Amicizia su internet: LA MIA STORIA

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Geografo
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Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da Geografo » lunedì 12 gennaio 2015, 4:12

Vi avviso che il testo è molto lungo, ma vale la pena leggerlo.

Sono sempre stato molto solitario. In realtà, da piccolo non lo ero affatto, e all'asilo ero ricordato come un bambino molto espansivo e pieno di amici. Quando facevo le elementari, però, mio padre fu colpito da un infarto. Faceva il medico in ospedale, quindi faceva tantissime notti in ospedale, e anche se so che il mio giudizio può sembrare poco oggettivo, posso dire che mio padre è davvero una bravissima persona e un bravissimo medico.
A causa dello stress causato dal lavoro, come avevo detto, un giorno ebbe un infarto. Fortunatamente non morì, e quindi decise di andare in pensione (anche perché ormai gli anni si facevano sentire).
Di conseguenza, cominciai a passare le mie intere giornate, fin dalla seconda elementare, con mio padre. Lui, un po' per via del suo carattere, un po' per via dell'infarto, era un uomo molto solitario e rigido. Assorbii quindi questo carattere, e divenni un ragazzo molto estroverso e scherzoso con gli altri, ma di per sé solitario, e se in questo momento qualcuno mi chiedesse di dire il nome di un mio amico, be, non saprei rispondere.
Nei momenti di solitudine, mi sono sempre detto: "Ce l'ho fatta finora da solo, quindi di amici non ne ho bisogno", e questa frase mi aiutava ad avere la forza di andare avanti. In realtà, io ci provavo ad avere amici, dato che non sono per niente timido. E allora sono andato a fare nuoto, karate, basket, gli scout... ma niente da fare. Non riuscivo a legarmi con nessuno. Quindi, alla fine, ero riuscito a farmi bastare me stesso, e stavo bene così.
Ma alla fine, la solitudine non piace a nessuno. E soprattutto, a nessuno piace avere tutti i giorni la solita routine quotidiana tra scuola, compagni di classe competitivi e poco amichevoli, e interi pomeriggi a casa a non fare niente.
Pensavo queste cose mentre stavo in Calabria, a casa di parenti.
Perché, alla fine, è difficile avere 16 anni ed essere omosessuali, ma sinceramente di ciò non mi ero mai fatto un problema, anzi. Nessuno sa della mia omosessualità, ma mi va benissimo così, non vedrei il motivo per cui dirlo.
Però, per una volta, avrei voluto avere qualcuno con cui poter parlare faccia a faccia di questo argomento. Non una persona qualsiasi, ma un ragazzo gay come me.
Non cercavo una relazione, affatto. Non sono uno di quelli che è alla disperata ricerca dell'amore e, come trova un ragazzo gay, immediatamente ci si deve mettere insieme. Cercavo solamente qualcuno con cui potermi confrontare, ed ero curiosissimo di conoscere "un mio simile": come penserà? Come sarà la sua vita? Vive la sua omosessualità con disagio oppure con spensieratezza, come me?
Eppure, trovare un ragazzo gay per una chiacchierata era un'impresa davvero ardua. Di affidarmi a siti d'incontri e social network per gay (leggasi, per entrambi, "ghetti"), non se ne parlava. Avevo capito che i mezzi per conoscere ragazzi gay non esistevano, dato che quei siti erano pieni solo di persone che cercavano sesso, e poi, li consideravo appunto dei ghetti. Allora mi sono detto: "Bene, se i mezzi per conoscere "un mio simile" non esistono, allora li inventerò io".
Decido di crearmi un profilo su Yahoo Answers e, una volta fatto, pubblico una domanda in cui dico che cerco ragazzi gay o bisessuali a Roma che cerchino un confronto. Nel testo della domanda metto anche l'e-mail che mi ero appositamente creato.
Passa un po' di tempo, e vado a controllare la mia e-mail. Vedo l'e-mail di un ragazzo di 15 anni di Roma. Dopo un po' di tempo decido di rispondergli, e gli parlo un po' di me, della mia vita. Gli dico che sono appassionato di elettronica e di cellulari, che sto sempre a fare a botte con quel deficiente di mio fratello e che alla fine un po' sono contento di essere omosessuale, perché con un ragazzo mi ci trovo anche bene a livello di interessi, mentre le ragazze le trovo terribilmente noiose.
Dopo un po' lui mi risponde (questo è l'esatto corpo della lettera):

"Oi ciao Ti rispondo un po' in ritardo anche io e... Beh dopo il poema che mi hai scritto non posso fare altro che scriverne un altro. Allora io ho 15 anni e faccio il secondo liceo, sempre al classico. Ho una sorellina piccola di 7 anni che rompe sempre le scatole. Mi piace molto la scherma (non so se hai presente, quello sport con le spade) e la faccio da dieci anni. Anche io ho il tuo problema ovvero che intorno a me tutti sembrano essere dei maschioni etero con cui non riesco ad essere mai me stesso. Piacerebbe molto incontrarci anche a me e, a come prima impressione mi sei sembrato molto simpatico anche te! P.S. Sei di Roma?"

