Inchiesta del Fatto Quotidinao
Inchiesta del Fatto Quotidinao
Che cosa ne pensate di questa intervista (L'originale far parte dell'inchiesta Sex and Teen, della Borromeo condotto sul FQ, che però sta attirando un sacco di polemiche per il linguaggio crudo e i puntid i cista che mostra)?
Qui invece un articolo critico.
Qui invece un articolo critico.
Re: Inchiesta del Fatto Quotidinao
Devo dire che apprezzo l'attenzione posta dal FQ sullle problematiche degli omosessuali in Italia in questo momento storico. A volte i risultati possono essere un po' controversi, come per la scelta di una copertina che suscitò delle polemiche poco tempo fa, ma lo sforzo è encomiabile.
Ho letto l'intervista di Beatrice Borromeo e mi è piaciuta, mette in luce come la situazione del coming out cambia da persona a persona, non si può generalizzare, ognuno ha situazioni diverse. Abbiamo un rappresentante d'sitituto brillante che è riuscito ad affermare la propria personalità e poi c'è Tommaso, un ragazzo più problematico che ha subito gli effetti negativi del dichiararsi. Più volte se n?è parlato anche qui nel forum degli aspetti controversi del dichiarare la propria omosessualità.
In quella pagina di giornale però, c'era anche un altro articoletto, in un piccolo riquadro, probabilmente visibile solo nella versione cartacea o on-line, che parlava del coming out di una ragazza lesbica e della reazione della madre, una donna avvocato in carriera, che ha avuto una reazione molto singolare a mio avviso. Questa madre addirittura definisce la propria figlia egoista perché l'ha caricata di un peso insostenibile, dice che aveva da sempre sospettato che fosse lesbica ma preferiva non se ne parlasse. Gli aspetti che più preoccupano questa madre sono il fatto di non saper cosa raccontare ai vicini ed il dispiacere di non poter diventare nonna . Quel che dico io è che per quanto riguarda il rapporto tra società ed omosessuali ormai non si debba parlare più tolleranza, ma d'ignoranza. Non si tratta di tollerare una moda ma di sapere che l'omosessualità è una caratteristica degli essere umani e viventi, non è una malattia, come è anche sancito dall'OMS, quindi la gente dovrebbe sapere che va semplicemente preso atto che esiste. Per questo rimango sbigottito quando apprendo che persone che hanno anche un certo grado d'istruzione reagiscono guidati dalla paura e facendo finta di non vedere. Posso capire il disorientamento iniziale, che può essere umano, ma poi da una donna avvocato mi aspetterei che faccesse prevalere la razionalità e che si rendesse conto che se non a livello nazionale, a livello sovranazionale esistono leggi che tutelano il diritto ad esprimere il proprio orientamento sessuale.
Ho letto l'intervista di Beatrice Borromeo e mi è piaciuta, mette in luce come la situazione del coming out cambia da persona a persona, non si può generalizzare, ognuno ha situazioni diverse. Abbiamo un rappresentante d'sitituto brillante che è riuscito ad affermare la propria personalità e poi c'è Tommaso, un ragazzo più problematico che ha subito gli effetti negativi del dichiararsi. Più volte se n?è parlato anche qui nel forum degli aspetti controversi del dichiarare la propria omosessualità.
In quella pagina di giornale però, c'era anche un altro articoletto, in un piccolo riquadro, probabilmente visibile solo nella versione cartacea o on-line, che parlava del coming out di una ragazza lesbica e della reazione della madre, una donna avvocato in carriera, che ha avuto una reazione molto singolare a mio avviso. Questa madre addirittura definisce la propria figlia egoista perché l'ha caricata di un peso insostenibile, dice che aveva da sempre sospettato che fosse lesbica ma preferiva non se ne parlasse. Gli aspetti che più preoccupano questa madre sono il fatto di non saper cosa raccontare ai vicini ed il dispiacere di non poter diventare nonna . Quel che dico io è che per quanto riguarda il rapporto tra società ed omosessuali ormai non si debba parlare più tolleranza, ma d'ignoranza. Non si tratta di tollerare una moda ma di sapere che l'omosessualità è una caratteristica degli essere umani e viventi, non è una malattia, come è anche sancito dall'OMS, quindi la gente dovrebbe sapere che va semplicemente preso atto che esiste. Per questo rimango sbigottito quando apprendo che persone che hanno anche un certo grado d'istruzione reagiscono guidati dalla paura e facendo finta di non vedere. Posso capire il disorientamento iniziale, che può essere umano, ma poi da una donna avvocato mi aspetterei che faccesse prevalere la razionalità e che si rendesse conto che se non a livello nazionale, a livello sovranazionale esistono leggi che tutelano il diritto ad esprimere il proprio orientamento sessuale.
