Caro ccar ho trovato molto interessante il tuo post. Mi ha fatto venire in mente questo
viewtopic.php?f=16&t=1997. E' una discussione chilometrica, dove però emerge un problema di discriminazione interna, rispetto ai gay più effemminati, quelli di cui si vede proprio anni luce, che lo capiscono prima gli altri e poi tu. C'è chi ha provato a negare l'esistenza stessa del problema e ragazzi che come te, e del resto come me in passato, hanno provato forti disagi a rapportarsi agli altri in funzione di questa discriminazione, sono vittime molto più della discriminazione degli altri gay che degli etero.
Partiamo però da una premessa, il tuo disagio non è in quello che sei o non sei, ma nel modo in cui ti rapporti al giudizio esterno e quanto il loro giudizio rimanda a giudizi più antichi, rifiuti assai più dolorosi di persone a te molto più care. Siamo tutti d'accordo nel dire che di quello che pensano gli altri non ce ne frega nulla e tuttavia certi atteggiamenti, certe offese, bruciano sempre sul vivo. Finché quanto meno non s'è fatto i conti con noi stessi. L'allusione alle mani e alla camminata, mi ha fatto sorridere e venire in mente le volte in cui chiedevo proprio cosa ci fosse nei miei comportamenti che facesse pensare che fossi gay, visto che presto o tardi questa cosa mi ritornava in faccia e visto che non credevo affatto di avere movenze o modi di fare tipicamente gay. Mi rispondevano il movimento delle mani e la movenza delle anche quando camminavo. Dopo studi approfonditi, ho capito che la roteazione oltre i trenta gradi delle mani renda ancora maschi maschi, ma oltre siamo già in bilico, mentre un'ondulazione dei fianchi che superi un oscillazione al minuto è di ambigua interpretazione e comunque deprecabile. Per il tono della voce invece bisogna fumare due pacchi di Malboro rosse per farsi venire il catarro e se sputi a terra tra un discorso e l'altro è fatta! Diventi un "maschioxmaschio", evoluzione specifica di genere del "sapiensxsapiens".
Purtroppo quando si parla di effemminatezza si confondono troppe cose fra loro, modi di fare, comportamenti, predisposizioni mansuete e sempre purtroppo il grande rifiuto verso l'omosessualità è in grandissima parte rifiuto dell'effeminatezza. Questo è un grosso problema, nonché una battaglia francamente persa.
Il punto però è un altro, quanto ci predisponiamo alle critiche degli altri? Quante volte succede che ci mettiamo addosso noi il giudizio degli altri, perché lo sentiamo noi stessi più calzante e ce lo pigliamo immediatamente dall'aria vogliosi di mettercelo addosso? Chi sono questi "altri"? Se su cento persone che hai incontrato due ti hanno fatto affermazioni di un certo tipo e gli altri erano tranquilli, il problema è più nel peso che tu dai a certe affermazioni o alle affermazioni in sé?
Io non credo che cammini per strada e la gente ti rida in faccia, credo più che ogni tanto succeda che qualcuno ti derida, così come credo che tu quasi ti appigli a questi momenti per confermare delle opinioni che hai già su di te. Prova ne sia il dialogo della chat che racconti. Se tu vai a chattare con uno che scrive "maschioXmaschio" dovresti chiedergli, piuttosto, se sta facendo le moltiplicazioni usando come base "maschio" o se vuole una risposta e magari spiegargli pure che fa maschio al quadrato e non due volte maschio. Di certo non andargli a dire che tu sei effemminato. Insomma, cosa vuoi che ti risponda uno che scrive maschioxmaschio? E perché te ne frega qualche cosa dell'opinione di uno che neanche usa l'italiano per esprimere i propri concetti?
Il mio ovviamente è solo un modo per farti capire che spesso e volentieri anticipiamo il giudizio degli altri, creando le basi del pregiudizio noi stessi o comunque vivendolo con forte disagio.
Secondo me dovresti lavorare su te stesso, sulle parti che a te per primo fanno schifo del tuo modo di essere. Vederle, toccarle, abbracciarle, viverle sino infondo.
Ancora adesso capisco che molta gente ha "difficoltà" a rapportarsi con me per via dei miei modi, ma non mi importa più. Ho ancora grosse difficoltà ad entrare in contatto con i tipi "maci", nel senso che mi mettono proprio soggezione. Con il tempo te ne fai una ragione, non si può stare simpatici a tutti e andare d'accordo con tutti. Personalità molto riflessive, intimiste, che stanno sempre sulle difensive come le tue, hanno grosse difficoltà a rapportarsi agli altri, cui comunque va dato modo di contattarti. I circoli gay possono non essere il luogo più idoneo per chi come te ha difficoltà ad interagire, trovo però curioso che abbia ricevuto critiche di questo genere in un posto dove pagliette e lustrini vanno molto di moda. Le chat invece sono proprio luoghi sporchi e infetti, nel senso proprio che rischi il contagio, ovvero di diventare stronzo anche tu. In genere però non esistono luoghi dove immergendosi brutalmente tu non faccia la classica doccia fredda. Quando uno attraversa certe soglie come se si trattasse di regni di confine, come se fosse una prova da superare, probabilmente sovraccaricando di significato certi gesti, beh... restare delusi è piuttosto facile. Gli altri non c'hanno in testa quello che c'hai in tu, quando fai le cose probabilmente sottovalutano molte delle affermazioni che fanno per questa ragione.
A Milano ci lavora Barbara per esempio e rifiuto a priori l'idea che collabori con gente che sia omofoba a quel modo. C'è Isabella, anche Pugsey credo e insomma tutta gente graziosa e a modo, come quasi tutti del resto qui dentro. Magari non sei tu che non va bene, magari non vanno bene gli altri e ogni tanto mandare serenamente a fanculo gli idioti è terapeutico quanto una seduta di psicoanalisi
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