Sono contento di aver trovato questo forum con tanti racconti di crescita ed esperienze di vita, mi ha fatto sentire meno triste e meno solo in questo momento per me non facile.
Questo è il mio primo post, mi presento, vivo in Alto Adige e ho 35 anni, chi più di me può dire tanto di cappello a Landon che pensava a 18 anni di essere in ritardo nel trovare se stesso e la sua strada.
Desidero dire che mi sono identificato quasi totalmente nei racconti che ho letto in questa discussione e mi hanno aiutato ad avere più coraggio e forza, e sento il bisogno di raccontare la mia esperienza per chiedere a tutti voi dei consigli, spero di non sbagliare il luogo dove scrivere questo, ma sono nuovo.
Io ho capito che qualcosa in me non andava alla fine delle superiori, verso i 18/19 anni, ma in modo molto sfocato e confuso. Pur avendo avuto delle belle amicizie all’interno della sfera scolastica, la mia vita sociale all’epoca era praticamente zero, sempre chiuso in casa e l’unica socialità era proprio la scuola, infatti i 3 mesi di vacanze estive da tutti ambiti io li vivevo come un regime di arresti domiciliari. Frequentando una scuola all’epoca diciamo totalmente maschile ed essendo la scuola l’unico momento sociale extra-familiare non è che avessi molte chanches di capire o approfondire la mia sessualità.
Quando mi trovavo a qualche festa con i compagni e c’erano le ragazze ero totalmente impacciato e terrorizzato che gli altri potessero sospettare qualcosa e prendermi in giro. Non ho comunque mai subito atti di bullismo o prese in giro, ma la mia paura era quella. Qualche volta ho anche abbracciato e ballato con ragazze ma senza provare un accidenti.
I ragazzi? Si ammetto che mi piaceva guardare quelli più carini ma tutto lì, bella adolescenza no?!
L’estate tra la maturità e l’università è stato il primo momento “duro” della mia vita, nessuna vera amicizia stabile, la sensazione di essere solo coi miei problemi e gravi dubbi di chi fossi, il trovarmi in 3 mesi di limbo tra la fine di un capitolo (la scuola) e l’inizio del successivo (l’università).
All’università ho stretto importanti amicizie e avendo auto e patente ho acquisito un po’ più di indipendenza, non tanto economica visto che continuavo comunque a vivere a casa coi miei genitori ma sociale diciamo, iniziavo ad uscire dal “nido” (~quando a scuola studiavo il nido di Pascoli mi sembrava di leggere la mia biografia~).
Per la prima volta vivevo delle vere amicizie e momenti di condivisione e iniziavo ad assaporare il mondo fuori di casa per me sconosciuto. Molti dei miei amici avevano la ragazza o comunque si parlava dell’argomento, alle feste e nelle serate c’era chi le corteggiava, ecc.
In sostanza a 22 anni io che mi sentivo orgoglioso già solo per aver iniziato a scoprire il mondo mi trovavo a relazionarmi con persone molto più mature e complete di me, che vivevano e facevano le loro esperienze anche affettive/amorose/sessuali. Mi sentivo molto più asessuale che gay, disinteressato o incapace di provare qualcosa che andasse oltre l’amicizia verso maschi o femmine che fossero; sentirmi così a metà era fonte di grande disagio esistenziale.
Proprio all’università in una compagnia di persone della mia stessa città, ho iniziato a stringere un forte legame con un ragazzo della mia età, si usciva assieme con altri amici, si facevano viaggi ed escursioni anche noi due soli ecc., anche se etero e fidanzato, più lo frequentavo più mi attaccavo a lui fino a che ho capito (dopo molto tempo) che l’amicizia si era trasformata in amore, un amore fortissimo, il primo amore.