Decido di rispondergli dandogli il mio nickname di Kik (per chi non lo sapesse, è un'applicazione per il cellulare con le stesse funzionalità di Whatsapp, con la differenza che al posto di un numero telefonico si usa un nickname).
Lì ci mettiamo a parlare, e cominciamo a parlare delle nostre vite.
Continuiamo così per qualche giorno, finché gli scrivevo anche quando stavo a tavola al ristorante coi parenti oppure quando stavo a casa dei miei zii, e ci scrivevamo fino alle 2 del mattino.
Gli raccontavo della mia vita, e lui mi raccontava della sua.
Io gli racconto dell'infarto di mio padre, di quanto mi piaccia l'elettronica, e che da grande vorrei fare l'avvocato, lavorando in ambito internazionale.
Lui mi dice che gli dispiace per mio padre, che a lui l'elettronica non piace ma che è appassionato di macchine, però anche lui da grande vuole fare il mio stesso identico lavoro, ovvero l'avvocato in ambito internazionale.
Mi scriveva lui la maggior parte delle volte, e io conversavo tranquillamente, lui invece era più di poche parole, ma si notava che era molto incuriosito nel conoscermi.
Un giorno chiede come sono fisicamente, solo per farsi un'impressione. Gli dico:
"Ho gli occhi azzurri, i capelli castano chiaro e sono 1.70, te?"
E lui: "Io ho gli occhi marroni, i capelli castani e anche io sono 1.70".
Dopodiché mi chiede una mia foto. All'inizio sono un po' titubante, ma poi accetto.
Lui risponde con un: "Wow".
E io: "Grazie del wow, ahaha! Tu hai una foto tua dove ti si vede bene? Perché nella foto del profilo non ti si vede granché".
Mi manda allora una sua foto. Un ragazzo normalissimo, con un'aria innocente. Insomma, ero contento, finalmente avevo trovato "un mio simile" che cercava qualcuno con cui farsi una chiacchierata, come me.
Mi chiede: "Ma tu vorresti che ci incontrassimo?".
La domanda sembrava come se ci fosse il secondo fine di cercare una relazione, quindi gli rispondo prontamente: "Io cerco semplicemente qualche ragazzo gay con cui possa confrontarmi".
Mi dice se possiamo vederci a Roma, e io gli dico: "Io non abito proprio a Roma, ma in una cittadina vicina, a un'ora da lì. Comunque adesso sono in Calabria da parenti, però quando vado a Roma, per me di incontrarci va benissimo".

I giorni passano, e ero sempre più emozionato e coinvolto nelle chat con lui. Tuttavia, una volta sono rimasto colpito da una domanda che mi ha fatto. Infatti, gli avevo detto che mio fratello abita a Roma e che avrei dormito da lui quel giorno, quindi mi fa:
-Ma quando ci vediamo casa di tuo fratello è libera? Lavora quel giorno tuo fratello?
-No macché ahahaha, mio fratello fa l'università e divide la casa con i suoi coinquilini universitari, quindi la casa non è mai libera! Ma perché questa domanda?
-No, così.
-Casa tua è libera invece?
-No.

Ovviamente non sarei mai andato a casa sua, era solo per chiedere. La prima cosa che ho pensato è che fosse un ragazzo terribilmente ingenuo: personalmente, non andrei mai a casa di qualcuno conosciuto in chat, per di più il giorno stesso del primo incontro.
Comunque, mi ero un po' affezionato a questo ragazzo, mi aveva anche mandato gli auguri di capodanno. Insomma, ero contento.

Una chat che mi ricordo era stata questa:
Lui: -Hai mai baciato un ragazzo?
Io: -No...te?
-No.
-Una ragazza invece?
-In prima media...ma ero piccolo. Te?
-Diciamo che mi sono frequentato con qualche ragazza ahaha, ma no.
-Vuoi dirmi che non hai mai dato il primo bacio?!
-C'ero vicino, ahahahaha. Una volta ero uscito con una ragazza e ad un certo punto lei si era accoccolata sul mio petto. Ma non la baciai.
-Potevi buttarti!
-Eh, lo so. Lei poi era davvero bella. (Le mando una foto della ragazza). Questa foto gliela feci io in camera mia.
-È carina!
-Lo so.

