Le idee cambiano?

Che cosa significa essere gay
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Geografo
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Re: Le idee cambiano?

Messaggio da Geografo » venerdì 12 agosto 2016, 15:32

Molto simpatica e convincente la riflessione che ha fatta Agis!
Grazie per avermi introdotto il grillotalpa (non conoscevo l'insetto in questione), comunque scommetto che da ragazzo eri molto bravo in filosofia...
Sicuramente noi ragioniamo secondo il nostro modo di pensare e con quelli che voi definite dei preconcetti, dunque potremmo essere accusati di "mentalità chiusa", d'altra parte io mi sforzo di evitare di essere mentalmente chiuso, tuttavia faccio davvero fatica a capire su che base possa poggiarsi un rapporto con differenze di età del genere, che ripeto non sono grandi, ma abissali in questo caso.
Ovviamente sul fatto del badante come ha detto hospes estremizzavo, un uomo di 60 anni è giovane, è ovvio che non ne ha bisogno, in genere uno ha bisogno di aiuto quando arriva sugli 80. Sta di fatto che un sessantenne in relazione a un ventenne è un anziano. Uno sta cominciando la sua vita, quella dell'altro sta tramontando.
E onestamente, ritengo che una relazione è tale proprio perché è paritaria, se uno deve cominciare ad adattarsi o a prendersi cura dell'altro perché l'altro comincia ad avere gli acciacchi mi chiedo che relazione sia.
Poi, parliamoci chiaro: per quanto possa piacere al ragazzo, trovo davvero triste che uno nel fiore della sua giovinezza sia relegato a dover assistere un uomo anziano con cui ha una relazione... un po' squallida come cosa. Poi, voi vedetelo come un atto d'amore, non so. Io dai miei occhi da "mosca" vedo così la cosa.
L'amore non ha età, e su questo siamo tutti d'accordo, ma bisogna vedere che età si prendono in considerazione e nei limiti direi anche del possibile.
Io non è che sono contrario perché uno ha vent'anni e l'altro sessanta (uso sempre queste due età come riferimento), io sono contrario perché una relazione, qualsiasi relazione (da quella seria a quella meno seria), ha bisogno di due persone che in un certo senso abbiano stili di vita simili, esperienze di vita simili, poi non è che debbano coincidere in tutto.
Mi immagino il ventenne che ad un certo punto gli dice che lui esce che va a fare una partita a calcetto con gli amici e quello gli risponde che anche lui tra poco esce con gli amici, ma per andare a fare una partita di bocce...
Mi dispiace, ma rimango scettico.

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progettogayforum
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Re: Le idee cambiano?

Messaggio da progettogayforum » venerdì 12 agosto 2016, 16:36

Per carità, Geo, ognuno ha il suo punto di vista, ma quando si creano coppie intergenerazionali la motivazione non è solo l’interesse per persone di età diversa, i problemi di queste relazioni sono molti, eppure in parecchi casi le cose vanno avanti e questo succede perché ci sono dei modi di capirsi, delle forme di comunicazione che danno alla relazione un senso tutt’altro che superficiale. È ovvio che sono relazioni non sovrapponibili a quelle tra coetanei, eppure hanno un loro significato. Tu pensi che un 60enne sia intrinsecamente diverso da un ventenne, ma ci possono essere selle sintonie molto forti, tanto da portare sia l’uno che l’altro, contro tutto e contro tutti a stare molto meglio col proprio partner che con chiunque altro. L’amore si può manifestare in modo anche molto asimmetrico, ma se è vero amore può essere percepito come tale anche se l’età del partner è molto diversa. È una manifestazione d’amore anche lasciare libero l’altro di vivere la sua vita e le sue esperienze senza privarlo per questo del nostro affetto.
Proprio perché il discorso non resti nel vago ma abbia una base concreta, vi rinvio alla lettura di un romanzo: “Il Direttore”, della Biblioteca di Progetto Gay, scaricabile liberamente dalla home del forum. Quanto si narra nel libro è reale. Il romanzo è stato materialmente scritto da me, sulla base di una ricca scorta di materiale fornitomi dai protagonisti, che hanno riletto il testo e lo hanno trovato conforme alla realtà anche nello spirito.

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agis
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Re: Le idee cambiano?

Messaggio da agis » venerdì 12 agosto 2016, 18:13

Sì confermo ragazzi è una lettura che merita perché il mio destride scrive bene che vi credevate? :lol:

Poi pure tanto gentile e tanto onesto pare da non polemizzare mai su recensioni leggermente graffianti come quella che, temporibus illis, scrissi qui

viewtopic.php?f=19&t=4202&hilit=direttore

Volendo naturalmente sviluppare in modo costruttivo il discorso rispetto ad allora project, il grande mistero che devo tuttora condividere sia pure in ambito diametralmente opposto con uno dei miei più feroci avversari mentali, Emanuele Severino, è quello anassimandreo del

katà to chréon

di questa destinata necessità.

