale vede il mondo gay come distante da lui, e quindi non sente il bisogno di capire se veramente quello che ha in mente lui sia veramente vero, e qui si ricade nel punto precedente.

Con quello che ho scritto non intendo assolutamente difendere chi pratica l'omofobia, però ho solo cercato di capire come mai sia così difficile cercare di usare la propria testa...
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: Stereotipi

Messaggio da progettogayforum » venerdì 26 luglio 2013, 21:15

Ciao Isabella! Il post è interessantissimo e mi ha spinto a riflettere su parecchie cose. Io stesso mi sono portato appresso per decine di anni pregiudizi incredibili sui gay che poi sono caduti quando, dopo la creazione di Progetto Gay ho avuto modo di conoscere di persona tanti ragazzi gay, eppure prima di Progetto Gay avevo letto decine di libri sull’omosessualità e avevo anche alcuni amici gay, ma evidentemente l’esperienza che conta è solo quella diretta. E, come sai bene, anche a proposito delle persone tansgender avevo in mente parecchi pregiudizi, conoscevo la questione dai libri e per qualche contatto diretto ma molto limitato che comunque non mi aveva permesso di capire gran che, poi ho conosciuto Isabella e mi onoro di essere considerato amico da lei, beh, posso solo dire che tutto l’edificio di certezze che avevo in mente è andato rapidamente in frantumi e ho cominciato ad aprire gli occhi. Aprire gli occhi significa eliminare gli steccati e le barriere mentali che separano le persone con categorie a priori invece di unire e di integrare. Io ho fatto il mio percorso contro i pregiudizi e gli stereotipi anche se credo di averne ancora molti ben piazzati in mente ma questo è stato possibile perché ho trovato le persone giuste che mi hanno aperto gli occhi. Ho cambiato molte volte parere su tante cose in questi ultimi anni, il fatto è che non si smette mai di crescere! Grazie Isabella!!

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Re: Stereotipi

Messaggio da tobias » venerdì 26 luglio 2013, 22:58

Isabella, per caso sai leggere nel pensiero? :lol: ....ultimamente, dopo aver letto questo topic , anch'io stavo ragionando sui stereotipi, sulla loro natura e le loro funzioni.
Ti ringrazio quindi, prima di tutto, per aver aperto questa discussione :)

Le tue riflessioni sono molto interessanti! Risponderò, cercando di essere il più chiaro possibile, su più punti:

- Riguardo alla "mentalità aperta", da un po' di tempo, come tu, mi sono accorto di quanto sia difficile e impegnativo essere realmente di larghe vedute. Molte persone infatti si vantano di essere tali, ma in realtà non lo sono affatto... più che altro appartengono a delle ideologie che si vantano di essere di mentalità aperta in quanto si contrappongono ad altre che a loro parere non lo sono affatto....ma quello che li smaschera è proprio il loro appartenere in modo cieco a quella loro ideologia, che li rende assolutamente di mentalità chiusa, in realtà, su alcune questioni......mi sono però chiesto: tu, Tobias, sei di mentalità aperta invece? ho sempre ritenuto di avere un mente abbastanza aperta, ma ultimamente mi sono posto la questione con maggiore profondità. Di certo ho avuto la fortuna di avere una famiglia (e alcuni insegnanti di scuola) che mi ha abituato alla discussione e alla sana criticità. Però, in effetti, su certe questioni ho scoperto ultimamente di essere abbastanza rigido. E quindi?
Porrei la questione nel seguente modo: essere di mentalità aperta non significa essere dei completi relativisti! Avere le proprie idee e difenderle non significa affatto essere persone ottuse, l'importante è porsi sempre in maniera critica nei confronti delle proprie posizioni, non avere paura di sentire le posizioni degli altri e, se necessario, essere pronti a cambiare le proprie. Sicuramente ho ancora molto da imparare, ho sicuramente ancora molti stereotipi da cui liberarmi e ancora tante posizioni e idee da verificare...però penso che l'importante sia l'impostazione che ci diamo nel valutare noi, gli altri e tutta la realtà che ci circonda. Insomma, essere di mentalità aperta è un percorso lungo, direi infinito, un continuo e costante lavoro di "aggiornamento" delle proprie idee.

