UN GAY RIDIMENSIONATO

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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progettogayforum
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UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da progettogayforum » domenica 6 aprile 2014, 1:02

Ciao Project,
leggere i tuoi siti mi ha molto aiutato quando vedevo l’omosessualità come un problema o meglio come il mio problema per eccellenza. Leggendo il forum mi sono sentito meno solo e la cosa mi ha fatto stare meglio ma, forse per l’educazione che ho rivenuto in famiglia, continuavo a pensare alla omosessualità come ad un problema, comunque ho vissuto la mia vita e a 27 anni ho avuto la fortuna di trovare un compagno. Niente colpi di fulmine, semplicemente ci siamo accorti entrambi che dall’altra parte c’era un’attenzione speciale, nemmeno dichiarata ma reale. Abbiamo cominciato a frequentarci solo come amici, poi la cosa è cresciuta da sé, ci rendevamo conto che un punto di limite tra noi realmente non c’era. Poi una sera in cui girava male ad entrambi e avevamo bisogno di non essere soli, ci siamo abbracciati in un modo speciale e non c’è stato più bisogno di dire nulla. Nonostante tutto, all’esterno, siamo rimasti solo due amici che si frequentano ma hanno ciascuno la sua vita. Viviamo ancora entrambi a casa dei nostri genitori, che non sospettano di nulla. Fin qui potrebbe essere la storia di una qualunque coppia gay del sud un po’ spaventata dalle reazioni della gente. Io mi lamentavo spesso della mia e anzi della nostra situazione e mi sentivo il più disgraziato degli uomini ma non avevo capito proprio nulla.

Poco dopo che ci siamo messi insieme, il mio compagno ha cominciato a stare male, i medici prendevano le cose alla leggera ma io vedevo che le cose non andavano bene, insomma l’ho portato a Roma all’ospedale dei tumori e lì, purtroppo, ma dovrei dire per fortuna, sono arrivati alla vera diagnosi. Il mio compagno aveva un tumore. Quando glielo hanno detto gli è crollato il mondo addosso, e a me è successo qualcosa di simile, anche se non ero coinvolto in prima persona. Ti dico subito che le cose sono andate bene, adesso è tecnicamente guarito e deve fare solo dei controlli periodici, ma l’oncologo dice che il rischio di recidiva è oggettivamente minimo. Per uscire dal tunnel ci sono voluti sei anni, adesso ne ho 34 e lui 32, Project, questa esperienza ci ha proprio trasformato la vita. Quello che ho visto accompagnando il mio amico in ospedale mi ha ridimensionato. Adesso mi vergognerei a pensare che essere gay è un problema. I problemi sono altri e la cosa veramente terribile è doverli affrontare da soli, ma noi eravamo in due. La sua famiglia minimizzava e all’inizio mi dicevano che volevo mettere in testa al mio amico idee assurde e che lui stava benissimo, poi piano piano si sono resti conto. Non hanno mai capito perché io facessi per lui tutto quello che facevo, hanno sempre pensato che fosse solo per amicizia ma non era così. Non ho mai desiderato il bene e la vita del mio ragazzo come quando lo vedevo prostrato e depresso e cercavo di fare di tutto per tirarlo fuori dalla sua angoscia. Abbiamo vissuto insieme tutte le fasi, dal terrore vissuto con una fatalistica accettazione che era in realtà sono un tentativo di nascondere l’angoscia profonda per il futuro, alla prima luce di speranza, e poi, via via, tutta la strada verso l’uscita dal tunnel, sempre con l’idea di non andare troppo in là con la speranza e di non illudersi troppo. Avremmo voluto tante volte risposte incoraggianti dai medici ma erano sempre molto professionali e parlavano solo in termini di probabilità. Ricordo in particolare il medico che lo ha seguito in tutto il percorso, avrà avuto tra 55 e 60 anni, io penso che abbia capito che rapporto c’era tra noi, ci ha fatto sempre entrare insieme, e poi si fermava a spiegarci le cose nel dettaglio ma non sorrideva mai, era uno scienziato vero, ho visto il suo curriculum, quando gli mandavo una mail esprimendo dei dubbi, mi rispondeva in giornata. Solo le ultime volte l’ho visto in un modo diverso, dopo aver letto le analisi ci ha detto: “adesso possiamo stare relativamente tranquilli” poi ha visto che quel “relativamente” per me era stato come una pugnalata, ha accennato un sorriso e ha detto che la cautela in quelle cose ci vuole sempre ma che il mio amico per i protocolli medici era da considerare clinicamente guarito.

