Sciovinismo linguistico

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IsabellaCucciola
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Sciovinismo linguistico

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 31 luglio 2013, 14:08

Mi rendo conto che questo Topic vi sembrerà strano, e vi chiedo scusa se vi faccio perdere tempo :oops: ...
Sarà il caldo, sarà un libro che ho appena finito di leggere... però c'è una cosa che penso da un po' di tempo... l'invadenza delle parole straniere (soprattutto l'inglese) nel nostro vocabolario...
Mi sta bene che la nostra lingua si arricchisca di termini stranieri, se però questi esprimono un qualcosa che magari nella nostra non si potrebbe esprimere, vi faccio un esempio molto stupido, la parola boomerang come potremmo esprimerla in italiano? oppure robot(che è una parola cecoslovacca). Mi rendo conto che dover dire al posto di robot: “macchina in grado di svolgere più o meno indipendentemente un lavoro al posto dell'uomo,” mi sembra un po' insensato, ma perché se posso esprimere una parola in italiano, uso il suo corrispettivo in inglese?? Ad esempio la famosa espressione: “learning by doing”... ma è così difficile dire: “imparare attraverso la pratica”????? Mi spiegate la differenza fra “politically correct” e “politicamente corretto”???? Mi spiegate la differenza fra “gender oriented” e “orientato al genere”????
Posso “capire” l'uso di prole straniere se servono per motivi tecnici, ma usare in conferenze in Italia l'espressione “coffee break” al posto di “pausa caffè” mi sembra qualcosa di assolutamente fuori dalla logica... se invece di usare “Servizio clienti” uso “Customer Service”, sono proprio da ricovero... perché devo dire “bodybuilding” se posso utilizzare il suo corrispettivo italiano “culturismo”????
Che l'italiano sia una lingua oggettivamente insulsa è ovvio (basta vedere la quantità di parole straniere che continuano a entrare nel nostro vocabolario), però l'italiano è la nostra lingua, perché ci si ostina sempre a dover utilizzare una lingua diversa dalla nostra, se alla fine vogliamo esprimere lo stesso concetto????
In Francia, hanno deciso di coniare nella loro lingua i termini inglesi dell'informatica, come ad esempio: “ordinateur” (computer), “souris” (mouse), “logiciel” (software), “pare-feu” (firewall), “navigateur” (browser), ecc... vogliamo passare allo spagnolo? Perfetto!!! “ordenador” (computer), “raton del ordenador” (mouse), “correo electrónico” (e-mail), “salvapantallas” (screensaver), “fondos de escritorio” (wallpaper), “programas” (software) “fin de semana” (week-end), “perrito caliente” (hot dog, http://es.wikipedia.org/wiki/Perrito_caliente)ecc... vogliamo anche vedere il portoghese? Ancora meglio!!!! “computador” (computer), “papéis de parede” (wallpaper), “protetores de tela” (screensaver), “Barra de ferramentas” (toolbar), ecc...

Isabella
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progettogayforum
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 31 luglio 2013, 20:05

Beh, rispetto a omosessuale, pederasta,finocchio,invertito,frocio, uranista, ricchione, checca, culattone, dell'altra sponda, diverso... francamente preferisco gay!! :D

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IsabellaCucciola
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 31 luglio 2013, 20:13

:oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops: :oops:
progettogayforum ha scritto:Beh, rispetto a omosessuale, pederasta,finocchio,invertito,frocio, uranista, ricchione, checca, culattone, dell'altra sponda, diverso... francamente preferisco gay!! :D
Io invece non vorrei nemmeno l'etichetta “gay”, perché la vedo come un qualcosa che mi limita come persona... Io non sono gay, etero, trans, bisssuale... io sono una persona... un'etichetta mi “ingabbia” in un ruolo che non mi appartiene, rinchiude quello che sono... la sessualità è talmente varia, ha talmente tante sfumature, che per descriverle tutte bisognerebbe fare due cose: o inventarsi una parola, un termine per ognuna di queste sfumature, oppure evitare di voler dare per forza un nome a ogni cosa...