-Ritornando più in tema (ovvero gli stereotipi), mi è piaciuta molto la tua prima citazione
Isabellacucciola ha scritto:“Vivere di luoghi comuni è piuttosto semplice. Non devi pensare, non devi prendere una posizione personale rispetto alle situazioni e alle persone, hai un giudizio preconfezionato su qualsiasi fatto di cronaca, sei sollevato dall'esercizio del giudizio critico, puoi leggere senza conati di vomito i settimanali di Signorini, non consumi l'ATP dei tuoi quattro neuroni, ti si formano meno rughe sulla fronte e vivi contento.”
Niente di più vero! è proprio per questo che gli stereotipi sono duri a morire. Sono troppo comodi e rassicuranti, anche se tante volte ci fanno sbagliare e altrettante volte si ritorcono contro di noi e ci fanno soffrire. Quindi, sì, sarebbe meglio essere sgombri da qualsiasi pregiudizio...però liberarsene completamente non è affatto facile, anzi direi impossibile....forse un buon compromesso è quello di cercare di non essere schiavo dei propri stereotipi, di sforzarsi comunque ad usare la propria testa il più spesso possibile.
Tuttavia, è pur comprensibile che spesso, nonostante tutto, i stereotipi siano più forti di noi. O perché sono tanto radicati dentro di noi o perché, come tu fai ben osservare, preferiamo usarli per protezione e per non essere completamente emarginati ...come biasimarci più di tanto per ciò! siamo o non siamo esseri sociali che hanno bisogno della compagnia dei propri simili?

-un'ultima riflessione. Riguarda gli stereotipi femminili e maschili, eterosessuali e omosessuali. La domanda che mi sorge è: le varie caratteristiche che attribuiamo ai due sessi sono tutti stereotipi o c'è qualcosa di vero? Ovvio che gli stereotipi sono falsi quando dicono che tutti i maschi debbano essere dei fanatici del calcio e le femmine dei vestiti...però, è proprio totalmente falso dire che le donne sono più empatiche? Tempo fa lessi un articolo che diceva che la donna è tendenzialmente più empatica perché per millenni ha dovuto quindi imparare ad intuire i bisogni dei propri bambini.
Allora, tralasciati gli stereotipi più falsi, forse è vero che certi tratti siano più femminili e che altri siano in genere più maschili.
La domanda più complessa però è questa: esistono delle caratteristiche proprie degli omosessuali? è vero o no che i gay siano tendenzialmente più femminili degli eterosessuali maschi e che invece le lesbiche siano invece più maschili. Ovviamente anche qui alcuni stereotipi vanno assolutamente smontati: perché io dovrei essere un amante della moda, schizzinoso e frivolo, che pensa solo a divertirsi e spettegolare. Ritenere i gay come lo stereotipo comune ci vuole raffigurare è per me un doppio falso stereotipo: è falso nei riguardi di noi omosessuali, ma lo è anche nei riguardi delle donne....se essere "effeminato" (e quindi femminile) significa essere isterico, frivolo, libertino e fedele devoto alla moda e allo shopping, vuol dire che si ha uno stereotipo alquanto negativo sulle donne...
Detto questo, però rimane ancora da rispondere alla domanda: esistono delle effettive differenze fra un maschio etero e uno gay, fra una donna etero e una lesbica?
Mi piacerebbe sentire il parere degli altri riguardo questa questione.