Re: Inchiesta del Fatto Quotidinao
L'intervista mi è piaciuta soprattutto per la sua immediatezza. Si potrà contestare alla Borromeo che una storia non è rappresentativa di un universo (come è accaduto per l'inchiesta sulle quattordicenni ansiose di perdere la verginità) . Ma una storia vera vale sempre la pena di raccontarla. Anche perché , in questo caso, penso che abbia svelato i sentimenti di molti adolescenti omosessuali e lo abbia raccontato creando empatia in chi legge. Il che non è poco.
Re: Inchiesta del Fatto Quotidinao
Condivido le critiche alla Borromeo. I problemi di questo ragazzo non hanno a che vedere, secondo me, con il coming out, ma col fatto, come ammette lui stesso, di sentirsi «... inadeguato, brutto, sfigato, escluso dai gruppi più popolari, più in vista... ». Può anche aver detto d’esser gay, ma si capisce da queste parole che non è in accordo con se stesso.
Re: Inchiesta del Fatto Quotidinao
Mah.. leggendo l'intervista non avevo colto che il coming out fosse ritenuto responsabile del disagio del ragazzo. Non ci vedo una relazione causa-effetto, nemmeno per come la presenta la giornalista. Né se ne deduce che quel ragazzo sarebbe stato meglio , se non lo avesse fatto.
Mi pare che lei riporti il racconto del ragazzo , il quale probabilmente si aspettava che il c. o. potesse essere una soluzione ai suoi problemi e forse è rimasto deluso dal constatare che non è così. Un'aspettativa che tra l'altro mi pare condivisa da molti ragazzi , i quali poi comprendono che la strada verso la serenità è molto più lunga .
Mi pare che lei riporti il racconto del ragazzo , il quale probabilmente si aspettava che il c. o. potesse essere una soluzione ai suoi problemi e forse è rimasto deluso dal constatare che non è così. Un'aspettativa che tra l'altro mi pare condivisa da molti ragazzi , i quali poi comprendono che la strada verso la serenità è molto più lunga .
Re: Inchiesta del Fatto Quotidinao
Ignoranza, è proprio il termine giusto. Per quanto riguarda il fatto dell'avvocatessa, ti dirò, mi sono accorto per esperienza che su queste cose il grado d'istruzione ha davvero poco peso. Ciò che conta è l'essere aperti a conoscere cose nuove, l'aver incamerato conoscenze di per sé non implica nulla.Yoseph ha scritto: Quel che dico io è che per quanto riguarda il rapporto tra società ed omosessuali ormai non si debba parlare più tolleranza, ma d'ignoranza. Non si tratta di tollerare una moda ma di sapere che l'omosessualità è una caratteristica degli essere umani e viventi, non è una malattia, come è anche sancito dall'OMS, quindi la gente dovrebbe sapere che va semplicemente preso atto che esiste. Per questo rimango sbigottito quando apprendo che persone che hanno anche un certo grado d'istruzione reagiscono guidati dalla paura e facendo finta di non vedere. Posso capire il disorientamento iniziale, che può essere umano, ma poi da una donna avvocato mi aspetterei che faccesse prevalere la razionalità e che si rendesse conto che se non a livello nazionale, a livello sovranazionale esistono leggi che tutelano il diritto ad esprimere il proprio orientamento sessuale.