Abbiamo passato insieme sei anni della vita e li abbiamo passati insieme a combattere per la vita e adesso siamo veramente una coppia, restiamo per gli altri solo due amici perché non abbiamo denaro e lui è disoccupato mentre io ho un lavoro che ci permette a stento di starcene per conto nostro due o tre giorni al mese. Sembra poco ma per noi la vita vera è quella e quando lo abbraccio e lo stringo forte e sento che lui c’è, che è vivo e che mi sta abbracciando mi viene da piangere per la felicità. Project, per me, essere gay è stata la cosa più bella che potesse capitarmi.

Chrono
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Re: UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da Chrono » domenica 6 aprile 2014, 12:45

che bella storia :))
Tentare è sempre meglio che scappare.
Tentare per non rimpiangere.
Tentare per sorridere.
Tentare con coraggio.

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Stampy
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Re: UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da Stampy » domenica 6 aprile 2014, 12:46

queste sono storie che ti fanno venire la pelle d'oca ed il magone.....la vita è davvero bella, ed ogni minuto buttato via a piangerci addosso è un momento sprecato! ....ma metterlo in pratica è così difficile!!!
La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio.
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marmar77
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Re: UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da marmar77 » giovedì 23 marzo 2017, 20:09

...Che bella storia!!!
Nonostante i pregiudizi di un meridione bigotto e con strutture arretrate (detto da un meridionale - ma non tanto lontano dal resto dell'Italia), nonostante la tragedia di una malattia che troppo spesso uccide, l'amore ha prevalso.

Il coraggio di entrambi i ragazzi è da ammirare. La loro relazione nata con naturalezza, li ha uniti sempre più facendo sbocciare l'amore. Quello vero, quello che non ha bisogno di essere annunciato o esternato. Quello che si esprime coi fatti.

Non considero bello apprezzare ciò che si ha prendendo come riferimento le sventure altrui, ma leggere questa storia deve assolutamente ridimensionare la gravità delle nostre noie e paranoie.

Sebbene sia un peccato che una storia del genere non sia conosciuta agli altri nella sua totalità, dove i protagonisti non sono due amici ma due ragazzi che si amano, la cosa che conta è che ne siano usciti vincitori.

Fortunatamente non hanno bisogno d'amore perchè già lo hanno, auguro loro di trovare l'agognata indipendenza economica che possa fargli continuare il percorso di coppia con la meritata serenità.

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agis
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Re: UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da agis » giovedì 23 marzo 2017, 20:43

Sì il post era interessante. Anche perché, se ridimensionassi il gay, finiresti necessariamente per ridimensionare anche l'etero, il bi... ^_^
Vabbè ragazzi io ormai son troppo vecchio per certe cose :roll: . Sbrigatevela un po' da soli suvvìa ^_^

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Gio92
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Re: UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da Gio92 » sabato 25 marzo 2017, 21:46

Bella storia, senza dubbio, è stata ammirevole la forza di entrambi.
Sono molto contento che questo ragazzo abbia sconfitto il tumore anche perchè spesso non è possibile sconfiggerlo al 100% , mi fa molto piacere e sono felice per lui.

Solo su una cosa non sono completamente d'accordo, ovvero su questa frase "essere gay è stata la cosa più bella che potesse capitarmi." Alla fine non è l'essere gay che è bello ma è la forza dell'amore che è bella, che vi ha fatto reagire e affrontare la malattia.

Cioè, io non vorrei fare il guastafeste ma vorrei far passare il messaggio alla comunità LGBT che l'amore gay non è diverso da quello etero e non è in funzione all'orientamento sessuale se ci si ama in un determinato modo. Probabilmente, se tu fossi stato etero e avessi avuto una ragazza malata di tumore avresti fatto la stessa cosa ma non avresti sottolineato l'omosessualità in tutto questo contesto.
Non è forte chi non cade, ma chi cade ed ha la forza per rialzarsi!

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agis
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Re: UN GAY RIDIMENSIONATO

Messaggio da agis » domenica 26 marzo 2017, 15:21

Sono d'accordo Gio. ^_^ L'amore gay non è diverso da quello etero perché l'amore è anch'esso una categoria che tutti si applica allo stesso modo un po' a ciò che si vuole e non un putto di nome Eros che si possa veder svolazzare in cielo con un arco ed una faretra. Nulla naturalmente da eccepire su questo diffuso iconismo. Non sarebbe certamente l'unico esempio di oggettivazione di categorie mentali. Gli antichi, nei loro politeismi più evoluti, oggettivavano spesso categorie mentali in forma divina. Nulla di male a patto di ricordarsene direi :)

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