Ci è voluto molto per capire che quel sentimento era amore, vista la mia origine di persona molto isolata pensavo che quello che provavo fosse profondo trasporto verso una persona che mi aveva tirato fuori, portato a conoscere la bellezza del mondo, salvato! Lo schema mentale di autoconvincimento mi portava a vedere solo quello che volevo vedere, ad esempio lo guardavo in faccia e pensavo “no! non riuscirei mai a baciarlo, a fare del sesso con lui ecc.”, è solo un’attrazione platonica. “E allora perché non sento attrazione verso le ragazze?” => “Beh sono così impacciato con gli amici, figurarsi con l’altro sesso, è per forza un blocco che passerà”.
Ovviamente stavo malissimo, se vivevo una tale confusione a 22 solo un miracolo mi avrebbe potuto dare una vita “normale” come quella di tutti gli altri.
Le notti specie quelle calde estive mi svegliavo con tachicardia, attacchi di panico, apnee.
Ho provato così tanta paura e disperazione da dubitare o temere per la mia salute mentale, fino a che forse per uno strano meccanismo di autodifesa, dopo mesi di disagio, tutto è passato, quasi fosse un raffreddore.
Vivo vari mesi di tranquillità fino allo “scalino” successivo, e cioè la scoperta di provare anche attrazione fisica non solo platonica per questo mio amico.
Ricordo quasi l’ora, il giorno e il luogo di quando così per puro scherzo mi ha toccato una gamba, e ho sentito un brivido dal collo fino ai piedi, una vera scossa elettrica. Capitavano così per scherzo dei contatti fisici e io provavo brividi piacevoli ed erezioni; e di nuovo sensazione di terrore a cui seguiva l’accettazione. Ero felice in quei momenti e spesso fantasticavo che forse anche a lui piacevo, che forse saremmo stati assieme, un mix di amore platonico e coccole strano ma che mi faceva sentire felice e completo, perché rovinare tutto dichiarandomi.
Con lui ho condiviso importanti esperienze della mia vita, sono sicuramente diventato una persona migliore, ed è stato in quegli anni che ho stretto le importanti amicizie che coltivo ancora oggi, un periodo che è riuscito a cancellare il ricordo nero e infruttuoso delle superiori. Si dice che nella vita si hanno pochi veri amici e tanti conoscenti, io devo dire la verità non ho una rubrica con centinaia di contatti ma più della metà sono amici veri.
Nell’unica vacanza al mare che abbiamo trascorso assieme, io, lui ed altre persone, una sera che eravamo a chiacchierare da soli a un certo punto ho preso fiato e gli ho detto “Ti amo” seguito dal suo nome. Ho notato che si è un attimo bloccato, ma la cosa non ha avuto alcun seguito e comunque siamo rimasti amici e ci vediamo ancora.
Dopo l’università, pur rimanendo nella stessa città, abbiamo intrapreso percorsi lavorativi differenti e abbiamo iniziato a vederci di meno, diciamo non più dieci ore al giorno tutti i giorni. Il mio sentimento che fino ad allora credevo unico, non replicabile e intramontabile è andato a sopirsi assieme alle mie preoccupazioni esistenziali, d’altra parte non volevo provare altro dolore inutilmente.
Continuavo però a pensare di aver provato tanto dolore per niente, pensavo che la realizzazione lavorativa sarebbe stata l’unica cosa piacevole della mia vita, che non mi sarei dovuto illudere di avere nient’altro. A furia di rimuginare ho iniziato anche a soffrire d’attacchi di panico.
A più riprese mi sono rivolto a psicologi che hanno fatto la loro parte, ma non ho mai affrontato per davvero la mia sessualità, ci giravo intorno, pensavo che tutto dipendesse dalla mia timidezza patologica, in sostanza nel periodo dai 19 ai 26 anni la migliore conclusione a cui ero arrivato era il credere di essere un etero bloccato dai mille problemi di fondo e di cercare lo sfogo affettivo verso chi mi era amico, in sostanza ero ad anni-luce dal risolvere la mia situazione!
