UNA STRANA COPPIA GAY

Coppie gay, difficoltà, prospettive, significato della vita di coppia dei gay
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UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » lunedì 1 febbraio 2016, 21:56

Ciao Project,
sto passando uno strano periodo, il rapporto col mio ex-ragazzo è finito, ma lui non se n’è andato, o sarebbe meglio dire che io ho cercato di favorire la sua iniziale tendenza ad allontanarsi ma viviamo ancora insieme come prima. Avevamo avuto una bellissima storia, almeno all’inizio. Tutto è cominciato all’università, avevamo entrambi 23 anni, sembrava una favola, lui bello come il sole, io un po’ meno ma comunque non male, all’inizio le solite incertezze, poi la favola si è trasformata in realtà. Dopo sei mesi stavamo insieme. Anche il sesso era da favola, io ero proprio al settimo cielo e la nostra vita mi sembrava perfetta. Perfino i miei genitori avevano finito per accettare la nostra relazione, perché F. ci sapeva fare moltissimo con loro. Beh, in pratica mi sono illuso, e avevo tutti i motivi per illudermi, ho pensato che la nostra storia sarebbe durata per tutta la vita ma non è stato così. Piano piano ho visto F. cambiare il suo atteggiamento e ho cominciato a sentirlo lontano, da lì è cominciata tutta una serie di gradini in discesa, mi adattavo con qualche difficoltà ma poi arrivava subito il momento di scendere un altro scalino. Vivevamo insieme, poi ha conosciuto un altro ragazzo e qui sono cominciati i guai veri, mi ha detto che aveva conosciuto quel ragazzo, che chiamerò M., e mi ha anche detto non di essere innamorato di lui ma di “fare sesso” con lui, un’espressione che non aveva mai usato prima, ma nonostante tutto noi continuavamo a vivere insieme. Ero molto geloso ma soprattutto ero preoccupato che F. potesse mettere a rischio la salute e qualche volta lo ha fatto e me lo ha detto, poi a distanza di tempo, dalle analisi, abbiamo visto che era andata bene. Gli mettevo i preservativi nel giubbotto prima che uscisse la sera. Per me la vita era diventata un tormento ma in qualche modo un rapporto tra noi esisteva ancora. Una sera torna a casa con un occhio nero e la faccia pestata, gli chiedo che è successo e mi dice che è caduto per strada. Insisto per portalo al pronto soccorso, ma non vuole assolutamente andarci, lo disinfetto con l’acqua ossigenata e gli metto dei cerotti, però i conti non mi tornavano, non aveva i segni tipici di uno che è caduto ma quelli di uno che è stato pestato. Ho cercato di chiedergli che cosa fosse successo, prima è stato evasivo, poi mi ha detto che aveva litigato con M. e che si erano presi a pugni. Ho cercato di andare più a fondo ma mi ha risposto male, proprio con rabbia aggressiva. Ho cominciato a dirgli che uno che si comporta come M. non è uno come si deve. Non lo avessi mai detto! Mi ha aggredito come una furia, dicendomi che sono uno stronzo (parola che non aveva mai usato prima), poi se ne è andato nella sua stanza sbattendo la porta (adesso abbiamo camere separate). Io ho cercato di non reagire, l’indomani gli ho preparato la colazione verso le sette, come facevo nei primissimi tempi della nostra reazione, ma lui nella sua stanza non c’era, era in bagno, con la finestra spalancata, a gennaio, a