L'amore nella vita reale

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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Machilosa
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L'amore nella vita reale

Messaggio da Machilosa » martedì 11 marzo 2014, 13:25

Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qua a scrivere sul forum, dopo parecchi mesi di assenza (benché qualche volta venissi a dare un’occhiata, per curiosare un po’). La discussione “coppia gay non possessiva” mi ha dato lo spunto per scrivere di nuovo, perché contiene molti degli argomenti che, ultimamente, mi hanno dato parecchio da pensare. Ne apro però una nuova perché mi piacerebbe portare la conversazione un po’ più sul concreto e sulle esperienze personali, dal momento che parlare in astratto è molto affascinante, ma rischia di scadere facilmente nel dogmatismo, e anche perché non sono mai stato bravo a filosofeggiare.
L’idea di Amore romantico è sempre stata quella che ha guidato i miei sogni. Poi, i sogni sono diventati realtà, ma la realtà assomiglia di più a quella “dimensione affettiva all’80%” citata da PG che non all’immagine meravigliosa di amore assoluto, dipinta così bene da Specchinfranti. A quel punto sorgono i dubbi e persino i sensi di colpa: ma sono davvero innamorato? Lo sto forse prendendo in giro? E’ davvero quello giusto? Esiste qualcuno di “più” giusto?
A volte ho l’impressione che l’Amore romantico sia proprio solo degli amori infelici; sono gli unici che riescono a scatenare quella forza di sentimenti paragonabile all’amore letterario. Del resto, l’amore letterario viene rappresentato quasi sempre al culmine della felicità o della disperazione, quasi mai nelle fasi successive di normalizzazione quotidianità. Mi piacerebbe davvero incontrare qualcuno che sta vivendo da anni questa sensazione di amore assoluto e perfetto, senza dubbi o rimpianti, per capire se ciò che sto provando io è sbagliato o non comune.
Ma che cosa sto provando, in realtà? Difficile a dirsi. La “dimensione affettiva all’80%” sintetizza piuttosto bene i miei sentimenti. Sto molto bene con lui, anche la convivenza (ora interrotta per motivi di lavoro) è stata una bellissima esperienza che vorrei tanto ripetere. Abbiamo aspirazioni e desideri comuni: la volontà di una relazione seria, “tradizionale”, la voglia di una carriera appagante all’estero, il desiderio di creare una famiglia, pur remando contro tutte le difficoltà che una coppia gay può avere. Poi ci sono le piccole differenze, certe sottigliezze stupide (un esempio banale per tutti: lui ama il mare e detesta le camminate in montagna, io amo il trekking ed odio la spiaggia), che però non costituiscono un ostacolo insormontabile alla nostra vita di coppia. La nostra enorme fortuna è quello di avere un progetto di vita insieme.
Ciononostante, però, mi vengono dei dubbi. Per esempio, mi chiedo se è già ora di fermarsi e progettare tutto questo. Credo di sentire un po’ il peso di non aver mai vissuto una vera adolescenza, a causa del ritardo con cui ho accettato e iniziato a vivere la mia omosessualità. Mi chiedo se mi piacerebbe sperimentare ancora un po’ di promiscuità, prima di legarmi indissolubilmente “all’uomo della mia vita” o se, invece, finirei per pentirmene.
Talvolta mi focalizzo su quelle inezie che ci rendono differenti e mi chiedo se è il caso di accettarle o se è il caso di cercare qualcuno che colmi anche le lacune mancanti per essere “perfetto”. C’è questa idea di “perfezione” surreale che ammorba un po’ i miei sentimenti, perché mi fa credere che possa esistere da qualche parte e che io possa trovarla.
Poi, però, mi giro i miei film mentali, mi immagino cosa succederebbe se dovessi tradirlo o lasciarlo per un altro e vengo preso talmente tanto dallo sconforto e dalla tristezza all’idea di perderlo o, peggio, di farlo soffrire, che mi dico: “No, non potresti mai fargli una cosa del genere!” Farlo soffrire è veramente l’ultima cosa che desidero, perché gli voglio troppo bene. Ma è amore, questo? Posso definirmi “innamorato”, o lo sto prendendo in giro? Tutte queste elucubrazioni sull’amore hanno un senso o sono solo battibecchi sterili su questioni che esistono solo nel mondo della teoria e della letteratura e non nella pratica?
Il problema, è che per sapere se una relazione è davvero la migliore che si possa avere, bisognerebbe provarne tante e poi poter scegliere. Peccato che una volta interrotta una relazione, difficilmente si possa tornare indietro. Bisognerebbe averne almeno sperimentate un certo numero, per rendersi conto di pro e contro di ciascuna. Ma come fare, se la prima vera relazione sembra già essere quella per sempre?