Finalmente si avvicina la data dell'incontro. Alle 6 del mattino prendo con mio cugino e mia madre il pullman per tornare dalla Calabria al Lazio. Saremmo arrivati a Roma e a quel punto avremmo preso l'autobus per tornare nella nostra città.
Chiedo a mio fratello se, una volta arrivati, io posso restare a Roma e dormire da lui, dicendogli che sarei tornato a casa il giorno dopo nel pomeriggio, prendendo l'autobus da solo. Mia madre era d'accordo e mio fratello pure.
Insomma, finalmente avrei incontrato, come dicevo io, "un mio simile". Ed ero davvero ansioso.

Una volta arrivato a Roma, alla Stazioen Tiburtina, saluto mio cugino e mia madre e prendo l'autobus per andare a casa di mio fratello. In realtà lui abita in un'altra zona di Roma, molto lontana da lì, ma prendendo la metro avrei dovuto fare dei cambi e, non essendo molto pratico, ho preferito prendere l'autobus (che ci ha impiegato la bellezza di un'ora). Stupidamente, scendo anche alla fermata sbagliata quindi mi tocca anche fare 20 minuti di camminata con un valigione pesantissimo.
Una volta arrivato a casa di mio fratello, ci salutiamo, e noto che con lui c'è anche la sua ragazza.
Mi invitano a fare con loro un aperitivo (mio fratello voleva chiaramente farsi perdonare dato che l'ultima volta avevamo fatto a botte e mi aveva fatto male!), e io accetto di buon grado. Arriviamo subito a Ponte Milvio e lì ci mangiamo panini, pizza e altre golosità. Ma io pensavo in continuazione all'incontro che avrei avuto l'indomani.
La stessa sera, mi scrivo con quel ragazzo per regolarci sull'appuntamento.
Io: -Ehy!
Lui: -Scusa, stavo leggendo, dimmi.
-Che cosa leggevi?
-Percy Jackson.
-Ah bello, io ho visto il film. Comunque, come ci regoliamo per domani? So che già ce l'eravamo detto, ma vorrei essere sicuro.
-Allora, prendi la metro e vieni da me, abito a Prati. Devi scendere a Ottaviano, è facile.

Che fosse facile l'avevo capito, ma non ero molto pratico, dato che a Roma ci ero sempre stato in compagnia di mio papà, mentre molto raramente ci ero capitato da solo. Fortunatamente avevo scaricato un'applicazione per il cellulare che mi faceva capire come dovevo muovermi per Roma, e questo mi aiutava di molto.

Il giorno dopo faccio colazione, poi pranzo e infine vado a prepararmi per l'appuntamento, che era stato fissato per le 4. Mi faccio la doccia e poi mi lavo i denti. Mi metto addosso i jeans, una felpa rossa comprata in Calabria, una giacca comprata con papà, una sciarpa nera e un berretto grigio. Mi guardo allo specchio e penso che stavo davvero bene.
Quando sto per uscire, dico a mio fratello e alla sua ragazza che sarei andato ad un appuntamento con una ragazza conosciuta quest'estate e che era di Roma.

Prendo la metro a Cornelia (vicinissima a da casa di mio fratello), ero nervosissimo.
Il viaggio in metro mi sembrava lunghissimo. Finalmente poi sento dire: "OTTAVIANO".
Scendo dalla metro e finalmente arrivo a Ottaviano. Noto che però erano le 3 e già stavo lì, quando l'appuntamento era alle 4. Il fatto è che pensavo che mi sarei perso o che avrei combinato qualche casino come mio solito, quindi ero venuto in anticipo. Decido di mandargli un messaggio, dicendogli che ero già arrivato. Lui mi risponde che adesso si veste e scende di casa.
Nel frattempo mi faccio un giro. Certo che Prati è davvero un bel quartiere!
Mi rasserenava di aver conosciuto un ragazzo che abitasse lì. Non mi piace essere classista, però almeno così sapevo che non veniva da qualche brutto quartiere e che viveva quindi in una famiglia "in buone condizioni".
Mi faccio un giro e arrivo fino a una piazza dove si intravedeva il Vaticano.
Mi arriva un messaggio:
-Dove sei?
-Sto in una piazza da cui si vede il Vaticano ahaha, non so come si chiami.
-Ah, piazza del risorgimento.
-Io ho un berretto grigio, comunque aspetta che torno all'entrata della metro, dato che era lì l'incontro.