Isabella
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 31 luglio 2013, 21:19

Beh… sì, certo, al livello serio condivido, ma la mia era solo una battuta, un po’ stupida… sorry! :oops:

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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da Avocado » mercoledì 31 luglio 2013, 21:50

Guarda, per me non è che l' italiano è una lingua insulsa, è che la gente non la valorizza. In italiano puoi dire un sacco di cose, non c'è mica il bisogno di cercare parole inglesi solo per sostituire quelle italiane. Ok, se parli di filosofia puoi sbatterci dentro un termine tedesco, se parli di computer uno in inglese, però certo che si potrebbe fare di creare parole italiane per ampliare ancora di più le capacità espressive della nostra lingua, no?
Credo che in realtà sia tutto più che altro per darsi un'aria internazionale... Nei luoghi pubblici fa comodo a livello di turismo etc, anche perché i turisti pensano sia scontato che noi l' inglese lo dobbiamo sapere, sebbene non sia la nostra lingua. A livello colloquiale ti fa sembrare uno che sa le lingue.
A me sinceramente capita a volte, però non è che lo faccio apposta, è che studiando tanto l' inglese certe volte mi ci confondo. Nonostante tutto sono e resto convinto che l' inglese sia una lingua proprio brutta, schematica e sempliciotta. Preferisco mille volte l' italiano, il francese o lo spagnolo con le loro mille irregolarità



(comunque i peggiori sono quelli che chiamano il fraintendimento "misunderstanding")

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IsabellaCucciola
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da IsabellaCucciola » mercoledì 31 luglio 2013, 22:35

progettogayforum ha scritto:Beh… sì, certo, al livello serio condivido, ma la mia era solo una battuta, un po’ stupida… sorry! :oops:
Project, non mi sono affatto arrabbiata o rimasta male ;) , anzi hai fatto bene a cercare di sdrammatizzare un Topic che si sarebbe potuto evitare :oops: :oops: :oops: ... Anzi la battuta non era affatto stupida, se gli eterosessuali impiegassero lo stesso tempo che impiegano a trovare nuovi insulti per i gay, per cercare di capire che l'omosessualità è una delle espressioni naturali della sessualità, e capire che un gay deve avere gli stessi diritti della controparte etero... sai quanto sarebbe avanti il mondo (soprattutto l'Italia)????
Avocado ha scritto:per me non è che l' italiano è una lingua insulsa
Avocado, la mia era una provocazione... vedendo quanti termini italiani si preferisce dirli in inglese, mi viene da pensare che allora la nostra lingua non venga proprio apprezzata...
Avocado ha scritto:Credo che in realtà sia tutto più che altro per darsi un'aria internazionale... Nei luoghi pubblici fa comodo a livello di turismo etc, anche perché i turisti pensano sia scontato che noi l' inglese lo dobbiamo sapere, sebbene non sia la nostra lingua. A livello colloquiale ti fa sembrare uno che sa le lingue.
Vedi Avocado, un conto è un contesto come quello turistico, in un livello colloquiale io, purtroppo, lo trovo irritante :oops: ... posso capire che qualche parola scappi (scappa anche a me) ma cercare di utilizzare l'inglese il più possibile in un discorso, sapendo che quello che dici in inglese ha la sua controparte in italiano, mi sembra un po' assurdo :oops: ...

Isabella
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Avocado
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da Avocado » mercoledì 31 luglio 2013, 23:07

Si, sono d'accordissimo con te. Oltre tutto è stupido usare termini come "meeting" o "break" se non sai usare neanche un congiuntivo in italiano, no? Cioè, almeno impara la tua lingua prima di sostituirla senza motivo
Anche perché la lingua è parte integrante della cultura e sostituendo i nostri vocaboli con quelli inglesi negli anni non si ha altro che un impoverimento del lessico italiano.. no è che sono tragico, però se ci pensi fra cent'anni mi sa che certe parole nostre nemmeno le ricorderanno