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Blackout
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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da Blackout » martedì 11 marzo 2014, 15:14

Ciao Machilosa, ben tornato! Premetto che io vista l'età e la mia "chiarezza" giunta solo dopo i 30 in questi pochi anni non ho mai avuto una relazione quindi non posso davvero aiutarti ma vorrei comunque dire la mia.
Anche io ho sempre avuto questa visione dominante dell'Amore perfetto, quello che come dice De Andrè "strappa i capelli" ma come quella stessa canzone ci dice, niente ha questa intensità per sempre. Con il tempo ho capito che avrò sempre il desiderio di un amore forte, quasi adolescenziale ma forse proprio perchè non sono riuscito a viverlo in quel periodo della vita, la mia mente continua ad inseguirlo, eppure so anche che l'amore non è solo questo anzi forse questa è la parte minore, seppur la più forte emotivamente a primo impatto. L'Amore perfetto è un sogno, alcuni ci si avvicinano tanto da quasi poterlo afferrare, altri un po' meno ed altri ancora non lo vivranno mai neppure in forma minore e questo, tanto per fare il relativista come mio solito, dipende da troppe variabili spesso fuori dal nostro controllo. L'Amore all'80% è, io credo, già un ottima cosa, riuscire a trovare l'accordo sui grandi temi che coinvolgono una vita di coppia penso sia un grosso risultato. Che farsene di un amore dove amiamo gli stessi film e condividiamo i piaceri della vacanza, quando uno vuole convivere e l'altro no, quando segui un idea di famiglia e l'altro no? La tua curiosità verso nuove esperienze è comprensibilissima, fa parte appunto dell'amore all'80% ma tu stesso dici che provare a fare nuovi salti nel buio rovinerebbe questo che hai per chissà cosa, di totalmente ipotetico. Se questo rapporto che stai vivendo, riesce a soddisfare quelli che per te sono i principali pilastri della vita di coppia o almeno la maggior parte di essi, perseguilo. Non vi è certezza che sia giusto e che sia per sempre. L'idea di perfezione che abbiamo ci viene instillato dal nostro bisogno di cetezza e dalle basi sociali in cui cresciamo ma rendiamoci conto che tutto ciò è puramente teorico, così come non esiste il lavoro perfetto, l'auto perfetta, la religione perfetta e la perfezione stessa non è in realtà passibile di essere un continuum nel tempo, perchè il tempo scorre e variando, tutto fa variare, così dobbiamo considerare l'amore.
Spero di averti dato qualche spunto, ripeto io non ho esperienza in tema e questo che scrivo è solo la mia visione. Ti faccio i migliori auguri di cuore che tu possa giungere alla tua conclusione più giusta.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

barbara
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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da barbara » martedì 11 marzo 2014, 19:08