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LuvSeeker
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Re: Stereotipi

Messaggio da LuvSeeker » venerdì 26 luglio 2013, 23:04

Mi piace molto questa tua riflessione, Isa, specie quando affermi che vorresti avere una mentalità più aperta. Purtroppo anch'io tengo a catalogare le persone e ad inserirle in delle categorie, magari non facendolo di proposito, e credo che fondamentalmente sia un meccanismo di difesa. A tutti spaventano le cose che non si conoscono quindi affibbiare loro un etichetta, giusta o sbagliata che sia, serve a darci maggiore sicurezza e controllo sugli altri facendoci credere, alle volte, che siamo migliori di loro grazie a questa nostra suprema "conoscenza" di ciò che ci circonda. Ad esempio mi viene da pensare agli stranieri e agli stereotipi che si hanno su di essi; tendiamo spesso a considerare i neri, gli arabi, o i cinesi come inferiori a noi solo perché nel nostro immaginario siamo il più delle volte abituati a vederli come mendicanti o venditori ambulanti, e magari hanno 1 o 2 lauree. Sminuiamo la loro intelligenza (in genere quando pensiamo a loro come gruppo e non come a singoli) soltanto per stare meglio con noi stessi. Stessa cosa accade nel mondo LGBT. La maggior parte di noi tende spesso a prendere le distanze dagli stereotipi ("Io non sono una checca, blah blah blah...") soltanto perché anche noi (o almeno è quello che credo) consideriamo le persone che incarnano determinate etichette come individui a noi inferiori.
Apprezzo molto quando sottolinei il fatto che l'essere diversi debba spingerci ad avere meno prosciutti sugli occhi. Personalmente su di me è una cosa che funziona, sugli altri omosessuali non saprei. In questo momento mi viene da pensare ai Pride e alle domande che molti si fanno su cosa sia questo orgoglio da ostentare. Il mio orgoglio sta proprio nell'essere differenti, perché se non fossi stato così "diverso" magari non avrei avuto la mentalità che oggi mi ritrovo e che sono abbastanza fiero di avere. :)
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Avocado
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Re: Stereotipi

Messaggio da Avocado » sabato 27 luglio 2013, 13:09

Bella, bella discussione.
Ultimamente penso tanto agli stereotipi e al fatto che in realtà i nostri pensieri siano nostri solo a metà, se va bene, gli altri sono bene o male tutti inculcati dalla società. Solo che se la società (e non intendo società come "aaah tutta colpa della società" ma proprio come insieme di individui che si condizionano a vicenda in bene o in male) ci dà un' idea riguardo una cosa e noi non conosciamo alternative a quest' idea, come potremmo mai farcene una nostra? In fondo non si può immaginare ciò che non si conosce.
Ti faccio un esempio: poniamo una cosa che è una cosa in cui tutti credono: la democrazia. Come faccio ad essere sicuro che la democrazia sia realmente una mia idea? Me l' hanno inculcata in fondo, non ci sono arrivato da solo. Posso pure capire che sia meglio della monarchia, delle dittature etc, però come faccio a sapere che, da qualche parte, non ci sia una forma di governo migliore? Arrivare ad immaginarsi quella forma di governo è come fare un salto nel vuoto, perché finora non hai idea di cosa possa esserci meglio della democrazia.
Quello che voglio dire è che se tu credi in uno stereotipo e non conosci la realtà è difficilissimo liberarsi di tale stereotipo perché non hai idea di cosa possa esserci di diverso. E a nessuno piace essere troppo confuso, quindi si cerca di fidarsi di quella credenza comune.

Ultimamente ho fatto una bella riflessione sulle mie idee. Ho capito che in fondo non sono così stereotipate, sia perché sono sempre stato uno che cerca di farsi un' idea propria, sia perché l' essere gay mi ha sempre fatto sentire diverso e ora come ora mi darebbe un sacco fastidio essere uguale agli altri e condividere tutte le loro idee. Comunque sono arrivato alla conclusione che alla fine l' unica cosa da fare è pensare un sacco. E' un bel casino perché estirpare un' idea per lasciare un vuoto da riempire con un' altra che hai dedotto tu è difficile e soprattutto è ogni volta una specie di trauma (mi viene in mente socrate). Però più lo fai, più ti rendi conto che crearsi idee proprie, ragionate e in cui in fondo credi di più, è sempre più facile.