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LuvSeeker
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da LuvSeeker » mercoledì 31 luglio 2013, 23:28

Forse sono un po' di parte perché le lingue straniere mi sono sempre piaciute anche se ho avuto modo di studiare soltanto l'inglese ma a me tutta questa "invadenza" linguistica sinceramente non dispiace. :)
Sarà che ci ho fatto l'abitudine ma i termini informatici tradotti in italiano non si potrebbero proprio sentire. Non lo so, ma quando ero piccolo e mi sono avvicinato per la prima volta al mondo del computer la mia curiosità era anche dettata dal fatto che fosse tutto così sconosciuto con questi termini che suonavano così esotici e che mi spingevano ad ampliare le mie conoscenze (anche se poi ho iniziato a provare un rigetto per tutto ciò che può essere considerato nerd ma questa è un'altra storia :P).
Sicuramente c'è bisogno di preservare la nostra lingua ma essere troppo conservativi non credo sia un bene. Forse l'utilizzo eccessivo nel contesto colloquiale può essere a volte irritante ma credo sia qualcosa imputabile più al carattere di una persona piuttosto che a un fenomeno di diffusione linguistica. Personalmente mi viene naturale evitare di usare termini in inglese se esiste la controparte in italiano e credo che anche per la maggior parte delle persone sia lo stesso, quindi non penso che ci sia bisogno di preoccuparsi più di tanto. ;)
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da tobias » mercoledì 31 luglio 2013, 23:30

Che bella discussione Isabella!
Concordo con te quando dici che ha poco senso usare parole straniere quando in realtà non ce n'è un reale bisogno. L'inglese è diventata lingua di moda, di tendenza in certi ambienti...e usare una parola inglese in luogo di una italiana fa più "fighi".
Gli altri parlanti neolatini sono invece molto "nazionalisti" riguardo alle questioni linguistiche (Francesi in primis!), ma certe volte lo sono fin troppo!

Riguardo a questo fenomeno di cui molti si lamentano (ovvero, l'invadenza della parole straniere nel nostro vocabolario), secondo me è necessario chiarire alcune cose:

-Il vocabolario di una lingua è una delle parti più facilmente modificabili e influenzabili di una lingua ...è quindi un fenomeno normale che una lingua erediti parole da altre lingue. E fra l'altro l'inglese e le altre lingue non stanno modificando il "nucleo" lessicale dell'italiano....il lessico fondamentale è per lo più tutto italiano.
Altre parti di una lingua sono invece molto conservative (per esempio il sistema verbale) e molto difficilmente si modificano.
Ha ragione Luv a dire che non bisogna preoccuparsi troppo....ricontrollate tutti i messaggi di questa discussione e contate le parole straniere presenti. Oltre ai termini stranieri da noi citati, quanti ne trovate?

-In realtà noi italiani, nell'adottare i termini stranieri, facciamo un'importante modifica: la pronuncia. Noi scriviamo "computer" e diciamo "compiuter"....ma quasi tutti sapranno che la pronuncia inglese originaria sia un po' diversa....se parlassi adottando la giusta pronuncia per ogni parola straniera adottata i miei interlocutori mi guarderebbero sicuramente male (provate a studiarvi la giusta pronuncia di "computer", "screensaver", "croissant" ecc... e usatela con i vostri amici....poi ditemi le loro reazioni :mrgreen: ).

-L'italiano nel corso dei secoli ha ereditato molte parole straniere...il francese per esempio ci ha donato molti termini: cravatta, burocrazia, cameriere, garanzia sono tutte parole di origine francese, lo sapevate? In questo caso in effetti le parole prestate sono state modificate, "italianizzate", tanto da sembrare parole al 100% italiane. I prestiti dell'ultimo secolo sono invece raramente stati trasformati. Forse ci vuole solo un po' di tempo. O forse conta molto il fatto che l'italianizzazione dei termini stranieri ricordi sempre agli italiani il periodo fascista. Come tutti i regimi, anche quello fascista era caratterizzato da forte nazionalismo, anche in ambito linguistico e così si costruirono nuovi termini, alcuni dei quali sono ancora usati da noi: "autista" per esempio ha quasi completamente soppiantato "chauffeur". Proporre oggi un'italianizzazione dei termini stranieri suonerebbe oggi a molti italiani come un fastidioso richiamo al Fascismo.