Passato il primo amore e sentendomi più forte nei rapporti sociali, rinchiudo per l’ennesima in fondo a un cassetto i fantasmi del passato, questo anche grazie alle soddisfazioni e alle nuove amicizie in ambiente lavorativo, alla vita sociale attiva dell’epoca, alle varie esperienze che mi distraevano.
Vivevo con rassegnazione la consapevolezza che non mi sarei mai sposato e non avrei mai avuto figli, ma al tempo stesso sentivo che tanta sofferenza mi aveva come rafforzato, facendomi apprezzare le soddisfazioni e condurre una vita in modo sereno senza psicologi e ansiolitici.
Il 2007 e il 2008 sono gli anni in cui mi sono divertito di più viaggiando ecc., e poi pian piano ho iniziato a legare molto con un mio collega, tanto per cambiare senza accorgermi neanche lontanamente che stavo di nuovo ricadendo nel secondo innamoramento di un etero!
Ci ricasco completamente, altra crisi nel 2012 a 32 anni dove ho scoperto più di una cosa:
1. mi sono reinnamorato, col cavolo che il primo e unico amore della mia vita era stata solo un’eccezione, ergo a me piacciono i maschi;
2. internet che nella mia adolescenza non esisteva ora offre di tutto, storie scritte, video cortometraggi con storie d’amore, pornografia ecc. e tutte queste cose mi eccitavano, a differenza di storie d’amore e pornografia eterosessuale che mi lasciavano indifferente
Passato il grande smarrimento iniziale di questa ennesima scoperta, “A 32 ANNI” arrivo alla conclusione “non sono confuso, non sono bloccato, sono gay”, ora faccio coming-out, lo dico al mio amico, lo dico alla famiglia, lo dico al mondo, vivo la mia vita.
Ma poi la paura e i continui dubbi mi hanno nuovamente bloccato, di giorno frequentavo sempre il mio amico e anche gli altri, la sera quando mi andava guardavo qualche video gay e tanti saluti.
La forza scaturiva dalla consapevolezza di non essere una persona a metà benché il mio stile di vita non fosse cambiato gran ché e dal fatto che provare di nuovo quel sentimento (anche se in totale segreto) mi faceva sentire vivo.
Perché di nuovo rimettere in gioco tutto se effettivamente stavo bene, non avevo di certo una storia d’amore appagante e corrisposta, ma stavo bene.
Un mese fa e siamo al 2015 questo mio amico si mette con una ragazza, e all’inizio l’ho pure presa bene, ho pensato, ci sono già passato nel morire dietro a un amico etero, stavolta non faccio lo stesso errore, anzi la prendo come un’opportunità per vivere appieno la mia vita una volta per tutte, meno male che è successo adesso che ho ancora 35 anni, anzi forse mi sto svegliando pure in ritardo per vivere!
Questa apparente forza e tranquillità sono durate qualche giorno, ora sento un grande vuoto e una paura profonda per il futuro, non sono ripiombato nel periodo di ansia e depressione di qualche anno fa, al lavoro o in una qualsiasi situazione dove non sono da solo riesco a fare quello che ho sempre fatto, a ridere ed essere propositivo.
Ma quando torno a casa la sera e ancor più nei weekend vedo quanto sono solo, è difficile da descrivere viste le grandi amicizie che ho, sono solo perché non so dove andare, sono solo perché non so con chi passare il tempo, sono solo perché nessuno sa della mia situazione, sono solo perché guardando su internet tanti forum la maggiorparte dei ragazzi che scrive cose simili alle mie ha 17 anni non 35, sono solo perché non so cosa fare.
Mentre sono in ufficio mi sparo in cuffia musica per rilassare la mente (a me piace tantissimo la vocal-trance melodica che mi fa tanto viaggiare), a me piace un sacco interessarmi di tecnologia e cose del genere ma ultimamente quando sono a casa non mi appassiona più nulla, o finisco sdraiato sul divano davanti alla tv o piglio e vado in giro a caso. Uscire con la compagnia della mia città non è di molto aiuto, visto che la felicità degli altri a confronto con la mia situazione è come mischiare benzina col fuoco.