fumare una sigaretta dopo l’altra. Ho provato a riprendere il discorso della sera prima, l’ha presa come un tentativo di convincerlo a fare sesso con me (una sua espressione), mi ha detto che si poteva pure fare ma che non aveva molto tempo da perdere e che tanto a lui non gliene sarebbe fregato niente perché lui il ragazzo ce l’aveva (si riferiva ad M.). Ho cercato di prendere la cosa con tranquillità. Gli ho detto che avevo da fare e che non volevo nulla da lui e sono uscito. Come potevo stare te lo puoi immaginare. Per circa una settimana le cose sono andate avanti così, in modo molto nervoso, ma complessivamente un po’ più tranquillo. Poi, circa una settimana dopo, torna a casa con un labbro sanguinante e certi lividi in faccia da fare paura. Gli ho chiesto che cosa era successo e mi ha detto che M. è uno stronzo e che lo prende a botte ma proprio da fargli male, cioè da rompergli le ossa. Anche questa volta non è voluto andare al pronto soccorso. Gli ho detto che così non si poteva proprio andare avanti, mi ha risposto: “Fatti i cazzi tuoi!” (espressione che non avrebbe mai usato prima). La sera appresso, quando è uscito sono andato a controllare nella sua stanza perché avevo un brutto presentimento, ma pur avendo cercato dappertutto non ho trovato né droga né cose strane, solo mezzo pacchetto di sigarette, le sue solite; dal pacchetto di preservativi che gli avevo infilato nel taschino ne mancavano due, segno che il cervello lo usava ancora. Poi mi sono messo a vedere la TV e l’ho aspettato. È arrivato alle cinque del mattino, in pratica a notte fonda, questa volta non era pestato ma tutto strappato. Mi ha guardato con una faccia stanchissima e poi mi ha detto: Gli ho spaccato la faccia! È uno stronzo! … ma è il mio ragazzo … se sapesse che viviamo nella stessa casa verrebbe qui e ci ammazzerebbe tutti e due … forse … ma oggi la voglia di fare il gradasso gliel’ho fatta passare. Gliel’ho detto: Se solo ci riprovi ti spappolo! E mi sa che questa volta l’ha capito. Poi mi ha chiesto se mi andava di fare un po’ di sesso con lui, gli ho detto che non era proprio il caso e ha aggiunto: Ma a M. mica glielo dico… . Ho tagliato corto e mi ha guardato come si guarda un mentecatto. Per qualche giorno è stato tranquillo, ma era strano, non usciva più la sera, se ne stava a leggere o a parlare con gli amici su skype per ore, come faceva prima. Alla fine mi sono insospettito e gli ho chiesto di M., mi ha risposto: Quello stronzo l’ho mandato a farsi fottere, ha ricominciato a fare il bulletto e gli ho detto: Se vuoi stare con me scordati che mi metti le mani addosso! Lui ha provato a menarmi ma gli ho dato un calcio nelle palle che ha fatto un urlo terribile. Di stronzi ne ho abbastanza! … No! Tu non c’entri, tu sei stato il mio ragazzo, adesso la fissa per te m’è passata però qua ci sto bene. Poteva sembrare che il nostro rapporto potesse ricominciare, ma dopo una settimana si era trovato un altro ragazzo, questa volta uno più tranquillo. Io comunque sono sulle montagne russe da mesi. Non so se sono ancora innamorato di lui, forse sì, ma non ho più per la testa l’idea classica di due cuori e una capanna. Ma può essere amore pure questo o è solo una cosa patologica alla quale alla fine mi sono adattato?
Patrick