Mi dirigo verso la grande "M" rossa che indicava l'entrata della metro. Avevo il cuore a mille, in quel momento ho pensato: "Ma chi cazzo me l'ha fatto fare?!", avrei voluto scappare. Ma ormai non potevo più tirarmi indietro.
Vado a passo veloce verso la grande M quando ad un certo punto sento uno che mi fa: "Oh, ciao".
Alzo lo sguardo, e vedo un ragazzo, alto quanto me, con un cappotto rosso, e che mi guarda quasi spaurito.
Io esordisco con un: "Oh, ciao, certo che ho fatto un bel casino a venire così presto ahahaha", e anche lui sembra ridere.
Cominciamo ad incamminarci, e cerco subito di colmare i vuoti, fortunatamente sono un buon coversatore:
-Certo che hai fatto subito a trovarmi!
-Io abito lì! (Mi indica una via)
-Cazzo! Magari ci abitassi io!
Effettivamente abitava in una via davvero centralissima e molto bella, a due passi dalla metro e a Prati, ero rimasto un po' sconvolto. Ma ripeto, questo mi dava l'idea che non fosse un ragazzo con cattive intenzioni, dato che abitava nella "Roma bene".
Gli dico: -Va be dai, andiamo al Mc Donald's. Dove sta? Orientami tu che io non ci capisco molto di questa zona.
-A me veramente non va di andare al Mc Donald's.
-Ma io ho fame. Quello stronzo di mio fratello mi ha solo fatto un piatto di pasta, e per il resto ha pensato a pomiciare con la sua ragazza ahahaha.
Arriviamo al Mc Donald's e chiacchieriamo. Fortunatamente so incalzare nelle conversazioni. Facciamo la fila e, quando compro il menù, gli chiedo se vuole qualcosa che gliela offro, ma mi dice che sta a posto.
Dopodiché ci mettiamo in un tavolino al piano di sotto a parlare. Inizialmente parliamo di scuola, e dei troppi compiti. Ad un certo punto, mentre parliamo, per sbaglio faccio cadere la coca cola, e la mia felpa un po' si bagna. Mi metto a ridere e lui si offre di darmi un fazzoletto. In quel momento ho pensato che lui si trovava a mio agio a stare con me, e questo mi faceva piacere perché non c'erano silenzi imbarazzanti.
Gli chiedo se vuole una patatina, e lui dice di sì. Era anche stato molto gentile perché, quando scendevamo al piano di sotto, aveva portato lui la mia sciarpa e il mio berretto.
Usciamo dal Mc Donald's e continuiamo a parlare, e gli racconto un po' di me, della mia famiglia, e del fatto che l'altra volta io e mio fratello ci eravamo messi le mani addosso come al solito e una passante aveva chiamato la polizia perché pensava che fosse un episodio di violenza domestica, ahahaha. Anche lui ride e commenta la situazione.
Passiamo per un negozio di orologi, e faccio: "Ah, ma io qui ci sono stato con papà!", e gli dico che sono appassionato di orologi e che lui mi ha trasmesso questa passione. Rimaniamo un po' lì e poi ce ne andiamo, adesso capivo dove mi trovavo. C'ero stato spesso da quelle parti. Passiamo anche per Piazza Cola di Rienzo, e gli dico: "Da piccolo la chiamavo Piazza Coca Cola, ahahaha".
La cosa buffa è che sembravamo due amici che uscivano in giro, senza parlare dell'argomento "omosessualità", quando alla fine ci eravamo conosciuti per quello. Ho cominciato io, involontariamente, a parlarne, dato che era spuntato fuori l'argomento Chiesa e lui aveva affermato di essere credente (mentre io non lo sono). Parlando, gli dico che c'è la Chiesa Valdese che è pro all'omosessualità, e lui sembrava particolarmente incuriosito. Gli dico anche che non mi piace la parola "gay", e lui mi dice che non la pensava come me.
Insomma, erano tutti argomenti molto soft, e poco dopo abbiamo continuato a parlare del più o del meno, tipo:
Lui: -Hai mai suonato qualcosa?
-Sì, il clarinetto, ma non mi piaceva, i miei mi avevano costretto, ahaha. Te?
-Ho suonato il pianoforte!
-Ammazza, bello! Eri bravo?
-Abbastanza!
"Abbastanza" era una parola che diceva spesso, a distanza di 10 giorni ancora ricordo come la pronunciasse. Mentre passeggiavamo, alzava spesso la testa dato che ogni tanto un ciuffo gli dava fastidio ad un occhio.
Arriviamo fino a Via Del Corso, e mentre parlavamo, prendevamo un po' in giro i passanti, dalla signora con le labbra stra rifatte, al bambino di dieci anni che vestiva già tutto firmato.
Siamo stati anche in un negozio di videogiochi, dato che sa che mi piacciono. Poi siamo passati alla Galleria Alberto Sordi e ne approfittiamo per andare da Feltrinelli, ma alla fine ci rimettiamo tutti e due a vedere i videogiochi e non i libri. Esordisco con un: "Per fortuna che eravamo venuti per i libri ahahahaha".
Poi siamo anche andati in un negozio di scarpe da calcio, mi dice che lui è bravo come portiere, e io gli dico che a me piace fare il difensore. Lui mi risponde dicendo che era il ruolo in cui era meno bravo.

