SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Il rapporto fra tematiche gay e religiose, nella vita di sempre
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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 5 luglio 2015, 0:18

Posso dire che questa discussione mi piace molto perché non resta alla superficie delle cose. Pasolini era Pasolini e per chi lo conosce (ho letto più volte le poesie di Pasolini e molti altri suoi scritti) è evidente che nella sua opera c'è un afflato religioso molto forte, è soprattutto per questo che non è stato mai accettato dalla Chiesa.
Quanto alle dichiarazioni dell'arcivescovo di Bologna, sono perfettamente in linea con quelle del cardinale Parolin, la Chiesa ha bisogno di crociate e questa volta il nemico è stato individuato nei gay, basta leggere quello che ne scriveva Benedetto XVI per rendersi conto che la crociata anti-gay era stata trasformata in una crociata per la difesa dell'ordine naturale. Sono cose che suscitano solo pietà perché l'ignoranza è messa in cattedra e su una cattedra vescovile. Come ho ricordato più volte, la buon'anima del cardinale Martini affermava che la distinzione fondamentale non è tra credenti e non credenti ma tra pensanti e non pensanti.
Il clero, ormai molto spesso, manifesta un ossequio puramente formale alla gerarchia cui non corrisponde né una pratica di vita conforme a quello che le gerarchia esigerebbe, né, cose peggiore, una pastorale conforme a quell'ideale. Molti fedeli tendono a leggere in quello che dicono i preti la voce ufficiale della Chiesa, anche se in realtà molti preti presentano forme di cristianesimo ampiamente rivedute e corrette sulla base delle proprie opinioni personali, spesso ben più aperte di quelle ufficiali. Tra quello che dicono i preti ai fedeli e quello che dicono i documenti ufficiali si avvertono dissonanze molto forti ma questo i fedeli non lo sanno e i preti si guardano bene dal puntualizzarlo per evitare di spopolare le chiese.

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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da progettogayforum » domenica 5 luglio 2015, 0:19

Posso dire che questa discussione mi piace molto perché non resta alla superficie delle cose. Pasolini era Pasolini e per chi lo conosce (ho letto più volte le poesie di Pasolini e molti altri suoi scritti) è evidente che nella sua opera c'è un afflato religioso molto forte, è soprattutto per questo che non è stato mai accettato dalla Chiesa.
Quanto alle dichiarazioni dell'arcivescovo di Bologna, sono perfettamente in linea con quelle del cardinale Parolin, la Chiesa ha bisogno di crociate e questa volta il nemico è stato individuato nei gay, basta leggere quello che ne scriveva Benedetto XVI per rendersi conto che la crociata anti-gay era stata trasformata in una crociata per la difesa dell'ordine naturale. Sono cose che suscitano solo pietà perché l'ignoranza è messa in cattedra e su una cattedra vescovile. Come ho ricordato più volte, la buon'anima del cardinale Martini affermava che la distinzione fondamentale non è tra credenti e non credenti ma tra pensanti e non pensanti.
Il clero, ormai molto spesso, manifesta un ossequio puramente formale alla gerarchia cui non corrisponde né una pratica di vita conforme a quello che le gerarchia esigerebbe, né, cose peggiore, una pastorale conforme a quell'ideale. Molti fedeli tendono a leggere in quello che dicono i preti la voce ufficiale della Chiesa, anche se in realtà molti preti presentano forme di cristianesimo ampiamente rivedute e corrette sulla base delle proprie opinioni personali, spesso ben più aperte di quelle ufficiali. Tra quello che dicono i preti ai fedeli e quello che dicono i documenti ufficiali si avvertono dissonanze molto forti ma questo i fedeli non lo sanno e i preti si guardano bene dal puntualizzarlo per evitare di spopolare le chiese.

pavloss
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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da pavloss » lunedì 6 luglio 2015, 22:06

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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 7 luglio 2015, 8:53

