Scelta versus natura.

Che cosa significa essere gay
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Tom
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Scelta versus natura.

Messaggio da Tom » sabato 16 maggio 2015, 16:43

Riporto in italiano il seguente articolo: https://philosophynow.org/issues/48/Gay ... _vs_Nature

Michael Voytinsky afferma che il dibattito "scelta versus natura" è irrilevante ai fini della questione dei diritti degli omosessuali.

L'attuale dibattito sui diritti degli omosessuali si focalizza sull'interrogativo se l'orientamento sessuale sia o meno questione di scelta. Se l'orientamento sessuale non fosse una scelta, se si trattasse di un qualcosa con la quale un individuo nasce, allora, afferma l'argomento comune, sarebbe sbagliato discriminare le persone omosessuali. L'errore logico in questo argomento non è passato inosservato e ne hanno tratto vantaggio gli avversatori dei diritti degli omosessuali.

L'argomento si avvale della grande quantità di ricerche sostenenti che l'orientamento sessuale è innato. Il buonsenso ci dice che nessuno un bel giorno si siede e pensa: "dovrei essere omosessuale o etero?" ma semmai alcune persone si ritrovano attratte da persone dello stesso sesso. Ma ci sono anche persone che scientemente decidono di sperimentare la loro sessualità, provare il sesso gay e vedere se gli piace. Alcune femministe radicali abbracciano il lesbismo per motivi politici piuttosto che sessuali. Questo significa forse che dobbiamo applicare diversi parametri morali in relazione alle personali ragioni di un comportamento omosessuale?

Se accettiamo l'argomento secondo cui la sessualità vissuta con persone dello stesso sesso è moralmente accettabile in virtù del fatto che le persone non hanno possibilità di scelta sul loro orientamento sessuale, incontriamo alcune implicazioni molto bizzarre. Uno, se l'omosessualità è una questione di scelta allora è accettabile, o comunque meno ingiusto, discriminare le persone omosessuali. Due, se una caratteristica è innata (o acquisita inconsapevolmente in qualche altro modo) allora non può essere immorale. Tre, dovesse una teoria scientifica, in questo caso la natura congenita dell'orientamento sessuale, essere confutata allora il concetto di parità dei diritti per le persone omosessuali crollerà con essa.

Le prime due implicazioni conducono a loro volta alla distruzione di tutta la morale basata sui diritti. L'ultima implicazione è strettamente legata al principale errore dell'argomento, un tentativo di derivare dalla scienza un concetto morale astratto.

In primo luogo consideriamo cosa succede se attribuiamo un significato morale alla mancanza, o alla presenza, di una possibilità di scelta in materia di orientamento sessuale.

Sarebbe giusto discriminare gli omosessuali se fosse meramente una scelta? Solitamente la discriminazione su base religiosa è considerata non accettabile e la religione certamente è questione di scelta. Alcune persone etero scelgono di sperimentare comportamenti omosessuali: è moralmente giusto discriminarli?

Le persone hanno una scelta circa quali libri leggere, che vestiti indossare, chi frequentare, cosa scrivere e tutte queste scelte sono protette dalla legge e dalle convenzioni. L'argomento secondo cui è moralmente lecito che io legga alcuni libri perché mi sento spronato a farlo ma non lo è se vado a prendere un libro a caso fra numerose possibilità è chiaramente insensato.

Se l'omosessualità è innata è difficile sostenere che altri orientamenti sessuali non lo siano. Anche la pedofilia potrebbe essere innata ma non ne consegue minimamente che possa essere accettabile che i pedofili molestino i bambini. Se il sesso con bambini è sbagliato è perché danneggia i bambini. E' ugualmente sbagliato se il responsabile è esclusivamente attratto dai bambini o se è un approfittatore il cui comportamento sessuale è di solito "normale". Se il sesso gay fosse moralmente accettabile solo in virtù del fatto che le persone omosessuali non hanno altra scelta che essere attratte da persone dello stesso sesso perché allora non è accettabile la pedofilia se anche il pedofilo non ha altra scelta che essere attratto dai bambini? La retorica anti-omosessuale costruisce castelli attorno a questa incongruenza che è inevitabile date le premesse.

Delle implicazioni insolite non bastano, da sole, ad invalidare un argomento. Alcuni corollari dell'utilitarismo ad esempio vanno contro le idee comunemente accettate. La conclusione che le donne debbano avere uguali diritti politici e sociali degli uomini suonava molto strana fino a pochi decenni fa ed ora è una verità evidente. Ma le implicazioni sopraccitate non sono soltanto insolite o controintuitive: sono illogiche, impraticabili e controproducenti.

Queste strane implicazioni sono conseguenze di una fallacia logica che non può aiutare ma che produce risultati inattuabili. Si tratta di un vecchio errore, vecchio almeno quanto Darwin ma probabilmente anche di più. L'errore è nel tentativo di derivare la morale dalla scienza.

La scienza è uno strumento eccellente per descrivere il mondo fisico. La teoria dell'evoluzione (o, per essere più precisi, le teorie dell'evoluzione) descrivono le origini della vita umana, e possono aiutarci a capire non solo le nostre origini biologiche, ma le origini della società e del comportamento umano. La morale è una parte importante della società e possiamo usare la biologia per spiegare come si è sviluppata la morale intesa come interessamento agli altri che trascende il mero tornaconto personale. Un biologo evoluzionista potrà spiegare come un atto altruistico tuttavia possa aiutare i nostri geni, che condividiamo con altri, a propagarsi. Tutto questo è puramente descrittivo: una persona egoista dopo la lettura di un libro di biologia evolutiva non diverrà più propensa all'interessamento per gli altri. E' implausibile che una persona altruista pensi in termini di sopravvivenza dei geni: la biologia evolutiva potrebbe spiegare perché l'altruista fa certe cose ma non ha grandi probabilità di cambiare le azioni.