Non è infatti tanto, se vogliamo, problema quello di sapere e potere riconoscere l'uso delle applicazioni sensoriali e delle categorie mentali pure in coloro che abbiamo designato come nostri "simili" (senza di che potremmo tranquillamente chiudere tutti i forum, le chat, i social networks nonché i bar sotto casa del mondo) ma perché alcune di queste si fissino in noi individualmente come "gusti obbligati" in maniera tanto necessitata e necessitante da giustificare l'antico detto:

de gustibus non est disputandum

Qui mi fermo per non diventare fluviale.

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agis
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Re: Le idee cambiano?

Messaggio da agis » venerdì 12 agosto 2016, 18:30

Geografo ha scritto:Molto simpatica e convincente la riflessione che ha fatta Agis!
Grazie per avermi introdotto il grillotalpa (non conoscevo l'insetto in questione), comunque scommetto che da ragazzo eri molto bravo in filosofia...

Ti ringrazio Geo ma forse mi idealizzi un po' troppo. Diciamo che ai miei tempi ero un ragazzo abbastanza tranquillo da non andare a tirare i sampietrini in piazza e studioso non lo ero granché. Giudico che lo siate molto più voi a dispetto di certi personaggi che vorrebbero dipingervi come dei "bamboccioni". Probabilmente, però, condividevo molte delle inquietudini dei miei tempi e la filosofia mi faceva uno strano effetto forse proprio perché mentre, ancora ai tempi di mia madre, veniva trattata "per problemi", ai miei tempi veniva già trattata come una "storia". Ed allora succedeva una cosa strana. Mentre quando mi capitava di guardare un singolo filosofo mi divertivo molto ad osservare i particolari ruotismi della sua personalissima attività mentale, quando guardavo la storia della filosofia nel suo complesso sentivo qualcosa di più di un semplice disagio. Mi veniva da vomitare :lol:

marmar77
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Re: Le idee cambiano?

Messaggio da marmar77 » domenica 4 giugno 2017, 7:33

progettogayforum ha scritto:Caro Project,
ho letto sul forum la discussione “Le idee cambiano?” e penso di dover dire anche io qualcosa sul tema dei rapporti tra persone di età molto diversa. Io scrivo a te, Project, poi vedi tu che cosa fare della mia mail, se lo credi opportuno inseriscila nella discussione perché mi piacerebbe sapere quello che ne pensano i ragazzi. Naturalmente mi interessa soprattutto quello che ne pensi tu, perché, dal capitolo di “Essere gay” che hai dedicato a questo argomento, penso che non sia la prima volta che ti trovi di fronte a situazioni di questo genere.
Allora, veniamo al punto. Ho 49 anni, a 20 mi innamorai di un uomo molto più grande di me, che ne aveva 57, anche se molto ben portati. Il mio “lui” (che chiamerò Renzo) non c’è più da due anni e mi manca in modo terribile. Siamo stati insieme 27 anni, abbiamo avuto tanti problemi legati soprattutto al fatto che la gente non accetta questo tipo di rapporti e non capisce che possono essere rapporti d’amore nel vero senso della parola. Abbiamo anche avuto le nostre incomprensioni e in 27 anni è successo più volte, ma poi siamo tornati sempre insieme perché insieme stavamo bene. In Renzo non ho cercato un padre, almeno non l’ho mai visto così, tra noi c’era una complicità vera, un capirsi che penso fosse unico. All’inizio è stata difficile perché lui voleva mantenere un certo distacco, si sentiva vecchio e non voleva crearmi obblighi di nessun genere e non capiva che non me ne creava affatto. Siamo stati una coppia nel senso più bello del termine, anche se all’inizio ci siamo dovuti nascondere perché la mia famiglia non avrebbe mai accettato una storia come la nostra. Per me è stato un punto di riferimento totale, prima mi ha insegnato a vivere e poi mi ha anche insegnato a morire con dignità e, direi, con serenità. Nell’ultimo periodo mi ha ripetuto spesso che la sua vita era stata una vita felice perché aveva incontrato me, mi diceva anche che non aveva paura della morte, che è una cosa naturale e che un vecchio ci si prepara piano piano. Non si è mai lamentato, è stato lui che ha fatto coraggio a me. Per noi non ci sono state le unioni civili e lui ha pensato per tempo a lasciarmi i suoi beni prima che finissero nelle mani di lontani parenti che di lui non si erano mai occupati. Faceva queste cose con il massimo impegno, io cercavo di rimuovere l’idea della sua morte ma lui la trattava con lucidità, predisponendo tutto prima con la massima cura. Gli ultimi giorni sono rimasto con lui in ospedale anche la notte, era molto debilitato ma si sforzava di sorridermi sempre e io gli tenevo la mano. Purtroppo non gli sono stato vicino proprio alla fine perché lo hanno portato in rianimazione e quando mi hanno fatto entrare era già morto. Ho fatto tutto secondo le sue istruzioni. Al funerale non c’erano parenti, aveva solo lontani cugini che non sono stati neppure avvisati, c’erano solo alcuni amici comuni, tra i pochissimi che sapevano tutto di noi. Mi ha esplicitamente proibito il lutto e mi ha detto che nella mia vita non doveva cambiare nulla, mi ha proibito anche di andare al cimitero più di una volta l’anno. Dopo il funerale sono stato malissimo, proprio sull’orlo della depressione profonda e mi sono venute anche brutte idee per la testa, ma lui mi aveva prevenuto e aveva insistito moltissimo sul fatto che io dovessi fare tutto quello che si poteva fare “di buono” e io me ne sono ricordato e ho cominciato a fare qualche ora di volontariato nel tempo libero. Avrei volto dedicarmi agli anziani ma mi hanno assegnato un piccolo ambulatorio da gestire (sono medico) per quelli che non possono pagare nemmeno il ticket. Quando ci siamo conosciuti, anche Renzo faceva qualcosa di simile (anche lui medico) e a me allora sembrava una cosa strana, ma poi ho cominciato a capire il valore di queste cose. Certe volte lo chiamavano la notte per un’urgenza e andavamo insieme. Non si risparmiava, e se capiva che le persone avevano problemi a pagarlo non si faceva pagare. Non frequentava la chiesa ma, se qualcuno aveva bisogno di lui, non si tirava indietro e faceva il possibile per dargli una mano. Era un uomo buono, pensava più agli altri che a se stesso. Renzo mi manca, sento proprio un vuoto dentro e non mi sono mai innamorato di nessun altro. Ricordo come sapeva rassicurarmi, come sapeva farmi ragionare quando mi invadevano i dubbi su mille cose, soprattutto sulla professione. Mi sentivo non adatto, troppo inadeguato per fare il medico e lui mi diceva che ero un medico serissimo e competente. Insomma, oggi, a distanza di due anni, me lo sento ancora vicino. Ho vissuto la vita che ho desiderato. Lui all’inizio era riluttante, stentava quasi a crederci, poi ha visto nei fatti che gli volevo bene veramente e si è sciolto del tutto. Tra noi c’è stato anche sesso, certo, e anche nel sesso sentivo che cercava di mettermi a mio agio e di farmi stare bene. Era un uomo profondamente buono, un po’ come avrei voluto essere io, e questo mi ha spinto ad innamorarmi di lui. Ci siamo amati e penso che non avrei mai trovato la felicità se non avessi incontrato lui. So benissimo che per tanta gente quello che ho scritto è patologico ma per me è stata la vera felicità della vita.
Vale
Ritorno sul tema (arrivo sempre tardi e me ne scuso) delle coppie "intergenerazionali" anche se il topic ha un titolo diverso...