Non so perché, ma ero felice. Mi sembrava di avere dei raggi x, e di poter sapere che il ragazzo con cui stavo passando la giornata, era gay. Insomma, finalmente avevo un amico con cui chiacchierare, ero contento.
Volevo anche comprare uno degli apparecchi che venivano venduti dai marocchini per caricare il cellulare, ma lui ogni volta mi diceva: "Oh, te l'ho già detto che ce l'ha un mio amico e fa schifo! Ahahaha".

Poi, non so perché, lui era diventato strano. Erano le 5 e mezza. Improvvisamente sembrava essersi stufato della mia presenza. Non capivo. Io avrei reso eterno quel momento, e invece lui sembrava essersi stancato. Non lo aveva esplicitamente fatto vedere, ma lo avevo percepito. Tant'è vero che non parlava più, e avevano cominciato a crearsi dei silenzi imbarazzanti in cui io parlavo e lui rispondeva con due parole secche.
Voleva tornare a casa, e avevo pensato: "Forse si sarà stancato, capita, alla fine abbiamo camminato molto". Sembrava volesse tornare a casa a tutti i costi quasi, eppure non aveva niente da fare. Usa il mio cellulare per cercare la metro più vicina, ma non ci riesce. Quindi, va a chiedere a un vigile quale sia più vicina tra Piazza del Popolo e Piazza di Spagna per prendere la metro, e il vigile gli risponde la seconda. Io e lui ci incamminiamo.
Di quella camminata, ricordo solamente che questa conversazione:
-Per fortuna non è rimasto alcun segno della Coca Cola sulla felpa, ahaha. L'avevo presa in Calabria, in un negozio di felpe.
-Be, è carina.
-Comunque sai perché questa si chiama Via Dei Condotti?
-Uhm... perché c'era un acquedotto?
-Sì! Ahahaha. Comunque, dove abito io, avrei paura ad uscire da solo con un ragazzo. Non che ci sia niente di male, però sai, mi farei un sacco di pippe mentali. Purtroppo abito in un buco. A mio fratello ho detto che uscivo con una ragazza.
-Ah, io ai miei ho detto che uscivo con gli amici.
Poi prendiamo la metro, e mi lamento con lui perché aveva dato dei soldi a una che chiedeva l'elemosina, ovviamente in maniera ironica, dato che io non do mai niente a questa gente.
Mentre stiamo nella metro, lui si siede accanto a me, poi arriva a Ottaviano e mi saluta.

Me ne torno nella mia cittadina. Passano i giorni, e lui non si fa sentire. Gli avevo mandato un messaggio in cui dicevo che non ne potevo più dei compiti, ma lui aveva letto e non aveva risposto. Per una settimana rimango chiuso in casa, depresso. I miei si erano anche preoccupati del mio cambio di umore.
L'unico "mio simile" che ero riuscito a trovare nella vita, era sparito.
Ero così felice di aver trovato qualcuno come me, volevo sapere tutto della sua vita, ero curioso.
Non avevo più nemmeno la forza di fare i compiti o di studiare, e per una settimana sono rimasto nella mia camera.

Un giorno decido di fare una ricerca del suo nickname di Kik su Google.
Ed è da lì che rimango sconvolto.
Riesco a scoprire che aveva un profilo di Yahoo in cui aveva un altro nome. Vado a vedere le sue domande, e risultavano tutte innocue (in una, ad esempio, diceva di essersi innamorato di un suo amico, ed era una domanda di 2 mesi fa).
Ma è quando vado a leggere le risposte che sto... senza parole. Rispondeva a domande di incontri sessuali, oppure a domande del genere: "Ci sono ragazzi che si vogliono fare una sega insieme a me?", oppure a domande di incontri sessuali a Roma, in cui lasciava la sua e-mail. Ed erano davvero tante le risposte di questo genere. Addirittura, c'era una utente che aveva messo la foto del suo pene e lui aveva risposto: "Cazzo, mi dai la tua e-mail??".
Andando a vedere la mia casella di posta, ho notato che mi aveva scritto due e-mail in realtà: una con il contatto falso sopracitato, l'altro con l'e-mail in cui c'era il suo nome e cognome.
Non ci potevo credere.
Era un ragazzo così... normale.
Adesso capivo tutto. Adesso capivo perché mi avesse chiesto se casa di mio fratello era libera. Adesso capivo perché, dopo un po', si era stufato di me capendo che "non c'era trippa per gatti" e che ero lì per una chiacchierata.

Decido di scrivergli su Kik:
"Senti, se cercavi sesso, almeno potevi dirmelo e a quel punto non ci si sentiva più. Tanto adesso le ho viste le risposte che hai dato su Yahoo Answers. Ammetto che mi dispiace, perché l'unica cosa che volevo era un amico dato che non avevo mai conosciuto "un mio simile". Però tu almeno potevi dirmi le tue reali intenzioni. Con questo ho detto tutto. Ah, comunque fai abbastanza pena a cercare sesso con sconosciuti alla nostra età".