Ciao Machilosa! Ammazza che argomento hai tirato fuori!
Mi viene in mente che intorno ai 25 anni, in preda a un dilemma come il tuo, feci una tabella sulle mie relazioni precedenti e su quella che stavo vivendo per cercare di capire se e quanto fossi stata ( o fossi) innamorata.
Forse fu proprio lì che iniziai a intuire che l'Amore romantico (l'Amore che è per sempre) è più un'utopia , un obiettivo cui tendere e da costruire, che non un dono che ti cade dal cielo.
Certo puoi avere più o meno fortuna nell'incontrare la persona giusta, ma da quel momento in poi sta a te giocare le tue carte. E spesso si tratta di una partita sulle cose semplici, sulle abitudini di tutti i giorni, più che sui massimi sistemi.
Una certa retorica sull'Amore ci ha , credo, illusi che esista una e una sola "anima gemella" e che solo incontrandola saremo sempre innamorati, non avremo occhi che per lei e potremo superare come per magia le incomprensioni. Posso dire che nessuna coppia di mia conoscenza ha sperimentato questo, che io sappia.
L'innamoramento cede il passo prima o poi a un sentimento più tranquillo . Ed è una cosa che da un lato ci rasserena, perché magari ci libera dalla gelosia e dalla paura di perdere l'altro, ma dall'altro ci spaventa , perché iniziamo a dubitare di noi stessi, specialmente se nell'altra persona non è ancora successa la stessa cosa . ( i tempi sono spesso diversi in una coppia , anche su questo punto)
In fondo "l'amore che strappa i capelli" un po' ci manca. Ad alcune persone la passione dei primi tempi manca a tal punto che , pur avendo una vita di coppia soddisfacente, iniziano a frequentare qualcun altro nel tentativo di ricreare la stessa magia che provavano per l'attuale partner.
Alcuni arrivano a tradire e poi magari vengono scoperti. E solo quando sono sul punto di perdere il loro fidanzato si rendono conto che lo amano veramente. Peccato che ormai è troppo tardi...
Le coppie che riescono a stare insieme lo fanno grazie alla fatica di entrambi di ricominciare e di tenere vivo un sentimento, accettando il fatto che nella vita puoi solo andare avanti . Non puoi fermare il tempo e nemmeno tornare indietro, perché ogni stagione va vissuta nel presente , per quello che può e sa dare.
Niente come l'amore ci confonde e ci interroga, ma ci sono domande che solo col tempo avranno una risposta. Se una storia è destinata a finire , sarà la vita stessa a dirti come e quando .
Un grande augurio di vivere in pienezza tutto ciò che l'amore, quello reale, può darti. :)

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Yoseph
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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da Yoseph » martedì 11 marzo 2014, 20:00

Concordo con Barbara, per la piccola esperienza che ho avuto credo che la partita vada giocata durante la vita di tutti i giorni, e alla fine ciò che rimane è la soddisfazione di una vita affettiva soddisfacente.

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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da progettogayforum » martedì 11 marzo 2014, 20:14

Faccio un rinvio ad un vecchissimo post pubblicato niente meno che il 28 marzo 2008, sei anni fa! https://sites.google.com/site/progettog ... -in-meglio
e ripubblicato anche in questo forum: http://www.progettogayforum.altervista. ... f=19&t=154
Lo avevo trovato cercando materiale di documentazione da inserire nel manuale, beh posso dire che che mi sembra una risposta ottima al post di apertura!

k-01

Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da k-01 » martedì 11 marzo 2014, 20:51

Amore all’80%? Cerchiamo di non dare i numeri! :mrgreen: O si ama o non si ama, non è che ci sono soluzioni intermedie.
Detto questo, devi chiedere a te stesso se puoi fare a meno di lui. Se sì, allora non lo ami più. Se no, c'è ancora sentimento.
Però mi pare di capire che la vostra storia sia troppo razionale, non ci sono contrapposizioni e manchi di passione. Tu sembri stanco e desideroso di sperimentare altro.
Ovviamente prendi quel che dico con le pinze, perché non sapendo nulla, formulo ipotesi sulla base di quel che traspare.