-C'è un altro motivo, a parer mio, che spiega il debole "nazionalismo" che caratterizza l'italiano (a differenza delle altre lingue neolatine): è da pochissimo che questa lingua è parlata e scritta da tutta la popolazione nazionale. Non serve andare tanto indietro (neanche un secolo) per incontrare persone che avevano difficoltà a parlare, leggere e scrivere l'italiano e la cui lingua madre era in realtà il dialetto. Per secoli l'italiano è stata una lingua relegata ad un ambito esclusivamente letterario e solo a partire dal xx secolo ha cominciato a diventare veramente la nostra lingua madre. l'italiano è quindi una lingua ancora "debole", che ha da poco sostituito il posto dei vari e diversi dialetti....siamo una nazione giovane, non del tutto ancora unita, anche a livello linguistico in un certo senso....Francia e Spagna sono nazioni più consolidate e datate, e il loro nazionalismo "linguistico" ne è una dimostrazione.

- Riguardo alle valutazioni che si possono dare su una lingua ciascuno è libero di esprimere i suoi gusti. Però direi che è difficile stabilire oggettivamente se una lingua sia bella o brutta.
A favore dell'italiano mi sento in dovere di spezzare una lancia a suo favore....come non può essere bella una lingua che ha origini letterarie? l'italiano si è formato in ambito letterario, soprattutto grazie a Dante, Petrarca e Boccaccio, e grazie ai letterati si è trasmesso nel corso dei secoli.
Ultima modifica di tobias il mercoledì 31 luglio 2013, 23:40, modificato 1 volta in totale.

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candido
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Re: Sciovinismo linguistico

Messaggio da candido » mercoledì 31 luglio 2013, 23:37

Isabella, quella che dirò potrà sembrare una provocazione,ma in primo luogo vuole essere una costruttiva riflessione. :)
In un post di risposta a Project parli di etichette e di elementi che fungono da limitazione. Quindi ti chiedo,ostinarsi a utilizzare solo la lingua italiana,o comunque a preferire un termine italiano ad uno straniero per esprimere un concetto o per indicare qualcosa,non rappresenta anch'esso una limitazione? Io sono italiano(e quindi parlo italiano) non è anche questa un'etichetta,un de-limitarsi e definirsi?
IsabellaCucciola ha scritto:Io non sono gay, etero, trans, bisssuale... io sono una persona.
Ma quindi i gay,etero,trans,bisessuali NON sono persone?? Il senso della tua frase è questo,anche se so che non è ciò che pensi.
Gay,etero,trans,bisex, sono parole come le altre,e quindi frutto di convenzioni e attribuzioni arbitrarie di significato. Quindi la parola gay può significare cose diverse,a seconda del senso che le dai. A meno che tu non creda che gay voglia dire malato e deviato,perchè in questo caso capirei la scelta di rifiutare il termine. Ma se alla parola "gay" io do il significato che voglio(e quindi un significato positivo,ricco e che esprima tutto ciò che ho dentro), perchè dovrei rifiutare questa etichetta? E assieme a questa etichetta, dovrei rifiutare anche le altre: "uomo","italiano","meridionale","alto","basso", "simpatico","antipatico"?
E il pronome "io" non è forse un'etichetta,una de-limitazione che ci diamo per separare noi stessi da tutto il resto?

Questa "provocazione" solo per far riflettere sul fatto che le parole non sono mai portatrici ed espressione di verità assolute,ma assumono un senso che viene attribuito arbitrariamente,e che quindi può essere fatto anche da noi. Forse bisognerebbe avere meno paura delle parole,e provare a definirci noi stessi,nel modo che più ci rispecchia. Perchè se non lo facciamo noi,lo faranno gli altri per noi.

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