La sua risposta (dopo più di 10 ore, finalmente aveva letto il messaggio): "Non hai capito niente".
Io: "Eh?"
Lui: "Evidentemente tu non sei quello giusto per me e io quello giusto per te"
Io: "Ma io cercavo solo un ragazzo con cui confrontarmi. Poi spiegati meglio, come minimo rispondi".
Lui: "Sto studiando storia. Non ora"
Io: "Comunque prima non rispondevi così. Io chiedo solo spiegazioni".

Mi sono sentito uno stupido. Papà mi aveva sempre raccomandato di non incontrare gente conosciuta su internet... ma io gli avevo disobbedito. E avevo fatto una stronzata colossale.
Eppure, sembrava un ragazzo così normale.
Addirittura, mi aveva fatto vedere come parlava bene il francese leggendo una scritta in francese, e mi aveva detto che lui frequentava il convitto di Roma dove si ottiene il doppio diploma italiano e francese. Ero rimasto così interessato all'idea che avevo anche detto ai miei che ci volevo andare e loro erano favorevoli, e che sarei tornato a casa nel weekend.
Non riuscivo in alcun modo a collegare il ragazzo conosciuto nella realtà con quello visto su internet e, ancor più, con quello che mi aveva risposto.
Tra l'altro io non volevo un appuntamento e non cercavo un ragazzo, ma qualcuno con cui poter chiacchierare. Dico davvero. Volevo solo parlare con un ragazzo gay come me.
Ma davvero, non riuscivo a capacitarmi che dietro quel ragazzo si nascondesse una persona del genere.
E io che pensavo a quei momenti in cui siamo andati nel negozio di scarpe da calcio oppure a sentire la musica in un negozio di cd e ridevamo perché le cuffie del jukebox facevano cagare e non funzionavano.

È passata solo una settimana da quando l'ho visto, e della sua personalità nascosta ne ho saputo solo ieri.
E io che ero stato male per una settimana dato che non mi rispondeva. Avevo dato a quell'incontro una valenza che per lui non esisteva affatto.
Addirittura, quando stavamo in giro, gli si era un po' strappato il cappotto e mi disse: "Va be... dai, lo farò aggiustare da mia mamma". Mi fece tenerezza, giuro.
Era un ragazzo normalissimo, in apparenza.

Da questo momento in poi ho deciso che non incontrerò mai più persone conosciute online. Spero che la mia esperienza sia di lezione a tutti quanti.

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da progettogayforum » lunedì 12 gennaio 2015, 17:42

Veramente molto bello!!! :D Ti chiedo il permesso di inserirlo nel Manuale di PG "Essere Gay". La storia è molto concreta e potrebbe essere utile a tanti ragazzi.

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da IsabellaCucciola » martedì 13 gennaio 2015, 12:20

Allora Geografo,
Sono indecisa su cosa scriverti, la prima cosa che posso dirti è che il senso di amarezza ti porta a vedere tutto in una luce negativa, e quindi, ha ragione o torto, hai deciso di non incontrare mai più persone conosciute in Rete, però vorrei dirti che non tutte le persone sono così. È naturale, quando ci hanno ferito, tendere a generalizzare e decidere di isolarsi da certe forme di conoscenza.
Riguardo al ragazzo che hai conosciuto, si è comportato scorrettamente, perché se fosse stato onesto dall’inizio non avrebbe perso tempo né lui, né lo avrebbe fatto perdere a te.
Mi sono sentito uno stupido. Papà mi aveva sempre raccomandato di non incontrare gente conosciuta su internet... ma io gli avevo disobbedito. E avevo fatto una stronzata colossale.
Tu non hai fatto una stronzata colossale, hai fatto una cosa normalissima, hai cercato una persona con cui poter parlare.
Tra l'altro io non volevo un appuntamento e non cercavo un ragazzo, ma qualcuno con cui poter chiacchierare. Dico davvero. Volevo solo parlare con un ragazzo gay come me. Ma davvero, non riuscivo a capacitarmi che dietro quel ragazzo si nascondesse una
persona del genere.
Allora, lo so che quello che ti scriveò ti sembrerà strano, il ragazzo che hai conosciuto è normale, è solo un ragazzo che sta vivendo la sua sessualità come i suoi compagni etero, né più né meno... Parliamoci chiaro, a 16 anni è normale avere pulsioni sessuali, voler esplorare la propria sessualità, la cosa che è diversa fra etero e gay, è che se un ragazzo etero cerca di vivere la propria sessualità, viene vista come una cosa normale, e nessuno gli dice nulla, se lo fa un ragazzo gay, viene giù il mondo.
Lo sbaglio che ha fatto questo ragazzo è stato di non essere sincero, e ti avrebbe risparmiato anche di stare male perché pensavi di aver trovato qualcuno che ti potesse essere amico.
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da Geografo » martedì 13 gennaio 2015, 16:42

In risposta Project:

Per me va benissimo :)
Solo una cosa: ti va bene questo testo o preferisci che ne faccia uno che sia più corto? Se questo va bene, permettimi di fare qualche ritocco in questi giorni (ci sono degli errori di battitura e magari vorrei aggiungere anche qualche altra cosa interessante).