La scienza come guida morale soffre di un grave problema pratico come di un grave difetto logico: il suo carattere di provvisorietà. Un filosofo del diciottesimo secolo trasferito ai giorni nostri comprenderebbe una discussione sui diritti. Uno scienziato del diciottesimo secolo si sentirebbe completamente perso e dovrebbe ricominciare dalla scuola elementare. Legare una questione di diritti fondamentali alla scienza non è soltanto un modo di pensare dannoso, è una politica rischiosa. Possiamo auspicare che fra cinquanta anni le persone omosessuali potranno avere uguali diritti. Possiamo tranquillamente assumere che la maggior parte degli attuali teorie scientifiche che si occupano di genetica sarà per lo meno sostanzialmente revisionata.

Il diritto di avere rapporti sessuali omosessuali ha la stessa base di altri diritti fondamentali: il diritto di frequentare chiunque scegliamo, il diritto di esprimere le nostre opinioni, il diritto di pensare i nostri pensieri. Il sesso omosessuale è intrinsecamente meno dannoso rispetto a molte altre azioni che sono ammesse come diritti umani fondamentali. La libertà di espressione è un diritto tutelato, ma può, a seconda di ciò che viene espresso, ferire i sentimenti, portare a investimenti finanziari mediocri, o anche a un comportamento autodistruttivo. Se i miei vicini di casa esprimono l'opinione che io sono un imbecille, come è loro diritto, ferirà miei sentimenti, sarà per me nociva. Se fanno sesso omosessuale questo non mi tangerà per nulla.

Il sesso omosessuale è un'attività del tutto lecita e non dovrebbe essere una base per la discriminazione, non perché non c'è scelta dell'orientamento sessuale, ma perché è un comportamento personale che non causa alcun danno agli altri. La controversia circa ciò che induca alcune persone a preferire il proprio sesso potrebbe essere interessante, ma non ha attinenza con la morale.
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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da progettogayforum » sabato 16 maggio 2015, 19:16

Bellissimo articolo! La coerenza logica di questo testo è evidente!! :D

pavloss
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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da pavloss » domenica 24 maggio 2015, 20:52

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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da progettogayforum » domenica 24 maggio 2015, 22:53

Tutte le dogmatiche, sia quelle pseudo-scientifiche che quelle religiose, sono la negazione della ragione.
C’è ancor oggi gente che parla ci certezza scientifica di questo e di quello, ma gli uomini di scienza sanno bene che le “verità” scientifiche hanno una loro relatività e un loro sviluppo storico e sono destinate ad essere superate, proprio perché non sono dogmi ma solo tentativi di spiegare i fenomeni tramite una teoria. Pensare poi di avere capito il senso della sessualità nell’ordine complessivo della natura significa non rendersi conto che le affermazioni dogmatiche, che sono sempre il contrario della scienza, in materia di sessualità sono addirittura ridicole. Considerare l’omosessualità un male di per sé è oggettivamente ridicolo perché è un puro preconcetto, che non solo non ha alcun fondamento al di fuori del pregiudizio, come sostiene anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma trova sempre meno accoglienza nelle coscienze libere degli individui. Costruire poi una morale, cosiddetta naturale, su questo pre-concetto significa offendere anche il minimo del buon senso e, ancora, costruire una morale cosiddetta teologica sullo stesso pre-concetto equivale a squalificare la religione cercando di renderla uno strumento di potere e di fatto avvelenandone i contenuti.
Se la religione si presenta come un elemento che non reprime la libertà di coscienza ma che spinge alla solidarietà sociale anche sulla base di una dimensione metafisica, allora merita il massimo rispetto, se invece pretende di imporre la propria dogmatica alle coscienze diventa solo uno strumento di potere e di controllo sociale.
Il laicissimo Carducci sentiva il bisogno di difendere Cristo e la Croce da chi ne faceva uno strumento di potere:

“Ahi giorno sovra gli altri infame e tristo,
Quando vessil di servitú la Croce
E campion di tiranni apparve Cristo!”

pavloss
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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da pavloss » lunedì 25 maggio 2015, 12:16

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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da Tom » lunedì 25 maggio 2015, 23:23

Stavo per scrivere un commento ma Project ha detto già tutto! :D
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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da progettogayforum » martedì 26 maggio 2015, 2:41

Condivido senza nessuna difficoltà quanto scrive pavloss, tuttavia la compatibilità di una religione con una società laica si può misurare solo sul terreno dell’azione sociale e non su quello dell’essenza metafisica della religione, che ha un senso solo per i credenti. Alcuni uomini di chiesa, spinti anche dall’evoluzione della società civile, sembrano aperti a qualche timida concessione sul terreno dell’omosessualità, ma qui è proprio la condanna teologica che è radicalmente inconciliabile con l’idea di libertà di coscienza. L’idea poi, tanto cara a Ratzinger, di identificare la condanna teologica con la difesa di un ordine naturale è veramente paradossale, come se si volesse avvalorare la rivelazione identificandola con una specie di super- scienza che individua il “fine” stesso della natura. Per nostra fortuna la scienza seria non ha queste pretese.

pavloss
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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da pavloss » domenica 31 maggio 2015, 22:50

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Re: Scelta versus natura.

Messaggio da progettogayforum » lunedì 1 giugno 2015, 2:26

Eccellente puntualizzazione, pavloss, che sottoscrivo al 100%!!

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