Certo! Ben lontana da me l’idea di polemizzare, ansi, da un certo punto di vista, quello che dice Pavloss è certamente fondato, ma è la distinzione tra credente e non credente che mi sembra inconcepibile, in quella tra pensate e non pensante ci sono almeno dei criteri razionali di giudizio, ma in quella tra credente e non credente c’è solo un presunto “gusto” metafisico che è totalmente soggettivo. Se la distinzione tra credente e non credente non è quella formale, adottata dalla chiesa, per la quale il credente è il “fedele” e il non credente è colui che non si affida alla chiesa, beh, allora il discorso mi sembra accettabile, perché in fondo il credente sarebbe un credente in un “suo” senso di Dio e della religione, ma se si associa l’idea di credente ad un credo preciso e a una chiesa, il discorso mi sembra solo un modo di dare una sostanza metafisica ad una distinzione che è di fatto solo formale. Mi chiedo quanta gente, quando recita il credo, pensa effettivamente e quello che sta dicendo, quelli sono fedeli, ma non so se e quanto siano credenti e in che cosa credano, ammesso che credano proprio nelle stesse cose al di là delle forme, d’altra parte ho visto persone laicissime, in rotta di collisione aperta con la chiesa, dimostrare un sostanziale amore del prossimo sostenuto dalla loro idea laica, che aveva un fervore religioso. È evidente che il cardinale Martini, data anche l’occasione in cui pronunciò quella frase, intendeva come credenti coloro che affermano di esserlo e lo rivendicano proprio per marcare una distinzione tra loro stessi (i buoni, gli eletti) e gli altri.

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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da pavloss » mercoledì 8 luglio 2015, 0:25

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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da progettogayforum » mercoledì 8 luglio 2015, 18:21

Mi rendo conto che la religione non è cosa per me, appartiene ad un altro modo di pensare, rispettabilissimo, ma che sento molto lontano. Il termine metafisica non ha per me alcun valore negativo è solo il fare appello ad un'altra dimensione che per un laico è inconcepibile. Qui si va oltre l'etica, che ha un senso anche per i laici, e si entra in territori che richiedono probabilmente un'esperienza precedente molto diversa dalla mia. Mi rendo conto di non capire nulla di certe cose e di vederle come un antropologo vede i riti di una tribù della Papuasia. Mi manca proprio il minimo per capire.

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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da pavloss » giovedì 9 luglio 2015, 19:51

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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da progettogayforum » giovedì 9 luglio 2015, 20:51

Bellissima risposta, direi che la condivido in pieno, anche se così si distingue tra gli eletti, per i quali è possibile l’esperienza religiosa, e gli altri, quelli ai quali questo privilegio non è dato. Mi rendo conto di aprire temi che travalicano di molto le mie forze, ma per uno che non è illuminato, esiste solo la possibilità di una comprensione razionale, cioè l’impossibilità di capire il senso delle religione, che è vita, ma solo per quelli cui è dato di farne esperienza.

pavloss
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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da pavloss » venerdì 10 luglio 2015, 1:11

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e^ip+1=0
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Re: SINODO DEI VESCOVI E CORTE SUPREMA USA SUI GAY

Messaggio da e^ip+1=0 » venerdì 10 luglio 2015, 10:44

Mi viene in mente che la religiosità è sicuramente per molte persone un 'modo di vivere', ma anche questa definizione non esaurisce le molteplicità dei modi in cui il sentimento per il divino può esaurirsi. Se la vita precede ogni atto del pensiero, lo stesso direi che può dirsi, in molti casi, per il sentimento. Per molti individui credenti la religione è prima di tutto 'sentire'; si ha la percezione, nelle profondità della propria anima, di un'entità superiore. I modi e i tempi del misticismo sono difficili da descrivere a parole: è meglio far riferimento all'arte; penso all'estasi di Santa Teresa del Bernini, alle epistole di Santa Caterina da Siena o ai Pensieri di Pascal. Molte persone fondano la propria religiosità proprio sulla sensazione e ad essa fanno riferimento ben più che ai testi sacri. Molto spesso individui dalla fede così radicata e profonda sono capaci di andare oltre i ragionamenti farraginosi della teologia e oltre la sciatta catechesi odierna, mostrando idee avanzate spesso più di quelle di certi laici. Per esperienza personale, mi è capitato di fare la prova di ciò che dico non solo con cristiani, ma anche con i molti colleghi musulmani con cui lavoro. Il 'sentire' col cuore, a mio giudizio, è lungi dall'essere andato perduto; è da chi segue il cuore piuttosto che dogmi stantii che secondo me può venire un rinnovamento nella chiesa, purché, aggiungo, abbia un minimo senso di cosa sia il fatto sperimentale, ossia accetti la realtà dei fatti materiali.

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