In risposta a Isabella:
Sono d'accordissimo con te sul fatto di non generalizzare e che non tutte le persone siano così, ma ormai ho capito che incontrare persone conosciute su internet è davvero pericoloso. Per carità, non sempre, ma ti posso assicurare che il ragazzo in questione sembrava davvero tranquillo e normalissimo. Non mi sarei mai aspettato che fosse così. Quindi, anche se non bisogna generalizzare, bisogna stare sempre all'erta.
IsabellaCucciola ha scritto:Allora, lo so che quello che ti scriveò ti sembrerà strano, il ragazzo che hai conosciuto è normale, è solo un ragazzo che sta vivendo la sua sessualità come i suoi compagni etero, né più né meno... Parliamoci chiaro, a 16 anni è normale avere pulsioni sessuali, voler esplorare la propria sessualità, la cosa che è diversa fra etero e gay, è che se un ragazzo etero cerca di vivere la propria sessualità, viene vista come una cosa normale, e nessuno gli dice nulla, se lo fa un ragazzo gay, viene giù il mondo.
Non la penso come te. Qui non si tratta del fatto di essere gay o di essere etero, qui parliamo del fatto che secondo me non è normale che un ragazzino cerchi su internet incontri sessuali con sconosciuti. Magari sarebbe stato diverso se avesse avuto, non so, 20 o 25 anni, ma uno di 15 anni che cerca su internet incontri sessuali ha seriamente dei problemi. So cosa significa avere gli ormoni a mille dato che io ce li ho in continuazione, ma secondo me qualsiasi ragazzo gay sarebbe curioso di conoscere un altro ragazzo gay. Il fatto che lui non abbia dato alcuna valenza all'incontro e che preferisca cercare su internet gente con cui fare sesso e basta, non è normale, secondo me si dovrebbe andare da uno psicologo, dico seriamente.

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da IsabellaCucciola » martedì 13 gennaio 2015, 17:48

Allora...
I motivi per cui cui quel ragazzo cerca solo sesso possono essere molteplici, per alcuni ragazzi il conoscere altri ragazzi passa prima per la sperimentazione sessuale, anche fermandosi molto prima del sesso... Molti ragazzi non se la sentono di affrontare altri ragazzi gay, perché parlando insieme si crea un “lavoro di introspezione”, vengono a galla i problemi, le ansie, mentre il semplice sesso rende tutto più “semplice”.
Con questo non voglio difendere quel ragazzo, che si è comportato male, però mi viene anche in mente quanti ragazzi etero di quell’età vanno in discoteca non solo per ballare...
Una volta la pensavo come te su certe cose e ne avevo paura, però essendo arrivata ad avere il doppio dei tuoi anni mi sono resa conto che alla fine il sesso è una cosa naturale, sia che si faccia per piacere o per amore.
Ogni sera quando mi ferisco una parte di me si chiede cosa stia facendo, ma io non so cosa risponderle. Guardo il sangue colare dalla ferita, colare a terra, goccia dopo goccia, come una clessidra.

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da progettogayforum » martedì 13 gennaio 2015, 18:10

Allora, Geografo, aspetto il nuovo testo. Non c'è nessun bisogno di ridurre la dimensione dello scritto, perché lungo così è molto coinvolgente e penso che accorciarlo sarebbe un po' come rovinarlo. Mi puoi mandare il nuovo testo via mail, se vuoi, l'indirizzo lo trovi nella home del forum. GRAZIE!! :D

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da Geografo » domenica 1 febbraio 2015, 21:49

IsabellaCucciola ha scritto:Una volta la pensavo come te su certe cose e ne avevo paura, però essendo arrivata ad avere il doppio dei tuoi anni mi sono resa conto che alla fine il sesso è una cosa naturale, sia che si faccia per piacere o per amore.
Isabella, non sono il ragazzo a cui il sesso fine a se stesso fa schifo, anzi! Anche io come quel ragazzo ho gli ormoni a mille dato che ho 16 anni e, se vogliamo dirci le cose papale papale, la stragrande maggioranza delle volte ragiono più col pisello che con la testa. Ma almeno le prime esperienze, soprattutto nell'adolescenza, voglio farle con un ragazzo che mi piace e a cui io piaccio. Tanto poi ho tutto il tempo di andare a letto con qualcuno solo per il semplice piacere, e ripeto che non è una cosa che disdegno, anzi! Ma almeno all'inizio io voglio fare l'amore, non voglio fare sesso. Ripeto, tanto ho tutto il tempo.
progettogayforum ha scritto:Allora, Geografo, aspetto il nuovo testo. Non c'è nessun bisogno di ridurre la dimensione dello scritto, perché lungo così è molto coinvolgente e penso che accorciarlo sarebbe un po' come rovinarlo. Mi puoi mandare il nuovo testo via mail, se vuoi, l'indirizzo lo trovi nella home del forum. GRAZIE!! :D
Project, ti chiedo scusa ma con la scuola sono davvero indaffarato e ho anche tanti altri impegni. Forse ci vorrà un po' di tempo ma ti prometto che un giorno ti mando il testo revisionato, soprattutto voglio aggiungerci molte altre cose interessanti che qui non ho messo, tanto penso che da parte tua non ci sia fretta!