Detto ciò vorrei riprendere un attimo il discorso dell' essere aperti di mente. Pure io mi sono sempre reputato uno aperto di mente, principalmente perché quando ero un ragazzino le uniche situazioni particolari che potevo immaginare erano l' essere gay o l' essere straniero ed entrambe non mi disturbavano. Ma crescendo ho capito che effettivamente essere aperti di mente è un concetto tutto particolare. Però credo che l' essere privi di credenze stereotipate sia più in là dell' essere aperti di mente, no? Voglio dire io vedo un matrimonio gay interrazziale e pure con uno dei due trans e non mi dà fastidio. Ok sono aperto di mente, però ciò non cambia che potrei avere credenze stereotipate, no?
Per esempio mi son reso conto di una cosa: quando vedo una persona di colore tendo inconsapevolmente a giudicarla inferiore, o comunque mai superiore a me. Ed è una cosa che mi fa letteralmente schifo, però non lo faccio apposta. Sono arrivato alla conclusione che ciò sia dovuto al fatto che comunque le persone di colore che vedo sono sempre o barboni, o venditori ambulanti o comunque gente affabilissima che non mi incute timore quanto una nanetta bianca che era la mia prof di italiano in prima. E' un idea che si è formata nel mio cervello senza che io nemmeno me ne accorgessi. E, benché io mi reputi davvero uno di mentalità aperta, questa cosa è dura a cambiare ed è totalmente antilogica, tuttavia faccio fatica a smettere di vedere le cose così. Quindi credo che in realtà gli stereotipi non siano solo quelli detti a voce, ma ce ne siano di nascosti e più subdoli, molto più difficili da cancellare e anche da trovare.

Quello che dice Luvseeker mi ha fatto pensare ad una cosa. Lui ha tirato fuori il discorso che benché certi stereotipi maschili e femminili siano obiettivamente una cretinata, alcune differenze ci sono davvero. E ho pensato che ha un sacco ragione. Cioè, cose come il dimorfismo sessuale esistono scientificamente, quindi è inutile dire che "una donna può fare tutto ciò che può fare un uomo" e viceversa. Tuttavia bisogna essere mooolto attenti perché questa cosa potrebbe sfociare nel maschilismo o nel femminismo: obiettivamente la natura ha dotato di certe doti le donne e di altre doti gli uomini, ma quelle doti bisogna stare attenti a identificarle, perché nella storia non si è fatto altro che identificarle male per tutto il tempo (intelligenza, dignità etc non hanno ovviamente nulla a che vedere col sesso). Tutto ciò in realtà era per dire che anche credere che la donna e l' uomo siano totalmente uguali in fondo è una specie di stereotipo, perché di fatto non è vero.
E questo argomento sinceramente mi sta particolarmente a cuore perché penso che per parlare di sessualità "particolare" come quella dei gay, delle lesbiche, dei bisex e dei transgender ci si debba prima fare un' idea critica e salda su quella che è la sessualità "basilare" (quella etero)

(i termini tra virgolette sono usati solo per dare l' idea, non prendeteli seriamente, è che non mi venivano le parole giuste)

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Re: Stereotipi

Messaggio da LuvSeeker » sabato 27 luglio 2013, 13:35

Avocado ha scritto: Quello che dice Luvseeker mi ha fatto pensare ad una cosa. Lui ha tirato fuori il discorso che benché certi stereotipi maschili e femminili
Veramente è stato tobias. ;)
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Re: Stereotipi

Messaggio da Avocado » sabato 27 luglio 2013, 16:13

haha ehm ops, forse dovrei leggere un po' meglio prima di rispondere! :mrgreen:

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Re: Stereotipi

Messaggio da IsabellaCucciola » lunedì 12 agosto 2013, 12:08

Fashion girls e stereotipi di genere. Loredana Lipperini

http://www.youtube.com/watch?v=doGR5ma59hM

Isabella
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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