Specchinfranti
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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da Specchinfranti » martedì 11 marzo 2014, 21:40

L’amore perfetto non esiste! L’amore di cui ho parlato nell’altro post non è un amore perfetto, romantico si, appagante sicuramente, ma, di certo, non perfetto! Sono dell’opinione che l’amore non è quello a cui ci hanno abituato film e telefilm, non piove dal cielo bello impacchettato o su un vassoio d’argento, l’amore “perfetto” lo si cotruisce giorno dopo giorno.
L’amore non ti getta fumo negli occhi e non ti illude che l’altra persona sia priva di difetti sebbene ciò possa accadere nella fase dell’innamoramento, nella quale ci sentiamo letteralmente ubriacati dalla presenza dell’altro; l’amore non dà l’illusione che l’altro sia perfetto e senza macchia, anzi ci fa prendere coscienza dei suoi difetti, ci permette di conoscerli a fondo, ma al contempo anche di contemperarli con il nostro carattere e le nostre imperfezioni e soprattutto di accettarli. Quando si è innamorati di qualcuno non è raro stupirsi della propria capacità di tollerare ciò che mai avremmo pensato di poter sopportare in un’altra persona; inoltre credo che l’amore lasci poco spazio ai dubbi e quando si comincia ad averne forse è il caso di fare un’attenta analisi del rapporto e soprattutto di se stessi e di ciò che si prova. Ciò che, infatti, si percepisce come una carenza del rapporto, potrebbe essere una proiezione di qualcosa che ci tormenta o il frutto di nostre dinamiche interne che non ci permettono di essere sereni in coppia.
L’amore ti accende, ti fa avere voglia di condividere esperienze di vita, anche le più banali con il/la partner, nonostante tutti i momenti di difficoltà che possono e devono esserci i un rapporto, malgrado le discussioni e le incomprensioni che fanno naturalmente parte di una relazione sincera e malgrado quei momenti in cui, all’apice di una qualche esaperazione, vorremmo “far fuori” l’altro/a.
La cosa importante è non perserverare in un rapporto disfunzionale e non totalmente soddisfacente soltanto per appagare il nostro bisogno di quotidianità con delle piccole abitudini ormai consolidate e per non sentire l’eco della solitudine!
Dal tuo racconto evinco un equilibrio turbato e molta conflittualità nel vivere e nell’abbandonarti all’affettività. Le elucubrazioni sull’amore di cui parli (il fatto di chiedersi se sia già l’ora di “fermarsi” e fossilizzarsi in un rapporto stabile, di domandarsi se sia il caso di continuare a saltabeccare di letto in letto, nonchè la opprimente sensazione di dover “recuperare” il tempo sprecato e un’adolescenza che mai più ritornerà) oltre a essere dei tarli e delle sensazioni che accomunano la stragrande maggioranza degli omosessuali, penso che,in realtà, abbiamo ben poco a che vedere con l’amore, e soprattutto con la propria concezione di amore romantco; credo invece che siano frutto di un’omofobia interiorizzata che deve ancora essere risolta e che ha danneggiato profondamente e in un modo di cui non siamo perfettamente consapevoli, la nostra affettività.
Spero che la tua sia soltanto una crisi passeggera ma se così non dovesse essere impegnati fattivamente per ricucire gli squarci nella tela della tua vita affettiva ed emotiva e per individuare quei focolai di omofobia interiorizzata che ancora serpeggiano dentro di te e che ,se non spenti del tutto, continueranno a minare subdolamente e a danneggiare la tua capacità di stabilire legami profondi, totalizzanti e sereni. Le domande che ti poni adesso riguardo a questo rapporto continueranno ad assillarti anche nelle tue relazioni future, nessuna relazione ti sembrerà essere quella giusta, andrai sempre alla ricerca del “meglio” ma non perché la relazione del momento presente non sarà realmente bella e appagante, ma perché continueranno a rimbombare dentro di te delle voci inconsce che ti persuaderanno (come hanno fatto finora) che, in quanto gay, non sei nato per amare, ma solo per tradire, essere infedele e al massimo per vivere fugaci incontri di sesso occasionale, voci che tenteranno di convincerti che un amore omosessuale è solo un amore di serie B, sbagliato, senza valore e inevitabilmente destinato a morire e a condannarti a un’esistenza votata alla frenesia, al tormento e alla solitudine.
Non arrenderti al nemico, combattilo fino in fondo, è lui l’unico ostacolo che si frappone tra te e la pienezza delle tue emozioni e dei tuoi affetti!
Io ho combattuto la mia battaglia, faticosamente, ma credo di essere in dirittura d’arrivo, ho risvegliato i miei sentimenti che sembravano come intorpiditi e addormentati; ho vissuto due storie splendide che però purtroppo sono finite in malo modo e mi hanno fatto soffrire incommensurabilmente perché le persone con cui AVEVO SCELTO di fare un cammino erano tormentate dai tuoi stessi dubbi ed erano congelate in una sorta di anestesia emotiva che li rendeva confusi, inquieti e li allotanava proprio da quello che desideravano e di cui forse avevano più bisogno!
Ultima modifica di Specchinfranti il mercoledì 12 marzo 2014, 1:51, modificato 5 volte in totale.

