Un anno fa

La realtà dei gay, storie ed esperienze di vita gay vissuta
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e^ip+1=0
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Un anno fa

Messaggio da e^ip+1=0 » venerdì 11 aprile 2014, 18:43

Guardate, alla vostra sinistra, i dettagli del mio profilo: fu esattamente un anno fa che m’iscrissi. Di quel giovedì 11 Aprile 2013 ricordo il tempo grigio, la mia scrivania debolmente illuminata da una finestrina che dà sui tetti e la mia testa che pulsava, in parte per l’emozione di ciò che stavo per fare, in parte perché avevo la febbre alta. Adesso, mentre scrivo dal sedile di un treno e fuori c’è il sole, tornare a rivivere i dettagli esterni di quei momenti: il sole velato, l’influenza, il legno del tavolino, è uno sforzo enorme ma indifferente, nel senso che porta fuori un passato talmente morto e sepolto da divenire per me quasi estraneo, come se non l’avessi mai vissuto. Se però cerco di ricordare meno i fatti e provo a ritornare alle sensazioni, ecco che allora una notevole differenza tra oggi ed allora la trovo, ed è talmente grande, direi immensa, da essere banale: oggi sono tranquillo, allora non lo ero.
Se mi guardo le dita in questo istante le vedo ferme, lunghe, sottili; allora invece tremavano, e il cuore mi batteva all’impazzata. “Ma cosa sto facendo?”, mi chiedevo. Iscriversi in un forum chiamato “Progetto gay”, io! Io, sì, il ragazzo modello, bravo negli studi, mai fonte di problemi, con una bella ragazza al fianco, forse per taluni (specialmente per i miei genitori) un po’enigmatico. In ogni caso, niente di sconvolgente, anzi, come un amico mi ha confessato pochi giorni fa: “prima di capire davvero chi eri, cosa stessi passando in quel periodo, invidiavo la tua vita di allora, pensavo che fosse meravigliosa, e non capivo i tuoi scatti di rabbia, i tuoi malesseri, le tue depressioni. A che pro? Che gli manca? mi chiedevo”. Chi conosceva, dietro la cortina luccicante, questi aspetti di me, credo li considerasse parte del mio carattere, per alcuni erano forse un vizio od un’espressione del mio essere perfezionista; io stesso credevo che fosse così, e tentavo di arginarli, ma avevo una sensazione sgradevole, dentro di me, dei miasmi che tornavano sempre fuori, qualunque cosa facessi. Insomma, facciata splendida, problemi che parevano senza causa, talvolta considerati dei lussi, dietro: nel complesso di che dovevo lamentarmi, parevano chiedermi le tante voci di chi viveva intorno a me? E qui torno a quella schermata, a quel mio battere di dita sulla tastiera del computer: mi stavo iscrivendo su un sito legato alla realtà gay. “Ma che fai?” parevano dirmi tutte le persone che conoscevo, attonite, in coro, nel mio cervello: “E la tua ragazza?” “Ma allora non sei come pensavo!” “Mio Dio, ma non eri tanto bravo e buono?!” “E che penserà Tizio, Caio, Sempronio…” “Zitti!”, pensai io, “con tutto questo casino in testa, col pensare continuamente a cosa gli altri avrebbero pensato di me, col difendere sempre la mia immagine perfetta, e quantomai falsa, non ho vissuto!” E lì mi sono bloccato. Ci avevo pensato più volte, ma allora il pensiero divenne chiaro come non mai: io per 22 anni non avevo vissuto, ero semmai sopravvissuto. Al mio interno avevo tanta tenacia e tanta energia, ed entrambe finivano per essere sempre utilizzate nel lottare contro me stesso. Se mi guardavo indietro vedevo battaglie a non finire, tutte portate avanti per nascondere a me stesso ciò che ero o per non vedere ciò che non funzionava; per un momento bello, facente parte della mia finta vita dorata, l’unica che si vedesse esteriormente, ve n’erano 20 orribili nella mia vita interna. In quel momento, quel giovedì di un anno fa, mi venne in mente come, circa quattro anni prima, io avessi finalmente cominciato (solo cominciato) a guardare in faccia la realtà, per accorgermi che la mia esistenza reale era un disastro, che fondamentalmente non esistevo.
Ricordai che un giorno, avevo 18 anni, dolorosamente, in un momento di disperazione, mi ero messo a fare un elenco di quello che non andava in me: pulsioni sessuali completamente represse con esiti disastrosi, paure compulsive e irrazionali che mi rovinavano letteralmente la vita e che non riuscivo a controllare, né internamente, né esternamente (ero pieno di tic), un male di vivere che, per quanto facessi, emergeva e mi rendeva depresso, privo di energie, incline a piangere senza ragione (quando ero solo), la presenza di scatti di rabbia immotivati e patetici, una forte incapacità di rapportarmi coi miei genitori. E tutto questo ogni giorno, non vi era un dì che non contenesse almeno una di tutte le cose che ho elencato. E, peggio ancora, non vi era quasi un bel momento che, immancabilmente, non appena avveniva, non fosse rovinato da una delle cose elencate. Nel complesso la mia vita era un bel troiaio, per usare un’espressione colorita e quantomai adatta, ben nascosto da orpelli dorati e magnifici.
