Ti consiglio di approfondire la ''teoria dei costrutti personali'' di George Kelly.agis ha scritto:bertrandRussell ha scritto:sto cercando di accettarmi e di amarmi, e nonostante i miei due anni di psicoterapia costruttivista, ho ancora un lungo percorso da fare, però se vedo quanti passi ho fatto finora; adesso se mi guardo allo specchio cerco di giudicarmi in modo realistico....anche se sono minuto e non ho muscoli, non me ne faccio una croce, mentre prima mi sentivo inadeguato, poco virile;
questo suona molto interessante alle curiose orecchie della talpa agis bertrand ^_^
Di che si tratta? E come si fa a considerarsi in modo realistico all'interno di una psicoterapia costruttivista?
“Come per lo scienziato, anche per l’uomo comune vale la possibilità di sostituire una teoria ad un’altra, cioè la teoria è solo un modello per pensare a certi accadimenti, un modo di interpretare le cose e le persone che ci stanno intorno […]. Questo modo di porsi nei confronti delle persone e “del fare scienza” è stato chiamato da Kelly alternativismo costruttivo. Esso si fonda sul riconoscimento del fatto che la realtà con cui abbiamo a che fare è tale perché noi l’abbiamo interpretata così, anche se spesso finiamo per dimenticarci di averlo fatto e ci neghiamo così la possibilità di vedere delle alternative” (Mario, 1994, p.75). Sulla base di queste considerazioni non ha più senso contrapporre la realtà oggettiva alle costruzioni soggettive che abbiamo di essa. La realtà risiede nelle costruzioni soggettive e si genera nell’incontro e nell’elaborazione delle prospettive, è l’uomo a “creare i propri modi di vedere il mondo in cui vive e non il mondo a crearli per lui” (Kelly, 1955, p.12).
Le visioni del mondo si generano attraverso l’impiego di costrutti. I costrutti sono unità di conoscenza attraverso cui le persone strutturano la propria realtà, conferiscono senso e significato al mondo, organizzando criteri di valutazione ed anticipazione; sono personali, hanno una struttura bipolare ed il loro significato non corrisponde a quelli suggeriti dalla logica ordinaria (Armezzani, 1995).
http://www.interattivamente.org/articol ... kelly.html
Magari qualche laureato in psicologia ne sa più di me Io ho svolto questo percorso e ho capito che la realtà effettivamente è una costruzione; e il terapeuta non impone al paziente nuove costruzioni personali, cioè nuovi punti di vista, ma glieli suggerisce, anzi glieli fa sviluppare autonomamente; ad esempio il fatto di ''vedersi brutto'' come il fatto di ''vedersi bello'' non sono realtà oggettive, ma soggettive. Tutta la realtà si riduce a soggettività, potremmo dire, in quanto non si può scindere la realtà dall'interpretazione che noi ne diamo in base alle nostre esperienze passate; e l'interpretazione che ne diamo può immobilizzarci oppure essere poco realistica, tenere conto di molti fattori...Io davo delle interpretazioni molto rigide alla realtà..ad esempio ''se non ho i muscoli, non sono bello'' ''se non prendo 9 in filosofia, sono una frana e non potrò iscrivermi alla facoltà''... ''Un amico è tale solo se puoi parlarci di argomenti profondi'' (non potevo concepire neanche minimamente che l'amico fosse qualcuno con cui parlare di argomenti superficiali, perché appunto credevo che l'amicizia non si potesse fondare su conversazioni leggere).
Adesso vedo la realtà con delle sfumature diverse, e anche se certe volte cado nell'errore di pensarla in modo dicotomico, cmq cerco sempre di mantenere una certa flessibilità mentale. E ho notato che ultimamente riesco a trovare delle alternative alle interpretazioni che prima davo della realtà.
Personalmente vorrei approfondire la filosofia costruttivista, da cui poi è nata la psicologia di quest'indirizzo, e poi , quando sarà possibile, iscrivermi ad una facoltà di psicoterapia costruttivista. Però credo che lo farò fra molti anni, perché adesso miro alla filosofia.