barbara
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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da barbara » martedì 11 marzo 2014, 23:56

Concordo molto sul quanto dici, Specchinfranti: e cioè che nel rapporto di coppia riversiamo necessariamente modalità e aspettative che provengono dalla nostra interiorità , e che spesso e volentieri proiettiamo sull'altra persona.
Questo però vale per tutti, eterosessuali compresi. Anche le persone eterosessuali possono essere tormentate da dubbi , possono scoprire di non essere tagliati per la vita di coppia, possono pensare che non sia il momento di impegnarsi a lungo termine.
Avere dubbi o non averli può far parte anche del modo di essere di una persona, che magari si riflette non solo sulle relazioni, ma sull'esperienza di vita in generale. Non è nemmeno detto che le domande si trasformino in azioni.
Ci sono persone che non hanno mai dubbi e tradiscono ogni due per tre , e poi magari ci sono persone che si arrovellano , ma restano fedeli al proprio partner.
Non credo tra l'altro che vivere in coppia sia una scelta migliore che essere single. Ci sono single che hanno una vita soddisfacente e sarebbero più infelici , se si forzassero a una convivenza o a una relazione troppo esclusiva.
Il problema sorge secondo me quando una persona, pur desiderandolo intensamente, si rende conto di non riuscire a instaurare relazioni profonde con qualcuno oppure quando arriva a sabotare una relazione dopo l'altra , condannando se stesso alla solitudine. Credo che il metro di misura per capire se c'è un problema sia la sofferenza, perché se una persona sta bene con se stessa e non danneggia nessuno , non vedo il problema.
Ora se questa persona che, come dicevo, soffre per una mancata intimità è gay , l'omofobia interiorizzata potrebbe c'entrare come non c'entrare, a mio avviso, perché ognuno ha la sua storia e dunque le sue ragioni , più o meno consce, alla base delle sue scelte.
A me sembra che ci sia una complessità tale nella realtà che è difficile trovare una spiegazione univoca a eventi che possono avere un senso molto differente da persona a persona.

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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da Specchinfranti » mercoledì 12 marzo 2014, 1:15