E, come dicevo, quel giovedì 11 Aprile di un anno fa, mentre mi stavo per iscrivere su questo forum e riflettevo su quanto era accaduto quattro anni prima pensai: “ma allora, questa è l’ultima tappa!” Sì, era l’ultima, e anche la più difficile, delle tappe che mi avevano portato a ricostruire ed accettare me stesso. Dalla presa di coscienza, a 18 anni, che la mia vita interiore faceva pena a quel giovedì di un anno fa molte cose erano già state risolte. Le paure irrazionali, i disturbi compulsivi, che mi avevano assillato per circa sette anni (dai 12 ai 19 circa), erano scomparsi, non senza uno sforzo immane ed affrontato in totale solitudine. Avevo liberato la mia sessualità dal senso di colpa che per anni aveva gravato su di essa (dato principalmente dall’educazione cattolica), ma non ammettevo che, spontaneamente, le mie preferenze fossero rivolte verso il mio stesso sesso, cosicché mi ero impegnato in una relazione con una ragazza, negando ciò che avevo sotto gli occhi. Insomma, ero passato dal non esistere (ex-sisto, venire fuori, affermare il proprio essere) all’esistere a metà. E credevo di aver finito. Poi, come ho già raccontato in altri post su questo forum, m’innamorai di un ragazzo e capii che ciò che avevo fatto fino ad allora, dai 18 ai 22 anni, era molto ma che per esistere davvero avrei dovuto ancora percorrere molta strada. La tappa fisica, palpabile, di quest’ultimo e difficile passo, l’accettazine della propria omosessualità, è stata proprio l’iscrizione su questo forum.
Per ritornare al ricordo di quell’11 Aprile, rammento che, una volta scritto il mio primo post pensai: “ora smettiamo di raccontarcela eh? Ora cominciamo davvero a vivere!” E lì, per la prima volta, sentii venire giù qualcosa dentro di me, avvertii come il peso che portavo nel petto, al quale mi ero abituato tanto da non ricordare come potessi vivere senza, stesse cedendo. Riflettendo sulla mia vita passata mi sono accorto di non aver ascoltato mai me stesso prima di allora; per fortuna, se ho una qualità quando sono in una situazione difficile, è quella di uscirne in tempi relativamente brevi, purché io accetti di essere nel fango (cosa tutt’altro che scontata). In ogni caso, se ripenso ad un anno fa, vedo che le cose si sono aggiustate molto rapidamente dopo quell’11 Aprile; a Maggio, per la prima volta, mi guardai allo specchio e dissi chiaramente “sono gay!”, prima di allora non ero mai riuscito ad associare a me stesso quella parola, mi bloccavo terribilmente. Sentivo di aver spento come una lampadina, rivelandomi a me stesso, tutta la confusione che avevo dentro, ed infatti in quei giorni spesso pensavo: “che quiete! Che silenzio! Ma cos’è questa tranquillità che nasce in me? Dove sono le ansie?” Avete presente quando si provano tutte le chiavi di un mazzo per aprire una porta e non si trova quella giusta? Si fa forza, si richia di rompere qualcosa nella serratura; poi, ad un tratto, miracoloso, arriva lui, il chiavistello che, con naturalezza sconcertante, s’infila nella toppa e, molto delicatamente, quasi in maniera sorniona, apre l’uscio. Ecco, lì capii che avevo trovato la chiave adatta per me e pensai: “dunque… è possibile tutta questa tranquillità, è possibile intravedere la felicità”. Ero nato. Esistevo. Tutto intorno a me, a partire dal sole, dal cielo, dalle nuvole per arrivare all’intonaco di un palazzo, ad una risata udita per strada, appariva splendente, bello, definito, lucente, come a chi, vissuto per anni con la cataratta, avesse d’un tratto riacquistato la vista con un’operazione. Dopo la tranquillità giunse l’energia, tutte le forze che usavo per combattere contro me stesso vennero giù a cascata ed avvertivo una voglia di vivere, di esserci, di respirare, di far l’amore (e che fosse con un ragazzo!) di esistere, finalmente, appieno. Mi sentivo un bambino, avevo voglia di giocare con questa cosa sconosciuta chiamata vita. E, tuttora, anche un anno dopo, pur con altri cambiamenti, il mio stato di fondo è quello. Non solo, ma mi sono reso conto che la mia paura di essere giudicato male da chi mi stava intorno era totalmente ingiustificata: proiettavo sugli altri la paura che io avevo di me stesso. Nessuno dei miei amici, infatti, ha avuto la minima reazione negativa quando mi sono rivelato, anzi, ciò non ha fatto altro che rinsaldare ancora di più i rapporti.
Beh, ho detto tante cose un po’a caso, mi son venute in mente pensando a ciò che accadeva un anno fa, quando m’iscrissi. E ho scritto questo post per ringraziare tutti voi del forum, perché è bello scrivervi e leggere le vostre risposte, perché davvero qui mi sento a mio agio, perché, sebbene conosca di persona solo pochissimi di voi, è proprio una grande fortuna l’avervi scoperto.

