UN GAY INNAMORATO DEL CAPO

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progettogayforum
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UN GAY INNAMORATO DEL CAPO

Messaggio da progettogayforum » venerdì 3 marzo 2017, 17:30

Ciao Project,
ho visto che sul forum non scrivi quasi più. Spero che tu stia bene e che sia solo una cosa contingente.
Vorrei chiederti un parere su una situazione un po’ strana nella quale mi sono venuto a trovare.
Ho 28 anni, vivo e lavoro nel profondo Nord, in un’azienda molto importante. Per la mia età ho un posto di ottimo livello, che in molti mi invidiano. Non sono dichiarato né in famiglia né sul lavoro. Sul lavoro, anzi, cerco di non familiarizzare con nessuno e il ruolo che ho me lo permette. Gli altri pensano che sia per mantenere una gerarchia ma il fatto è che non vorrei diventare oggetto di sospetti o di chiacchiere.
Da sei mesi a questa parte, però, le cose sono cambiate in un modo del tutto inatteso. È arrivato a dirigere il mio gruppo di ricerca e sviluppo un ingegnere sessantenne e io sono andato in crisi sotto parecchi punti di vista. In breve, penso che sia gay e che tra noi si sia creato un canale di comunicazione preferenziale. Vorrei chiarire subito che non sono mai stato interessato agli uomini molto più grandi di me e che da parte sua non c’è mai stato nessun accenno, neppure minimo, a forme di familiarità di nessun genere. Ci diamo sempre del lei, a parte la posizione gerarchica, anche solo per la differenza d’età. Ti chiederai in che senso dico che c’è tra noi un canale di comunicazione speciale e qui mi devo spiegare meglio. Questa sensazione è cominciata in un viaggio di lavoro che abbiamo fatto insieme in Germania un paio di mesi fa. Ovviamente alloggiavamo in stanze singole. Negli incontri ufficiali, lui lasciava parlare sempre me. Pensavo che lo facesse perché io parlo discretamente tedesco. Lui si limitava, in Tedesco, solo a scambiare convenevoli, anche se tutti quelli della delegazione tedesca lo conoscevano. Poi, per caso, mentre lui non mi vedeva, l’ho sentito parlare in un Tedesco perfetto e la cosa mi ha colpito. Ma c’è ancora una cosa importante da dire, al termine degli incontri di certe giornate, molti componenti delle delegazioni straniere se ne andavano al night, io non ci sono mai andato e nemmeno il mio capo. Una sera siamo rimasti in albergo, abbiamo cenato insieme e poi siamo andati in giro a piedi per le strade di Berlino. Ecco, mi aspettavo che una situazione del genere, col mio capo, mi avrebbe messo in imbarazzo, ma mi sono trovato meglio di quando vado in giro coi miei amici di lunga data. Non mi ha fatto domande sulla mia famiglia, evidentemente sa che non sono sposato, io di lui non so nulla, ma non ha parlato della sua famiglia e non porta la fede. Abbiamo parlato di cose molto generali, delle nostre visioni del senso della vita, del valore che diamo al potere e al denaro. Non si è mai atteggiato a maestro, preferiva ascoltare, preferiva insistere sul fatto che la moralità di un individuo si vede dal rispetto che ha di quello che non capisce, in realtà è un argomento strano, soprattutto per un manager del suo livello. Allora ho cominciato a mettere in ordine tanti suoi comportamenti sul lavoro e altre piccole cose, per esempio lui ha una macchina di tipo molto economico, mentre altri dirigenti, molto meno importanti di lui, hanno super-macchine. Sul lavoro segue le persone nel dettaglio e le guida, noto però che con me non lo ha mai fatto, mentre lo fa regolarmente con le donne e con gli uomini sposati. Io cerco di dare il meglio di me sul lavoro e lui mi lascia totalmente libero, non cerca di guidarmi e non fa elogi di nessun genere, o meglio il massimo che fa è dirmi: “Ho visto il suo lavoro, grazie.” e accompagnare la frase con un sorriso. C’è ancora un’altra cosa che mi ha fatto molto riflettere. Tempo fa è morto un nostro collega, e siamo andati tutti al funerale, beh, lui ha fatto la comunione, cosa che non mi sarei mai aspettato. Ma torno al discorso di prima, alla chiacchierata dopo cena a Berlino. Era attento a quello che dicevo, ma molto prudente nel partecipare alla discussione. Non c’è stato nessun riferimento ad argomenti in qualche modo significativi, però il clima era veramente gradevole. Un’altra cosa da sottolineare: nei giorni successivi è capitato altre volte che avessimo la serata libera, ma la passeggiata per Berlino non si è ripetuta e credo che sia stata una scelta deliberata. Non so se pensare che in lui rivedo il padre che avrei voluto avere, o se il mio interesse abbia anche altre motivazioni, cosa possibile o addirittura probabile, ma certo, con lui sto bene. Può darsi che io stia solo sognando e confondendo il sogno con la realtà, ma l’impressione che tra noi ci sia veramente un canale segreto di comunicazione ce l’ho. Anche lui sta bene con me, si vede dal fatto che è tranquillo e lascia scorrere il tempo senza tenerne conto. Non mi posso certo aspettare che sia lui a fare il primo passo, non lo farebbe mai, però io non ho proprio il coraggio di allargare il discorso, soprattutto perché non lo voglio mettere in difficoltà, potrebbe sentirsi ricattato o ricattabile o esposto a chiacchiere facili, mentre voglio che con me si senta totalmente al sicuro. Dopo che siamo rientrati in Italia, apparentemente non è cambiato nulla, continuiamo a darci del lei, ma io penso che siano cambiate parecchie cose: in qualche modo c’è una forma di fiducia reciproca. Anche io non gli ho fatto mai domande di tipo personale e penso che lo abbia apprezzato molto. Quanto a me, è possibile che io mi sia innamorato di un uomo che potrebbe essere mio padre? E poi, se fosse così, che cosa potrei fare per non lasciare tutto nel mondo dei sogni? Potrà sembrarti strano ma questa storia mi sta cambiando la vita e direi che la sta cambiando in meglio. Resta però, di fondo, la paura di aver preso lucciole per lanterne e in pratica di aver costruito solo una enorme bolla di sapone.

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agis
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Re: UN GAY INNAMORATO DEL CAPO

Messaggio da agis » sabato 4 marzo 2017, 18:54

Sì, d'accordo project. Io sarò anche un animale orrendo e terribilmente nocivo per il tuo bel giardino da me riempito di orribili ed inestetiche tane. Ma, visto che, povero, delle cose che hai scritto non ho letto soltanto i titoli, da questo consegue la possibilità di rilevare una certa uniformità che non è di per sé negativa a prescindere. Volendo applicare il valore positivo la si potrebbe anche chiamare "stile" a prescindere dal fatto che questo stile personale ci piaccia o meno. In quest'ottica, però, una domanda mi sorge spontanea. Non sarà mica che questo "capo" sei tu? ^_^

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Re: UN GAY INNAMORATO DEL CAPO

Messaggio da progettogayforum » sabato 4 marzo 2017, 22:26

No, non sono il capo e le storie di Andy non hanno nulla di autobiografico, e aggiungo, purtroppo.

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Re: UN GAY INNAMORATO DEL CAPO

Messaggio da agis » sabato 4 marzo 2017, 23:07

progettogayforum ha scritto:No, non sono il capo e le storie di Andy non hanno nulla di autobiografico, e aggiungo, purtroppo.
Oh, ma davvero? E perché purtroppo? ^_^

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