Non ho mai detto che cimentarsi in un rapporto di coppia sia più auspicabile che rimanere single! Il mio consiglio era rivolto a quelle persone che, per quanto lo desiderino, semplicemente non riescono ad avere relazioni di coppia soddisfacenti e vivono in modo conflittuale le loro relazioni intime e sentimentali e la cui situazione tradisce quindi, in modo piuttosto evidente, la presenza di dinamiche affettive disfunzionali, che vanno comprese, affrontate e risolte, e questo sinceramente mi sembra proprio il caso di Machilosa. Riguardo ai dubbi che possono scattare vivendo una relazione di coppia monogama, sono certo di una cosa, è vero che dubitare fa imprescindibilmente parte della natura umana ma è altrattanto vero che il dubbio che attanaglia un individuo sicuro del suo sentimento, dura un nanosecondo, giacchè esso trova la sua risposta proprio nell’affetto e nell’amore che si prova nei confronti dell’altro/a; il problema insorge quando quel dubbio diventa assillante, disperante e logora il rapporto a poco a poco, rendendo il soggetto incapace di godere dell’altro e della relazione, la quale viene quindi trascinata stancamente pur di non affrontare problemi più profondi e i propri “blocchi affettivi” che possono essere molto dolorosi quando si guardano in faccia. Non penso neanche di aver generalizzato, ho semplicemente provato a fare un "analisi" basandomi su quanto riportato nel post, basandomi sulla mia esperienza personale, nonchè sull’esperienza di molte altre persone che ho conosciuto e che hanno manisfestato gli stessi dubbi e gli stessi disagi. Sono d’accordo che non si possa prescindere dalla soggettività del singolo ma nel caso di una persona omosessuale non si può neanche prescindere dal suo orientamento e dal fatto che l’omofobia interiorizzata sia un problema che accomuna indistintamente tutti i gay e le lesbiche; sebbene essa si possa manifestare in modo più o meno lampante e diverso e sebbene possa essere diversa la risposta del singolo, la sintomatologia è pressoché la medesima ed è stato acclarato che questi introietti omofobici danneggiano sensibilmente la capacità dell’individuo omosessuale di instaurare relazioni intime e sentimetali profonde e appaganti.
E’ pacifico che una persona eterosessuale possa avere le stesse difficoltà relazionali e affettive, ciò nonostante il post in questione è stato scritto da un omosessuale che ha espresso difficoltà e dubbi molto specifici, in cui non mi è stato difficile né immedesimarmi né trovare un rispecchiamento con le storie di altri omosessuali che ancora vivono uno stato di perenne conflitto e pencolano tra ciò che desiderebbero vivere e ciò che, per un qualche incomprensibile impedimento interno, sentono dolorosamente di non riuscire a realizzare. E’ una dinamica comunissima che credo possa essere attribuita a un numero molto elevato di gay e di lesbiche che ancora affondano inerti nell’oscuro limbo della loro omofobia incapsulata.
Io mi sono sentito semplicemente di dare un consiglio, poi sta a Machilosa guardarsi dentro e capire se le mie osservazioni sono calzanti e possono aiutarlo a dipanare la matassa.

barbara
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Re: L'amore nella vita reale

Messaggio da barbara » mercoledì 12 marzo 2014, 8:53

Concordo perfettamente, Specchinfranti, sul fatto che ognuno di noi esprime un'opinione rispetto alla quale ci si può rispecchiare o meno.
Proprio per questo portare chiavi di lettura diverse può essere interessante.
Ad esempio quando parlo di "sabotare" una relazione , non intendo solo lasciare l'altro o tradirlo, ma anche rendergli la vita impossibile ,essere possessivo, controllante o magari prevaricante fino al punto da farsi lasciare.
In una coppia la responsabilità di una separazione d'altronde è sempre questione di punti di vista. Non è detto che chi alla fine prende la decisione di chiudere abbia influito più dell'altra persona nel portare al capolinea una relazione.
E anche se si parla del rapporto tra l'omofobia interiorizzata e relazioni affettive, secondo me essa può incidere in molti modi e la tendenza a cambiare partner è solo uno dei modi possibili. Su questo sarebbe anche bello aprire un'altra discussione.
Ad ogni modo per quanto riguarda la situazione di Machilosa, in base agli elementi che avevo, non riuscendo a esprimermi in una direzione o in un'altra , ho preferito portare delle ipotesi ulteriori rispetto a quella che hai portato tu. Oppure mi ci sono rispecchiata pure io, ma arrivando a conclusioni differenti.
In ogni caso credo che questo nostro dibattito favorirà una riflessione ancora più stimolante per Machilosa e per le altre persone che leggono. :)

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