Qualche weekend fa, in un pomeriggio dove stare a casa mi sembrava di soffocare, ho dato un occhio su internet, ho cercato un locale gay e mi sono diretto verso Verona, senza alcuna pretesa o idea di alcun tipo, tanto per farlo. Mi sparo questo viaggio epico nella musica, mi sento “grande” solo perché sto facendo una cosa da solo e decisa da me, perché sto andando in un posto che è una vera città diversa dall’atmosfera di provincia del mio Alto Adige (che comunque amo molto) e dove non mi conosce nessuno. Mi piaceva sentire che stavo facendo un grande passo anche se in fin dei conti era un giro come un altro. Sentivo di amare persino il traffico, l’eternità dei semafori rossi veronesi e pure la nebbia! Mi fiondo nell’atmosfera natalizia della piazza dell’arena, faccio un giro veloce visto che comunque per cena mi aspettavano a casa a 150km da lì ma prima di tornare entro in questo locale gay-friendly! C’era solo il barista e due tipi seduti a un tavolo, piglio una birra e ogni tanto tiro un occhio ai due ragazzi seduti al tavolo, che potevano essere benissimo due amici etero o una coppia per quanto ne sapessi.
Non li ho fissati con fare maniacale, ma quando uno di loro mi ha tirato una occhiata ho pensato fosse il caso di togliere il disturbo, ho anche fantasticato su quello che potrebbe aver pensato, “ca**o guardi, omofobo” oppure “ca**o guardi il mio ragazzo” oppure “ca**o guardi, non siamo una coppia gay, mica è colpa nostra se questo era l’unico locale con dei tavoli liberi” !!!
Vabbeh una volta uscito da lì pensando fossero una coppia mi è salita una profonda tristezza, ho iniziato a pensare “guarda almeno loro sono in due, stanno insieme, io so cosa vuol dire amare e quanto bello sia ma a differenza loro non ho nessuno con cui condividerlo, nella mia vita ho solo assaporato la felicità, sono solo come un cane che non sa dove andare, non sa cosa fare, con la faccia ancora dolorante per tutte le porte che la vita mi ha sbattuto in faccia”, e così mi sono infilato nel primo vicolo buio e deserto che ho trovato, mi sono quasi accasciato per terra e avrò pianto per mezzora.
Prima di andarmene ho chiesto alla città dell’amore (di Shakespeare) di fare qualcosa anche per me e lì ho veramente capito che l’unica strada che ho per essere felice è affrontare questa cosa una volta per tutte e trovare qualcuno che mi possa amare.
E vedendola in modo razionale le possibilità sono tre
1. ignoro tutto per l’ennesima volta e accetto la solitudine
2. affronto la cosa una volta per tutte e però non riesco a trovare l’amore
3. affronto e trovo l’amore.
Ho il 33% di probabilità di vivere una vita degna di questo nome.
Andare lì mi ha dato forza e coraggio, ora so chi sono e so quale è il mio obiettivo ma non ho la più pallida idea di come fare, non voglio arrovellarmi per mesi per poi rimettere la testa sotto la sabbia come ho sempre fatto.