barbara
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Re: Un anno fa

Messaggio da barbara » venerdì 11 aprile 2014, 22:17

Che belle parole e^p!!! (uso un diminutivo per non scrivere tutta la formula..)
Il primo che devi ringraziare è te stesso. Sei stato testardo e coraggioso e alla fine ce l'hai fatta.
C'è in te un mix di razionalità e di passione che ti porta ad affrontare la vita con un entusiasmo e una voglia continua di accettare ogni sfida e di prenderla come un'occasione . Un'occasione che ti si rivela solo se hai abbastanza fiducia in te stesso da saper vedere al di là degli ostacoli che il cambiamento inevitabilmente porta con sé.
Penso che il meglio deve ancora venire e saremo qui ancora a leggere e farci stupire dai tuoi racconti meravigliosi.
un grande in bocca al lupo per tutto :)
B

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xup
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Re: Un anno fa

Messaggio da xup » sabato 12 aprile 2014, 1:42

Grazie :) il bello di appartenere a questa comunità virtuale è anche leggere post come questo. Attendo notizie dei tuoi prossimi successi, perché con questo spirito non mancheranno di certo :)

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Stampy
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Re: Un anno fa

Messaggio da Stampy » sabato 12 aprile 2014, 11:00

è bello leggere queste cose....e vedere che non si è soli a questo mondo! ;)
La vera misura di un uomo si vede da come tratta qualcuno da cui non può ricevere assolutamente nulla in cambio.
my dream

derkleineBaum
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Re: Un anno fa

Messaggio da derkleineBaum » sabato 12 aprile 2014, 13:40

Tutto questo lungo viaggio è un po' un ritorno a casa, no? ;)
E' un'espressione un po' abusata, ma per questo "primo compleanno" (parola cui, so, preferiresti "genetliaco" :P ), te lo dico un "ad maiora" va!
http://www.youtube.com/watch?v=z6prwpfTfwE
Resta con te,
insieme a te ...

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Blackout
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Re: Un anno fa

Messaggio da Blackout » sabato 12 aprile 2014, 15:33

Carissimo e^ip mi fa veramente piacere sentire come tu stia meglio e hai preso coscienza dei tuoi passi avanti. Eh già, un anno è passato e hai compiuto in questo tempo uno sviluppo che in tanti altri non eri riuscito a compiere...ecco questo ti deve far capire quanto sei forte e tenace, quanto tu sia sulla giusta strada da percorrere. Ti auguro di poterci scrivere storie sempre più positive sul tuo cammino. :)
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te. (P. Coelho)

Chrono
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Re: Un anno fa

Messaggio da Chrono » sabato 12 aprile 2014, 17:20

davvero delle belle parole ^^
Tentare è sempre meglio che scappare.
Tentare per non rimpiangere.
Tentare per sorridere.
Tentare con coraggio.

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e^ip+1=0
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Re: Un anno fa

Messaggio da e^ip+1=0 » domenica 13 aprile 2014, 15:11

Mando un abbraccio virtuale ad ognuno di voi ;)

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progettogayforum
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Re: Un anno fa

Messaggio da progettogayforum » domenica 13 aprile 2014, 18:12

Grazie e^ip+1=0!! Leggere un post come il tuo è una cosa graditissima, che ripaga di tante fatiche e di dante disillusioni. Vedere un gruppo così, di persone serie che vogliono essere se stesse e vogliono vivere la loro vita, mi fa pensare che la vita ha veramente un senso anche per i gay, se è la vita che vogliamo veramente!! Sono proprio contento che tu sia fra noi!! :D

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