Sebbene non si voglia giudicare, qualsiasi commento all'argomento diventa pettegolezzo e chiacchiera da bar, se è roba che non conosciamo veramente.

Penso che la lettera sopra citata parli da sè e renda chiaro l'argomento. Quando si tratta di Amore, quello vero, è qualcosa di puro e basta.

Non esistono badanti e differenze di età, ma due persone che si amano incondizionalmente.

Da un certo punto di vista, nonostante personalmente non mi sia mai innamorato di una persona molto più grande o giovane di me, reputo i componenti di questo tipo di relazione persone particolarmente profonde e ammirevoli perchè capaci di andare oltre l'aspetto fisico, puntando sull'essenza di noi stessi.

Tutte le problematiche accessorie che superficialmente/ingenuamente elenchiamo sono solo "disturbi" (passatemi il termine) della nostra mente. ln qualsiasi tipo di coppia si devono affrontare difficoltà diverse e la coppia si dimostra tale proprio in questi momenti. Amare è anche/soprattutto sostenere il proprio compagno. Non importa se è perchè ha perso il lavoro, se perchè ha problemi di salute (cosa che può succedere a qualsiasi età) o sta soffrendo per qualcos'altro.

Non nascondo che se una persona a me cara, si innamorasse di qualcuno molto più grande di lui, all'inizio ne rimarrei sconcertato. E' conoscendo, nel tempo, l'altra persona e la loro relazione che capirei l'autenticità del loro legame e il diritto che hanno di viverlo in totale serenità.
Comprendo che in questo tipo di legame, il più grande della coppia possa avere all'inizio dubbi ed incredulità. Al giorno d'oggi si sente parlare tanto di gente senza scrupoli e la nostra società è sempre più incentrata sull'apparire che sulla sostanza, ma se essere "diversi" vuol dire anche questo ne sarei fiero.

Ringrazio di cuore l'autore della lettera, perchè la sua storia oltre a commuovermi, ha ampliato la mia visuale.

Spero ci continui a leggere e scrivere...per quello che serve, gli sono vicino.

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