Sono tremendamente attanagliato dai dubbi e da cosa fare nel mio immediato futuro, è evidente che così non posso e non voglio andare avanti: ho tanti amici e dei genitori che mi vogliono bene, non mi giudicano e mi stanno vicino, ma nessuno sa della mia situazione, quando sono giù di morale e qualcuno se ne accorge non posso dire il perché; salvo quando qualche amico organizza una pizza o un cinema non ho neanche nessuno da chiamare per dire “ci facciamo in giro” visto che sono tutti impegnati e non voglio “stalkare” nessuno, non ho alcuna conoscenza del mondo gay se così lo si può definire, non ho mai corteggiato nessuno e le uniche due grandi “storie” d’amore che ho descritto sono nate dopo anni di conoscenza e di affiatamento reciproco, non certo perché avessi l’obiettivo di mettermi insieme con qualcuno; il contatto con le persone di cui mi sono innamorato era inevitabile, dato da motivi di frequentare la stessa compagnia o di lavorare assieme; non sono il tipo di andare in un locale gay e attaccare bottone col primo che mi capita ammesso che qualcuno mi si fili (che brutto termine). Non sono orribile ma non sono neanche un adone col codazzo di ragazze o ragazzi che mi viene dietro, non ho alcuna compagnia al di fuori del mondo etero, non so dove andare, con chi andare e cosa fare. Sono totalmente spaesato.
So di essere gay, ho capito di provare piacere a entrare in contatto fisico con un maschio, ho provato due amori importanti, mi sono eccitato a leggere storie su internet (contenuti non solo porno) e non provo attrazione per le donne, quindi almeno il quadro è chiaro (cavolo sono passato dal negare di essere gay al ripetermi di esserlo!), ma a parte questo ho seri dubbi su come potrei iniziare un qualsiasi rapporto. A volte di qualcuno che vedo in strada o in bus penso “ma io mi potrei mettere con quello?” Sono impaurito e totalmente inesperto e me ne vergogno tanto a 35 anni, non ne ho 50 ma neanche 14! Cerco di guadagnare qualcosa visto che ne dimostro 30

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So solo che sono stanco di vedere documentari di bei posti o sentire amici che hanno fatto un bel viaggio da qualche parte e l’unico pensiero che mi viene in mente è che non ci andrò mai perché che senso ha andarci da solo, sono stanco di sentirmi ridicolo e insignificante quando dopo giornate di sofferenza esco con gli amici e li vedo tutti belli realizzati a differenza del sottoscritto, non voglio ridurmi a 50 anni a scrivere su un sito di incontri “cerco ventenni che mi fanno sognare” e robe del genere.
A parte l’xp svago-veronese e leggere e scrivere su questo forum, le uniche mosse che mi sono venute in mente per l’immediato sono:
- non voglio passare il capodanno da solo per brindare a mezzanotte coi miei mentre i miei amici trombano (scusate la volgare franchezza), ho prenotato un weekend al capodanno LGBT a Pisa (senza alcuna pretesa, è solo per fare una esperienza originale)
- sto pensando seriamente di fare coming-out almeno col mio amico più caro (quello conosciuto sul lavoro) omettendo che mi ero innamorato di lui (vada come vada tanto prima o poi lo saprà comunque e almeno avrò qualcuno che mi starà vicino se potrà/vorrà)
- ho preso appuntamento con l’associazione LGBT della mia città, ci vado stasera.
Non voglio certo partire sfiduciato in partenza però si dice anche “aiutati che Dio ti aiuta”, cioè ci devi mettere del tuo, è solo che con tutta la buona volontà non riesco a capire cosa potrei fare di pratico per migliorare davvero questa situazione e non rimetterla nel cassetto non appena l’agitazione e la tristezza si allevieranno.
Non posso dire che il coming-out non mi spaventi ma mi spaventa molto di più la solitudine, che magari potrò stare bene tra un po’ per qualche mese o qualche anno per poi ritrovarmi a 40anni allo stesso punto di prima e sarà sempre peggio.
Non mi spaventa se dovrò andare fino a Brescia per camminare mano nella mano con chi amo perché a Trento storgono il naso, non mi spaventano gli insulti o le derisioni, mi spaventa molto di più una vita non vissuta.
Vi ringrazio per tutte le belle info che scrivete su questo forum e che mi hanno dato forza, mi scuso per la prolissità di questo messaggio ma avevo bisogno di liberarmi e descrivere bene la mia situazione, e faccio appello a chiunque di voi per qualsiasi consiglio.
Grazie