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da Geografo » giovedì 19 gennaio 2017, 15:30
Era da molto tempo che non leggevo un post del genere in questo forum, in cui sembra che spesso l'admin abbia come unica intenzione quella di scrivere post su possibili poeti o personaggi del passato omosessuali (argomenti che direi riguardino più i suoi interessi), piuttosto che di avvicinarsi a tematiche che riguardano tutti e che rappresentano bene l'attuale situazione dell'omosessualità, magari anche da un punto di vista adolescenziale. Davvero un bel post questo, in cui ci sono parecchi spunti di riflessione.
È assolutamente vero quello detto all'inizio: è importante avere delle figure genitoriali che siano in grado di guidarci, ascoltarci e consigliarci. Detto così sembra una cosa scontata, purtroppo non lo è. Sono convinto che quello del genitore sia il mestiere più difficile del mondo e, se uno non è in grado di farlo, dovrebbe avere la decenza di non fare figli (ma d'altronde, uno ragionando col suo cervello giustamente si sentirà sempre un ottimo genitore).
Durante l'adolescenza è di vitale importanza avere delle figure che ci facciano da riferimento, se la figura è debole, non è in grado di consigliare al meglio, non è idonea oppure diventa opprimente, sono cose che si ripercuoteranno per sempre nel figlio. Alla fine, ritengo che ogni figlio altro non sia che lo specchio delle azioni del proprio genitore. Mi spiego meglio perché effettivamente questa frase è poco chiara.
Se un ragazzo è abituato a vedere il padre che picchia la moglie, non dico che il figlio in futuro picchierà sua moglie, perché molto probabilmente avrà sviluppato da sé dei valori morali e sicuramente non vorrebbe fare una cosa del genere alla moglie (e tantomeno far vivere un'esperienza del genere ad un possibile figlio, proprio perché lui stesso ha vissuto quest'esperienza).
Però per buona parte della vita si porterà un trauma, probabilmente avrà difficoltà a relazionarsi con dei coetanei e sarà un ragazzo schivo. Oppure tutto l'opposto, ovvero un ragazzo estremamente spavaldo, troppo sicuro di sé e cattivo con gli altri. Fatto sta che, in entrambi i casi, si tratta di un'azione del padre (ovvero quella di picchiare la moglie) che, in un modo o nell'altro, si ripercuote nel figlio. È ovvio che nel caso del ragazzo spavaldo, il trauma vissuto per un'esperienza del genere è come se fosse nascosto dietro una maschera, ma il trauma c'è comunque, sta sempre lì. E in entrambi i due casi (ragazzo timidissimo/ragazzo spavaldo) troviamo una sorta di alterazione del comportamento normale.
E prima che un ragazzo riesca ad uscire da un trauma del genere e riesca ad avere un comportamento e una vita normale, ci vorranno anni, a parer mio.
Gli errori dei genitori si tramutano in traumi o insicurezze in un figlio, e prima che uno se le riesca a scacciare e riesca a vivere serenamente ci vuole tanto.
Io ho avuto per certi versi dei genitori assolutamente incapaci nel darmi consigli, perché fidatevi, quando si è dei ragazzini è bene avere dei genitori che scelgano al posto nostro per certe cose, come ad esempio la scuola, e i miei in questo non sono mai stati capaci purtroppo, sicuramente anche per via del fattore età (i miei sono vecchiotti per essere genitori).
Rimpiango molto anche il fatto di non aver avuto un padre con cui confrontarmi e con cui avere un rapporto di complicità, piuttosto lui ha sempre preferito stare sul suo trono di austerità senza mai avere un dialogo con me, ma questo perché mio padre si porta già tanti problemi con se stesso, figuriamoci se è in grado di crescere un figlio. Per questo dico che uno dovrebbe avere la decenza di non fare figli se non è il caso, ma come ho già detto, chi è che ha l'onestà di dichiararsi come un genitore non valido?
Quindi, sì, io direi che alla base di un ragazzo depresso, c'è una figura genitoriale non valida il più delle volte.
Quello che ho visto è che invece spesso si tende a dire che alla base di un ragazzo depresso ci sia appunto il ragazzo depresso stesso, come se le cause della sua depressione siano riconducibili esclusivamente a lui. Ciò che succede è di rinfacciare al ragazzo i suoi errori, della serie: vai male a scuola, non hai amici, non hai un hobby, non esci mai di casa. Certi genitori dovrebbero invece farsi un'attenta analisi di coscienza, perché se un figlio ha certi atteggiamenti, la causa non è del figlio, ma dei genitori che piuttosto dovrebbero domandarsi perché quel figlio si comporta così. Poi, sicuramente, certi figli sarebbero da tirare per le orecchie, non è sempre colpa dei genitori, sicuramente. La mia è una considerazione generale che chiaramente non riesce a rispecchiarsi in ogni situazione, però bisogna sempre vedere il figlio come un sedicenne/diciassettenne/diciottenne o quello che è, non come un uomo adulto che quindi è grosso e vaccinato e allora lì giustamente se uno si comporta in un certo modo è solo sua responsabilità.
L'omosessualità in certi casi acuisce la depressione, come è stato detto non è una causa determinante secondo me, certo però fa davvero molto da contorno e rende il tutto più difficile. Sicuramente non sarebbe così difficile se ci fossero genitori molto aperti mentalmente, ma trovo improbabile che un ragazzo vada dal padre e glielo dica con tranquillità (anche se sicuramente sarebbe una cosa molto bella).
Quando si è adolescenti il confronto e la sperimentazione in campo affettivo e sessuale è importantissimo, per gli etero questo è spontaneo e naturale, per un ragazzo omosessuale la strada è molto più difficile e se tutto va bene, comincia ad avere le prime esperienze quando abbandona casa e va a fare l'università. Il fatto di non poter sperimentare e di non poter avere esperienze, inevitabilmente porta alla solitudine e alla depressione, perché sarebbe come chiedere ad un ragazzo etero la castità.
Andare incontro ad un ragazzo depresso è difficile, perché purtroppo levare il male che c'è alla radice non è facile, e purtroppo poi il ragazzo stesso si abitua a tutte le conseguenze di uno stile di vita depressivo (come il non socializzare, il non impegnarsi in delle attività e via dicendo). Penso che le uniche persone che possano fare qualcosa siano per l'appunto i genitori, perché sono quelle figure che ci ritroviamo a casa e con cui stiamo sotto lo stesso tetto per un bel pezzo di vita.
È un discorso complesso che non è facile da trattare e purtroppo c'è il rischio ogni volta di cadere nella banalità.