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progettogayforum
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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da progettogayforum » domenica 1 febbraio 2015, 23:08

Tranquillo Geografo, non ho nessuna fretta e poi capisco benissimo che ci sono altre priorità. Che ne verrà fuori una cosa ancora più interessante lo do per scontato! :D

gecko
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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da gecko » mercoledì 4 febbraio 2015, 17:17

Io ti posso solo dire di non permettere ad un incontro che ha tradito le tue aspettative di farti smettere di conoscere altri ragazzi.
Io un ragazzo gay con cui mi sento spesso e ci confrontiamo su varie esperienze che ci capitano l'ho conosciuto tramite un altro ragazzo conosciuto all'inizio con l'idea di vederlo per sesso (anche se con questo non ci ho fatto niente perchè lontano da me).

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Re: Amicizia su internet: LA MIA STORIA

Messaggio da Geografo » lunedì 9 marzo 2015, 21:09

Sono passati più di 2 mesi dall'esperienza che ho vissuto e... ammazza, devo dire che mi ha condizionato parecchio! Ci penso praticamente sempre, perché alla fine ero anche molto curioso di conoscere un ragazzo "come me".
Adesso, a mente fredda, devo dire che ero stato parecchio incosciente a incontrare qualcuno conosciuto su internet: non tanto perché avevo solo una sua foto e lo conoscevo solo tramite e-mail e Kik, ma semplicemente perché da parte sua segnali ambigui c'erano, ed erano evidentissimi. Il fatto è che su Kik mi scrivevano solo persone "poco raccomandabili", addirittura mi aveva scritto un ragazzo grande (uno di 23 anni) che voleva che ci incontrassimo alle 9 di sera a Roma e un uomo divorziato di 49 anni che "voleva fare amicizia" (pedofilia allo stato puro, sarebbe da denunciare), e questo ragazzo di 15 anni mi sembrava il "meno peggio", forse perché abbiamo la stessa età e perché tutto sommato in chat sembrava abbastanza tranquillo. Ma ripeto, segnali ambigui c'erano. Addirittura, appena ci eravamo scambiati i nomi di Kik, nemmeno il tempo di parlare che voleva già incontrarmi (e solo dopo mi ha chiesto il nome! Sembra una barzelletta), e mi aveva anche chiesto che casa di mio fratello era libera (un segnale più esplicito di così non esiste! Ahahaha). Ma ero talmente disperato e incuriosito di conoscere un ragazzo "come me" che ho lasciato perdere. Ripeto, so benissimo e riconosco di essere stato stupido, però in quel momento avevo bisogno di confrontarmi con qualcuno.
A rileggere il post che ho scritto, sembra quello di un depresso, adesso sinceramente ci rido per quel che mi è successo, ahahaha, anche se non posso negare che tuttora ci rimango male.
Sicuramente questo ragazzo ha dei seri problemi, dato che per lui già a 14 anni era prassi andare a cercare ragazzi con cui fare sesso. Io a 14 anni a malapena sapevo di essere gay e non mi accettavo, lui invece già andava alla ricerca di sesso! E quando ci siamo incontrati, stupidamente parlavo di ragazze (il che è assurdo, perché siamo entrambi gay eppure io parlavo della ragazza che mi piaceva o roba del genere ahahaha).
Il fatto che già a 14 anni cercasse sesso con sconosciuti significa che alla fine "non si è accettato", ovvero riversa i dubbi, le paure e tutto il resto nel sesso (come ha detto Isabella).
Anche se tuttora rimango un po' scioccato, nel senso che sembrava davvero un tipo tranquillissimo, indubbiamente era anche un tipo sveglio e intelligente. Non avrei mai detto che dietro ci fosse un tipo del genere!
Ma ripeto, per me uno che a 15 anni fa così (e già a 14 aveva cominciato) significa che ha dei disturbi, almeno secondo la mia concezione è malato. Sarebbe stato diverso se fosse stato grande e avesse avuto, che so, 20 anni. Ma uno di 15 anni che fa così è da mandare da uno psicologo.

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