pavloss
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Re: UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da pavloss » domenica 13 marzo 2016, 20:47

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Ultima modifica di pavloss il venerdì 4 agosto 2023, 19:28, modificato 1 volta in totale.

simo98
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Re: UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da simo98 » lunedì 14 marzo 2016, 22:36

Non esiste Patrick...mi dispiace davvero tanto per la tua situazione. Io non so dirti se questo è amore o una cosa patologica, ma se è amore, è quello che non fa bene. Esci il prima possibile da quel "teatro", altrimenti probabilmente andrà sempre peggio (parlo di te). Per amore si può perdonare, ma si può anche lasciar andare e questo è uno di quei casi :(

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Re: UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 15 marzo 2016, 22:08

Riporto qui di seguito, previa autorizzazione un brano di una mail di Patrik giuntami ieri mattina.
_______________

Caro Project,
ho visto che due persone hanno risposto alla mia mail che hai messo nel forum, ma io credo che quelle persone vedano solo i comportamenti del mio ex e non cerchino di capire quello che può portarsi dentro. Loro hanno l’impressione che siano tutte cose da manicomio, ma non è così e non c’è nemmeno opportunismo. Il mio ex non resta a vivere con me per sfruttare la situazione, non è proprio una persona che può fare ragionamenti del genere. Lui resta a vivere con me perché ci sta bene, e ci sto bene anche io. Dopo tutto, il nostro rapporto come coppia è fallito ma la nostra amicizia esiste ancora, mentre le sue storie una volta finite sono state proprio messe al dimenticatoio. Noi due parliamo, magari poco ma parliamo, le cose che gli dico se le ricorda anche dopo giorni e le cose che dice lui mi stupiscono, come mi hanno sempre stupito per la lucidità assoluta. E poi con me è sempre stato onesto, anche a suo danno. Certe volte mi manda sonoramente a quel paese, le prime volte che si comportava così pensavo che tra noi fosse finito tutto, ma non era così, il giorno appresso la furia gli era passata e si era dimenticato tutto. Può sembrare strano ma tra noi c’è un rispetto vero. Quando sta proprio a pezzi gli dico che gli voglio bene e lui allora scatta, mi dice che lui non mi vuole bene e che non mi devo illudere, la parola amore, che poi tra noi è sinonimo di affetto, gli fa un effetto terribile, è una cosa che rifiuta perché per lui uno che ama è dipendente. Ieri sera è rimasto in casa ma non si è rintanato in camera sua, siamo stati insieme a vedere la tv. Durante una pausa pubblicitaria sono andato a preparare una tazza di tè e gliel’ho portata, non se l’aspettava e mi ha sorriso, non c’era bisogno di dire parole. Ecco, lo ripeto, non so se è amore, forse no, ma è una cosa importante e, credo, non solo per me.

simo98
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Re: UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da simo98 » martedì 15 marzo 2016, 22:50

Caro Patrik, io ho parlato a livello di amore non di amicizia. Non ho mai scritto che non dobbiate più essere amici o che non qualcuno se ne debba andare da casa :roll: se il vostro rapporto si è spostato alla sola amicizia, potete farlo funzionare

Alyosha
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Re: UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da Alyosha » mercoledì 16 marzo 2016, 16:21

A volte la gente scrive perché ha bisogno di consigli, altre voltre solamente perché sente il bisogno di condividere senza che però senta veramente il desiderio di voler toccare nulla. In questi casi bisogna solo ascoltare e far tesoro dell'esperienza degli altri. Personalmente ho letto un racconto molto "caldo", vissuto sulla pelle. La dolcezza del tuo animo passa attraverso le tue parole e devi proprio tenere a questo ragazzo per andare oltre tutto e tutti e continuare a vedere la persona per quello che è al di là per quello che fa. Non so cos'è l'amore e neanche mi interessa stare lì a definirlo, tuttavia tu mi pari l'esempio diametricalmente opposto a quello che vedo assai più di frequente. Solitamente la persona neanche la si conosce bene e subito la si ammanta dei propri desideri, ci si dice innamorati magari e invece si tratta di un apporto egoistico teso a soddisfare i propri bisogni senza che si incontri mai l'altro per davvero. Da quello che scrivi tu invece sembri autenticamente in ascolto di questa persona, teso a guardare alle sue esigenze al di à delle tue, a lasciar vivere il rapporto per quello che è e ha da darti. Non gli poni condizioni, non stai lì a ricattarlo moralmente. Gli sei semplicemente vicino.
Tuttavia non so quanto questo rapporto possa per te essere gratificante alla lunga. Non sei suo padre e non puoi difenderlo per sempre. Forse quello da capire veramente sei tu. Capire quanto questo rapporto ti soddisfa e quanto invece è un continuo mettersi da parte. Le relazioni funzionano finché c'è una simmetria di fondo, quando questa viene a mancare diventa tutto più complicato. Forse avresti bisogno di porti in ascolto di te stesso, non si può rincorrere una persona all'infinito, tentare di acciffarla quando questa invece fa di tutto per svincolarsi. Alla fine il consiglio ho finito per dartelo pure io, ma è un consiglio misero, perché la sostanza del vostro rapporto la conosci tu e valutarne la solidità tocca solo a te.

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Re: UNA STRANA COPPIA GAY

Messaggio da progettogayforum » martedì 5 aprile 2016, 0:21

Alla fine ne è venuta fuori una delle discussioni più belle e più serie degli ultimi anni! Magari ce ne fossero spesso! Grazie a Gio e grazie a tutti! Ci voleva proprio!! :D

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